zeno-zencovich conte rota

LA COSCIENZA DI ZENO-ZENCOVICH – MAIL A DAGOSPIA: “SUSCITA PERPLESSITA’ LA “TRASFERTA” DEI PROCURATORI DELLA REPUBBLICA DI BERGAMO PER SENTIRE CONTE COME “PERSONA INFORMATA DEI FATTI”. IL DUBBIO RIGUARDA LA COMPATIBILITÀ DI UNA SIFFATTA DECISIONE CON UNO STATO DI DIRITTO, FONDATO SULLA SEPARAZIONE DEI POTERI. L’OPERATO DEL CAPO DELL’ESECUTIVO È PRETTAMENTE POLITICO, NEL SENSO GIURIDICO E COSTITUZIONALE DEL TERMINE..."

Lettera di Vincenzo Zeno-Zencovich a Dagospia

 

Egregio Direttore,

 

vincenzo zeno-zencovich

Sono consapevole – anche se confesso che me ne sfuggono le ragioni – della forte opposizione (per usare un eufemismo) della sua testata al Presidente del Consiglio. Le chiedo tuttavia se non ritiene che si possano esprimere alcune perplessità in ordine alla recente “trasferta” dei procuratori della repubblica di Bergamo per sentire il prof. Conte come “persona informata dei fatti”.

 

Mi permetto di esprimere un dubbio sulla compatibilità di una siffatta decisione con uno stato di diritto, fondato, innanzitutto, sulla separazione dei poteri. Il problema di fondo è che il Presidente del Consiglio non è un cittadino qualsiasi che possa essere a conoscenza di un reato: è il Capo dell’esecutivo al quale la magistratura chiede conto – in maniera puntigliosa: le cronache parlano di un interrogatorio durato tre ore – del suo operato. Operato che è prettamente politico, nel senso giuridico e costituzionale del termine.

stati generali conte

 

In sostanza si chiede al Capo dell’esecutivo, per evitare di passare dalla posizione di “persona informata dei fatti” a quella di imputato, di rimuovere ogni sospetto di reato dal suo capo, eventualmente addossando la responsabilità a qualcun altro (in questo caso il Presidente della Regione Lombardia).

 

Beninteso, le decisioni del Capo dell’esecutivo sono tutt’altro che insindacabili e sono quotidianamente oggetto di attento scrutinio (in termini di legalità, legittimità, non eccesso o sviamento di potere) da parte del giudice naturale della Amministrazione, e cioè il giudice amministrativo.

vincenzo zeno-zencovich

 

Ma sottoporre a scrutinio penale – a distanza di tempo -  la condotta individuale e la percezione soggettiva che il Presidente del Consiglio ha avuto degli eventi (per magari cogliere contraddizioni fra il suo personale ricordo e quello di qualcun altro) significa semplicemente trasferire il potere esecutivo al potere giudiziario, il quale ultimo potrà stabilire se il Governo è stato diligente o ha concorso colpevolmente con la diffusione della pandemia.

 

 

Peraltro, sia ben chiaro, non si tratta di un episodio isolato: già lo si era constatato nelle vicende riguardanti le disposizioni date dal Ministro dell’Interno sullo sbarco di cittadini extracomunitari salvati in mare, e la forte contrapposizione, anche nell’opinione pubblica, su questa tematica non fa venire meno le perplessità giuridiche in ordine ad una invasione di campo.

 

rota

Si tratta di considerazioni queste che trovano il loro fondamento non in teoriche visioni ma in una linea ben tracciata in questi anni dalla Corte Costituzionale sui conflitti di attribuzione fra poteri (il pensiero va alle questioni relative all’ILVA e alla sentenza 85 del 2013).

 

Giudicheranno in primo luogo il Parlamento e poi, doverosamente, gli elettori se il  Governo e le autorità locali hanno preso le decisioni appropriate nel momento della emergenza. Affidare questa valutazione alla magistratura non fa bene né al Paese, alle sue istituzioni (in primo luogo la magistratura stessa), e riduce ad una controversia fra legulei il dolore dei familiari delle tantissime vittime.

Vincenzo Zeno-Zencovich

Professore nell’Università Roma Tre

stati generali conte 1maria cristina rota a palazzo chigi 1maria cristina rota arriva a palazzo chigimaria cristina rota 2maria cristina rota. 2MARIA CRISTINA ROTAmaria cristina rota.

VINCENZO ZENO ZENCOVICH

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