quirinale reparto maternita' by macondo conte di maio salvini boschi renzi berlusconi beppe grillo sergio mattarella gianni letta silvio berlusconi

DAGONEWS - CHI RIDE E CHI PIANGE COL GOVERNO CONTE BIS/2 - GODE OVVIAMENTE CONTE, SBACIUCCHIATO DA MACRON DOPO IL SUO DISCORSO AL SENATO IN CUI SCARICA SALVINI: ''GRAZIE PER AVERCI LIBERATO DEL CIGNO NERO''. MA DI FRACCARO ALLE CALCAGNA PER CONTO DI DI MAIO AVREBBE FATTO A MENO - RENZI SGHIGNAZZA E DOPO AVER SPACCHETTATO IL GIGLIO MAGICO. PUNTA A RIPRENDERSI IL PD ALLA FACCIA DI ZINGARETTI E GENTILONI - PIANGE DESCALZI, RIDE STARACE, E TIRA UN SOSPIRO DI SOLLIEVO MATTARELLA CHE È IL VERO PADRE DEL GOVERNO E PIAZZA LA LAMORGESE - PD FUORI DA PALAZZO CHIGI

DAGONEWS

 

Segue il gioco del chi ride e chi piange…

matteo renzi al senato

 

 

RIDE Conte, certo, perché bisogna tornare indietro a quel fatidico novembre 2011 con l'arrivo del Loden dal volto umano, Mario Monti, per ritrovare una simile pioggia di… lodi (non vogliamo essere volgari) distribuita uniformemente da tutti i giornali e da tutti i governi stranieri, istituzioni internazionali, città-stato, tribù autoctone e isole del Pacifico.

 

Macron lo ha chiamato il giorno dopo il discorso in Senato in cui ha legnato Salvini per fargli i complimenti e per dirgli una cosa fondamentale: ''Non ce l'ho con i 5 Stelle per quella sbandata coi gilet gialli, tanto sia la sbandata che i gilet gialli sono durati molto poco. Sono felice perché hai sconfitto il Cigno Nero'', come hanno soprannominato il Truce in certi circoli. Non a caso c'è chi lavora, a Strasburgo, per portare i grillini proprio nel gruppo di ''Manù''.  

meme sulla crisi di governo conte e salvini

E poi c'è Trump: è stato il consigliere diplomatico di Palazzo Chigi, Pietro Benassi, a contattare l'ambasciatore americano a Roma, Lewis Eisenberg, per avere un cenno di sostegno dal presidente. Ma pensavano a una telefonata, a un ok per via diplomatica. E invece è arrivato il famoso e inaspettato tweet pro-''Giuseppi''.

 

Il fatto è che Trump ha un rapporto molto amichevole con Eisenberg. Parlando in modo diretto, ha chiesto all'ambasciatore se il premier italiano avrebbe poi ricambiato il sostegno americano. La risposta? Fidiamoci: negli scorsi mesi è stato Conte ad annacquare il famigerato memorandum sulla Via della Seta che era stato preparato dall'ambasciatore Sequi e dal sottosegretario sinofilo Geraci per legare Roma e Pechino.

 

Qual è l'origine del goodwill, della buona disposizione dei leader stranieri verso Conte? Sempre lui, Mattarella, quel Presidente della Repubblica che durando in carica sette anni è visto all'estero come unico punto fermo della politica italiana. È la mummia sicula ad aver accreditato Giuseppi, e ad aver garantito per lui, che da par suo si è impegnato a tenere sempre aperto il canale di comunicazione con l'Europa (fino a far votare i grillini per Ursula), avere i conti in regola e tenere a bada l'Uomo Nero Salvini.

conte macron

 

Non sarà mai un leader il devoto di Padre Pio, ma ha imparato a essere un uomo di potere, delegato da altri a svolgere un determinato lavoro. Sempre potere è.

 

Infine Grillo: nei giorni più incasinati della crisi di governo è stata la sua telefonata al CamaleConte a sbloccare tutto. Il comico-Elevato ha promesso di sostenerlo, ha dato l'ok all'unione col Pd, ha pubblicato il video in cui elogia Conte e bastona Di Maio. Tanto attriti veri tra Giggino e Giuseppi non ci saranno: la caratteristica principale del premier è il suo essere di gomma, uno "rotondo" che assorbe tutto e va avanti.

 

Non tutto è dorato e perfetto, ovviamente. Conte non ha gradito affatto l'arrivo dell'avatar dimaiano Fraccaro come sottosegretario della Presidenza del Consiglio. Lui puntava sul tecnico Chieppa, e invece - come con Giorgetti - si troverà un invadente badante alle calcagna. Da sottolineare pure l'umiliazione del Pd, che senza vicepremier e senza il sottosegretario non mette neppure un piedino a Palazzo Chigi, dove invece sventola da solo il vessillo a 5 Stelle

riccardo fraccaro

 

 

Non possono non piangere Zingaretti e ridere Renzi, che è nel pieno di un'operazione di makeover sulla sua immagine acciaccata dalle varie sconfitte elettorali. Il gioco di fumo e specchi è partito con lo spacchettamento del Giglio Magico in una serie di correnti, così da creare una finta ortodossia e una finta opposizione, in realtà tutte dipendenti da lui, e occupare tutti gli spazi con il suo debordante ego.

 

Da una parte c'è la Boschi nel ruolo di ventriloqua sui giornali e il fido Marcucci; dall'altra, c'è la "Base Riformista" di Guerini e Lotti; c'è "Sempre Avanti" con Giachetti, Nobili e Ascani, ci sono i suoi comitati civici che sono ancora un'altra entità… il tutto con l'obiettivo di riprendersi il partito, più prima che poi. La scissione non è più nelle carte, ma la Leopolda del prossimo ottobre servirà per dare l'ennesima botta a quel poveretto di Zingaretti, da lui percepito come debole e inconsistente.

 

RENZI ZINGARETTI

Ma più di Zinga, con cui non è mai andato d'accordo, il suo nemico più intimo è ormai Gentiloni. Sostiene di averlo ''reinventato'' nominandolo prima ministro degli Esteri e poi facendogli fare il Presidente del Consiglio, senza che l'ingrato Paolo, da Palazzo Chigi, lo chiamasse mai per consigli, lui che era segretario del partito. Per di più, durante la campagna elettorale per le politiche del 2018, in cui Gentiloni correva per un collegio uninominale a Roma, non ha mai voluto fare un comizio a due con Renzi, percepito come repellente per le urne.

 

Ma c'è una faccenda che brucia più di tutte al ducetto di Rignano, e cioè la nomina di Alessandro Profumo al vertice di Leonardo-Finmeccanica. Renzi non ama ''Arrogance'', e quella decisione arrivò con la spinta di Ermete Realacci, ambientalista e amico storico di Gentiloni e della famiglia Profumo. Ancora.

CLAUDIO DESCALZI

Nel palazzo dell'Eni PIANGE Descalzi: l'amministratore delegato aveva incassato il pesante (pure troppo) abbraccio di Salvini, che di fatto gli aveva garantito la riconferma l'anno prossimo in barba a processi e indagini. RIDE, a questo punto, Starace. L'ad Enel, nominato da Renzi, mantiene buoni rapporti con gli ambientalisti grillini grazie alla controllata Green Power.

 

francesco starace

RIDE, e tira un sospiro di sollievo, Mattarella. È riuscito, con le unghie e con i denti, a portare a casa questo nuovo governo, di cui è padre e anche un po' padrone. È lui ad aver portato il prefetto Lamorgese sulla bollente scrivania (non) occupata finora da Salvini.

luciana lamorgesematteo savini e luciana lamorgesegiuseppe conte e mattarella all'inaugurazione della nuova sede dell'intelligence 1ALESSANDRO PROFUMO ROMANO PRODI

Ultimi Dagoreport

maurizio belpietro giorgia meloni francesco saverio garofani

A CIASCUNO LA SUA “VERITÀ” - L’ARTICOLO PUBBLICATO DAL QUOTIDIANO DI BELPIETRO SUL "PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È PRATICAMENTE IDENTICO ALLA MAIL RICEVUTA DA MOLTI ALTRI QUOTIDIANI, DA UN ANONIMO CHE SI FIRMAVA "MARIO ROSSI", CHE HANNO DECISO DI IGNORARE LA VICENDA PERCHÉ NON VERIFICABILE - PERCHE' BELPIETRO HA DECISO DI DARE SPAZIO E RISALTO A UNA STORIA COSI' AMBIGUA? HA IN MANO ANCHE UN AUDIO O CI SONO ALTRE RAGIONI? DI CERTO, L'EX ALLIEVO DI VITTORIO FELTRI È UN PO' IN DIFFICOLTÀ: LE COPIE VENDUTE DAL SUO GIORNALE CALANO E "LA VERITÀ" STA DIVENTANDO POST-VERITÀ, CON LO SPAZIO CONCESSO A COMPLOTTISTI, NO VAX E PUTINIANI - FORSE CREARE UN PO’ DI CACIARA CON IL GAROFANI-GATE SERVE A RIPORTARE IL QUOTIDIANO SOTTO I RIFLETTORI - DI SICURO HA FATTO UN FAVORE A GIORGIA MELONI. DEL RESTO, FU LEI NEL 2023 A OPPORSI ALLA VENDITA DEL GIORNALE AD ANGELUCCI, E A TROVARE IN FEDERICO VECCHIONI, AD DI "BONIFICHE FERRARESI" E CARO A LOLLOBRIGIDA, IL "SALVATORE" PRONTO A RILEVARE IL 25% DELLA SOCIETA' EDITRICE BY BELPIETRO - DA ALLORA FIOCCANO INSERZIONI DELLE PARTECIPATE E PEZZI PRO-GIORGIA...

matteo salvini giorgia meloni donald trump vladimir putin sergio mattarella

DAGOREPORT - COME MAI GLI ARTICOLI DELLA “VERITÀ” SUL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” ARRIVANO IL GIORNO DOPO LA RIUNIONE DEL CONSIGLIO SUPREMO DI DIFESA, DI CUI GAROFANI È SEGRETARIO, IN CUI SI È RIBADITA LA LINEA DI “PIENO SOSTEGNO ITALIANO ALL’UCRAINA”? - LA LINEA PRO-KIEV DI GIORGIA MELONI SI E' AFFIEVOLITA DA TEMPO (HA MESSO IN “PAUSA” L'ADESIONE DELL'ITALIA AL PIANO PURL PER LE ARMI USA A KIEV) E SALVINI E' IL SOLITO "FIGLIO DI PUTIN" CHE SI OPPONE A OGNI SOSTEGNO A ZELENSKY - NON SOLO: MATTARELLA, ORMAI DA ANNI, INFIOCINA I SOVRANISMI DI MEZZO MONDO, HA PIU' VOLTE CRITICATO TRUMP, PUTIN, ORBAN, NETANYAHU E AFD (GUARDA CASO TUTTI AMICI DI MELONI E SALVINI) - SE L'AUDIO DI GAROFANI ESISTE, E CERTIFICA UN "COMPLOTTO" E NON UN SEMPLICE RAGIONAMENTO POLITICO, PERCHÉ BELPIETRO NON LO PUBBLICA? IL COLLOQUIO DELL'EX DEPUTATO DEL PD È STATO CARPITO AL RISTORANTE IN UNA "CHIACCHERATA TRA AMICI". SE ESISTE L'AUDIO, CHI LO HA REGISTRATO? UN AMICO? UN PRIVATO CITTADINO CHE HA RICONOSCIUTO GAROFANI, NONOSTANTE FOSSE UN VOLTO POCO NOTO? O IL CONSIGLIERE DI MATTARELLA ERA "ATTENZIONATO"? DA CHI?

tommaso foti galeazzo bignami

CHIAGNI E FOTI – A VOLERE QUEL FENOMENO DI GALEAZZO BIGNAMI COME CAPOGRUPPO DI FDI ALLA CAMERA FU TOMMASO FOTI, CHE SCELSE IL CAMERATA BOLOGNESE COME SUO SUCCESSORE. QUANDO CI FU IL PASSAGGIO DI CONSEGNE, FOTI ASSICURÒ CHE NON AVREBBE POTUTO SCEGLIERE UN SUCCESSORE MIGLIORE (PENSA COM'ERANO GLI ALTRI PRETENDENTI) - DI SICURO BIGNAMI NON È MAI STATO TROPPO ISTITUZIONALE NEGLI INTERVENTI IN AULA: SPESSO PROVOCATORIO, OGNI VOLTA CHE PARLA IRRITA L'OPPOSIZIONE. PARE CHE UNA TELEFONATA DA PALAZZO CHIGI E UN CONSIGLIO “PATERNO” BY FOTI LO AVESSERO INDOTTO A MAGGIOR EQUILIBRIO. SINO A IERI…

sergio mattarella guido crosetto galeazzo bignami adolfo urso giorgia meloni

FLASH! - SULLA QUESTIONE GAROFANI-BELPIETRO, RIMBOMBA IL SILENZIO ASSORDANTE DI GUIDO CROSETTO. CHE LA LINEA DEL MINISTRO DELLA DIFESA E COFONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA SIA PIÙ IN SINTONIA CON IL COLLE CHE CON I CAMERATI DI “PA-FAZZO” CHIGI DI VIA DELLA SCROFA, NON È UNA NOVITÀ. D’ALTRONDE, NEL 2022 FU MATTARELLA A VOLERE CROSETTO ALLA DIFESA, DOPO AVER BOCCIATO IL NOME DI ADOLFO URSO PROPOSTO DA MELONI. ED È SEMPRE STATO CONSIDERATO UN “INTERLOCUTORE” DEL COLLE, TANT’È CHE GUIDONE SMISE DI PARTECIPARE  AI CONSIGLIO DEI MINISTRI POICHÉ TUTTI DAVANTI A LUI TENEVANO LA BOCCUCCIA CHIUSA…

maurizio belpietro giorgia meloni galeazzo bignami francesco saverio garofani sergio mattarella

GIORGIA MELONI NON ARRETRA! DOPO L'INCONTRO AL QUIRINALE CON MATTARELLA, LA DUCETTA HA RIBADITO LA VERSIONE DEL CAMERATA GALEAZZO BIGNAMI: “RAMMARICO PER LE PAROLE ISTITUZIONALMENTE E POLITICAMENTE INOPPORTUNE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI” – AL CONSIGLIERE DI MATTARELLA SARÀ SFUGGITA UNA PAROLA DI TROPPO, MA DA UNA BANALE OSSERVAZIONE POLITICA SUL CENTROSINISTRA AL GOLPE QUIRINALIZIO, CI PASSA UN OCEANO – PERCHÉ BELPIETRO NON PUBBLICA L'AUDIO IN CUI GAROFANI EVOCAVA UN “PROVVIDENZIALE SCOSSONE” (AMMESSO CHE LO "SCOSSONE" NON SI RIFERISSE AL CENTROSINISTRA)? SE LO FACESSE, LA QUESTIONE SAREBBE CHIUSA: PER GAROFANI SAREBBE DIFFICILE RESTARE AL SUO POSTO – IL QUIRINALE AVEVA FATTO SAPERE CHE DOPO L’INCONTRO CI SAREBBE STATO UN COMUNICATO. PER ORA L’HA FATTO LA MELONI: CI SARÀ UN’ALTRA NOTA DAL COLLE? - BIGNAMI INSISTE: "CI HA SORPRESO LA REAZIONE SCOMPOSTA DEL PD, GAROFANI HA CONFERMATO I CONTENUTI E NON HO VISTO PIATTI VOLARE DAL QUIRINALE..."