salvini e renzi

LA CORRISPONDENZA DI AMOROSI SENSI TRA I DUE "MATTEI" - SALVINI: "SU ALCUNI TEMI RENZI HA DELLE RAGIONI - MA BERLUSCONI, IN QUESTI GIORNI IN SVIZZERA PER CONTROLLI DI ROUTINE, CONFIDA: "LA VERITÀ È CHE I DUE MATTEO SI STANNO SOLTANTO PRENDENDO PER IL NASO A VICENDA. SONO ENTRAMBI VITTIME DELLA STRATEGIA DI VERDINI…” – LA TELA DI GIORGETTI

Da la Stampa

 

Renzi Salvini

Matteo Salvini in queste ore è impegnato sul fronte Coronavirus per chiedere di sigillare le frontiere italiane, sospendere Schengen e mettere in guardia chi non farà il suo dovere («ne risponderà davanti al popolo italiano»). Anche in questa situazione, nelle sue parole c' è un risvolto polemico nei confronti di un governo traballante, ma presto il leader leghista potrebbe trovarsi alle prese con un' altra emergenza, con nuovo inquilino all' opposizione.

 

scontro renzi salvini prima e dopo

La prossima settimana ci sarà il redde rationem tra il premier Conte e Matteo Renzi, con l' ex premier pronto a lasciare la maggioranza. Italia Viva andrebbe ad occupare, con lo smalto che il fiorentino intende dare all' operazione politica in termini di consenso, l' area di Forza Italia. Potrà farlo con un suo partito e dall' opposizione, diventando l' ala centrista, liberale e garantista del centrodestra. È chiaro che questo eventuale passaggio viene visto con preoccupazione da Silvio Berlusconi, che in questi giorni si trova in una clinica svizzera per controlli.

 

SALVINI VESPA E RENZI

Ad Arcore assicurano sulle buone condizioni di salute del Cavaliere («solo controlli di routine»), ma non nascondano che si stiano seguendo con grande attenzione le mosse di Renzi: la sua forza di attrazione per pezzi importanti di Forza Italia potrebbe rivelarsi irresistibile, anche per il gruppo di Mara Carfagna, che finora è rimasta nel suo partito perché Italia Viva è ancora in maggioranza.

 

Ad Arcore monitorano pure Denis Verdini, nella convinzione che l' ex braccio destro di Berlusconi stia lavorando alacremente per unire i destini politici di Salvini e Renzi. «Ma la verità - avrebbe detto il capo di Fi - è che i due Matteo si prendono per il naso a vicenda e qualcuno (Verdini, appunto, ndr) dall' esterno sta giocando per fargli bere una strategia che non si verificherà mai».

MATTEO RENZI L'ARIA CHE TIRA

 

Il punto è che a Salvini servirebbe al centro un soggetto politico «più tonico». Cosa che il leghista non ritiene essere Forza Italia, che al nord è quasi scomparsa. Se gli azzurri non fossero crollati in Emilia Romagna, ad esempio, forse la leghista Lucia Borgonzoni avrebbe battuto Stefano Bonaccini. Allora al Carroccio va più che bene che arrivi Renzi a tonificare questa area e a dividere quella di governo in cui annaspano Pd, M5S e Leu.

 

«Su alcuni temi Renzi ha ragione», ha detto ieri Salvini, che invita l' ex sindaco di Firenze a togliere la fiducia a Conte. Nessun accordo sotto banco con Renzi per far saltare l' esecutivo, ma sulla riforma della giustizia, sull' apertura dei cantieri e sulla cancellazione del reddito di cittadinanza, Salvini riconosce che ci sia piena consonanza con il senatore di Rignano. Stessa consonanza sulle riforme istituzionali.

 

SALVINI BERLUSCONI OSHO

Renzi ha proposto il Sindaco d' Italia, cioè l' elezione diretta del premier. La Lega raccoglie le firme per l' elezione diretta del capo dello Stato. Si tratta comunque di modelli vicini, di rafforzamento del potere esecutivo. Inoltre, se si aprisse un cantiere di riforme che va oltre la semplice legge elettorale, la Lega entrerebbe in un gioco che la porterebbe al tavolo dove nel 2022 verrà deciso il nuovo capo dello Stato.

 

È la strategia che Giorgetti ha suggerito a Salvini, anche per evitare di dover correre continuamente da una campagna elettorale all' altra, dalle regionali di primavera alle comunali del prossimo anno, nella vana speranza che il governo cada. Poi, magari, il governo non cadrà, sopravviverà all' addio di Renzi e Palazzo Chigi avrà più che altro il «problema» di dover tenere fuori dalla porta della maggioranza frotte di senatori che non vogliono andare a casa.

In tutto questo Giorgia Meloni guarda all' ipotesi Salvini-Renzi con grande sconcerto.

 

 

SALVINI VESPA E RENZISALVINI E RENZI

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – LE REGIONALI SONO ANDATE A FINIRE COME NON VOLEVA, SALTELLANDO FUNICULÌ-FUNICULÀ, GIORGIA MELONI: LA "STATISTA DELLA SGARBATELLA", CHE RISCHIA DI NON TORNARE A PALAZZO CHIGI TRA DUE ANNI, ACCELERA SULLA DOPPIETTA PREMIERATO-LEGGE ELETTORALE, MA NON TUTTO FILA LISCIO A PALAZZO CHIGI: SALVINI E TAJANI SPUTERANNO SANGUE PUR DI OPPORSI ALL’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, CHE FINIREBBE PER CANNIBALIZZARLI - LA LEGA È CONTRARISSIMA ANCHE AL PREMIO DI MAGGIORANZA ALLA COALIZIONE (CON LA SOGLIA AL 40%, LA LEGA DIVENTEREBBE SACRIFICABILE) – ALTRA ROGNA: IGNAZIO LA RUSSA SCENDE IN CAMPO IN MODALITÀ SCASSA-MELONI: HA RINFOCOLATO LA POLEMICA SU GAROFANI E SE NE FOTTE DEI DIKTAT DELLA DUCETTA (FIDANZA SINDACO DI MILANO? NO, MEJO LUPI; PRANDINI GOVERNATORE DELLA LOMBARDIA? NO, QUELLA È ROBA MIA)

francesco de tommasi marcello viola daniela santanche ignazio leonardo apache la russa davide lacerenza pazzali

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE INCHIESTE MILANESI SULLA SANTANCHE', SUL VISPO FIGLIO DI LA RUSSA, SUL BORDELLO DELLA "GINTONERIA" AFFOLLATA DI POLITICI, IMPRENDITORI E MAGISTRATI, OPPURE SULL'OSCURA VENDITA DELLA QUOTA DI MPS DA PARTE DEL GOVERNO A CALTAGIRONE E COMPAGNI? - A TALI ESPLOSIVE INDAGINI, LE CUI SENTENZE DI CONDANNA AVREBBERO AVUTO UN IMMEDIATO E DEVASTANTE RIMBALZO NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, ORA SI AGGIUNGE IL CASO DEL PM FRANCESCO DE TOMMASI, BOCCIATO DAL CONSIGLIO GIUDIZIARIO MILANESE PER “DIFETTO DEL PREREQUISITO DELL’EQUILIBRIO” NELL’INDAGINE SUL CASO DI ALESSIA PIFFERI – MA GUARDA IL CASO! DE TOMMASI È IL PM DELL’INCHIESTA SUI DOSSIERAGGI DELL’AGENZIA EQUALIZE DI ENRICO PAZZALI, DELICATISSIMA ANCHE PER I RAPPORTI DI PAZZALI CON VERTICI GDF, DIRIGENTI DEL PALAZZO DI GIUSTIZIA MILANESE E 007 DI ROMA - SE IL CSM SPOSASSE IL PARERE NEGATIVO DEL CONSIGLIO GIUDIZIARIO, LA CARRIERA DEL PM SAREBBE FINITA E LE SUE INDAGINI SUGLI SPIONI FINIREBBERO NEL CESTINO - LA PROCURA DI MILANO RETTA DA MARCELLO VIOLA, CON L'ARRIVO DELL'ARMATA BRANCA-MELONI, E' DIVENTATA IL NUOVO ''PORTO DELLE NEBBIE''?

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”