renzi conte

IL D-DAY DI CONTE E’ IL 28 DICEMBRE? - “REPUBBLICA” LA SPARA: “SE ENTRO QUELLA DATA CONTE NON AVRÀ ACCOLTO LE RICHIESTE DI RENZI SUL RECOVERY E NON AVRÀ FATTO AMMENDA DEGLI ERRORI COMMESSI, IL LEADER DI ITALIA VIVA È PRONTO A STACCARE LA SPINA AL GOVERNO” - MA MATTEUCCIO CHE STRADE HA? SE SI VA AL VOTO, SPARISCE; SE SI ALLEA CON IL CENTRODESTRA, LO RINCORRONO CON I FORCONI; SE PROVA CAMBIARE PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, DEVE RESTARE SOTTO LO SCHIAFFO DI ZINGARETTI E DI MAIO...

T.Ci. e Gio.Vi. per “la Repubblica”

 

GIUSEPPE CONTE MATTEO RENZI - BY GIANBOY

Non sarà una verifica in stile prima Repubblica, con tutti i leader dei partiti riuniti intorno a un tavolo per discutere le traballanti sorti della maggioranza: all' epoca quasi sempre concluse con la nascita di un nuovo governo, magari dello stesso colore, ma con ministri diversi. Per il premier Giuseppe Conte sarebbe il trionfo della vecchia politica, di «liturgie del passato» che non sarà certo lui a resuscitare. L' idea allora è di incontrare, prima, le singole forze politiche. E solo dopo riunire i capi della coalizione per tirare le somme. Sempre che Renzi glielo consenta.

 

Sul calendario del senatore di Firenze c' è infatti una data cerchiata sul calendario: 28 dicembre. Il giorno del D-Day. Se entro l' ultimo lunedì dell' anno il presidente del Consiglio non avrà accolto tutte le sue richieste sul Recovery e non avrà pubblicamente fatto ammenda degli errori commessi, il leader di Italia viva è pronto ad alzarsi nell' aula di palazzo Madama e staccare la spina al Conte 2. Con un discorso nel quale saranno elencate per filo e per segno colpe e omissioni dell' avvocato. Dichiarando chiusa la stagione giallorossa.

 

GIUSEPPE CONTE - MATTEO RENZI

Per provare a scongiurare l' irreparabile mancano dunque 14 giorni. Due settimane, che forse costringeranno Conte a rivedere il programma delle consultazioni definito ieri per avviare quella verifica considerata ormai ineludibile da tutti i partiti. Si comincia domani alle 16,30 con la delegazione del M5S e, a seguire, quella del Pd.

 

Nei giorni a venire, toccherà a Leu e a Italia viva. Al confronto prenderanno parte, oltre ai leader giallorossi, anche i capidelegazione al governo e i capigruppo in Parlamento. Una road map dilazionata nel tempo, che secondo i piani del premier avrebbe consentito di disinnescare nel frattempo la bomba Recovery, su cui Conte ha deciso di aprire, rivedendo sia la struttura della task force, sia la ripartizione dei fondi stabilite nella bozza approdata nell' ultimo infuocato Consiglio dei ministri.

 

conte renzi

I 9 miliardi sulla sanità, ad esempio, potrebbero raddoppiare, e non solo perché glielo ha chiesto Roberto Speranza: è l' unico modo per evitare di attivare il Mes sanitario, cui i renziani (e parte del Pd) non vogliono rinunciare, Mentre la "cabina di regia" resterà come concetto, ma sarà profondamente emendata, forse già nel triumvirato Conte- Gualtieri-Patuanelli, che l' avvocato aveva pensato in cima alla piramide della gestione dei fondi europei.

 

Ma è una partita da condurre sui carboni ardenti e sotto l' occhio attentissimo del Quirinale, cui Conte ha comunicato la sua intenzione di procedere con la verifica. Che preoccupa non poco il Colle per l' alto grado di imprevedibilità insita in un passaggio del genere. Inducendo a una maggiore cautela sia Zingaretti, sia Di Maio, che nei giorni scorsi avevano invece lanciato segnali d' impazienza.

 

RENZI CONTE

«Niente crisi al buio», è l' altolà condiviso da entrambi. Una parola che «in Europa mette paura», avverte il presidente dell' Europarlamento David Sassoli: «Bisognerebbe accostarcisi con un po' di pudore e prudenza». Le stesse manifestata a sorpresa da Maria Elena Boschi. «Non vogliamo nessuna crisi. Conte ha detto che ha i ministri migliori del mondo e quindi per noi anche l' argomento rimpasto è chiuso. Però non siamo yesman», ha frenato la capogruppo renziana in tv, incalzata da Lucia Annunziata. Ma è solo una dissimulazione, la quiete che precede la tempesta. «Se ci sarà la crisi non ci sarà un voto perché c' è da eleggere un presidente della Repubblica europeista e perché il M5S ha due problemi», graffia infatti Boschi: «Il secondo mandato e il fatto che tanti non tornerebbero in Parlamento».

 

giuseppe conte sergio mattarella 1

Una prospettiva, le elezioni anticipate, che però per il Pd restano l' unica strada percorribile, se Iv dovesse far saltare il banco. Non solo Renzi non ha mai proposto a Zingaretti un nome alternativo per sostituire Conte, men meno quello di Di Maio, fa sapere il Nazareno, ma non esistono proprio le condizioni per formare un nuovo governo. Neanche tecnico. Valutazioni condivisa dal M5S, con Di Maio che smentisce di aver dato sponda ai venti di crisi, magari con l' obiettivo del premierato. Discorsi vani, se Renzi andrà fino in fondo.

Ultimi Dagoreport

trump epstein

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE DUE FOTOGRAFIE DI TRUMP CON IN BRACCIO RAGAZZE GIOVANISSIME A SENO NUDO? A WASHINGTON, FONTI BEN INFORMATE ASSICURANO CHE LE DUE FOTO HOT SIANO TRA LE MIGLIAIA DI FILE DI JEFFREY EPSTEIN, ANCORA DA PUBBLICARE - NEI PROSSIMI GIORNI, GRAZIE AL PASSAGGIO DI UNA PETIZIONE PARLAMENTARE FIRMATA DA 218 DEPUTATI DEMOCRATICI, MA AI QUALI SI SONO AGGIUNTI QUATTRO REPUBBLICANI, LA DIFFUSIONE COMPLETA DEI FILE DEL FINANZIERE PORCELLONE, VERRÀ SOTTOPOSTA AL VOTO DELLA CAMERA. E I VOTI REP POSSONO ESSERE DETERMINANTI PER IL SUCCESSO DELL’INIZIATIVA PARLAMENTARE DEM - SE DA UN LATO L’EVENTUALE DIVULGAZIONE DELLE DUE CALIENTI FOTOGRAFIE NON AGGIUNGEREBBE NIENTE DI NUOVO ALLA SUA FAMA DI PUTTANIERE, CHE SI VANTAVA DI POTER “PRENDERE LE DONNE PER LA FIGA” GRAZIE AL SUO STATUS DI CELEBRITÀ, DALL’ALTRO UN “PUSSY-GATE” DETERMINEREBBE UNO DURO SCOSSONE A CIÒ CHE RESTA DELLA SUA CREDIBILITÀ, IN VISTA ANCHE DEL DECISIVO VOTO DI METÀ MANDATO IN AGENDA IL PROSSIMO ANNO...

troisi papa leone carocci monda

CIAK! LA MESSA È FINITA: ANDATE IN PACE AL CINEMA "TROISI", COSÌ FATE FELICI IL SUO DOMINUS VALERIO CAROCCI E QUEL DISOCCUPATO A CACCIA DELLA BIENNALE VENEZIANA, ANTONIO MONDA - MENTRE LA SETTIMA ARTE IN ITALIA, SOTTO IL DOMINIO DELL’ARMATA BRANCA-MELONI, STA VIVENDO UNA DELLE SUE FASI PIÙ COMATOSE, TRA SALE VUOTE E “SINISTRI” TAGLI AL TAX-CREDIT DEL MINISTRO GIULI-VO, PAPA LEONE XIV RUGGISCE IN FAVORE DELLE SALE CINEMATOGRAFICHE (MA DA QUANDO IN QUA IL PONTEFICE SI OCCUPA DI RIEMPIRE LE SALE, ANZICHÉ PREOCCUPARSI DI RIEMPIRE LE CHIESE?) - L'UNICO CINEMA CHE BENEFICIA DELLA GLORIA DI PREVOST È IL "TROISI", GESTITO DA CAROCCI CHE, IN DUPLEX CON ANTONIO MONDA, HA CONVINTO IL CARDINALE JOSE' TOLENTINO DE MENDONÇA NELLA DIVINA MISSIONE DI ORGANIZZARE AL CINEMA "TROISI" NOVE INCONTRI CON REGISTI E ATTORI INTERNAZIONALI, SOTTO IL PATROCINIO DEL SANTA SEDE - GRATIS? MANCO PER NIENTE. PER ACCEDERE ALLA SALA BISOGNERÀ SBORSARE 8 EURO. E COSÌ SIA - CAROCCI E LA NOTA STAMPA DEL "PICCOLO AMERICA" CHE RILANCIA LE PAROLE DEL PAPA...

pier silvio marina berlusconi marta fascina arcore

FLASH! - COL PRETESTO DI DARE UNA RIVERNICIATINA A VILLA SAN MARTINO (CHE HA SPESE DI MANUTENZIONE E SERVITU’ DI 220 MILA EURO ALL’ANNO), MARINA & PIER SILVIO SONO FINALMENTE RIUSCITI A FAR SLOGGIARE MARTA FASCINA E IL SUO PAPA’ ORAZIO, CHE NON L’ABBANDONA MAI, DALLA REGGIA DI ARCORE - ORA LA VEDOVA MORGANATICA E’ CONFINATA IN UNA DÉPENDANCE DEL VILLONE DI 130 METRI QUADRATI, DOVE PROBABILMENTE ALLA FINE RESTERÀ IMPEGNATISSIMA A CONTARE I 100 MILIONI DI EREDITA’ OTTENUTI DALLA BUONANIMA DI PAPI SILVIO…

ignazio la russa sergio mattarella

FLASH! – PER SOSTENERE I FRATELLINI D’ITALIA CIRIELLI E SANGIULIANO ALLE REGIONALI CAMPANE, SI È SCOMODATO PERSINO IL PRESIDENTE DEL SENATO, IGNAZIO LA RUSSA – CHE LA SECONDA CARICA DELLO STATO FACCIA CAMPAGNA ELETTORALE, FOTTENDOSENE DEL SUO RUOLO ISTITUZIONALE,  NON AVRÀ FATTO PIACERE PER NULLA A SERGIO MATTARELLA – D’ALTRONDE, IL PRESIDENTE LEGHISTA DELLA CAMERA DEI DEPUTATI, LORENZO FONTANA, NON CI PENSA ASSOLUTAMENTE DI SCAPICOLLARSI IN VENETO A SUPPORTO DEL CANDIDATO DEL CARROCCIO, ALBERTO STEFANI…