erdogan siria curdi

COSE TURCHE – LE TRUPPE DI ERDOGAN ATTACCANO (PER ERRORE) LE FORZE SPECIALI USA VICINO KOBANE. UNA SITUAZIONE PARADOSSALE SE SI PENSA CHE UN MEMBRO DELLA NATO, LA TURCHIA, HA RISCHIATO DI ELIMINARE ALTRI SOLDATI DELL’ALLEANZA - CENTINAIA DI VITTIME NEI RAID IN SIRIA, CIVILI IN FUGA - TRUMP MINACCIA SANZIONI: “FERMATEVI”. MA IL SULTANO DI ANKARA RISPONDE PICCHE - ATTENTATO A QAMISHLI RIVENDICATO DALL'ISIS

Matteo Carnelietto per https://it.insideover.com

 

la turchia bombarda i curdi in siria 3

Una base delle forze speciali americane nei pressi di Kobane è stata colpita dall’artiglieria turca. Lo annuncia Newsweek, citando un alto funzionario curdo. Nella notte la notizia è stata più volte confermata e poi smentita, fino a quando il Pentagono ha spiegato che sì, l’attacco c’è stato, ma “per errore”, e che non sono stati registrati morti. Ciò che colpisce è che, secondo ha riferito il portavoce della Marina americana Brook DeWalt, “l’esplosione è avvenuta a poche centinaia di metri da una location fuori dalla zona del meccanismo di sicurezza in un’area dove i turchi sanno che sono presenti forze Usa”. Lo stesso portavoce ha poi avvertito la Turchia: errori simili non verranno più tollerati in quanto “potrebbero comportare un’azione immediata da parte degli Stati Uniti”.

erdogan felice mentre bombarda i curdi

 

Una situazione paradossale se si pensa che un membro della Nato, la Turchia, ha rischiato di eliminare altri soldati dell’Alleanza. Ma tant’è. Del resto, nonostante una prima apertura di Donald Trump, ora i rapporti tra Ankara e Washington sono sempre più complessi. Proprio ieri l’amministrazione americana aveva chiesto al presidente turco Recep Tayyip Erdogan a terminare subito l’operazione “Fonte di pace” – questo il nome dell’avanzata turca nel nord dell Siria – per evitare “sanzioni significative che spegneranno, se serve, l’economia turca”. Richiesta spedita al mittente dal Sultano, che ha subito fatto sapere: “Non mi fermo, nonostante le minacce”. Le milizie filo turche, in testa l’Esercito siriano libero, stanno continuando a penetrare nei territori controllati dai curdi, anche grazie ai bombardamenti degli F-16 di Ankara. Attualmente, Erdogan è riuscito a strappare 11 villaggi ai curdi.

carri armati turchi

 

L’offensiva turca è iniziata lo scorso 9 novembre, prima con colpi di artiglieria e con raid dell’aviazione, per poi proseguire con una vera e propria offensiva di terra, quando le truppe che fanno riferimento ad Ankara hanno sfondato i valichi di Tel Abyad e Ras al Ayn. I curdi si trovano in una vera e propria morsa di fuoco, ben descritta dall’Agi: “Da ovest verso est il fronte parte da Tel Abyad, bersagliata oltre confine da Akcakale, Ras al Ayn, colpita da Ceylanpinari, mentre Kobane è sotto attacco da Suruc e Qamishli, estremità est del fronte turco, è bombardata da Nusaybin”. Proprio a Qamishli, ieri si è registrato un attentato, apparentemente compiuto dall’Isis, che ha provocato la morte di sei persone e il ferimento di nove civili.

 

 

LA GRANDE FUGA DEI CIVILI DAI RAID DI ERDOGAN

Marco Ansaldo per la Repubblica

 

la turchia bombarda i curdi in siria

 

«Calling Kobane, calling Kobane». Mustafa parla dentro il suo cellulare, ma dall' altra parte del confine la sua amata Hulya non risponde. Nessuno risponde ormai più da Kobane.

Linea tagliata. «Sto continuando a chiamare», dice Mustafa. Da giorni, inutilmente. Si siede, come tutti in queste ore a Suruc, sul ciglio della carrozzabile, e sconsolato guarda a dieci chilometri più in su il fumo che sale, mentre nel cielo chiaro di queste giornate afose scorrono i caccia turchi che sganciano gli ordigni, e il rumore dei mortai finisce per rimbombare in testa come una ferita lacerante.

 

l'offensiva turca contro i curdi in siria 4

Suruc e Kobane, l' una turca e l' altra siriana, sono città sorelle. Curde entrambe, però. Divise da un confine, oggi ancora più sigillato dopo l' invasione turca della Siria. Mustafa ha 18 anni, la testa nascosta da una felpa e sneaker ai piedi. Potrebbe essere un ragazzo di una qualsiasi città d' Europa. Sullo smartphone, quasi scarico, mostra la foto di Hulya, 17 anni, bionda. È incredibile quante donne dai capelli chiari si incontrino in questa regione.

 

"Sbooom". Il suono degli obici arriva con un' ondata di polvere e vento. Oggi pomeriggio sono morte due persone a Suruc, 9 in totale in questa parte di Turchia. Ma oltre la frontiera sono quasi 400 le vittime ammesse dalle autorità di Ankara, riferite ufficialmente "ai terroristi neutralizzati". Di civili uccisi parlano solo le organizzazioni umanitarie. Centomila è la cifra di profughi in fuga citata dall' Onu. Famiglie che scappano verso Sud, verso il nulla. In Turchia non possono certo arrivare, visto che Erdogan vuole già riversare sulla Siria i 3,6 milioni di rifugiati ospitati in questi anni.

combattenti curde

Kobane in fiamme è tristemente gemellata con Suruc. Era la città simbolo della resistenza curda, capace di sconfiggere e ricacciare i jihadisti ai quali per anni il governo di Recep Tayyip Erdogan ha permesso di scorrazzare in lungo e in largo. A Suruc, qualche anno fa, 32 persone, per lo più giovani, saltarono in aria al Centro Culturale Amara, dove la Federazione delle associazioni della Gioventù socialista si era riunita per portare materiali nella Kobane da ricostruire: giocattoli, libri, documentari. Un massacro incomprensibile.

 

Suruc è la città del melograno, e nella piazza centrale il monumento è una mano di pietra che solleva il frutto verso il cielo. La piccola folla di residenti assiepati sul bordo della strada tiene lo sguardo dritto sulla città sorella, mitragliata di continuo, come le vicine Ras al-Ayn (dove l' esercito è penetrato per 4 chilometri) e Tall Abyad (8 km). La tv di Ankara, grondante retorica, dà la notizia dei primi due soldati turchi uccisi.

 

la turchia bombarda i curdi in siria 5

La lezione di giornalismo impartita dal Sultano è stata ben assimilata dai capo redattori dei quotidiani di Istanbul. Con fare grave, il ministro dell' Interno, Suleyman Soylu, può ora annunciare l' arresto di 121 cittadini: sono accusati di "favorire la propaganda al terrorismo" per avere inviato sui social media messaggi critici con l' operazione militare. Nulla sfugge all' occhio del censore. Le persone sotto inchiesta, aggiunge il ministro, sono "quasi 500".

 

Dentro le case di Suruc, con il fronte militare davanti, le notizie reali arrivano per assurdo dalle padelle satellitari sistemate sui balconi. Il Pentagono americano, in un soprassalto di lucidità, manda il suo "forte" invito alla Turchia affinché interrompa l' operazione "Fonte di pace". Donald Trump ventila, forse, «severe sanzioni». Ma solo, spiegano i suoi consiglieri, «se necessario ». Un Erdogan sarcastico risponde subito picche a quelle che definisce "minacce": «Qualunque cosa dicano, non faremo passi indietro».

 

la turchia bombarda i curdi in siria 4

Davanti a lui, ieri mattina il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, quasi balbettava: «L' esclusione della Turchia dalla Nato è sicuramente fuori discussione. Sono fiducioso che l' intervento in corso sia proporzionato».

 

Una tale sbornia di fiducia non sembra condivisa a Qamishli, località della Siria del Nord, la regione curda detta Rojava, dove un' autobomba rivendicata dall' Isis ha ucciso 6 persone. E dove almeno 5 jihadisti risultano in fuga dopo che l' artiglieria turca ha bombardato e distrutto la prigione in cui curdi e americani avevano assicurato i terroristi veri, quelli del cosiddetto Stato Islamico.

 

Intuizione condivisa persino da Vladimir Putin, il quale avverte che l' offensiva turca rischia di ridare slancio ai miliziani dell' Isis che "potrebbero fuggire": «Non sono sicuro che Ankara possa prendere il controllo della situazione. Dove andranno?

l'offensiva turca contro i curdi in siria

Passeranno dal territorio turco o da altre zone?».

 

Il caos regna sovrano nel territorio a cavallo fra Turchia e Siria. Dove non esistono certezze. A meno di non prendere per buone le penose esibizioni dei diplomatici turchi, mandati a difendere l' indifendibile in conferenze stampa surreali. Come quando, ieri a Roma, assicuravano che «le cose sono più complesse di come le presenta la stampa» e che «la situazione non è bianca e nera come la presentano i giornali». Vogliamo apprenderlo dalla libera stampa di Erdogan, ridotta tutta all' esilio o alla prigione? A Suruc e a Kobane oggi si spremono melograni e vite. Sarà la Storia, più prima che poi, a giudicare gli attori di tanto dolore.

l'offensiva turca contro i curdi in siria 2la turchia bombarda i curdi in siria 2carro armato turcoerdogan annette la siria del nordla turchia bombarda i curdi in siria 1l'offensiva turca contro i curdi in siria 3l'offensiva turca contro i curdi in siria 5

Ultimi Dagoreport

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”

xi jinping vladimir putin donald trump

DAGOREPORT – L'INSOSTENIBILE PIANO DI PACE DI TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA UMILIANTE RESA DELL'UCRAINA, HA L'OBIETTIVO DI  STRAPPARE LA RUSSIA DALL’ABBRACCIO ALLA CINA, NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA - CIÒ CHE IL TYCOON NON RIESCE A CAPIRE È CHE PUTIN LO STA PRENDENDO PER IL CULO: "MAD VLAD" NON PUÒ NÉ VUOLE SFANCULARE XI JINPING - L’ALLEANZA MOSCA-PECHINO, INSIEME AI PAESI DEL BRICS E ALL'IRAN, È ANCHE “IDEOLOGICA”: COSTRUIRE UN NUOVO ORDINE MONDIALE ANTI-OCCIDENTE – IL CAMALEONTISMO MELONI SI INCRINA OGNI GIORNO DI PIÙ: MENTRE IL VICE-PREMIER SALVINI ACCUSA GLI UCRAINI DI ANDARE “A MIGNOTTE” COI NOSTRI SOLDI, LA MELONI, DAL PIENO SOSTEGNO A KIEV, ORA NEGA CHE IL PIANO DI TRUMP ACCOLGA PRATICAMENTE SOLO LE RICHIESTE RUSSE ("IL TEMA NON È LAVORARE SULLA CONTROPROPOSTA EUROPEA, HA SENSO LAVORARE SU QUELLA AMERICANA: CI SONO MOLTI PUNTI CHE RITENGO CONDIVISIBILI...")

donald trump volodymyr zelensky vladimir putin servizi segreti gru fsb cia

DAGOREPORT - L’OSCENO PIANO DI PACE SCODELLATO DA TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA CAPITOLAZIONE DELL’UCRAINA, ANDAVA CUCINATO BENE PER FARLO INGOIARE A ZELENSKY - E, GUARDA LA COINCIDENZA!, ALLA VIGILIA DELL’ANNUNCIO DEL PIANO TRUMPIANO SONO ESPLOSI GLI SCANDALI DI CORRUZIONE A KIEV, CHE VEDONO SEDUTO SU UN CESSO D’ORO TIMUR MINDICH, L’EX SOCIO DI ZELENSKY CHE LO LANCIÒ COME COMICO - PER OTTENERE ZELENSKY DIMEZZATO BASTAVA POCO: È STATO SUFFICIENTE APRIRE UN CASSETTO E DARE ALLA STAMPA IL GRAN LAVORIO DEI SERVIZI SEGRETI CHE “ATTENZIONANO” LE TRANSIZIONI DI DENARO CHE DA USA E EUROPA VENGONO DEPOSITATI AL GOVERNO DI KIEV PER FRONTEGGIARE LA GUERRA IN CORSO…

andrea orcel unicredit giorgiia meloni giovanbattista fazzolari giancarlo giorgetti francesco gaetano caltagirone lovaglio milleri

DAGOREPORT - SUL RISIKO BANCARIO, DI RIFFA O DI RAFFA, L’ARMATA BRANCA-MELONI HA FATTO L’ENNESIMA FIGURA DI MERDA - DI SICURO, NON POTRÀ PIÙ FAR RIDERE I POLLI BLATERANDO CHE UNICREDIT È UNA BANCA STRANIERA, QUINDI L’OPA SU BANCO BPM VA STOPPATA PERCHÉ È UNA MINACCIA PER LA ‘’SICUREZZA NAZIONALE’’ - PROSSIMAMENTE IL CEO DI UNICREDIT, ANDREA ORCEL, AVRÀ MANI LIBERE PER SCEGLIERE QUALE BANCA PAPPARSI, MENTRE NEI PROSSIMI DUE MESI I GENI DI ‘’PA-FAZZO” CHIGI AVRANNO I NEURONI MOLTO IMPEGNATI PER RISPONDERE CON UNA MODIFICA DELLA LEGGE (CHISSÀ SE AVRÀ EFFETTO RETROATTIVO) ALLA PROCEDURA D'INFRAZIONE DI BRUXELLES - SE POI ORCEL SARÀ COSTRETTO DAL GOVERNO DI BERLINO A VENDERE LA SUA PARTECIPAZIONE IN COMMERZBANK, UNA VOLTA INTASCATO IL RICCO BOTTINO, LE OPZIONI SULLA SUA SCRIVANIA PER EVENTUALI ACQUISIZIONI SAREBBERO SENZA FRONTIERE. E NULLA VIETEREBBE A UNICREDIT DI LANCIARE UNA RICCA OPA SU MPS DI LOVAGLIO-CALTAGIRONE-MEF, OBIETTIVO GENERALI: SAREBBE LA MASSIMA RIVINCITA DI ORCEL SUL GOVERNO SMANDRAPPATO DEL GOLDEN POWER…