trump twitter

CUCU’, TRUMP NON CINGUETTA PIU’ - C’E’ IL SOSPETTO DI UN CALCOLO POLITICO SULLA CENSURA DI TWITTER NEI CONFRONTI DEL PRESIDENTE USCENTE: VIENE MESSO AL BANDO ALLA VIGILIA DI UN DOMINIO DEI DEM INTENZIONATI A REGOLAMENTARE IL WEB -

FELTRI: TWITTER È UNA PATTUMIERA. L’ALTRO HO VERGATO UN TWEET SUI 18 ANNI DI GRETA. "ORA LA RAGAZZA È MAGGIORENNE E PUÒ ANDARE A SCOPARE IL MARE, PIENO DI SCHIFEZZE UMANE". A QUEL PUNTO I SOLONI DEI SOCIAL..:"

VITTORIO FELTRI per Libero Quotidiano

 

Ha suscitato scandalo la censura inflitta a Donald Trump da Twitter che lo ha tolto dal social network accusando l' ex presidente degli Usa di fomentare con i suoi cinguettii la violenza.

Non voglio entrare nel merito della polemica scaturita da questo episodio. Ciascuno la pensa come crede. Il discorso è un altro.

 

TRUMP TWITTER

Certi mezzi di comunicazione elettronica sono privati e quindi, essendo simili a un club, agiscono senza controlli, ritenendosi padroni di accettare o respingere questo o quell' abbonato. Essi giudicano a loro piacimento chi è gradito o sgradito, e in determinati casi bocciano i messaggi di questo o quel personaggio senza fornire spiegazioni. Trump sta sulle scatole a Twitter, il quale evidentemente simpatizza per il partito democratico, ed è stato scacciato quale ospite indesiderato. La sua bocciatura non la condivido, essendo convinto che ciascuno è abilitato a esprimere qualsiasi idea, eppure non posso sostenere che essa sia illegale poiché i social, ripeto, sono paragonabili al Rotary (o a un altro club), dominus in casa sua. Però c' è un però che non va sottovalutato.

 

TRUMP SU PARLER

Twitter ha avuto successo poiché ormai la gente, pure la più sprovveduta, ama sfogarsi, scrivendo qualsiasi sciocchezza senza freni. Peccato che i controllori della baracca, quelli che decidono i pensieri da veicolare e quelli da cestinare, spesso non capiscano ciò che leggono e pertanto fraintendano, forse sono ignoranti e incapaci di valutare il significato delle parole, quindi combinano disastri. Eliminano frasi corrette perché non ne afferrano il senso e sospettano che siano impubblicabili. La stupidità spesso è addirittura comica ma invincibile. Un esempio che mi riguarda.

 

Un paio di giorni fa, quando Greta ha compiuto 18 anni, ho vergato questo tweet: "Ora la ragazza è maggiorenne e può andare a scopare il mare, pieno di schifezze umane". Ebbene, i soloni del social hanno concluso che scopare il mare sia una espressione sessista, mentre è un detto lombardo simile a "va a ciappà i rat". Di conseguenza, mi hanno sospeso e minacciato. Questo è il loro livello culturale. Rasoterra. Non sono arrabbiato, bensì divertito davanti allo spettacolo dell' insipienza.

TRUMP BANNATO DAI SOCIAL

 

 

 

QUELLA SECCHIATA (TARDIVA E RISCHIOSA) SUL FALÒ DIGITALE

Massimo Gaggi per il Corriere della Sera

 

Dopo l' assalto al Congresso l' incendio della democrazia americana raggiunge il mondo della comunicazione digitale con una decisione forse dettata da preoccupazioni immediate di ulteriore escalation delle violenze, ma tardiva e sconcertante per le sue possibili implicazioni di lungo periodo: i giganti di big tech che hanno difeso per anni non solo la totale libertà del web ma anche l' irresponsabilità delle reti sociali per i contenuti diffusi (aprendo, così, un' autostrada davanti a Donald Trump), ora tolgono il megafono al presidente a 240 ore dalla sua uscita dalla Casa Bianca. Nei giorni scorsi Twitter e Facebook avevano censurato e provvisoriamente sospeso gli account di un leader responsabile di aver diffuso messaggi che si sono risolti in un' incitazione alla violenza.

 

TRUMP

L' altra notte Twitter è andata oltre: ha cancellato il profilo di Trump chiudendo il canale principale usato dal presidente per comunicare col suo popolo: 88 milioni di follower. Il presidente-tycoon si è trasferito su Parler, la Rete senza vincoli nè controlli dove si sono già accasati i suoi figli insieme a molti esponenti della destra radicale, decisi a sottrarsi a ogni sorveglianza. Ma nelle stesse ore Google e Apple hanno cominciato a mettere al bando questa Rete (già eliminata da alcune piattaforme mentre altre le hanno dato un ultimatum di 24 ore).

 

Per i dirigenti di Parler è in atto un vero tentativo di strangolamento: dicono che anche i loro server, gestiti da Amazon, stanno avendo problemi. Preoccuparsi dei gravi danni che Trump può ancora provocare nei giorni di presidenza che gli rimangono è legittimo anche se, come detto, l' intervento è tardivo e di dubbia efficacia: Trump ha scatenato l' assalto al Congresso con un comizio di piazza nel quale ha invitato i suoi seguaci a marciare su Capitol Hill.

 

 

il congresso usa dopo l'assalto

Le falangi di attivisti paramilitari che hanno invaso il Parlamento avevano preparato per settimane, indisturbati, il loro assalto con messaggi su queste stesse reti sociali. I tempi e i modi di questo intervento suscitano, comunque, diverse perplessità: in primo luogo è difficile da accettare l' idea che a stabilire cosa è lecito dire e cosa no sia una società privata. Che non solo non ha la legittimazione politica di un organismo pubblico, ma non è nemmeno tenuta a spiegare come è arrivata alle sue decisioni nè a offrire a chi viene punito la possibilità di un ricorso in appello.

 

trump

Sarebbe ancora peggio se dovesse emergere che c' è stata una concertazione sotterranea fra tre o quattro giganti che in alcune aree si configurano come veri monopoli digitali.

 

Oggi può essere necessario spegnere il megafono di Trump nel timore di nuovi gesti insurrezionali in questi giorni difficilissimi, ma quando Twitter analizza post come quello nel quale il presidente conferma che non sarà presente all' inaugurazione del suo successore e giudica che, nel contesto attuale, contengono messaggi minacciosi, crea un pericoloso precedente. Inevitabile il sospetto di opportunismo politico:

 

Trump messo al bando solo quando sta per perdere il potere mentre si tenta di riconquistare la fiducia (perduta negli anni scorsi) di un partito democratico deciso a regolamentare il web, che tra pochi giorni controllerà Casa Bianca, Camera e Senato.

vittorio feltri

Ultimi Dagoreport

brunello cucinelli giorgia meloni mario draghi massimiliano di lorenzo giuseppe tornatore nicola piovani

DAGOREPORT - L’AUTO-SANTIFICAZIONE DI BRUNELLO CUCINELLI È COSTATA CARA, NON SOLO AL “SARTO CESAREO” DEL CACHEMIRE, MA ANCHE ALLE CASSE DELLO STATO - IL CICLOPICO DOCU-FILM “IL VISIONARIO GARBATO”, DIRETTO DAL PREMIO OSCAR GIUSEPPE TORNATORE E BATTEZZATO CON TANTO DI PARTY ULTRACAFONAL IN UNO STUDIO DI CINECITTÀ ALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI, È COSTATO LA SOMMETTA DI 9.987.725 MILIONI DI EURO. DI QUESTI, I CONTRIBUTI RICEVUTI DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON IL MECCANISMO DEL TAX CREDIT RAGGIUNGONO LA CIFRA DI 3.955.090 MILIONI - DA PARTE SUA, PEPPUCCIO TORNATORE AVREBBE INTASCATO 2 MILIONI PER LA REGIA E 500 MILA PER SOGGETTO E SCENEGGIATURA – A PRODURLO, OLTRE A BRUNELLO STESSO, LA MASI FILM DI MASSIMILIANO DI LUDOVICO, CHE IN PASSATO HA LAVORATO SPESSO CON IL PRODUTTORE MARCO PEROTTI, COINVOLTO NEL CASO KAUFMANN (FU LUI A INOLTRARE LA DOMANDA DI TAX CREDIT PER IL FILM “STELLE DELLA NOTTE” DEL FINTO REGISTA-KILLER) - IL MONUMENTO A SE STESSO GIUNGE AL MOMENTO GIUSTO: DUE MESI FA, UN REPORT DI ''MORPHEUS RESEARCH'' ACCUSO' L'AZIENDA DI CUCINELLI DI VIOLARE LE SANZIONI UE ALLA RUSSIA…

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin valery zaluzhny

DAGOREPORT - ZELENSKY, FINITO NELLA TENAGLIA PUTIN-TRUMP E SOSTENUTO SOLO PARZIALMENTE DA UNA UNIONE EUROPEA BALCANIZZATA, CERCA LA MOSSA DEL CAVALLO PER SPARIGLIARE LE CARTE E SALVARE IL SALVABILE: PORTARE L’UCRAINA A ELEZIONI NEL GIRO DI 2-3 MESI. SAREBBE UNA VITTORIA DI PUTIN, CHE HA SEMPRE CHIESTO DI RIMUOVERE IL PRESIDENTE (DEFINITO “DROGATO”, “TOSSICOMANE”, “MENDICANTE”). IN CAMBIO “MAD VLAD” DOVREBBE ACCONSENTIRE A UNA TREGUA PER PERMETTERE IL VOTO, SOTTO ATTENTO CONTROLLO DEGLI OSSERVATORI OCSE – IN POLE POSITION L’EX CAPO DI STATO MAGGIORE, VALERY ZALUZHNY. MA SIAMO SICURI CHE UN INTEGERRIMO GENERALE COME LUI SIA DISPOSTO A METTERE LA FACCIA SULLA RESA?

giorgia meloni volodymyr zelensky viktor orban vladimir putin antonio costa

DAGOREPORT – IL PROSSIMO CONSIGLIO EUROPEO INIZIERÀ IL 18 DICEMBRE, MA NON SI SA QUANDO FINIRÀ, NÉ COME: IN BALLO C'E' IL FUTURO DELL'UNIONE - DA TRUMP ALL'UCRAINA, I 27 LEADER DOVRANNO PRENDERE DECISIONI CRUCIALI E NON PIU' PROCASTINABILI, PENA LA TOTALE IRRILEVANZA NELLA GEOGRAFIA MONDIALE - E QUI VIENE IL BELLO: CHI SI METTERA' DI TRAVERSO PONENDO IL DIRITTO DI VETO E MANDANDO ALL'ARIA TUTTO? ORBAN FARÀ IL SOLITO GUASTAFESTE FILO PUTIN? E GIORGIA MELONI, CHE HA FATTO ORMAI LA SUA DEFINITIVA SCELTA TRUMPIANA, PRESSATA DAL SUO VICE PREMIER SALVINI CHE HA GIÀ CONSEGNATO L'UCRAINA ALLA RUSSIA, RIUSCIRÀ A CONTINUARE A TENERE IL PIEDINO IN DUE STAFFE? AH, SAPERLO....

a lume di candela federica panicucci fabio rovazzi tommaso cerno pio e amedeo elonoire casalegno barbara d urso

DAGOREPORT BY CANDELA - BARBARA D’URSO E IL PROGETTO ARENATO CON URBANO CAIRO - NUOVO SHOW DI PIO E AMADEO SU CANALE5 IN PRIMAVERA - FEDERICA PANICUCCI CONDURRÀ CAPODANNO IN MUSICA" SU CANALE 5: AL SUO FIANCO POTREBBE TORNARE FABIO ROVAZZI. TRA I DUE, L’ANNO SCORSO, NON ERA SCATTATA LA SCINTILLA - SI CERCA CONDUTTORE SOVRANISTA PER NUOVO TALK DI RAI2: POTREBBE ESSERE COINVOLTO IL MELONIANO CERNO - RAI1 E CANALE 5 COPRIRANNO I LORO BUCHI “SPOSTANDO” IN PRIMA SERATA “AFFARI TUOI”, “L’EREDITÀ” E "LA RUOTA DELLA FORTUNA" - ELENOIRE CASALEGNO SI PAPPA DUE NUOVE CONDUZIONI - NELLA REDAZIONE DI ''LIBERO'' ESPLODE IL “TAXI GATE” - UNA VIVACE SIGNORINA STA CERCANDO DI VENDERE A DIVERSI GIORNALI, PROVE ALLA MANO, LA SUA "RELAZIONE SEGRETA" CON L'ATTACCANTE FIDANZATISSIMO. INDIZIO: LUI GIOCA IN UNA SQUADRA DI ALTA CLASSIFICA IN SERIE A E IN NAZIONALE. DI CHI SI TRATTA?

luca matilde bernabei sandokan can yaman

DAGOREPORT – IL TRIONFO DI “SANDOKAN” SU RAI1 FA GODERE LA LUX VIDE MA I FRATELLI BERNABEI, LUCA E MATILDE, BRINDANO SEPARATI – LUCA, CHE E’ COLUI CHE FORTEMENTE VOLUTO RIPORTARE IN TV LO SCENEGGIATO E LO HA PRODOTTO, A MAGGIO SCORSO HA LASCIATO LA FU SOCIETA’ DI FAMIGLIA (FONDANDO LA SUA “OHANA) – DI LUCA NON C’E’ TRACCIA NEI COMUNICATI ED ERA ASSENTE SIA ALL’ANTEPRIMA CHE ALLA CONFERENZA STAMPA – VUOI VEDERE CHE GLI SCAZZI DI FAMIGLIA FANNO PIU’ MALE DELLA “TIGRE DI MOMPRACEM”? AH, SAPERLO…