giorgia meloni matteo salvini - by edoardo baraldi

DAGOREPORT! - AVVISATE LA MELONA DI TENERE SOTTO OSSERVAZIONE LO STATO NEUROLOGICO DI SALVINI: SE ALLE EUROPEE DEL 9 GIUGNO LA LEGA, COME RILEVANO I CRUDELI SONDAGGI, CROLLASSE AL 7% (E SUBISSE L'UMILIANTE SORPASSO DI FORZA ITALIA), PRIMA DI ESSERE SFIDUCIATO DAL CONSIGLIO DEL CARROCCIO, IL “CAPITONE” POTREBBE TENTARE UN PAPEETE BIS: UN SALVATAGGIO DISPERATO DELLA SUA LEADERSHIP TOGLIENDO LA FIDUCIA AL GOVERNO DUCIONI - UN FILM GIÀ VISTO QUANDO SALVINI, ANGOSCIATO DAL SORPASSO DI FDI, IN DUPLEX CON BERLUSCONI-RONZULLI, FECE SALTARE IL GOVERNO DRAGHI E TRASCINÒ IL PAESE ALLE URNE - LE TRAME DEL "CAPITONE" CON RENZI, MENTRE RISBOCCIA LA VECCHIA LIAISON PER CONTE - DOPO LE EUROPEE, SALVO FRATELLI D'ITALIA, NULLA SARÀ COME PRIMA. NON SOLO IN ITALIA: GLI EURO-POTERI HANNO TANTI MODI PER INTRALCIARE LA DUCETTA E IL SUO CAMALEONTISMO...

DAGOREPORT

MATTEO SALVINI GIORGIA MELONI

Visto che il tempo è denaro e la vita è breve, non staremo a tediarvi con l’ennesima lista di questioni su cui Giorgia Meloni e Matteo Salvini litigano e si sfanculano, ogni giorno che Dio manda in terra.

 

L’ultimo pretesto per scazzottare è la possibilità di concedere il terzo mandato agli amministratori locali.  Il tema sta particolarmente a cuore a Salvini, che ha come obiettivo quello di tenerlo lontano dalla leadership del Carroccio, blindando Luca Zaia alla guida del Veneto per altri cinque anni.

 

giorgia meloni luca de carlo

Fratelli d’Italia, che invece il Veneto vuole papparselo assecondando i nuovi rapporti di forza all’interno della coalizione con la canditatura del bellunese Luca De Carlo, attuale coordinatore regionale di Fratelli d'Italia, non ha nessuna voglia di accontentare le richieste del Carroccio. E dopo aver perduto la doviziosa Lombardia, per la Lega la conquista meloniana del Veneto sarebbe la fine.

 

salvini rixi

Tra un no e un vaffa, si è arrivati all’ultima minaccia di Salvini. Alza l'asticella il suo braccio destro al ministero dei Trasporti, Edoardo Rixi: “Noi portiamo avanti questa istanza del terzo mandato, ma il ragionamento è sempre complessivo e vale anche sul premierato. Altrimenti anche noi decideremo come comportarci su quel tema”. Come a dire: attenta Giorgia, che facciamo saltare “la madre di tutte le riforme”.

 

GIORGIA MELONI E IL TERZO MANDATO - VIGNETTA BY ELLEKAPPA

Di qui al 9 giugno, quando gli italiani saranno chiamati a votare per le elezioni europee, bene farebbe Giorgia Meloni a tenere sotto osservazione lo stato neurologico del suo alleato Salvini, soprattutto ora che la voglia di stravincere ha inebriato le sinapsi dei Fratelli d’Italia.

 

I sondaggi rilevano dati crudeli per Salvini: danno la Lega al 7%, vicina ad essere sorpassata persino da ciò che resta di Forza Italia, senza Silvio Berlusconi e con la guida inerte di Antonio Tajani.

 

Se le più funeste previsioni sul Carroccio fossero confermate dagli elettori, Salvini, un attimo prima di essere defenestrato dal consiglio federale della Lega, potrebbe terremotare il governo.

 

salvini renzi

Un papeete-bis che gli permetterebbe di tentare un salvataggio disperato della sua leadership per non finire arrosto. Un film già visto con il governo Draghi, quando Salvini, d’accordo con Licia Ronzulli, fece saltare il banco grazie alla miccia innescata da Conte (l’inceneritore a Roma) e trascinò il Paese alle urne, preoccupato del sorpasso di Fratelli d’Italia sulla Lega. Finì come temeva, con la sora Giorgia a Palazzo Chigi e lui a fare da junior partner.

 

Poiché Salvini non intende né fare il vassallo di "Io so' Giorgia e tu non sei cazzo", né essere silurato dalla guida della Lega (la dirigenza del Nord, come scrive oggi Carmelo Caruso sul “Foglio”, già prepara il golpe per sostituirlo con Fedriga), sta muovendo le sue pedine.

 

matteo salvini giuseppe conte

Da un lato, pare che la disperazione stia facendo sbocciare un asse tra i due Matteo (Salvini e Renzi), che si confrontano e si consultano per interposta persona.

 

Oggi Salvini sarà al Senato per il question time e saranno più chiare le dinamiche di questa presunta alleanza. L’obiettivo del ministro dei Trasporti è trovare appoggi per uscire dall’angolo dove la Ducetta l’ha relegato e lo sta suonando come un pugile.

 

Il senatore semplice di Riad non se l’è fatto ripetere due volte, e chiaramente nemmeno l’ex infermiera Licia Ronzulli, che da sempre ha ottimi rapporti con Salvini (ai bei tempi, lavorava per una “leghizzazione” di Forza Italia). Le correnti sotterranee ai partiti, dicono, si stanno muovendo incessantemente.

 

RONZULLI SALVINI

A proposito di sponde per contare di più, Salvini ha riscoperto nelle ultime ore un vecchio amore mai sopito: quello per Giuseppe Conte, l’Avvocato del popolo inventato da Rocco Casalino con cui ballò nell’anno e mezzo più pazzo della Terza Repubblica con il governo gialloverde.

 

I due disperati, in chiave anti Rossi, hanno entrambi difeso a spada tratta l’ad della Rai, Roberto Sergio, e ieri la Lega avrebbe votato il componente del M5s, Gianmauro Dell’Olio, alla Commissione di vigilanza Cdp.

 

Che l’operazione di Salvini riesca, è tutto da vedere. Ma non è detto che, prima che il “Capitone” faccia saltare il tavolo, ci pensi direttamente la Melona. Come ha saggiamente preconizzato l’ex senatore Pd, Luigi Zanda, in un’intervista a “Repubblica”: “Penso che Salvini alle europee prenderà uno schiaffone. Non romperà. L’unica che può farlo è Meloni, quando si stuferà di Salvini e chiederà il voto”. E poi, caro Zanda, potgrebbe replicare Salvini, senza i voti della Lega con chi lo fa la premier coatta del Colle Oppio un nuovo governo? Finora, l'esecutivo si regge su tre gambe...

 

GIORGIA MELONI MATTEO SALVINI - PONTE SULLO STRETTO E LEGGE FORNERO - VIGNETTA BY OSHO

In ogni caso, dopo le elezioni europee, indipendentemente dalle sorti del governo, nulla sarà come prima. A parte Fratelli d’Italia, tutti gli altri partiti, dal Pd alla Lega, da Forza Italia al M5s fino ad arrivare ai centristi del Terzo Po(l)lo, subiranno smottamenti, rivoluzioni o cambi di leadership. Cambierà anche la disponibilità finora concessa, per motivi elettorali, dagli euro-poteri a Giorgia Meloni.

 

Come ha rilevato anche un politologo fiancheggiatore della Melona,  il professor Giovanni Orsina sulla “Stampa”: “Nel momento in cui la partita delle europee si sarà conclusa, Meloni potrebbe perdere le risorse politiche di cui ha goduto finora perché il prossimo Parlamento dovrebbe restare nelle mani dell'establishment europeista. Demonizzare un partito che prende intorno al 30% dei voti e che governa in Italia non è agevole. Ma ci sono tanti modi per intralciarlo o anche solo per non aiutarlo”.

 

giorgia meloni ursula von der leyen vertice italia africa

ULTIMATUM DEL CARROCCIO “SE MELONI NON CEDE IL PREMIERATO È IN BILICO IN VENETO NOI CONTRO FDI”

Estratto dell’articolo di Tommaso Ciriaco per “la Repubblica”

 

È il piano finale di Matteo Salvini. La exit strategy del Carroccio, che considera la guida del Veneto un passaggio di pura e semplice sopravvivenza. Scatterà […] il minuto dopo l’eventuale bocciatura definitiva della proposta leghista di introdurre la possibilità di un terzo mandato per i governatori.

 

giuseppe conte matteo salvini

È un progetto in due step. Ne hanno ragionato i vertici del partito, promettendo «battaglia» per Luca Zaia. E ieri alcuni indizi hanno anticipato la nuova fase. In un angolo del Transatlantico, Edoardo Rixi - viceministro alle Infrastrutture e dunque vice di Salvini al dicastero, pezzo grosso del Carroccio ascoltato dal segretario - svela alcuni punti della possibile offensiva.

 

«Sul Veneto - premette - posso assicurare che non molleremo. Zaia vincerà anche le prossime elezioni. Come? Se sarà necessario, anche candidandosi come semplice consigliere in una lista civica o in quella della Lega. E decidendo poi un nome a lui vicinissimo per la presidenza. Vediamo a quel punto se vince lui con il 40% o il meloniano De Carlo. Secondo me vince lui e perde De Carlo».

 

meme giorgia meloni matteo salvini

[…] Con studiata prudenza, Rixi lascia intendere anche l’altro terreno su cui potrebbe spostarsi il duello con Palazzo Chigi, se la premier non dovesse accettare le richieste del Carroccio: «Noi portiamo avanti questa istanza del terzo mandato, ma il ragionamento è sempre complessivo e vale anche sul premierato. Altrimenti anche noi decideremo come comportarci su quel tema».

 

Ecco, in questo clima la destra di governo prepara la campagna elettorale delle Europee e dovrà affrontare i dossier parlamentari più sensibili. Ma su un punto la Lega non cede, né cederà, né accetterà mortificazioni: il terzo mandato, appunto. Visto il peso interno di Zaia, ne va anche degli equilibri del partito. Lo dice chiaramente Rixi: «Sul Veneto vi assicuro che non molleremo mai. Devono decidere i cittadini veneti chi farà il presidente. Luca ha il settanta per cento, governa bene, permettete che voglia continuare a guidare la sua Regione?».

 

giorgia meloni luca de carlo

[…] E però la Lega sottovaluta un problema: Forza Italia, per bocca del leader Antonio Tajani, ha già fatto sapere che voterà contro l’emendamento. Restano il Pd e il Movimento, che potrebbero invece aiutare il Carroccio per sgambettare la maggioranza e incassare anche la possibile rielezione di De Luca e di Michele Emiliano.

 

Chi soffre di più, in questo scenario, è Fratelli d’Italia. Il partito di Meloni, in palese difficoltà, prova ad allontanare il momento della scelta e medita di bloccare al Senato l’emendamento della discordia, dichiarandolo non ammissibile. Ma nel frattempo, il meloniano Luca De Carlo si dice comunque pronto a correre da governatore per la conquista del Veneto. Un’opa sulla Lega. Uno schiaffo che annienterebbe la Lega a favore di Meloni, Rixi? «Penso che a questo Paese serva pluralismo»

LUCA ZAIA MATTEO SALVINI

 

[…] Fratelli d’Italia è in allerta. Meloni, raccontano, è un po’ stufa. Si lamenta delle continue divisioni, anche se lo fa soprattutto in privato. E aspetta di capire cosa succederà al Senato sul terzo mandato. Perché se nei prossimi giorni la Lega dovesse esagerare, allora anche il comizio dei tre leader a Cagliari sarebbe a rischio. Chi siede a Palazzo Chigi, si sa, può stravolgere l’agenda anche all’ultimo minuto.

luca de carlo edoardo rixi con matteo salvini 2meloni e salvini belve vignetta by rolli per il giornalone la stampa

Ultimi Dagoreport

alessandro giuli lucia borgonzoni manuela cacciamani mazzi rampelli giulio base film albatross 2025albatross angelo mellone perla tortora paolo petrecca alma manera

DAGO-CAFONAL! - DAI FRATELLI WARNER DI HOLLYWOOD AI FRATELLI D’ITALIA DI CINECITTÀ, IL CIAK È A DESTRA! - E VOILÀ! DOMANI SUGLI SCHERMI DEL BELPAESE ARRIVA "ALBATROSS", IL NUOVO IMMAGINARIO CAPOLAVORO DI GIULIO BASE, MARITATO TIZIANA ROCCA - ALL’ANTEPRIMA ROMANA, GOVERNO IN PRIMA FILA: TAPPETO ROSSO PER IL MINISTRO GIULI-VO DEL “PENSIERO SOLARE”; AVANTI I DIOSCURI RAI, ROSSI E MELLONE, FATE LARGO AL “GABBIANO SUPREMO” DI COLLE OPPIO, FABIO RAMPELLI, CON MOLLICONE DI SCORTA - NEL FOYER DEL CINEMA SI SBACIUCCHIANO PAOLO PETRECCA, DIRETTORE DI RAI SPORT, E L’AMATA ALMA MANERA - SE LUCIA BORGONZONI TIMBRA IL CARTELLINO PER LA LEGA, A TENERE ALTO IL PENNONE DI FORZA ITALIA C’È MAURIZIO GASPARRI, NEL '70 SEGRETARIO PROVINCIALE DEL FRONTE DELLA GIOVENTÙ – PER I DUE PRODUTTORI, PAOLO DEL BROCCO (RAI CINEMA) E GENNARO COPPOLA (COMPAGNO DI MANUELA CACCIAMANI, PRESIDENTE DI CINECITTA'), ‘STO “ALBATROSS” DI GIULIO BASE DEVE SUSCITARE VERAMENTE “GRANDE ATTENZIONE” VISTO CHE IL 18 GIUGNO SCORSO SAREBBE AVVENUTA UNA PROIEZIONE PRIVATA DEL FILM ALLA PRESENZA DI IGNAZIO LA RUSSA E DI SISTER ARIANNA MELONI…

cetrioloni per l italia - meme by edoardo baraldi giorgia meloni economia crisi soldi

DAGOREPORT - GIORGIA MELONI PUÒ FARE TUTTE LE SMORFIETTE CHE VUOLE MA A NATALE RISCHIA DI TROVARE SOTTO L'ALBERO UN'ITALIA IN GRANDE DIFFICOLTA' ECONOMICA. E SE I CITTADINI TROVERANNO LE TASCHE VUOTE, ANCHE IL PIU' INCROLLABILE CONSENSO PUO' SGRETOLARSI - IL POTERE D'ACQUISTO AUMENTA DELLO 0,9% ORA, MA NEGLI ULTIMI ANNI È CROLLATO DEL 20% - DA UN LATO L'INFLAZIONE TORNA A CRESCERE, DALL'ALTRO IL PIL CALA. E DAL 2026, CON LA FINE DEL PNRR, CHE HA "DROGATO" IL PRODOTTO INTERNO LORDO, LA SITUAZIONE NON POTRÀ CHE PEGGIORARE. SENZA CONSIDERARE L'EFFETTO TSUNAMI DEI DAZI DI TRUMP SU OCCUPAZIONE ED EXPORT - SE CI FOSSE UN'OPPOSIZIONE DECENTE, MARTELLEREBBE OGNI GIORNO SU QUESTI TEMI: SALARI DA FAME, TASSE CHE CONTINUANO A SALIRE, ECONOMIA CHE RISTAGNA. MA LA PRIORITÀ DI SCHLEIN SONO I GAY UNGHERESI E QUELLE DI CONTE E' FARE IL CANDIDATO PREMIER DEL CAMPO LARGO...

matteo salvini giorgia meloni antonio tajani

DAGOREPORT - MALGRADO UN’OPPOSIZIONE SINISTRATA E SUPERCAZZOLARA, L’ESTATE DELLA DUCETTA È  MOLESTATA DA BRUTTI PENSIERI - SE IN EUROPA CERCA DI DEMOCRISTIANIZZARSI, IN CASA LA MUSICA CAMBIA. SE PRENDE UNA SBERLA ALLE REGIONALI D’AUTUNNO, LA PREMIER TEME CHE UNA CADUTA POSSA TRASFORMARSI NELL’INIZIO DELLA FINE. COME È ACCADUTO AL PD DI RENZI, ALLA LEGA DI SALVINI, AL M5S DI DI MAIO. DI COLPO, DALL’ALTARE ALLA POLVERE - ECCO IL PESANTE NERVOSISMO PER LE CONTINUE “STONATURE” DEL TROMBONISTA SALVINI, CHE VEDE LA SUA LEADERSHIP MESSA IN PERICOLO DAL GENERALISSIMO VANNACCI. OPPURE QUELLE VOCI DI UN CAMBIO DI LEADERSHIP DI FORZA ITALIA, STANCHI LOS BERLUSCONES DI VEDERE TAJANI COL TOVAGLIOLO SUL BRACCIO AL SERVIZIO DELLA SORA GIORGIA. OCCORRE UN NUOVO MARINAIO AL TIMONE PER CAMBIARE ROTTA: ETTORE PRANDINI, PRESIDENTE DELLA COLDIRETTI? - QUESTA È LA CORNICE IN CUI SI TROVA OGGI IL GOVERNO MELONI: TUTTO È IN MOVIMENTO, NULLA È CERTO…

ferragni city life

CHE CRASH! DA CASA FERRAGNI ALL’INSEGNA DI GENERALI, LA CADUTA DELLA MILANO CITY LIFE - LETTERA A DAGOSPIA DI PIERLUIGI PANZA: ‘’SI È PASSATI DALLA MILANO INDUSTRIALE A QUELLA DEI CREDULONI DEL PANDORO, PER FINIRE ALLA CADENTE MILANO FINANZIARIA ORA CHE MPS VUOL PRENDERSI MEDIOBANCA PER PRENDERSI GENERALI - NEL BANDO PER CITY LIFE L’ACCORDO IMPONEVA CHE “IL 50% DELL’AREA FOSSE DESTINATA A VERDE PUBBLICO”. ECCOME NO! RENZO PIANO PRESENTÒ UN PROGETTO METÀ VERDE E METÀ CON UN GRATTACIELO E QUALCHE CASA. LO BOCCIARONO. SI SPALANCARONO COSÌ LE PORTE AD ALTRI ARCHISTAR: LIBESKIND, HADID E ISOZAKI. E COSÌ CITY LIFE È DIVENTATA UN NON-LUOGO, UN DUBAI SHOPPING MALL DIVENUTO UTILE ALLA COLLETTIVITÀ GRAZIE AL COVID, PERCHÉ LÌ CI FACEVANO LE VACCINAZIONI...

mediobanca mediolanum massimo doris nagel

MEDIOSBANCA! – BANCA MEDIOLANUM ANNUNCIA LA VENDITA DELLA SUA QUOTA DEL 3,5% IN MEDIOBANCA A INVESTITORI ISTITUZIONALI. E A NAGEL, ALLE PRESE CON L’OPS DI MPS, VIENE MENO IL PRIMO SOCIO DELL'ACCORDO DI CONSULTAZIONE TRA AZIONISTI – ERA UNA MOSSA PREVISTA DAL MOMENTO CHE L’EVENTUALE FUSIONE MEDIOBANCA-BANCA GENERALI TRASFORMEREBBE IL CORE BUSINESS DI PIAZZETTA CUCCIA NELLA GESTIONE DEL RISPARMIO, ANDANDO A SBATTERE CON L’IDENTICA ATTIVITÀ DELLA BANCA DI DORIS E BERLUSCONI….

mattarella nordio meloni giorgia carlo sergio magistrati toghe giudici

DAGOREPORT - MENTRE ELLY SCHLEIN PENSA DI FARE OPPOSIZIONE VOLANDO A BUDAPEST A SCULACCIARE ORBAN PER I DIRITTI DEI GAY UNGHERESI, GIORGIA MELONI E I SUOI FRATELLI D’ITALIA SI RITROVANO DAVANTI UN SOLO "NEMICO": LA COSTITUZIONE - SE DALLA CORTE DEI CONTI ALLA CASSAZIONE C'E' IL MATTARELLO DI MATTARELLA, LA MUSICA CAMBIA CON LA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA DI NORDIO - UNA VOLTA CHE IL PARLAMENTO APPROVERÀ LA “SEPARAZIONE DELLE CARRIERE” DI GIUDICI E PM, S’AVANZA IL RISCHIO CHE LE PROCURE DIPENDERANNO DAL MINISTERO DI GIUSTIZIA - ULTIMA SPES È IL REFERENDUM CONFERMATIVO CHE PER AFFONDARE UNA LEGGE DI REVISIONE COSTITUZIONALE NON  STABILISCE UN QUORUM: È SUFFICIENTE CHE I VOTI FAVOREVOLI SUPERINO QUELLI SFAVOREVOLI - ECCO PERCHE' IL GOVERNO MELONI HA LA COSTITUZIONE SUL GOZZO...