giuseppe conte mattarella di maio

DAGONEWS - WEEKEND DI LAVORO A PALAZZO CHIGI: CONTE E IL SUO ALTER EGO CHIEPPA LAVORANO ALLA STESURA DEL DELICATO DISCORSO PER OTTENERE LA FIDUCIA AL SENATO, RISICATA E MESSA A DURA PROVA DALLE INTERVISTE DELLA DE MICHELI SULLE AUTOSTRADE E DI ORLANDO SULLA RIFORMA BONAFEDE - GRANDI MANOVRE PER LA LISTA DEI SOTTOSEGRETARI E DEI VICEMINISTRI - LINEE BOLLENTI SUL RUOLO DI GENTILONI: PERSA LA VICE-PRESIDENZA ESECUTIVA SEMBRANO SFUMATI ANCHE GLI AFFARI ECONOMICI, PERCHÉ…

DAGONEWS

 

Weekend di lavoro nel Palazzo di Governo.

giuseppe conte stringe la mano a luigi di maio

A Palazzo Chigi si lavora alla stesura del delicato discorso di Conte per ottenere la fiducia alle Camere lunedì e martedì prossimi. Un discorso a quattro mani di Giuseppe Conte e Roberto Chieppa, ormai diventato l’alter ego del Premier. Allo stesso tempo si lavora di buona lena alla definizione della lista dei sottosegretari e dei vice ministri. Un lavoro complesso al quale si stanno dedicando il vice segretario PD Orlando e il fresco di nomina Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Riccardo Fraccaro.

 

GOVERNO CONTE BIS BY TERRE IMPERVIE

In un momento così delicato prima della fiducia dove al Senato i numeri sono risicati Conte deve anche attutire i colpi delle reazioni grilline all’intervista di Paola De Micheli sul no alla revoca della concessione ai Benetton e alle dichiarazioni di Andrea Orlando che mettono in discussione l’impalcatura della riforma giudiziaria. In effetti il Premier si è molto irritato per queste esternazioni il giorno dopo il giuramento del Governo.

 

roberto chieppa

Un'eccessiva frenesia di protagonismo di cui non se ne sente il bisogno e di cui lui farebbe volentieri a meno. E poi c’è il dossier “politica estera”. Se il Conte bis ha avuto luce una parte importante l’hanno giocata le cancellerie estere che contano esercitando un soft power a 360 gradi. E proprio Conte vuole gestire in prima persona, con l’aiuto dell’ormai fidato consigliere diplomatico ambasciatore Benassi, i rapporti importanti con la UE, Washington, Mosca e Pechino.

 

Quello con la Cina è un dossier da maneggiare con cura. Si sa che sono state date assicurazioni agli USA, attraverso l’ambasciatore Eisenberg, di un raccordo costante prima di assumere impegni di rilevanza strategica con Pechino. E tant’è che qualche perplessità ha suscitato la nomina come Capo di Gabinetto agli Esteri di Ettore Sequi, attuale ambasciatore in Cina e attore protagonista degli accordi firmati lo scorso marzo tra Italia e Cina.

andrea orlando e nicola zingaretti

 

All’epoca Di Maio era ministro dello sviluppo economico e intratteneva rapporti sia con Huawei che con ZTE. Sul 5G, dopo che il governo nel suo primo CDM ha varato la regola del golden power, Palazzo Chigi, in linea con la Germania, si augura che la pace tra Cina e USA non sia lontana. Anche se sulle tecnologie sensibili gli USA stanno pensando a contromisure in grado di disinnescare azioni offensive.

 

Nel Palazzo si lavora alacremente sul filo del telefono anche per definire il portafoglio da assegnare a Gentiloni per non rischiare di sminuire il ruolo di un ex presidente del Consiglio che ha già visto sfumare la vice presidenza esecutiva e che a questo punto potrebbe doversi accontentare della posizione di Commissario all’industria. Sembra sfumato, infatti, il portafoglio degli Affari Economici per la netta opposizione dei paesi del nord e anche, si sottolinea a Bruxelles, per una difesa troppo soft della Von der Leyen.

PAOLO GENTILONI URSULA VON DER LEYENpaola de micheli se la ride al giuramento

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – LE REGIONALI SONO ANDATE A FINIRE COME NON VOLEVA, SALTELLANDO FUNICULÌ-FUNICULÀ, GIORGIA MELONI: LA "STATISTA DELLA SGARBATELLA", CHE RISCHIA DI NON TORNARE A PALAZZO CHIGI TRA DUE ANNI, ACCELERA SULLA DOPPIETTA PREMIERATO-LEGGE ELETTORALE, MA NON TUTTO FILA LISCIO A PALAZZO CHIGI: SALVINI E TAJANI SPUTERANNO SANGUE PUR DI OPPORSI ALL’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, CHE FINIREBBE PER CANNIBALIZZARLI - LA LEGA È CONTRARISSIMA ANCHE AL PREMIO DI MAGGIORANZA ALLA COALIZIONE (CON LA SOGLIA AL 40%, LA LEGA DIVENTEREBBE SACRIFICABILE) – ALTRA ROGNA: IGNAZIO LA RUSSA SCENDE IN CAMPO IN MODALITÀ SCASSA-MELONI: HA RINFOCOLATO LA POLEMICA SU GAROFANI E SE NE FOTTE DEI DIKTAT DELLA DUCETTA (FIDANZA SINDACO DI MILANO? NO, MEJO LUPI; PRANDINI GOVERNATORE DELLA LOMBARDIA? NO, QUELLA È ROBA MIA)

francesco de tommasi marcello viola daniela santanche ignazio leonardo apache la russa davide lacerenza pazzali

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE INCHIESTE MILANESI SULLA SANTANCHE', SUL VISPO FIGLIO DI LA RUSSA, SUL BORDELLO DELLA "GINTONERIA" AFFOLLATA DI POLITICI, IMPRENDITORI E MAGISTRATI, OPPURE SULL'OSCURA VENDITA DELLA QUOTA DI MPS DA PARTE DEL GOVERNO A CALTAGIRONE E COMPAGNI? - A TALI ESPLOSIVE INDAGINI, LE CUI SENTENZE DI CONDANNA AVREBBERO AVUTO UN IMMEDIATO E DEVASTANTE RIMBALZO NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, ORA SI AGGIUNGE IL CASO DEL PM FRANCESCO DE TOMMASI, BOCCIATO DAL CONSIGLIO GIUDIZIARIO MILANESE PER “DIFETTO DEL PREREQUISITO DELL’EQUILIBRIO” NELL’INDAGINE SUL CASO DI ALESSIA PIFFERI – MA GUARDA IL CASO! DE TOMMASI È IL PM DELL’INCHIESTA SUI DOSSIERAGGI DELL’AGENZIA EQUALIZE DI ENRICO PAZZALI, DELICATISSIMA ANCHE PER I RAPPORTI DI PAZZALI CON VERTICI GDF, DIRIGENTI DEL PALAZZO DI GIUSTIZIA MILANESE E 007 DI ROMA - SE IL CSM SPOSASSE IL PARERE NEGATIVO DEL CONSIGLIO GIUDIZIARIO, LA CARRIERA DEL PM SAREBBE FINITA E LE SUE INDAGINI SUGLI SPIONI FINIREBBERO NEL CESTINO - LA PROCURA DI MILANO RETTA DA MARCELLO VIOLA, CON L'ARRIVO DELL'ARMATA BRANCA-MELONI, E' DIVENTATA IL NUOVO ''PORTO DELLE NEBBIE''?

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”