giuseppe conte gennaro vecchione william barr

IL CONTICIDIO LO FA “REPUBBLICA” CON UN SUPER SCOOP! - NELLE CARTE DEL RUSSIAGATE SALTA FUORI UNA CENA, IL 15 AGOSTO 2019, TRA L’ALLORA SEGRETARIO ALLA GIUSTIZIA AMERICANO WILLIAM BARR E L’EX DIRETTORE DEL DIS GENNARO VECCHIONE: I DUE SI VIDERO PER CAPIRE SE L’ITALIA È STATA AL CENTRO DI UN COMPLOTTO PER INFLUENZARE LE PRESIDENZIALI USA DEL 2016 E IMPEDIRE A TRUMP DI CONQUISTARE LA CASA BIANCA - DI QUELL’INCONTRO CONTE NON HA MAI PARLATO: DISSE CHE VECCHIONE VIDE BARR SOLO NELLA SEDE DEI SERVIZI SEGRETI - L’AFFONDO DI BONINI: “SI FOTOGRAFA LA DISINVOLTURA CON CUI CONTE E VECCHIONE MANEGGIARONO UNA FACCENDA DAI CONTORNI OPACISSIMI E L'USO POLITICO BORDERLINE CHE DEI NOSTRI SERVIZI CONTE HA FATTO NEL TEMPO (IL CASO DI MARCO MANCINI NE È STATO UN ESEMPIO LUMINOSO). HA CONFUSO L'INTERESSE E LA SICUREZZA NAZIONALE CON QUELLO DELLA SUA PERSONA E DELLA SUA PERMANENZA A PALAZZO CHIGI"

giuseppe conte gennaro vecchione

1 - NELLE CARTE DEL RUSSIAGATE UNA CENA TRA BARR E VECCHIONE MA CONTE NON NE PARLÒ MAI

Paolo Mastrolilli per “la Repubblica”

 

È una piacevole serata estiva, il 15 agosto del 2019, quando verso le sette a Casa Coppelle si presenta un gruppo assai inusuale. Gli altri clienti di questo sofisticato ristorante nel cuore della capitale, che si vanta di unire «lo stile parigino e la classicità romana», probabilmente faticano a riconoscere gli ospiti di riguardo.

 

william barr

E in fondo si capisce. Perché al tavolo sono attesi il segretario alla Giustizia americano Bill Barr e il direttore del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza Gennaro Vecchione, capo dei servizi di intelligence italiani, impegnati in una segreta discussione per capire se Roma è stata al centro di un complotto per influenzare le presidenziali Usa del 2016 e impedire a Donald Trump di conquistare la Casa Bianca. Torna così all'attenzione un giallo che ha coinvolto l'allora presidente del Consiglio Giuseppe Conte, aprendo nuovi interrogativi.

 

George Papadopoulos

Nel 2019 Trump si convince che il "Russiagate" è stato confezionato in Italia, dai Servizi, sotto la guida del premier Matteo Renzi alleato di Hillary Clinton, e dagli agenti ostili dell'Fbi come il capo a Roma Michael Gaeta. Tutto nasce dalle approssimative accuse dell'ex consigliere George Papadopoulos, secondo cui a passargli la polpetta avvelenata sulle mail di Clinton rubate dai russi era stato il professore della Link Campus University Joseph Mifsud, durante un incontro nella nostra capitale. Perciò il capo della Casa Bianca chiede all'Attorney General di andare a indagare.

 

conte vecchione

Il protocollo vorrebbe che il segretario alla Giustizia contattasse il suo omologo per spiegare cosa cerca, e poi lasciargli gestire il caso. Barr invece scavalca tutti e ottiene l'incontro col capo dell'intelligence, autorizzato dal presidente del Consiglio.

 

La mattina del 15 agosto 2019, secondo i documenti del dipartimento americano alla Giustizia sulla missione, che Repubblica ha ottenuto nel rispetto delle leggi americane, l'Attorney General atterra a Ciampino e va a messa nella chiesa cattolica di St. Patrick, a due passi dall'ambasciata americana di Via Veneto. Poi si prende quattro ore di "Down Time", in teoria riposo, ma potrebbe trattarsi di qualunque cosa. Alle 17 va in Piazza Dante 25, sede del Dis, per incontrare Vecchione.

matteo renzi barack obama

 

Tutto questo è noto, e probabilmente documentato da appunti riservati. Secondo lo "schedule" di Barr, però, alle 18,45 l'intero gruppo si dirige verso Piazza delle Coppelle per una cena prevista di due ore. Sono andati? Cosa si sono detti, davanti ad un buon piatto e magari un bicchiere di vino? Esiste una traccia almeno ufficiosa di questa conversazione informale? Conte sapeva che il vertice inusuale da lui autorizzato a Piazza Dante si era allungato in una cena conviviale? È passato a salutare o era in vacanza?

 

william barr pornhub

Un paio di settimane dopo Conte va al G7 di Biarritz, mentre a Roma si decide il futuro del suo governo. Il 27 agosto Trump lo appoggia, con un messaggio su Twitter passato alla storia: «Comincia a mettersi bene per l'altamente rispettato Primo Ministro della Repubblica Italiana, Giuseppi Conte... Un uomo di grande talento, che speriamo resti Primo Ministro». Forse è anche un ringraziamento per la visita di Barr?

 

mike pompeo prima della dieta

Il presunto coinvolgimento dell'Italia nel "Russiagate" resta comunque nell'agenda dell'Attorney General. Il 9 settembre alle ore 17 ne discute col suo capo di gabinetto Will Levi, che il 15 agosto lo aveva accompagnato a Roma insieme al consigliere per le questioni criminali e di sicurezza nazionale Seth DuCharme. Poi torna a parlarne l'11 all'una del pomeriggio, subito dopo un pranzo col segretario di Stato ed ex capo della Cia Mike Pompeo. Quella sera stessa, alle 19, Barr va a cena con Jared Kushner e Ivanka Trump. Coincidenza, oppure risponde alle domande e riceve le richieste sul dossier italiano del genero e della figlia del presidente?

 

La mattina del 19 settembre l'Attorney General dedica altri 45 minuti, dalle 10 alle 10,45, alla preparazione di un nuovo viaggio in Italia con Levi e DuCharme. Poi prende un caffè con un gruppo di importanti senatori repubblicani, fra cui Grassley e Johnson.

 

giuseppe conte gennaro vecchione

Roma sembra il tema principale nell'agenda di Barr, quasi un'ossessione, perché il 25 settembre ne riparla con Levi e DuCharme. Il giorno dopo torna in Italia, ma anche qui c'è qualcosa da chiarire. Secondo la versione ufficiale dei fatti Barr, nome in codice durante il viaggio Bill Ahern, viene il 27 settembre per un rapido incontro con Vecchione, presumibilmente allo scopo di ricevere le informazioni raccolte dai nostri servizi dopo il primo appuntamento del 15 agosto.

 

donald trump 1

Il suo schedule, però, rivela che in realtà parte da Washington alle 7 del mattino del 26, e quindi arriva in tempo per vedere qualcuno e cenare. Dove e con chi? Passa nella capitale l'intera giornata del 27, cena, dorme, e riparte la mattina del 28 con comodo. Davvero sta a Roma quasi due giorni, solo per passare un'oretta con Vecchione? Conte ne sa qualcosa? Magari lo saluta? Quando la missione segreta di Barr viene scoperta, il Copasir chiede spiegazioni al presidente del Consiglio.

 

william barr pornhub 1

Il premier difende la legalità delle visite e sottolinea due punti: «Non ho mai parlato con Barr», e «i nostri servizi sono estranei alla vicenda». Poi ai giornalisti dice: «Qualcuno ha collegato il tweet di Trump a questa inchiesta. Non me ne ha mai parlato». Ma forse lo avevano fatto Jared e Ivanka a cena con l'Attorney General?

 

«La richiesta - continua Conte - risale a giugno ed è pervenuta da Barr. Ha domandato di verificare l'operato degli agenti americani, col presupposto di non voler mettere in discussione l'attività delle autorità italiane dell'intelligence». Altro elemento imbarazzante. Perché se così fosse, il premier avrebbe autorizzato il segretario alla Giustizia ad incontrare i vertici dei servizi italiani per ricevere informazioni compromettenti sui colleghi dell'Fbi, tipo Gaeta, con cui poi i nostri agenti lavoravano ogni giorno per garantire la sicurezza del Paese.

 

giuseppe conte gennaro vecchione 1

Quindi sul 15 agosto Conte aggiunge: «Si è trattato di una riunione tecnica con il direttore del Dis Vecchione, che non si è svolta all'ambasciata americana, né in un bar, né in un albergo, come riportato da alcuni organi di informazione, ma nella sede di piazza Dante del Dis». Certo, non in un bar. Allora però la cena a Casa Coppelle come è finita nello schedule ufficiale di Barr? I servizi giurano di non aver dato nulla all'Attorney General, e di non sapere tutt' ora dove sia finito Mifsud. Ma Conte ha davvero detto al Copasir tutto quello che avrebbe dovuto?

 

2 - QUEI GIOCHI CON L'INTELLIGENCE DELL'EX PREMIER 5STELLE

Estratto dell’articolo di Carlo Bonini per “la Repubblica”

 

donald trump william barr

I documenti ottenuti da "Repubblica" sulle due missioni dell'agosto e settembre 2019 a Roma dell'allora segretario alla giustizia americano Bill Barr, evidenziano alcune significative omissioni della ricostruzione di quella vicenda proposta dall'allora presidente del Consiglio Giuseppe Conte […] e fotografano la disinvoltura con cui Conte e Gennaro Vecchione, il Carneade che l'allora premier, contro tutto e tutti, aveva voluto al vertice del Dipartimento per le informazioni e la sicurezza (Dis), maneggiarono una faccenda dai contorni opacissimi fuori da qualsiasi protocollo e cornice istituzionale.

Conte e Gennaro Vecchione

 

Il che la dice lunga sulla cultura della sicurezza nazionale, della diplomazia, di chi, oggi leader del Movimento 5S, ha guidato da Palazzo Chigi il Paese con due diverse maggioranze. Lo stesso uomo […] che […] barattava un vantaggio personale (l'endorsement politico a suo favore da parte di Trump) in cambio di un incongruo scambio di informazioni dall'alto dividendo politico (il presunto coinvolgimento del Fbi in un altrettanto presunto complotto ai danni della Casa Bianca) e oggi, di fronte all'invasione Russa dell'Ucraina, arriccia il naso di fronte a un certo "atlantismo oltranzista".

WILLIAM BARR

 

[…] conferma l'uso politico borderline che dei nostri Servizi Giuseppe Conte ha fatto nel tempo (il caso di Marco Mancini ne è stato un esempio luminoso). Ossessionato dal suo destino, Conte ha a lungo confuso l'interesse e la sicurezza nazionale con quello della sua persona e della sua permanenza a Palazzo Chigi. […]

I FILONI DEL RUSSIAGATEdonald trump

Ultimi Dagoreport

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…

giorgia e arianna meloni come le gemelle di shining - fotomontaggio del fatto quotidiano

DAGOREPORT – VI RICORDATE QUANDO GIORGIA MELONI DEFINIVA LA SORELLA ARIANNA UNA “PRIVATA CITTADINA SENZA INCARICHI”? DIMENTICATELO: È IN CORSO UN TENTATIVO DI TRASFORMARE LA PRIMOGENITA DI ANNA PARATORE IN UNA POLITICA NAVIGATA. ECCO COME NASCE L’IMBARAZZANTE NTERVISTA RILASCIATA OGGI DALL'EX MOGLIE DI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA AL “CORRIERE DELLA SERA”, IN CUI ARIANNA RICORDA QUANDO “GUIDAVA IL CAMION NEI VICOLI DI ROMA” PER IL PARTITO, E RIVENDICA: “DA 30 ANNI SIAMO IN POLITICA” – LA FIAMMA MAGICA VUOLE TOGLIERLE L’ETICHETTA DI “SORELLA D’ITALIA”. IL GUAIO È CHE ‘GNA FA: L’UNICO PREGIO CHE ANCHE I COLLEGHI DI PARTITO LE RICONOSCONO È… LA SOMIGLIANZA ALLA SORELLA

del vecchio la stampa angelucci elkann

DAGOREPORT - NON SI STA MAI TRANQUILLI: AL RISIKO FINANZIARIO (MPS-MEDIOBANCA) FINITO TRA LE CARTE DELLA PROCURA DI MILANO, ORA SI AGGIUNGE IL RISIKO EDITORIALE: LA VENDITA DI ‘’’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ AL GRECO KYRIAKOU DIVENTA, GIORNO DOPO GIORNO, UN BORDELLO DI VOCI E RUMORS - C’È CHI ASSICURA CHE LO SBARCO DEL GRECO NON VADA ASSOLUTAMENTE A GENIO AL BOSS DELL’IMPERO MEDIASET, PIER SILVIO BERLUSCONI – CHI SPIFFERA DI UN PRESUNTO INTERESSAMENTO DELLA FAMIGLIA ANGELUCCI, EDITORE DE “IL GIORNALE” E DI “LIBERO”, ALL’ACQUISIZIONE DEL QUOTIDIANO “LA STAMPA”, CHE ELKANN HA MESSO IN VENDITA PER LA SOMMETTA DI 65 MILIONI DI EURO, CHE NON RIENTREREBBE NEL PERIMETRO DEL GRECO CON L’ANTENNA. MA PER IL BOSS DELLA SANITÀ CARO AL GOVERNO L’UNICO MODO DI COMPRARI ''LA STAMPA'' È ALL’EDICOLA: ELKANN NON GLIELO VENDERÀ MAI - A PROPOSITO DI EDITORIA COME ULTIMA UMANA VOLUTTÀ, SI VOCIFERA CHE LEONARDINO DEL VECCHIO VOGLIA COMPRARSI NIENTEMENO CHE “IL FATTO QUOTIDIANO” (DAVVERO URGE LA RIAPERTURA DEI MANICOMI…)

giancarlo giorgetti luigi lovaglio milleri francesco gaetano caltagirone

SUL CASO MPS-MEDIOBANCA, L'ARTICOLO-BOMBA DEL GIORNO È SUL "CORRIERE", DA CUI SI EVINCE CHE LE DICHIARAZIONI RILASCIATE ALLA CONSOB DA CALTAGIRONE E DAL MINISTRO GIORGETTI SONO IN APERTO CONTRASTO - E’ LO STESSO IMPRENDITORE ROMANO AD AMMETTERE CHE IL MINISTRO LEGHISTA SONDÒ ALCUNI POTENZIALI INVESTITORI NELLE SETTIMANE PRECEDENTI ALLA OSCURA “GARA” CHE FECE INTASCARE IL 15% DI MPS, IN MANO AL TESORO, AL QUARTETTO DELFIN-CALTAGIRONE-ANIMA-BPM - UNA VERSIONE IN APERTO CONFLITTO CON QUELLA DI GIORGETTI, CHE IL 29 LUGLIO 2025 ALLA CONSOB DISSE: “NON C’È STATA ALCUNA INTERLOCUZIONE, CONTATTO O SCAMBIO” - A QUESTO PUNTO, CHI RISCHIA DI FINIRE NEI GUAI CON LA PROCURA DI MILANO NON SONO SOLO I “FURBETTI DEL CONCERTINO”, MA LA STESSA CONSOB GUIDATA DA PAOLO SAVONA CHE, COME AUTORITÀ DI VIGILANZA DEL MERCATO FINANZIARIO, NON HA RILEVATO NEL SUO DOCUMENTO DI “ASSOLUZIONE” SULLA PRESUNTA CONCERTAZIONE DEI CALTA-MELONI, NESSUNA DISCORDANZA TRA LE DICHIARAZIONI DI CALTAGIRONE E DI GIORGETTI…