tav torino lione salvini di maio conte

COSA PENSANO GLI ITALIANI DI TAV E AUTONOMIA REGIONALE? SETTE SU DIECI SONO A FAVORE DELLA LINEA ALTA VELOCITÀ - MAGGIORANZA DI SÌ ANCHE DAGLI ELETTORI DEL MOVIMENTO CINQUESTELLE - L’AUTONOMIA, CARA ALLA LEGA, FA IL PIENO DI CONSENSI NEL NORDEST MA ANCHE IL SUD, DOVE CI SONO PIU’ PERPLESSITÀ E RESISTENZE, NON E’ OSTILE… - L’ANALISI DI ILVO DIAMANTI

Ilvo Diamanti per “la Repubblica”

Tav - Salvini Di Maio

 

Un anno dopo l' avvio del governo giallo-verde, alcuni fra i progetti più significa tivi dei "soci di maggioranza" sono ancora incompiuti. Anche se risultano, costantemente, al centro del dibattito politico. E, prima ancora, pubblico. Due, tra gli altri. La realizzazione della TAV, la linea ferroviaria del Treno ad Alta Velocità Torino-Lione, da un lato. L'attuazione dell' Autonomia regionale differenziata, dall' altro. Continuano ad animare il confronto. In Parlamento ma, soprattutto, sui media.

 

Infatti, siamo in tempi di "campagna elettorale permanente". Anche se le elezioni non sembrano imminenti. Perché gli alleati (per così dire) e l'opposizione (in ordine sparso) non hanno prospettive di lungo periodo. Il futuro, oggi, si misura in mesi, non certo in anni.

E nessuno è in grado di prevederlo. Tanto meno, di controllarlo. Così, diventa importante avere sempre una bandiera da agitare. Ieri: il reddito di cittadinanza, quota 100 (o) la legge sulla legittima difesa. Oggi: l'Autonomia regionale.

tav lavori linea torino lione

 

Rivendicata, anzitutto, dalla Lega. Mentre la TAV rimane un tema privilegiato del M5s. In "negativo". Perché, da tempo, i 5 Stelle sostengono il movimento che mira a "fermare" il progetto. I NO TAV. Tuttavia, il governo pare intenzionato a procedere su questa strada.

Perché fermarsi adesso costerebbe molto. Troppo, per tenere in piedi il bilancio del Paese. Così la questione torna decisiva. All' ordine del giorno. Come l'Autonomia differenziata, contro la quale si stanno mobilitando soggetti politici e culturali.

 

Che agiscono soprattutto, (ma non solo) nel Sud. Con iniziative a elevato impatto simbolico, prima che economico. Come la recente protesta promossa in Calabria, attraverso il "boicottaggio" del Prosecco, bandiera dell'economia e del "gusto" veneto. Per colpire il Veneto guidato da Luca Zaia. Accusato di essere il principale beneficiario e, prima ancora, artefice della riforma autonomista. Ai danni anzitutto del Sud.

grugliasco collegno 1

Drammatizzando la storica - e mai risolta - "questione meridionale".

 

Tuttavia, se osserviamo i risultati di un sondaggio di Demos per Repubblica, condotto alcune settimane fa, scopriamo che entrambi i provvedimenti dispongono di un largo consenso, fra gli elettori. In modo trasversale, anche se non omogeneo, sul piano territoriale e politico. In altri termini, sia la TAV sia il "Regionalismo differenziato" ottengono un sostegno maggioritario e perfino crescente, presso l'opinione pubblica. Quasi dovunque.

 

matteo salvini luca zaia 3

In particolare, il 70% dei cittadini esprime una valutazione sufficiente o positiva (con un voto pari o superiore a 6) nei confronti della TAV. Solo il 26%, poco più di una persona su 4, attribuisce al progetto un voto in-sufficiente. Il consenso verso l'Autonomia delle Regioni appare, invece, meno largo, per quanto molto ampio. Supera il 60% della popolazione intervistata. In questo caso, semmai, emergono differenze significative sul piano territoriale. Il provvedimento, infatti, piace molto nel Nord Est, dove quasi tutti (poco meno di 9 su 10) giudicano l' autonomia in modo positivo.

 

tav lavori torino lione

Mentre nelle regioni del Centro e nel Mezzogiorno il clima d'opinione è più tiepido, pur confermandosi largamente positivo. Le differenze appaiono maggiori se si considerano le posizioni politiche ed elettorali. In particolare, il tema dell'Autonomia fa emergere una posizione prevalentemente contraria nella base del PD. Gli elettori del PD, peraltro, manifestano minore entusiasmo, rispetto alla media, anche verso la TAV. Solo nella base del M5s si rileva un atteggiamento più distaccato. Per quanto, complessivamente, positivo. Soprattutto se si pensa alle posizioni dei leader, che hanno affiancato i NO TAV, trasformando questa rivendicazione in un vessillo.

 

matteo salvini luca zaia 1

In contrasto con la Lega. Nell'insieme, si osserva una sorta di "affinità elettiva" fra gli elettori della Lega e di Forza Italia. I più convinti sia della TAV sia dell' Autonomia.

Tuttavia, appare evidente la distanza fra le opinioni degli elettori e le scelte dei leader. Fra il sentimento sociale e il dibattito in ambito politico. Quasi si trattasse di due mondi diversi. Largamente in-comunicanti. Difficile, altrimenti, attendersi un consenso così ampio verso la TAV anche fra gli elettori del M5s. E un atteggiamento positivo nei confronti dell' autonomia regionale anche nel Centro Sud e nel Sud, per quanto meno convinto rispetto al Nord Est. Le spiegazioni di questa divergenza sono diverse. Mi limito a proporne due.

 

La prima riguarda la percezione degli elettori. Molto lontana dalle immagini e dalle ragioni presentate dai leader. Perché nel clima di campagna elettorale permanente, che incombe, vengono scelti e amplificati solo alcuni temi. Oggi, fra tutti: l' immigrazione e la sicurezza. L'immigrazione come causa di in-sicurezza. Insieme ad altri eventi che suscitano "paura".

ITALIA - LE DIFFERENZE NORD SUD

 

Perché, ormai, viviamo nel tempo delle "paure". Come registra, da oltre 10 anni, il Rapporto Europeo sulla (in)sicurezza, curato da Demos- Fondazione Unipolis. Con la conseguenza che argomenti e figure che non spaventano si depositano sullo sfondo. Suscitano scarso interesse.

 

L'altra ragione della divergenza fra discorso politico e opinione pubblica riguarda direttamente il "linguaggio". Le "parole della politica" non entrano più nel linguaggio comune. Così, alla maggioranza degli elettori non è chiaro cosa preveda l'Autonomia differenziata. Perché sia rischiosa per alcune zone. In fondo, rivendica la distanza dallo Stato centrale, verso il quale la sfiducia è diffusa. Mentre la TAV preoccupa solo una quota limitata di cittadini.

putin salvini

 

Il problema è che, in politica, è difficile incontrare identità e ideali, se non ideologie, in grado di offrire riferimenti condivisi. La politica e i partiti si riassumono, dunque, nei leader. Attori protagonisti nello spettacolo della politica. Anche così, forse: soprattutto così, si spiega il consenso per Salvini e per la Lega. O meglio: per la Lega di Salvini. Che recita la parte del Capo, solo contro tutti. Contro gli altri. Che minacciano lui e gli italiani. E gli forniscono le parole, i personaggi, gli scenari. Dalla Russia alla Riviera romagnola. Almeno finché dura Perché tenere la scena da soli, sempre in primo piano, alla lunga: logora. Basta guardare (non troppo) indietro.

Ultimi Dagoreport

2025scala la russa

DAGOREPORT - LA DOMANDA CHE SERPEGGIAVA NEL FOYER DELLA SCALA, IERI SERA, ERA: “E ‘GNAZIO? DOVE STA LA RUSSA?”. COME MAI LA SECONDA CARICA DELLO STATO NON HA OCCUPATO LA POLTRONA DEL PALCO REALE, DOVE SI È SEMPRE DISTINTO NELLO STRAZIARE L’INNO DI MAMELI CON I SUOI SICULI ACUTI? IL PRESIDENTE DEL SENATO, TRA LA PRIMA DELLA SCALA SANTA E IL FESTIVAL DI SAN ATREJU, HA PREFERITO ATTOVAGLIARSI AL RISTORANTE “EL CAMINETO”, DIMORA DELLA SODALE SANTANCHÈ A CORTINA D’AMPEZZO...

john elkann mirja cartia dasiero theodore kyriakou

DAGOREPORT - DOMANI, FINALMENTE, GLI EMISSARI DI JOHN ELKANN SI DEGNERANNO DI INCONTRARE I CDR DI “REPUBBLICA” E “LA STAMPA” PER CHIARIRE LO STATO DELLA VENDITA DEL GRUPPO GEDI AL GRUPPO ANTENNA DI THEODORE KYRIAKOU. PER IL MAGNATE GRECO, I QUOTIDIANI SONO SOLO UN ANTIPASTO: IL SUO VERO OBIETTIVO SAREBBE ACQUISIRE UN'EMITTENTE TELEVISIVA - YAKI NON VEDE L'ORA DI LIQUIDARE IL GRUPPO EDITORIALE, PER FARE SEMPRE PIÙ AFFARI CON EXOR: LA CARTA RAPPRESENTA NEMMENO L'UN PER CENTO DELLA HOLDING, NON DÀ ALCUN GUADAGNO MA SOLO ROTTURE DI COJONI (E LA LINEA ANTI-TRUMP DEI DUE QUOTIDIANI È UNA ROGNA PER IL SEMPRE PIÙ AMERICANO JOHN) - KYRIAKOU HA SUBITO INIZIATO CON IL PIEDINO SBAGLIATO LA CAMPAGNA D’ITALIA: AVREBBE SCELTO COME ADVISOR NIENTEMENO CHE MIRJA CARTIA D’ASERO, EX AD DEL “SOLE 24 ORE” - RETTIFICA! CARTIA D'ASERO: "NON SONO ADVISOR DI ANTENNA O DI KYRIAKOU E NON MI OCCUPO DI EDITORIA DALL'USCITA DAL 'SOLE'"

francesca albanese carlotta vagnoli valeria fonte

DAGOREPORT - COS’HANNO IN COMUNE L’INDECENTE ASSALTO DEI PRO-PAL ALLA REDAZIONE DELLA “STAMPA” E IL "FEMMINISMO" BY CARLOTTA VAGNOLI E VALERIA FONTE? MOLTISSIMO: LA VIOLENZA, L’IDEOLOGIA TOSSICA, L’ACCONDISCENDENZA DI UNA CERTA STAMPA E DI QUEL MONDO EDITORIAL-GIORNALISTICO CHE HA TOLLERATO E SOSTENUTO, CON IMBARAZZANTE CONFORMISMO, QUALUNQUE NEFANDEZZA - E' UNA SVEGLIA PER CHI HA ALLISCIATO E POMPATO ACRITICAMENTE LA GALASSIA MOVIMENTISTA, CONVINTO CHE FOSSE LA PARTE GIUSTA DELLA STORIA - NON ERA NECESSARIO ARRIVARE ALL’IRRUZIONE DEI PRO-PAL E ALL’INCHIESTA DELLA PROCURA DI MONZA SU VAGNOLI-FONTE, PER CAPIRE QUANTA VIOLENZA SI NASCONDESSE DIETRO CERTI “ATTIVISTI” E I LORO METODI...

caltagirone milleri donnet nagel lovaglio giorgetti generali

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DEI “FURBETTI DEL CONCERTINO”? IL PRIMARIO OBIETTIVO DI ESPUGNARE IL “FORZIERE D’ITALIA”, ASSICURAZIONI GENERALI, ATTRAVERSO L’OPERAZIONE MPS-MEDIOBANCA, SI ALLONTANA SEMPRE PIÙ - L’ISCRIZIONE NEL REGISTRO DEGLI INDAGATI DI LOVAGLIO, CALTAGIRONE E MILLERI HA INTERROTTO LA TRATTATIVA CHE ERA IN CORSO PER CONVINCERE L’AD DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, IL CUI MANDATO SCADE FRA DUE ANNI, A RASSEGNARE LE DIMISSIONI. E L’IPOTESI CHE POSSANO IN CDA SFIDUCIARLO SEMBRA APPARIRE LONTANISSIMA - NEL MIRINO GIUDIZIARIO È FINITO ANCHE IL RUOLO DETERMINANTE DELLE CASSE DI PREVIDENZA, ENPAM (MEDICI), ENASARCO (AGENTI DI COMMERCIO), FORENSE (AVVOCATI), PER LEGGE VIGILATE DAL GOVERNO - ANCHE SE I “CONCERTI OCCULTATI” NON SONO CERTO UNA NOVITÀ PER IL MERCATO, LA SCALATA MEDIOBANCA COLPISCE IN QUANTO È LA PRIMA VOLTA CHE, A SUPPORTO DI PRIVATI, C’È DI MEZZO IL SOSTEGNO DELL'ARMATA BRACAMELONI CHE DOVREBBE OCCUPARSI DELL’INTERESSE PUBBLICO ANZICHÉ RIBALTARE I POTERI DELLA FINANZA ITALIANA...

giorgia meloni matteo salvini vladimir putin

DAGOREPORT - A CHE SERVE QUEL FIGLIO DI PUTIN DI SALVINI? SERVE ECCOME A GIORGIA MELONI PER APPARECCHIARE, AL DI LÀ DELLE FRONTIERE, IL MIRACOLO DEL SUO CAMALEONTISMO - SE, IN CASA, LADY MACBETH DE’ NOANTRI GETTEREBBE QUEL ROMPICAZZO DELLA LEGA OGNI GIORNO DAL BALCONE DI PALAZZO CHIGI, IN POLITICA ESTERA IL COPIONE CAMBIA E IL SUO DISPREZZO SI TRASFORMA IN AMORE - C’È DA VOTARE IN PARLAMENTO IL DECRETO SULLA FORNITURA DI ARMI A KIEV? MANCA SOLO L’ITALIA PER RATIFICARE IL MES PER GARANTIRE I PAESI EUROPEI DAI RISCHI CHE POTREBBERO DERIVARE DALL'UTILIZZO DEGLI ASSET RUSSI CONGELATI? VOILÀ, FIATO ALLE TROMBE! ECCO FARSI AVANTI L’ ANTI-EUROPEISMO DEL ‘’PATRIOTA’’ ORBANIANO SALVINI CHE SI RIVELA UN OTTIMO SCHERMO PER LA MELONA PER PIAGNUCOLARE SULLA SPALLA DI URSULA VON DER LEYEN: ‘’NON È COLPA MIA… PURTROPPO HO UN ALLEATO DI GOVERNO CHE È UN PAZZO IRRIDUCIBILE E NON POSSO CORRERE IL RISCHIO DI FAR CADERE IL GOVERNO…BLA-BLA-BLA…”