giorgia meloni alfredo mantovano giovanbattista alessandro giuli francesco spano

DAGOREPORT - AL CUOR DI GIULI NON SI COMANDA! ACCECATO DAL FASCINO DARDEGGIANTE DI FRANCESCO SPANO, IL MINISTRO BASETTONI L’HA DESIGNATO SUO CAPO DI GABINETTO. MAI NOMINA FU TANTO SCIAGURATA: COLLABORATORE DI GIULIANO AMATO E DI MARIA ELENA BOSCHI, SEGRETARIO GENERALE AL MUSEO MAXXI EPOCA MELANDRI, IL TENEBROSO SPANO FU TRAVOLTO NEL 2017 DA UNO SCANDALETTO CHE LO COSTRINSE, TRA L'ALTRO, A DICHIARARE LA SUA OMOSESSUALITÀ - UN PEDIGREE LONTANO UN VENTENNIO DAI VALORI DI “IO SONO GIORGIA: SONO UNA DONNA, SONO UNA MADRE, SONO CRISTIANA” - AGGIUNGERE L’ARROGANZA IN GILET DAMASCATO DI GIULI-RIDENS CHE SE N’È ALTAMENTE FREGATO DI COMUNICARE AI SOTTOSEGRETARI MANTOVANO (ULTRA-CATTOLICO) E FAZZOLARI (ULTRA-TUTTO), DELLA SUA VOLONTÀ DI NOMINARE IL SUO COCCO GAIO E DE SINISTRA - L’INCAZZATURA DELLA FIAMMA TRAGICA DEFLAGRA AL PENSIERO CHE SPANO PARTECIPERÀ AI PRE-CONSIGLI DEI CDM. METTERÀ PIEDE NEL SANCTA SANCTORUM DEL GOVERNO, OCCHI E MANI E ORECCHIE SUI DOSSIER IMPORTANTI, E PER UNA SQUADRA DI GOVERNO OSSESSIONATA DAI COMPLOTTI, ESASPERATA DAI TRADIMENTI E INFILTRATA DAGLI “INFAMI” LA SUA PRESENZA SARÀ COME GETTARE BENZINA SUL FUOCO

 

 

 

 

DAGOREPORT

ALESSANDRO GIULI

Al cuor non si comanda, si sa. Quando scocca una scintilla, un’affinità elettiva, un’estasi intellettuale non v’è ragione che tenga. Deve averlo vissuto sulla sua pelle anche il neo-ministro della Cultura (infosfera compresa), Alessandro Giuli.

 

L’ex giornalista del “Foglio” e di “Libero”, protagonista armato di piffero di programmi Rai uno più fallimentare dell’altro, una volta issato sulla poltrona più importante a via del Collegio romano, non ha resistito alla tentazione di sfanculare brutalmente Francesco Gilioli (funzionario del Senato che Ignazio La Russa e  Maurizio Gasparri caldeggiarono a Genny Sangiuliano) dal ruolo di capo di gabinetto per metterci il 47enne Francesco Spano.

 

Francesco Spano

Avvocato, classe 1977, nato a Pisa, Spano è stato segretario generale a più riprese al Museo MAXXI, epoca Melandri, dove ha avuto la fortuna di conoscere il sorriso prestampato di Giuli, che dal 12 dicembre 2022 al 6 settembre 2024 ha ricoperto (si fa per dire) l’incarico di presidente.

 

I due si sono “presi” subito: caldo affiatamento e solida intesa. Ne è nata una proficua collaborazione e feeling che ha convinto Giuli a trasferire il sodalizio anche al ministero.

 

Solo che Spano, gay dichiarato, non risponde per nulla all’identikit gradito ai meloniani: non è di destra, non ha frequentato in gioventù la sezione del Msi di Colle Oppio e non è neanche ascrivibile a uno dei partiti della maggioranza. È stato collaboratore di Giuliano Amato e di Maria Elena Boschi, è esperto di dialogo interculturale e interreligioso, consulente per il Pd in merito a questioni di immigrazione, pari opportunità, e tutela delle minoranze.

 

 

valeria falcioni alessandro giuli

La nomina di Spano ha subito sollevato polemiche interne alla destra, a partire dall’associazione integralista cattolica Pro Vita & Famiglia Onlus per la sua vicinanza alle istanze LGBTQ+. Insomma, un pedigree lontano un ventennio dai valori di “Io Sono Giorgia: Sono Una Donna, Sono Una Madre, Sono Cristiana”.

 

Aggiungere l’arroganza in gilet damascato di Giuli che se n’è altamente fregato di comunicare ai sottosegretari Mantovano (ultra-cattolico) e Fazzolari (ultra-tutto), della sua volontà di nominare il suo cocco gaio e de sinistra.

 

Ovviamente la Fiamma Tragica di Palazzo Chigi non l’ha presa per niente bene (eufemismo). L’incazzatura è poi deflagrata al pensiero di vedere prossimamente Spano seduto nella ‘’loro’’ stanza dei bottoni.

 

boccia sangiuliano

Infatti, come tutti i capi di gabinetto, il 47enne avvocato parteciperà ai pre-Consiglio, gomito a gomito con il “civil servant” Mantovano, in cui si squaderna il lavoro preparatorio del successivo Consiglio dei ministri.

 

Avrà quindi occhi e mani e orecchie sui dossier importanti, metterà piede nel sancta sanctorum dell’esecutivo e per una squadra di governo già ossessionata da complotti, esasperata dai tradimenti e infiltrata dagli “infami” la sua presenza sarà difficile da digerire.

 

Senza contare che i capoccioni del governo Meloni sono stati già scottati dall’intrusività della “pompeiana esperta” Maria Rosaria Boccia che, spadroneggiando al ministero della Cultura, è costata poltrona e reputazione a Gennaro Sangiuliano e qualche attacco isterico alla Ducetta.

 

la supercazzola di alessandro giuli by osho

“Ora Giuli - è il ragionamento a bassa voce tra alcuni ex camerati - ci porta dentro casa un “abusivo”: uno che era l’avvocato di Giovanna Melandri e che non ha mai ricoperto il difficile e complesso incarico di capo di gabinetto di un ministero di prima fascia come i Beni Culturali? Non c’era nessuno dei nostri da scegliere, tra Corte dei Conti e Consulta, dove di solito si pescano i capi di gabinetto?”.

 

Il ministro basettoni tira dritto verso l’infosfera, non teme i giudizi e non ascolta nessuno, obnubilato dal suo eloquio ampolloso: “Rispondo solo alla premier Giorgia Meloni”, risponde arrogante a chi osa intromettersi.

 

alessandro giuli - tatuaggio aquila fascista

La sua stima per il tenebroso Spano è al limite della devozione, al punto tale da spingerlo a sfidare i “vaffa” dei camerati del post-fascio: chi sono costoro per dirgli cosa fare? Come osano contraddire il “re delle supercazzole con scappellamento a destra” (copyTravaglio)?

 

Accecato dal fascino dardeggiante e raggiante di pallore di Spano, Alessandro Mignon miracolato Magno ministro ha chiuso anche gli occhi sullo scandalo che travolse il suo novello capo di gabinetto qualche anno fa.

 

Come ricorda “Gay.it”: “Nel 2017, quando era a capo dell’Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali (Unar), Spano era finito in un vorticoso tunnel di accuse per aver destinato 55mila euro di fondi – secondo la ricostruzione di stampo scandalistico de “Le Iene” – ad un’associazione LGBTI+ romana che li avrebbe usati per finanziare luoghi in cui le persone si vedevano per consumare sesso, anche a pagamento”.

 

GIOVANNA MELANDRI - FRANCESCO SPANO - 2022 - FOTO LAPRESSE

“Un’accusa - prosegue “Gay.it” - successivamente smentita dai fatti, e che non ebbe alcuna conseguenza legale secondo la Corte dei Conti, ma che costrinse lo stesso Spano alle dimissioni dall’UNAR. L’associazione non vide mai quei soldi e il bando fu ritirato. In quell’occasione, nel 2017, Francesco Spano era stato anche vittima di outing”.

 

Lo spiacevole episodio si chiuse con il povero Spano costretto, probabilmente controvoglia, a rivelare la propria omosessualità. Inoltre gli strascichi e i veleni hanno alimentato molti dubbi sulle “manine” smaltate che s’attivarono per alzare il poco gaio polverone.

 

MARIA ELENA BOSCHI E FRANCESCO SPANO

Lo conferma anche “Gay.it”: “La vicenda è ancora oggi una delle pagine più disastrose della mancanza di unità del movimento LGBTIAQ+ italiano, spesso assediato da faide intestine legate proprio ai fondi UNAR.

 

La stessa premier Giorgia Meloni all’epoca aveva aspramente criticato il finanziamento che Spano aveva destinato all’associazione LGBTI romana, che dopo lo scandalo fu sciolta anche a causa di opache gestioni finanziarie. La soffiata al tv-show “Le Iene” fu fatta da un’associazione LGBTI romana, fortemente indispettita dal fatto che Spano aveva destinato i fondi UNAR ad un’altra realtà”.

 

ALESSANDRO GIULI MAXXI

Se Spano, all’epoca, fu preso di mira da un’associazione LGBTI romana, al punto da essere consegnato in pasto a “Le Iene”, ora va anche peggio. La decisione di andare a lavorare con i “fasci”, di offrirsi al ruolo di reggicoda di Alessandro Giuli, che ha l'aquila littoria tatuata sul petto e un passato con gli ultra-fasci di Meridiano Zero, ha fatto incazzare la “lobby gaia”, quel micro-mondo di personalità e professionisti di alto livello, da sempre intransigente verso il governo Ducioni.

 

Ps: Giuli-ridens porterà con sé al Ministero, come consulente per la comunicazione (a titolo gratuito), anche Piero Tatafiore. Un altro incontro fatale sulla via del MAXXI: Tatafiore svolgeva il ruolo di consulente per il museo, attraverso la società “Utopia” (di cui è Direttore comunicazione e sostenibilità). E per l’attuale capo ufficio stampa Andrea Petrella, scelto a suo tempo da Sangiuliano, i giorni sono contati.

ANDREA PETRELLA FRANCESCO SPANO

VIGNETTA SU ALESSANDRO GIULI - INFOSFERA EBBASTAalessandro giulieleonora daniele alessandro giuli meme sul discorso incomprensibile di alessandro giuli MAXXI - MUSEO NAZIONALE DELLE ARTI DEL XXI SECOLO la supercazzola di alessandro giuli meme by fawollo l indecifrabile discorso di giuli meme by feudalesimo e libertaINFOSFERA - MEME SU ALESSANDRO GIULICARLO NORDIO, GIUSEPPE VALDITARA E ALESSANDRO GIULI CON LA KIPPAH tweet su alessandro giuli GENNARO SANGIULIANO E ALESSANDRO GIULI COME AMICI MIEI - MEME BY EDOARDO BARALDI francesco spanoFRANCESCO SPANO FRANCESCO SPANO E LAURA BOLDRINIFRANCESCO SPANO NEL SERVIZIO DELLE IENEinfosfera ebbasta meme su alessandro giuli by gnolafrancesco spano foto di bacco

Ultimi Dagoreport

emanuele orsini romana liuzzo luiss sede

FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO" DELL’UNIVERSITÀ "LUISS GUIDO CARLI" ALLONTANANDO DALLA SEDE DELL’ATENEO ROMANO LO SPAZIO OCCUPATO DALLA "FONDAZIONE GUIDO CARLI" GUIDATA DALL’INTRAPRENDENTE ROMANA LIUZZO, A CUI VENIVA VERSATO ANCHE UN CONTRIBUTO DI 350 MILA EURO PER UN EVENTO ALL’ANNO (DAL 2017 AL 2024) - ORA, LE RESTA SOLO UNA STANZETTA NELLA SEDE LUISS DI VIALE ROMANIA CHE SCADRÀ A FINE ANNO – PRIMA DELLA LUISS, LA FONDAZIONE DELLA LIUZZO FU "SFRATTATA" DA UN PALAZZO DELLA BANCA D’ITALA NEL CENTRO DI ROMA...

rai giampaolo rossi gianmarco chiocci giorgia meloni bruno vespa scurti fazzolari

DAGOREPORT - RIUSCIRÀ GIAMPAOLO ROSSI A DIVENTARE IL CENTRO DI GRAVITÀ DELL’INDOMABILE BARACCONE RAI? - IL “FILOSOFO” DEL MELONISMO HA TENUTO DURO PER NON ESSERE FATTO FUORI DAL FUOCO AMICO DEL DUPLEX SERGIO-CHIOCCI. A “SALVARE” IL MITE ROSSI ARRIVÒ IL PRONTO SOCCORSO Di BRUNO VESPA, CON IL SUO CARICO DI MEZZO SECOLO DI VITA VISSUTA NEL FAR WEST DI MAMMA RAI - A RAFFORZARE LA SUA LEADERSHIP, INDEBOLENDO QUELLA DI CHIOCCI, È INTERVENUTA POI LA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI, “BRUCIANDO” IN PIAZZA IL DESIDERIO DI GIORGIA DI ARRUOLARLO COME PORTAVOCE - L’OPERAZIONE DI ROSSI DI ESSERE IL BARICENTRO IDEOLOGO E PUNTO DI RIFERIMENTO DI TELE-MELONI, SI STA SPOSTANDO SUI TALK-SHOW E L’INTRATTENIMENTO, A PARTIRE DALLA PROBABILE USCITA DI PAOLO DEL BROCCO, DA UNA DOZZINA DI ANNI ALLA GUIDA “AUTONOMA” DELLA CONSOCIATA RAI CINEMA, IN SCADENZA AD APRILE 2026 - IL NOME CHE SCALPITA PER ANDARLO A SOSTITUIRE, È UN AMICO FIDATO DI ROSSI, L’ATTUALE DIRETTORE DEL DAY-TIME, LO SCRITTORE-POETA-CANTANTE-SHOWMAN ANGELO MELLONE - MENTRE A RAI FICTION...

roberto vannacci matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - UNO SPETTRO SI AGGIRA MINACCIOSO PER L'ARMATA BRANCA-MELONI: ROBERTINO VANNACCI - L’EX GENERALE DELLA FOLGORE STA TERREMOTANDO NON SOLO LA LEGA (SE LA VANNACCIZZAZIONE CONTINUA, ZAIA ESCE DAL PARTITO) MA STA PREOCCUPANDO ANCHE FRATELLI D’ITALIA - IL RICHIAMO DEL GENERALISSIMO ALLA DECIMA MAS E ALLA PACCOTTIGLIA DEL VENTENNIO MUSSOLINIANO (“IO FASCISTA? NON MI OFFENDO”)  ABBAGLIA LO “ZOCCOLO FASCIO” DELLA FIAMMA, INGANNATO DA TRE ANNI DI POTERE MELONIANO IN CUI LE RADICI POST-MISSINE SONO STATE VIA VIA DEMOCRISTIANAMENTE “PETTINATE”, SE NON DEL TUTTO SOTTERRATE - IL PROGETTO CHE FRULLA NELLA MENTE DI VANNACCI HA COME TRAGUARDO LE POLITICHE DEL 2027, QUANDO IMPORRÀ A SALVINI I SUOI UOMINI IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. ALTRIMENTI, CARO MATTEO, SCENDO DAL CARROCCIO E DO VITA AL MIO PARTITO - INTANTO, SI È GIÀ APERTO UN ALTRO FRONTE DEL DUELLO TRA LEGA E FRATELLI D’ITALIA: LA PRESIDENZA DEL PIRELLONE…

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…

bomba doha qatar trump netanyahu epstein ghislaine maxwell

DAGOREPORT - COME MAI DONALD TRUMP,  PRESIDENTE DELLA PIÙ GRANDE POTENZA PLANETARIA, NON È NELLE CONDIZIONI DI COMANDARE SUL PREMIER ISRAELIANO BENJAMIN NETANYAHU? - COME E' RIUSCITO "BIBI" A COSTRINGERE L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A NEGARE PUBBLICAMENTE DI ESSERE STATO PREAVVISATO DA GERUSALEMME DELL'ATTACCO CONTRO ALTI ESPONENTI DI HAMAS RIUNITI A DOHA? - DATO CHE IL QATAR OSPITA LA PIÙ GRANDE BASE AMERICANA DEL MEDIO ORIENTE, COME MAI LE BOMBE SGANCIATE VIA DRONI SUI VERTICI DI HAMAS RIUNITI A DOHA SONO RIUSCITE A PENETRARE IL SISTEMA ANTIMISSILISTICO IRON DOME ('CUPOLA DI FERRO') DI CUI È BEN DOTATA LA BASE AMERICANA? - TRUMP ERA STATO OVVIAMENTE AVVISATO DELL’ATTACCO MA, PUR CONTRARIO A UN BOMBARDAMENTO IN CASA DI UN ALLEATO, TUTTO QUELLO CHE HA POTUTO FARE È STATO DI SPIFFERARLO ALL’EMIRO DEL QATAR, TAMIN AL-THANI - SECONDO UNA TEORIA COMPLOTTISTICA, SOSTENUTA ANCHE DAL MOVIMENTO MAGA, NETANYAHU AVREBBE IN CASSAFORTE UN RICCO DOSSIER RICATTATORIO SUI SOLLAZZI SESSUALI DI TRUMP, FORNITO ALL’EPOCA DA UN AGENTE DEL MOSSAD ''SOTTO COPERTURA'' IN USA, TALE JEFFREY EPSTEIN...