sepe di maio spadaro papa

COSA C’ERA NELLA BUSTA CHE PADRE ANTONIO SPADARO, DIRETTORE DELLA CIVILTÀ CATTOLICA, FIDATO CONSIGLIERE GESUITA DEL PAPA, HA CONSEGNATO IERI SERA A LUIGI DI MAIO AL CONVEGNO “LAUDATA ECONOMIA”? I BENE INFORMATI DICONO CHE SI TRATTI DI UNA “PETIZIONE” FIRMATA DALL’INTELLIGHÈNTIA NAPOLETANA, E DA ALTRI SPARSI SPIRITI ELETTI, CHE IL NAPOLETANISSIMO DI MAIO DOVREBBE TRASMETTERE AL PAPA…

antonio spadaro

DAGONOTA

Cosa c’era nella busta che Padre Antonio Spadaro, direttore della Civiltà Cattolica, fidato consigliere gesuita del papa, ha consegnato ieri sera a Luigi Di Maio al convegno “Laudata economia”, organizzato da Formiche.net presso il Palazzo Santa Chiara a Roma? I bene informati dicono che si tratti di una “petizione” firmata dall’intellighèntia napoletana, e da altri sparsi spiriti eletti, che il napoletanissimo Di Maio dovrebbe trasmettere al Papa anche a nome del governo italiano. Cosa si chiede? Che Papa Francesco nomini padre Antonio Spadaro arcivescovo di Napoli, al posto dell’anziano e ormai fuori uso Crescenzio Sepe.

 

LAUDATA INTESA. COSÌ DI MAIO E SPADARO GUARDANO OLTRE IL POPULISMO

Francesco Bechis per https://formiche.net/2020/10/laudata-intesa-cosi-di-maio-e-spadaro-guardano-oltre-il-populismo/

 

padre antonio spadaro

Un dialogo all'evento di Formiche "Laudata Economia" con padre Antonio Spadaro conferma la svolta di Luigi Di Maio. L'enciclica di papa Francesco "Fratres Omnes", spiega il ministro degli Esteri, è una road map preziosa per la "via mediana" dell'Italia in politica estera e il suo soft power nel Mediterraneo.

 

Ma in fondo è anche un assist a una nuova fase politica di una parte del Movimento, che dice addio una volta per tutte al dna populista.

Sono lontani i tempi dei non expedit del Movimento Cinque Stelle verso la Chiesa e il Vaticano. Di sicuro lo sono per Luigi Di Maio. Ex capo politico, ministro degli Esteri da più di un anno, il giovane di Pomigliano d’Arco con i Sacri Palazzi ci parla, si incontra, e soprattutto si intende alla grande.

 

PAPA FRANCESCO CON ANTONIO SPADARO - ADESSO FATE LE VOSTRE DOMANDE

Saranno i dodici mesi trascorsi alla Farnesina, a tessere una fitta rete di rapporti anche con la Santa romana Chiesa. Sarà la virata moderata che ha messo da parte i toni da corazzata anti-establishment di un anno fa e ne ha fatto un interlocutore credibile, e apprezzato, di papa Francesco e la sua curia.

 

Così non ha sorpreso i presenti a un convegno organizzato da Formiche a Palazzo Santa Chiara per richiamare l’enciclica “Laudato si’”, “Laudata Economia”, sentire il ministro pentastellato dialogare in piena sintonia sul palco con padre Antonio Spadaro, direttore della Civiltà Cattolica, fidato consigliere gesuita del papa.

 

“Era da quattro anni che non partecipavamo a un panel insieme”, esordisce Di Maio. Correva l’anno 2016, e l’allora vicepresidente della Camera, capo-popolo all’opposizione contro il governo di Matteo Renzi, incontrava Spadaro nel chiostro di Santa Maria sopra Minerva, lasciando attoniti i cronisti con una frase che oggi non farebbe più notizia: “La Chiesa è casa mia”.

ANTONIO SPADARO ABBRACCIA PAPA FRANCESCO

 

Di Maio si sente davvero a casa sua. Soprattutto in “questa” Chiesa, quella di papa Francesco e dell’enciclica “Fratres Omnes” appena firmata, che lancia un appello alla fratellanza universale e un assist alla pace in Medio Oriente. Non a caso Di Maio la definisce “un trattato di geopolitica”.

 

La tensione al multilateralismo, al dialogo e al negoziato sottesa a quel testo “è una scelta di campo”, dice. “Due o tre anni fa non avrebbe avuto la stessa eco. Oggi in tutte le aree di crisi ci sono ormai due forze in campo. Chi vuole risolverle con le armi, chi con la diplomazia”.

 

La diplomazia, “il potere gentile”, come la chiama lui, è la chiave di interpretazione con cui Di Maio spiega il suo anno a capo degli Esteri. Quel “potere sobrio” di cui ha parlato diffusamente in una recente intervista a Formiche.net non è un espediente per sfuggire a una scelta di campo fra Oriente e Occidente, e chi la vede così indulge in “un atteggiamento calcistico”.

luigi di maio papa francesco bergoglio

 

Di Maio difende “l’Italian way” alla politica estera chiamando in causa una frase di papa Francesco pronunciata durante il picco della pandemia del coronavirus: “Nessuno si salva da solo”. Spadaro gli fa sponda con un inno al multilateralismo. “I grandi problemi, come il Covid, non si risolvono con una mentalità nazionalistica o bilaterale.

 

Alcune grandi potenze tendono a tenere i dialoghi in questo modo, bisogna lavorare per superare questa logica”. Non sfugge un riferimento all’amministrazione americana di Donald Trump, alla sua allergia ai tavoli multilaterali, alle sue distanze mai celate verso l’idea di diplomazia di Francesco (e dei gesuiti).

 

CRESCENZIO SEPE

Distanze che riaffiorano, più velate, quando Di Maio elegge l’Onu a esempio da seguire, tanto da auspicare “un seggio al Consiglio di Sicurezza per l’Ue”. Quell’organizzazione, in questi giorni nell’occhio del ciclone per aver eletto Cina, Russia e Cuba nel Consiglio per i diritti umani, “è, in sostanza, l’unico posto in cui vediamo i grandi della terra votare allo stesso modo, spesso salvando vite umane”, dice il ministro.

 

Lo scambio con il direttore della rivista gesuita, insieme al giornalista Riccardo Cristiano, rivela una comunanza di intenti che è squisitamente politica. È lo stesso Spadaro a rivendicare che “il Vangelo non è un’astrazione spirituale, va applicato nella Storia”.

RATZINGER E CRESCENZIO SEPE

 

Ecco allora che “Fratelli Tutti”, come prima la “Laudato si’”, può riempire di contenuto quel nuovo contenitore politico, dai contorni ancora indefiniti, in cui Di Maio sembra voler traghettare a suo modo il Movimento Cinque Stelle.

 

I passaggi più “politici” dell’enciclica di Francesco trovano eco nelle parole di Spadaro e Di Maio. Quando il primo sostiene che “se siamo fratelli siamo cittadini, non di serie A e serie B, ma di una cittadinanza comune”, e il secondo rivendica che “i fenomeni migratori non sono incontrollabili, se riusciamo a stringere insieme all’Ue accordi di partenariato per rilanciare le economie e lo sviluppo sociale dei Paesi di provenienza”.

sepe di maio

 

Il cambio di passo politico emerge in modo evidente quando il leader dei Cinque Stelle spiega come la pandemia abbia dimostrato “che è impossibile lavorare con i nazionalismi”, e, aggiunge (rivolto anche ai suoi colleghi di partito?) che “chi parla con gli slogan non ha capito che il mondo è cambiato”.

 

Dall’Egitto alla guerra in Libia, dal caso Navalny alle tensioni fra Grecia e Turchia, Di Maio richiama di continuo la via mediana, costruita sul “soft power” della diplomazia italiana, che si fa forte della mediazione e dell’autorità del Vaticano.

 

E fissa una road map di lungo periodo, ricordando due appuntamenti che lo vedranno protagonista. La presidenza italiana del G20 e la co-presidenza del Cop26 sull’ambiente. Anche lì l’enciclica di Francesco si dimostrerà un prezioso supporto. Un’altra dimostrazione, come dice Spadaro, che “il riconoscimento della fratellanza è un forte messaggio dal valore politico”.

 

Ultimi Dagoreport

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni antonio tajani quirinale alfredo mantovano

DAGOREPORT - NON CI SARÀ ALCUNA ROTTURA TRA MARINA E PIER SILVIO: NONOSTANTE LA NETTA CONTRARIETÀ ALLA DISCESA IN POLITICA DEL FRATELLINO, SE DECIDESSE, UN GIORNO, DI PRENDERE LE REDINI DI FORZA ITALIA, LEI LO SOSTERRÀ. E L’INCONTRO CON LA CAVALIERA, SOLLECITATO DA UN ANTONIO TAJANI IN STATO DI CHOC PER LE LEGNATE RICEVUTE DA UN PIER SILVIO CARICATO A PALLETTONI, È SALTATO – LA MOLLA CHE FA VENIRE VOGLIA DI EMULARE LE GESTA DI PAPI E DI ‘’LICENZIARE’’ IL VERTICE DI FORZA ITALIA È SALTATA QUANDO IL PRINCIPE DEL BISCIONE HA SCOPERTO IL SEGRETO DI PULCINELLA: TAJANI SOGNA DI DIVENTARE PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NEL 2029, INTORTATO DA GIORGIA MELONI CHE HA PROMESSO I VOTI DI FRATELLI D’ITALIA. UN SOGNO DESTINATO A SVANIRE QUANDO L’EX MONARCHICO SI RITROVERÀ COME CANDIDATO AL QUIRINALE UN ALTRO NOME CHE CIRCOLA NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, QUELLO DI ALFREDO MANTOVANO…

giorgia meloni alfredo mantovano francesco lollobrigida carlo nordio andrea giambruno

DAGOREPORT - NON SI PUO' DAVVERO MAI STARE TRANQUILLI: MANTOVANO, IL SAVONAROLA DI PALAZZO CHIGI – D'ACCORDO CON GIORGIA MELONI, PRESA LA BACCHETTA DEL FUSTIGATORE DI OGNI FONTE DI ''DISSOLUTEZZA'' E DI ''DEPRAVAZIONE'' SI È MESSO IN TESTA DI DETTARE L’ORTODOSSIA MORALE  NON SOLO NEL PARTITO E NEL GOVERNO, MA ANCHE SCONFINANDO NEL ''DEEP STATE''. E CHI SGARRA, FINISCE INCENERITO SUL "ROGO DELLE VANITÀ" - UN CODICE ETICO CHE NON POTEVA NON SCONTRARSI CON LA VIVACITÀ CAZZONA DI ALCUNI MELONIANI DI COMPLEMENTO: CI SAREBBE LO SGUARDO MORALIZZATORE DI MANTOVANO A FAR PRECIPITARE NEL CONO D’OMBRA PRIMA ANDREA GIAMBRUNO E POI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA – IL PIO SOTTOSEGRETARIO PERÒ NON DORME SONNI TRANQUILLI: A TURBARLI, IL CASO ALMASRI E IL TURBOLENTO RAPPORTO CON I MAGISTRATI, MARTELLATI A TUTTA CALLARA DA RIFORME E PROCURE ALLA FIAMMA...

pier silvio berlusconi silvia toffanin

L’IMPRESA PIÙ ARDUA DI PIER SILVIO BERLUSCONI: TRASFORMARE SILVIA TOFFANIN IN UNA STAR DA PRIMA SERATA - ARCHIVIATA LA FAVOLETTA DELLA COMPAGNA RESTIA ALLE GRANDI OCCASIONI, PIER DUDI HA AFFIDATO ALL'EX LETTERINA DELLE SUCCULENTI PRIME SERATE: OLTRE A “THIS IS ME”, CON FASCINO E MARIA DE FILIPPI A MUOVERE I FILI E SALVARE LA BARACCA, C'E' “VERISSIMO” CHE OCCUPERÀ TRE/QUATTRO PRIME SERATE NELLA PRIMAVERA 2026. IL PROGRAMMA SARÀ PRODOTTO DA RTI E VIDEONEWS CON L’OK DELLA FASCINO A USARE LO “STUDIO-SCATOLA" UTILIZZATA DA MAURIZIO COSTANZO NEL FORMAT “L’INTERVISTA” - COSA C'E' DIETRO ALLE MANOVRE DI PIER SILVIO: E' LA TOFFANIN A COLTIVARE L'AMBIZIONE DI DIVENTARE LA NUOVA DIVA DI CANALE 5 (CON I CONSIGLI DELLA REGINA DE FILIPPI) O È LA VOLONTÀ DEL COMPAGNO DI INCORONARLA A TUTTI I COSTI, COME UN MIX DI LILLI GRUBER E MARA VENIER? 

wang

DAGOREPORT - CICLONE WANG SUL FESTIVAL DI RAVELLO! - PERCHÉ NEGARLO? E' COME VEDERE GIORGIA MELONI COL FAZZOLETTO ROSSO AL COLLO E ISCRITTA ALL’ASSOCIAZIONE DEI PARTIGIANI - YUJA WANG, LA STELLA PIU' LUMINOSA DEL PIANISMO CLASSICO, ENTRA IN SCENA STRIZZATA IN UN VESTITINO DI PAILLETTES CHE SCOPRE LE COSCE FINO ALL'INGUINE, TACCHI “ASSASSINI” E LA SCHIENA NUDA FINO ALL’OSSO SACRO. MA NON STIAMO ASSISTENDO ALLE SCIOCCHEZZE DA DISCOTECA DI CERTE “ZOCCOLETTE” DEL POP IN PREDA A SFOGHI DI TETTE, SCARICHI DI SEDERONI, SCONCEZZE DA VESPASIANO; NO, SIAMO NEL MONDO AUSTERO E SEVERO DEI CONCERTI DI “CLASSICA”: RACHMANINOFF, PROKOFIEV, MOZART, CHOPIN, CAJKOVSKIJ. MA ALLA WANG BASTA UN MINUTO PER FAR “SUONARE” LE COSCE DESNUDE METTENDOLE AL SERVIZIO DELLE EMOZIONI E DELL’INTERPRETAZIONE MUSICALE, CONFERMANDO IN PIENO LE PAROLE DI LUDWIG VON BEETHOVEN: “LA MUSICA È LA MEDIATRICE TRA LA VITA SPIRITUALE E LA VITA SENSUALE” - VIDEO