COSI' LIBERALE CHE NON AMAVA IL POPOLINO - L’EX MINISTRO DELLA DIFESA, ANTONIO MARTINO, SCOMPARSO A 79 ANNI PER UNA MALATTIA, NEL 2018 RINUNCIÒ AL PARLAMENTO: “UNA VOLTA IN PARLAMENTO C'ERANO PERSONE DI GRANDE VALORE, ORA È IN MANO ALLE MASSE, AI MEDIOCRI” – IL SUO MOTTO? “IL LIBERALE SIA CONSERVATORE PER DIFENDERE LE LIBERTÀ ACQUISITE, RADICALE PER CONQUISTARNE DI NUOVE, REAZIONARIO PER RECUPERARE LE SMARRITE, RIVOLUZIONARIO SE NON HA ALTERNATIVE”

Francesco Grignetti per “la Stampa”

 

antonio martino foto di bacco

Una malattia incurabile s' è portato via Antonio Martino, 79 anni, economista, già ministro degli Esteri e della Difesa nei governi Berlusconi, co-fondatore di Forza Italia. Un pensatore senza padroni, liberale senza se e senza ma, emblema di quella stagione primigenia del berlusconismo che fece incetta di professori e immediatamente dopo li deluse. Martino, per dire, professore di Economia politica prima alla Sapienza, poi alla Luiss, rara mescolanza di galanteria siciliana e ultraliberismo della scuola di Chicago, in quanto allievo di Milton Friedman avrebbe tanto voluto fare il ministro dell'Economia.

 

antonio martino

Nel 1994 sognava di rovesciare davvero l'Italia e farla finita con lo statalismo. Poiché aveva in tasca la tessera n. 2 di Forza Italia e parlava tutti i giorni con Berlusconi, voleva fare la rivoluzione liberale. Figurarsi. Finì alla Farnesina, tra 1994 e 1995, e non fu certo un ripiego di lusso, anzi. Seguiva le orme del padre, il liberale Gaetano Martino, che era stato ministro degli Esteri dal 1954 al 1957 e in quella veste può essere considerato uno dei padri dell'Europa unita.

 

Di come era cresciuta l'Europa, però, Martino figlio non era entusiasta, per usare un eufemismo. Passò all'epoca per euro-scettico, ma la verità è che Antonio Martino era uno scettico blu e lo rivendicava: «Il meglio del pensiero umano viene dagli scettici. Guardate chi sono i dogmatici: Pol Pot, Stalin, Hitler, Mao».

antonio martino silvio berlusconi 4

 

Qualche anno dopo, tornato Berlusconi al governo, fu ministro della Difesa nell'immediatezza dell'11 Settembre, tra 2001 e 2006. Ciò significa che condivise le scelte di mandare i soldati in Afghanistan e Iraq, ma lo fece nascondendo un forte tormento interiore. Una volta raccontò: «Quando squilla il telefono, la sera o la notte, ho il terrore che sia il capo di Stato maggiore che mi comunica di qualche morto o ferito tra i nostri. Non ci dormo». A quel tempo gli offrirono anche di diventare segretario generale della Nato, ma disse di no. Sull'Afghanistan non si illuse mai.

 

antonio martino silvio berlusconi 3

«Dissi subito che ci saremmo rimasti vent' anni, e la sinistra mi sbeffeggiò. Ma così è stato, come doveva essere, perché bastava conoscere quel Paese, e quel popolo, per non farsi illusioni». Ecco, illusioni non se ne fece mai. Quando spiegava la sua visione del mondo, come tanti suoi allievi oggi ricordano, su tutti Giuseppe Moles che è sottosegretario all'Editoria, diceva con aria combattiva: «Il liberale sia conservatore per difendere le libertà acquisite, radicale per conquistarne di nuove, reazionario per recuperare le smarrite, rivoluzionario se non ha alternative».

 

Claris Fulci e Antonio Martino

Ma in privato mostrava splendida autoironia: «Con ambasciatori e generali ho conosciuto ottimi servitori dello Stato. L'unica differenza è che i primi mi dicevano sempre di sì, poi facevano come volevano. I militari, meno». Già, l'ironia. Una battuta, Antonio Martino non se la negava mai. Una delle sue preferite: «Mio nonno era repubblicano, mio padre liberale, io liberista, mia figlia anarco-capitalista».

 

antonio martino silvio berlusconi 2

Alla notizia della morte, giunta inaspettata, infiniti sono stati i messaggi di cordoglio. Berlusconi rievoca così: «Liberale intransigente, liberista convinto, con il suo pensiero orientò e caratterizzò il programma di Forza Italia fin dal 1994». «Ha portato i suoi valori e la sua visione del mondo al centro della vita intellettuale, politica e istituzionale italiana» e «si è speso incessantemente per rafforzare i legami transatlantici dell'Italia» è il saluto del premier Mario Draghi. Il capo dello Stato, Sergio Mattarella, lo ricorda come «coerente e determinato assertore dei valori dell'Occidente e della democrazia liberale».

Antonio Martino

 

Di certo amava l'America, anche se non i suoi ultimi presidenti democratici Obama o Biden. Non meraviglia che abbia sposato un'americana, la signora Carol. Era integralmente liberale e democratico, anche e soprattutto con gli avversari. Toccante è quel che ne scrive Arturo Parisi, il professore ulivista che gli subentrò alla Difesa nel 2006: «Ci incontrammo da avversari distanti, lo piango da amico fraterno. Pur dentro un tempo segnato da un trasparente confronto, la fede comune nella libertà e nella democrazia ci impedì di pensarci in alcun modo nemici. Il testimone che raccolsi da lui al servizio della Difesa ci legò sempre più, con lo stesso legame che unisce la guardia montante a quella che smonta».

Antonio Martino

 

Nel 2018, dopo quasi un quarto di secolo trascorso in Parlamento, rinunciò a ricandidarsi con una motivazione urticante come sempre: «Una volta in Parlamento c'erano persone di grande valore, ora è in mano alle masse, ai mediocri». Quanto alla mediocrità, resta impresso a lettere di fuoco il suo giudizio sul centrodestra d'oggi: «Dobbiamo prendere atto che né Giorgia Meloni né Matteo Salvini hanno la stoffa del leader».

Ultimi Dagoreport

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…

giorgia e arianna meloni come le gemelle di shining - fotomontaggio del fatto quotidiano

DAGOREPORT – VI RICORDATE QUANDO GIORGIA MELONI DEFINIVA LA SORELLA ARIANNA UNA “PRIVATA CITTADINA SENZA INCARICHI”? DIMENTICATELO: È IN CORSO UN TENTATIVO DI TRASFORMARE LA PRIMOGENITA DI ANNA PARATORE IN UNA POLITICA NAVIGATA. ECCO COME NASCE L’IMBARAZZANTE NTERVISTA RILASCIATA OGGI DALL'EX MOGLIE DI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA AL “CORRIERE DELLA SERA”, IN CUI ARIANNA RICORDA QUANDO “GUIDAVA IL CAMION NEI VICOLI DI ROMA” PER IL PARTITO, E RIVENDICA: “DA 30 ANNI SIAMO IN POLITICA” – LA FIAMMA MAGICA VUOLE TOGLIERLE L’ETICHETTA DI “SORELLA D’ITALIA”. IL GUAIO È CHE ‘GNA FA: L’UNICO PREGIO CHE ANCHE I COLLEGHI DI PARTITO LE RICONOSCONO È… LA SOMIGLIANZA ALLA SORELLA

del vecchio la stampa angelucci elkann

DAGOREPORT - NON SI STA MAI TRANQUILLI: AL RISIKO FINANZIARIO (MPS-MEDIOBANCA) FINITO TRA LE CARTE DELLA PROCURA DI MILANO, ORA SI AGGIUNGE IL RISIKO EDITORIALE: LA VENDITA DI ‘’’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ AL GRECO KYRIAKOU DIVENTA, GIORNO DOPO GIORNO, UN BORDELLO DI VOCI E RUMORS - C’È CHI ASSICURA CHE LO SBARCO DEL GRECO NON VADA ASSOLUTAMENTE A GENIO AL BOSS DELL’IMPERO MEDIASET, PIER SILVIO BERLUSCONI – CHI SPIFFERA DI UN PRESUNTO INTERESSAMENTO DELLA FAMIGLIA ANGELUCCI, EDITORE DE “IL GIORNALE” E DI “LIBERO”, ALL’ACQUISIZIONE DEL QUOTIDIANO “LA STAMPA”, CHE ELKANN HA MESSO IN VENDITA PER LA SOMMETTA DI 65 MILIONI DI EURO, CHE NON RIENTREREBBE NEL PERIMETRO DEL GRECO CON L’ANTENNA. MA PER IL BOSS DELLA SANITÀ CARO AL GOVERNO L’UNICO MODO DI COMPRARI ''LA STAMPA'' È ALL’EDICOLA: ELKANN NON GLIELO VENDERÀ MAI - A PROPOSITO DI EDITORIA COME ULTIMA UMANA VOLUTTÀ, SI VOCIFERA CHE LEONARDINO DEL VECCHIO VOGLIA COMPRARSI NIENTEMENO CHE “IL FATTO QUOTIDIANO” (DAVVERO URGE LA RIAPERTURA DEI MANICOMI…)