giuseppe conte alla festa de l'unita' di modena

CONTE E ZINGARETTI: SE AFFONDA UNO, RISCHIA DI TIRARSI DIETRO ANCHE L'ALTRO. E VICEVERSA. ECCO PERCHÉ IERI IL PREMIER HA DECISO DI PARTECIPARE ALLA FESTA DELL'UNITÀ - LE LITI IN CORSO SULLA DESTINAZIONE DEI 210 MILIARDI IN ARRIVO NEL 2021 CON IL RECOVERY FUND DANNO L'IDEA DI UN GOVERNO PARALIZZATO. IN FRANCIA, IL PIANO APPROVATO LO SCORSO 3 SETTEMBRE. IN ITALIA SE TUTTO VA BENE SE NE PARLERÀ “TRA GENNAIO E APRILE”

Adalberto Signore per ''il Giornale''

 

             

Conte Zingaretti

Nonostante la distanza, quelli di Giuseppe Conte e Nicola Zingaretti sembrano sempre più due destini che si uniscono. Se affonda uno, rischia di tirarsi dietro anche l'altro. E viceversa. Ecco perché ieri il premier ha deciso di partecipare alla festa nazionale dell'Unità, appuntamento che aveva evitato di confermare fino a 24 ore prima nonostante i ripetuti inviti del Pd.

 

giuseppe conte alla festa de l'unita' di modena 3

Come d'incanto, invece, il palco di Modena diventa il centro della politica italiana, al punto che Conte ci si catapulta arrivando direttamente da Beirut dopo una giornata intera passata in Libano.

 

Un segnale forte. E, soprattutto, il tentativo di rafforzare la sponda con il segretario dem, proprio ora che Luigi Di Maio e il M5s sembrano sempre più insofferenti verso il premier, così come un pezzo importante del Pd non vede l'ora di mettere in discussione la linea di Zingaretti se, come pare, le regionali segneranno un deciso arretramento dei dem.

giuseppe conte alla festa de l'unita' di modena 10

 

 

Sembra passata una vita da quando il premier andava a braccetto con Matteo Salvini. Invece, poco più di un anno dopo, l'autoproclamato «avvocato del popolo» si ritrova nel cuore dell'Emilia rossa, sotto la grande scritta «Bella ciao», nel tentativo di rinsaldare il suo rapporto con Zingaretti. Ma pure di riconquistare quel pezzo di Pd con cui ormai, da tempo, si è decisamente rotto qualcosa.

 

Non è un mistero, infatti, che siano in molti ai piani alti di largo del Nazareno a pensare che l'esperienza del Conte 2 sia ormai esaurita e che, soprattutto per affrontare l'imminente emergenza economica, potrebbe avere più senso un governo più ampio. O, in alternativa, un corposo rimpasto.

giuseppe conte alla festa de l'unita' di modena 7

 

D'altra parte, le liti in corso sulla destinazione dei 210 miliardi in arrivo nel 2021 con il Recovery fund danno l'idea di un esecutivo in panne e di un Paese alla paralisi. In Francia, per capirci, il piano per incassare i soldi del Fondo di recupero è stato approvato lo scorso 3 settembre. In Italia se tutto va bene se ne parlerà «tra gennaio e aprile».

 

giuseppe conte alla festa de l'unita' di modena 6

E non certo perché i nostri tecnici o i nostri politici siano più accurati di quelli francesi, ma semplicemente perché si preferisce rinviare piuttosto che litigare. Stesso approccio sul Mes, il Meccanismo europeo di stabilità grazie al quale l'Italia può accedere a 37 miliardi di prestiti a costo quasi zero e senza condizionalità, soldi da destinare alle spese sanitarie. Il tema, come noto, è fortemente divisivo.

 

Con il Pd convinto che non si possa perdere una simile occasione e il M5s che continua a farne una bandierina da sventolare al suo deluso elettorato. D'altra parte, dopo Tav, Tap, doppio mandato e chi più ne ha più ne metta, quella sul Mes sarebbe l'ennesima marcia indietro.

giuseppe conte alla festa de l'unita' di modena 4

 

Così, finisce che i 37 miliardi del Meccanismo di stabilità diventano oggetto di un vero e proprio muro contro muro per tutta la giornata, in attesa che Conte arrivi a Modena e dica la sua. Spinge per il «sì» Zingaretti, che già ha pagato dazio al Movimento formalizzando il «sì» del Pd al referendum confermativo sul taglio dei parlamentari, una posizione che dentro i dem sono in tanti a non condividere.

 

giuseppe conte alla festa de l'unita' di modena 5

«Penso ci siano due buoni motivi per investire sul Mes», dice il segretario del Pd da Reggio Calabria. «Il primo - spiega - è una linea di credito molto vantaggiosa per le casse degli italiani, il secondo è investire in sanità». Il «no» del M5s, però, è tombale.

 

Ed è anche un avvertimento a Conte, un messaggio per invitarlo a non sbilanciarsi troppo in quel di Modena. «Per noi il Mes com' è adesso non va bene», insiste il reggente del Movimento Vito Crimi. Che, per non lasciare dubbi, aggiunge: «Mi sono anche stancato di ripeterlo».

giuseppe conte alla festa de l'unita' di modena 1

 

Meno tranchant, ma altrettanto critico Luigi Di Maio. «Il Mes? In questo momento stiamo pensando al Recovery fund», butta la palla in tribuna il ministro degli Esteri. Con buona pace di Conte. Che prima o poi dovrà decidere da che parte stare. Ma che almeno per ora sembra intenzionato a pattinare, dote nella quale è evidentemente abilissimo, altrimenti non sarebbe riuscito nel capolavoro politico di essere premier prima con M5s e Lega e poi con M5s e Pd.

 

 

Conte Zingaretti

«Il Mes? Se abbiamo progetti da realizzare e serviranno soldi aggiuntivi lo valuteremo tutti insieme in Parlamento», dice da Beirut il premier evitando accuratamente di esporsi. Il tema, d'altra parte, è troppo esplosivo. E fino al voto del 20 e 21 settembre, ancora più di prima, serve tutta quella prudenza che lo ha fatto restare in sella a Palazzo Chigi per oltre due anni. Poco importa se venerdì il ministro dell'Economia Roberto Gualtieri sarà costretto a presenziare all'Eurogruppo in programma a Berlino senza una linea unitaria sul Mes.

 

 

giuseppe conte alla festa de l'unita' di modena 2giuseppe conte alla festa de l'unita' di modena 8giuseppe conte alla festa de l'unita' di modena 13giuseppe conte alla festa de l'unita' di modena 11

 

Ultimi Dagoreport

elly schlein giuseppe conte roberto fico vincenzo de luca eugenio giani

DAGOREPORT - PARAFRASANDO NANNI MORETTI, CON LEADER DEL CALIBRO DI ELLY SCHLEIN E DI GIUSEPPE CONTE, ''IL CENTROSINISTRA NON VINCERA' MAI'' - IN TOSCANA, I DUE "GENI" HANNO TENTATO DI ESTROMETTERE IL “CACICCO” EUGENIO GIANI, REO DI SANO RIFORMISMO, CHE SI È DIMOSTRATO CAVALLO VINCENTE – IN CAMPANIA, INVECE, RISCHIANO DI ANDARE A SBATTERE CON IL CAVALLO SBAGLIATO, IL FICO DI GIUSEPPE CONTE, CHE TRABALLA NEI SONDAGGI: URGE UN FORTE IMPEGNO DI RACCOLTA VOTI DEL "CACICCO" TANTO DISPREZZATO DA ELLY: VINCENZO DE LUCA (CHE A SALERNO SE LA DEVE VEDERE CON IL CONCITTADINO E CANDIDATO DEL CENTRODESTRA, CIRIELLI) – CON L’INCONSISTENZA STORICA DEL M5S A LIVELLO LOCALE, IL “CAMPOLARGO” VA AL PIU' PRESTO ACCANTONATO: TROPPI "PRINCIPI" DIVERSI TRA PD E M5S PER UN'ALLEANZA, MEGLIO UNA COALIZIONE IN CUI OGNUNO CORRE COL SUO PROGRAMMA CERCANDO DI MASSIMIZZARE IL CONSENSO - SOLO DOPO IL VOTO, IN CASO DI VITTORIA, SI TROVA L'ACCORDO (E COME DIMOSTRA LA COALIZiONE DEL GOVERNO MELONI, LA GESTIONE DEL POTERE È IL MIGLIOR PROGRAMMA...) - VIDEO

giorgia meloni guido crosetto

IL "FRATELLASTRO" CROSETTO FA BALLARE GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI: “SE GLI STATI EUROPEI NON RINUNCIANO ALLA LORO SOVRANITÀ IN ALCUNI SETTORI, SONO MORTI. SULLA DIFESA DOBBIAMO METTERE ASSIEME I 27 PAESI UE IN UN SOLO PROGETTO COMUNE” – LA POSIZIONE DEL MINISTRO DELLA DIFESA È ALL’OPPOSTO DI QUELLA SOVRANISTA DELLA DUCETTA, CHE PIÙ VOLTE IN PASSATO HA REMATO CONTRO IL PROGETTO DI UN ESERCITO UNICO EUROPEO: “SAREBBE UNA INUTILE DUPLICAZIONE. IL SISTEMA DI DIFESA OCCIDENTALE È BASATO SULLA NATO, E NELLA NATO CI SONO ESERCITI NAZIONALI CHE COOPERANO TRA DI LORO. IO VOGLIO PIUTTOSTO UNA COLONNA EUROPEA DELLA NATO” – CHISSA' CHI ALLA FINE DIRA' L'ULTIMA PAROLA... - VIDEO

mauro gambetti papa leone mazza baseball san pietro pipi sagrato

DAGOREPORT: IL PISCIO NON VA LISCIO – PAPA LEONE XIV E’ FURIOSO DOPO IL SACRILEGIO COMPIUTO DALL’UOMO CHE HA FATTO PIPI’ SULL’ALTARE DELLA BASILICA DI SAN PIETRO – IL PONTEFICE HA ORDINATO UN RITO RIPARATORIO “URGENTE” E, SOPRATTUTTO, HA FATTO IL CULO AL CARDINALE GAMBETTI, ARCIPRETE DELLA BASILICA VATICANA, CON UN CONFRONTO “TEMPESTOSO”: E’ IL TERZO GRAVE EPISODIO IN POCO PIU’ DI DUE ANNI AVVENUTO NELLA CHIESA PIU’ IMPORTANTE DEL MONDO – NEL MIRINO FINISCONO ANCHE GLI UOMINI DELLA GENDARMERIA VATICANA, INCAPACI DI INTERVENIRE TEMPESTIVAMENTE E DI PREVENIRE GESTI SACRILEGHI DELLO SVALVOLATO DI TURNO – VIDEO!

spionaggio paragon spyware giorgia meloni fazzolari mantovano giorgetti orcel francesco gaetano caltagirone flavio cattaneo

DAGOREPORT - E TRE! DALLO SPIONAGGIO DI ATTIVISTI E DI GIORNALISTI, SIAMO PASSATI A TRE PROTAGONISTI DEL MONDO DEGLI AFFARI E DELLA FINANZA: CALTAGIRONE, ORCEL, CATTANEO - SE “STAMPA” E “REPUBBLICA” NON LI FANNO SMETTERE, VEDRETE CHE OGNI MATTINA SBUCHERÀ UN NUOVO E CLAMOROSO NOME AVVISATO DI AVERE UN BEL SPYWARE NEL TELEFONINO - COME NEL CASO DEGLI ACCESSI ABUSIVI ALLA PROCURA ANTIMAFIA (FINITI IN CHISSÀ QUALCHE SCANTINATO), I MANDANTI DELLO SPIONAGGIO NON POSSONO ESSERE TROPPO LONTANI DALL’AREA DEL SISTEMA DEL POTERE, IN QUANTO PARAGON FORNISCE I SUOI SERVIZI DI SPYWARE SOLO AD AUTORITÀ ISTITUZIONALI - A QUESTO PUNTO, IL CASO È CORNUTO: O SI SONO TUTTI SPIATI DA SOLI OPPURE IL GOVERNO MELONI DEVE CHIARIRE IN PARLAMENTO SE CI SONO APPARATI “FUORILEGGE”. PERCHÉ QUANDO IL POTERE ENTRA NEI CELLULARI DEI CITTADINI, NON C’È PIÙ DEMOCRAZIA…

matteo salvini roberto vannacci giorgia meloni massimiliano fedriga luca zaia

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI HA GLI OCCHI PUNTATI SULLA TOSCANA! NELLA REGIONE ROSSA SARÀ CONFERMATO EUGENIO GIANI, MA ALLA DUCETTA INTERESSA SOLO REGISTRARE IL RISULTATO DELLA LEGA VANNACCIZZATA – SE IL GENERALE, CHE HA RIEMPITO LE LISTE DI SUOI FEDELISSIMI E SI È SPESO IN PRIMA PERSONA, OTTENESSE UN RISULTATO IMPORTANTE, LA SUA PRESA SULLA LEGA SAREBBE DEFINITIVA CON RIPERCUSSIONI SULLA COALIZIONE DI GOVERNO – INOLTRE ZAIA-FEDRIGA-FONTANA SONO PRONTI A UNA “SCISSIONE CONTROLLATA” DEL CARROCCIO, CREANDO DUE PARTITI FEDERATI SUL MODELLO DELLA CDU/CSU TEDESCA - PER LA MELONI SAREBBE UNA BELLA GATTA DA PELARE: SALVINI E VANNACCI POTREBBERO RUBARLE VOTI A DESTRA, E I GOVERNATORI IMPEDIRLE LA PRESA DI POTERE AL NORD...

matteo salvini luca zaia giorgia meloni orazio schillaci

FLASH! – L’”HUFFPOST” RIPORTA CHE SALVINI VUOL CONVINCERE LUCA ZAIA A PORTARE IL SUO 40% DI VOTI IN VENETO MA SENZA CHE IL SUO NOME BRILLI SUL SIMBOLO – PER ACCETTARE IL CANDIDATO LEGHISTA STEFANI, LA MELONA INSAZIABILE, PAUROSA CHE L’EX GOVERNATORE VENETO PORTI VIA TROPPI VOTI A FDI, L’HA POSTO COME CONDIZIONE A SALVINI – PER FAR INGOIARE IL ROSPONE, OCCORRE PERÒ CHE ZAIA OTTENGA UN INCARICO DI PESO NEL GOVERNO. IL MAGGIORE INDIZIATO A LASCIARGLI LA POLTRONA SAREBBE ORAZIO SCHILLACI, MINISTRO TECNICO IN QUOTA FDI, ENTRATO IN COLLISIONE CON I TANTI NO-VAX DELLA FIAMMA - AVVISATE QUEI GENI DI PALAZZO CHIGI CHE ZAIA SUI VACCINI LA PENSA ESATTAMENTE COME SCHILLACI…