ursula von der leyen giorgia meloni olaf scholz emmanuel macron

DAGOREPORT – CHE CONFUSIONE, SARÀ PERCHÉ VOTIAMO: LE EUROPEE DEL 9 GIUGNO METTONO IN CAMPO DUE SCHIERAMENTI: URSULA & GIORGIA CONTRO MACRON & SCHOLZ - SE LE DUE BIONDE SI FANNO BELLE IN EGITTO CON 7,4 MILIARDI SGANCIATI DALL'UNIONE EUROPEA, I MASCHIETTI FANNO FUORI LE DUE MERKEL IMMAGINARIE, CHIAMANO IL POLACCO TUSK E DANNO VITA AL "TRIANGOLO DI WEIMAR" PER FRONTEGGIARE LA GUERRA UCRAINA - IL DOPPIO GIOCO DELLA DUCETTA: SPINGE URSULA MA TIENE IN CALDO LA MALTESE METSOLA – OSTACOLI PER DRAGHI - IL MESSAGGIO “IN CODICE” DI MACRON SULL’INVIO DI SOLDATI IN UCRAINA E LE PAROLE AL VENTO DI CROSETTO…

DAGOREPORT

giorgia meloni ursula von der leyen kiev

In tempi in cui la politica internazionale è sconquassata da numerosi appuntamenti elettorali, il disordine mondiale è massimo sotto il cielo, e la linea dritta, che normalmente unirebbe i puntini per capire la realtà, diventa un labirinto.

 

Il caos regna sovrano a Bruxelles, dove Ursula von der Leyen, designata spitzenkandidaten dal Ppe, dovrebbe veleggiare verso la riconferma da presidente della Commissione Ue, eppure sente venir meno molte certezze.

 

Macron Scholz Tusk

Non solo perché un quarto dei delegati del Partito popolare non ha votato per lei, o si è astenuto, ma perché sul suo mandato bis si giocano molte partite incrociate.

 

Finita ai giardinetti la sua tutor Angela Merkel, l’ex ministra della Difesa tedesca negli ultimi mesi si è avvinghiata a Giorgia Meloni accompagnandola anche a fare la spesa. In otto circostanze, in un anno, le due leader hanno viaggiato insieme. L’ultima missione, ieri, al Cairo, per baciare la pantofola di quel tenero democratico di Al Sisi.

 

MANFRED WEBER - URSULA VON DER LEYEN - ROBERTA METSOLA - CONGRESSO DEL PPE

Ursula, sotto sotto, giorno dopo giorno, è sempre più convinta di aver bisogno dei voti del gruppo dei Conservatori, guidato da Giorgia Meloni, per essere rieletta, come cinque anni fa le furono necessari i 15 voti del gruppo del Movimento 5stelle, epoca Conte-Di Maio.

 

I sondaggi, pur certificando l’esistenza di una maggioranza per il blocco Ppe-S&D-Renew, rinfocolano questa convinzione, visto che le destre in Europa sono in larga ascesa, mentre è previsto un calo dei popolari e un ridimensionamento sia dei liberali di Macron che dei socialisti di Scholz.

 

giorgia meloni roberta metsola vertice italia africa

Il gioco su più tavoli della Von der Leyen risponde all’esigenza di fronteggiare le trappole che si parano sul suo cammino verso il mandato bis. La 65enne è consapevole che:

 

1. Un pezzo del Partito popolare è contrario a darle ancora fiducia, visti i suoi inciuci e ammiccamenti ai Conservatori di Meloni-Zemmour-Abascal (con Orban in arrivo dopo il voto).

 

2. A tramare contro di lei c’è l’eterno rivale, Manfred Weber, a cui nel 2019 sfilò la poltrona più ambita, su impulso di Angela Merkel ed Emmanuel Macron.

 

EMMANUEL MACRON - DONALD TUSK - OLAF SCHOLZ

3. Le fibrillazioni all’interno del governo tedesco, scricchiolante negli ultimi mesi, rischiano di complicare i suoi piani (la ministra degli Esteri, Annalena Baerbock, sogna di prendere il posto di Josep Borrell, come Alto rappresentante per la politica estera dell’Ue: un incarico inconcepibile per un’altra tedesca finché Ursula è al comando della Commissione).

 

A questi timori si aggiungono le insidie che potrebbero arrivare da Parigi e Berlino contro di lei. Nel Ppe l'assalto contro la presidente uscente dell'esecutivo sta arrivando soprattutto dai liberali di Renew di Macron che ha sguinzagliato il suo “contractor” in Italia, Matteo Renzi, che da giorni cannoneggia Von der Leyen con dichiarazioni al vetriolo, tumulandola come “unfit”.

giorgia meloni al sisi

 

Il viaggio in Egitto, paese con cui l’Unione europea si è impegnata in un partenariato strategico da 7,4 miliardi di euro, ha creato molti malumori in Francia e Germania: tra i liberali macroniani e i socialdemocratici crucchi sono molti quelli che pensano che il duplex Meloni-Ursula si stia allargando un po' troppo, dalle caciare a Kiev al polverone del fantomatico Piano Mattei. Di qui, il nuovo "Triangolo di Weimar" di Macron e Scholz: fuori la parolaia Meloni, dentro Tusk.

 

GIORGIA MELONI E URSULA VON DER LEYEN A FORLI

L’idea di sostenere economicamente e legittimare politicamente il “faraone” egiziano, anche in vista di una futura risoluzione della crisi a Gaza, infastidisce i franco-tedeschi, a maggior ragione se fatto a peso d’oro con i loro soldi.

 

Un brivido di timore corre lungo la schiena di Ursula anche per le mosse infide che la stessa Meloni potrebbe riservarle al momento della verità, cioè dopo il voto del 9 giugno.

 

Se montasse lo scetticismo intorno alla sua riconferma, la Ducetta der Colle Oppio potrebbe proporre un piano B: Roberta Metsola, presidente dell’Europarlamento, il cui nome toglierebbe molte castagne dal fuoco.

 

annalena baerbock

A beneficiarne sarebbe innanzitutto il governo italiano, che si ritroverebbe una leader amica (è la cocca di Tajani), che parla la nostra lingua e che, da maltese, è vicina geograficamente ai problemi de’ noantri.

 

Ci guadagnerebbe anche il Ppe, che con Metsola terrebbe la poltrona, affidandola comunque a una dei suoi, liberandosi dell’ormai ingombrante e inaffidabile Ursula, che tra un Green Deal a sinistra e la politica migratoria a destra, ha perso la bussola.

 

I verdi tedeschi avrebbero a quel punto la strada spianata per spedire la Baerbock al posto di Borrell alla guida della diplomazia Ue, e i socialisti reclamerebbero per loro la Presidenza del Consiglio europeo.

 

Su questo punto, un motivo di interesse ce l’ha anche la stessa Giorgia Meloni: una maltese alla guida della Commissione renderebbe molto difficile l’arrivo di Mario Draghi (scomodissimo per la premier) al posto di Charles Michel. Sembra irrealistico che i paesi del Nord Europa concedano a quelli mediterranei due delle poltrone chiave dell’Unione.

 

EMMANUEL MACRON E MARIO DRAGHI

Senza contare che sulla strada di “Mariopio” ci sono altri ostacoli, già rilevati da Mujtaba Rahman, dell’Eurasia Group, nell’articolo con cui, su “Politico”, lanciava l’ipotesi dell’ex Presidente della Bce a capo del Consiglio europeo: il primo è la sua “non affiliazione” con i gruppi dell’Europarlamento.

 

Non appartenendo a nessuna formazione politica, Draghi scompiglierebbe la spartizione di potere: chi se lo intesta come suo? I socialisti, ceduta la poltrona di Alto rappresentate, rimarrebbero a bocca asciutta, come del resto i liberali.

 

Il secondo problema per Draghi è la sua riconosciuta autorevolezza internazionale: vale la pena all'ex governatore della Bce di mettersi alla guida di un pollaio facinoroso di 27 stati, attraversati da sovranismo e filo-putinismo e assediati da due guerre?

 

MACRON SCHOLZ

Il toyboy dell’Eliseo, infatti, dopo la provocazione-allarme di Papa Francesco sull’Ucraina che “dovrebbe sventolare bandiera bianca” perché è destinata a soccombere se entro un mese non riceverà armi e munizioni da Usa e UE, ha indossato l’elmetto e ha evocato l’invio al fronte di truppe francesi. Un azzardo strategico che rappresenta un messaggio rivolto a quattro diversi uditori:

 

1.Parlava ai francesi, per marcare una distanza dalla filo-putiniana Marine Le Pen in vista delle elezioni europee del 9 giugno.

 

2.Parlava agli europei, verso i quali si è proposto come unico leader di polso nella faida a distanza con Putin (la Francia, nell’Ue, è l’unica potenza nucleare e l’unico paese europeo nel consiglio di sicurezza dell’Onu).

 

PAPA BERGOGLIO

3.Parlava agli ucraini, dai quali si aspetta ascolto. Della serie: visto che adesso mi sto schierando senza esitazioni con voi, a differenza dell’ondivago Erdogan, quando domani ci sarà da trattare, sarò io l’interlocutore giusto da ascoltare e a cui affidare i negoziati, come di fatto ha già riconosciuto Putin (che ha detto: “Siamo pronti a un colloquio di pace e vorrei che la Francia svolgesse un ruolo attivo”). Se l’Eliseo chiedesse a Kiev di rinunciare a territori occupati dalla Russia per arrivare alla pace, Macron si aspetta di non essere bollato come “utile idiota” di Mosca.

 

4.Parlava agli americani. Se Trump a novembre tornasse alla Casa Bianca, togliendo all’Europa l’ombrello militare statunitense, Macron, che già nel 2019 dichiarò la “morte cerebrale” della Nato, si farà trovare pronto per mettere la potenza nucleare francese al servizio del Continente.

 

ursula von der leyen giorgia meloni 2

L’ambizione di Macron è stata subito rintuzzata dal ministro della Difesa italiano, Guido Crosetto, che in un’intervista a “Repubblica” ha stigmatizzato il vertice del “Triangolo di Weimar” a Berlino tra il francese, il tedesco Olaf Scholz e il polacco Donald Tusk: “Non riesco davvero a capire queste fughe in avanti. L’Occidente dovrebbe evitare dichiarazioni a effetto, come quella di mandare la Nato in Ucraina, cercando di fare più bella figura. O evitare di dividersi in incontri a due o tre quando in Europa siamo in 27. Dovrebbe evitare dichiarazioni come quella fatta da Macron”.

 

volodymyr zelensky giorgia meloni justin trudeau ursula von der leyen

Qualcuno avvisi il nostro ministro della Difesa che a fornire armi e munizioni all'Ucraina sono Francia e Germania, che la Polonia stanzia il 4% per la difesa e accoglie i rifugiati, mentre la Melona, tra un bacetto e uno sguardo svenuto, dà solo un "conforto vocale" al povero Zelensky. L’Italia è così a corto di soldi e munizioni, al punto da riprendersi dalla Slovacchia alcune batterie antiaeree Samp/T, e non può contribuire più di così.

giorgia meloni volodymyr zelensky kiev 24 febbraio 2024

 

Non essendo ancora Papa, l'esclusione della Thatcher della Garbatella dal vertice berlinese era per farle capire che sull’Ucraina contano i fatti e non le chiacchiere. Ma a Palazzo Chigi, sognano la siringa piena e la moglie drogata: da un lato non vogliono che Macron prenda lo scettro di leader dell’Ue, ruolo che sogna per sé Giorgia Meloni. Dall’altro, vogliono rassicurare l’elettorato italiano (disinnescando eventuali speculazioni salviniane), contrario a qualsiasi impegno militare diretto.

giorgia meloni volodymyr zelensky giovanbattista fazzolari a kiev

 

 

 

 

EMMANUEL MACRON - OLAF SCHOLZ - DONALD TUSK

DRAGHI - ORBAN - MACRON - MITSOTAKIS - VON DER LEYEN

 

 

 

 

 

giorgia meloni ursula von der leyen a lampedusa 3giorgia meloni ursula von der leyen matteo piantedosi a lampedusa

MANFRED WEBER - URSULA VON DER LEYEN - ROBERTA METSOLA - CONGRESSO DEL PPE manfred weber congresso forza italia mario draghi abbraccia emmanuel macron bergoglio papa francescoROBERTA METSOLA - GIORGIA MELONI

 

bacio tra gordan grlic radman e annalena baerbock

EMMANUEL MACRON - OLAF SCHOLZ - DONALD TUSK

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni gennaro sangiuliano

DAGOREPORT - LE RESURREZIONI DI “LAZZARO” SANGIULIANO NON SI CONTANO PIÙ: “BOCCIATO” DA MINISTRO, RIACCIUFFATO IN RAI E SPEDITO A PARIGI, ORA SBUCA COME CAPOLISTA ALLE REGIONALI CAMPANE - ESSÌ: DIVERSAMENTE DAGLI IRRICONOSCENTI SINISTRATI, A DESTRA LA FEDELTÀ NON HA SCADENZA E GLI AMICI NON SI DIMENTICANO MAI - DURANTE I TRE ANNI A PALAZZO CHIGI, IL “GOVERNO DEL MERITO COME ASCENSORE SOCIALE” (COPY MELONI) HA PIAZZATO UNA MAREA DI EX DEPUTATI, DIRIGENTI LOCALI, TROMBATI E RICICLATI NEI CDA DELLE AZIENDE CONTROLLATE DALLO STATO - COME POTEVA LA STATISTA DELLA GARBATELLA DIMENTICARE SANGIULIANO, IMMARCESCIBILE DIRETTORE DEL TG2 AL SERVIZIO DELLA FIAMMA? IL FUTURO “GENNY DELON” ‘’ERA SALITO TALMENTE TANTO NELLE GRAZIE DELLA FUTURA PREMIER DA ESSERE CHIAMATO A SCRIVERE PARTE DEL PROGRAMMA DEI MELONIANI, INVITATO A CONVENTION DI PARTITO E, ALLA FINE, RICOMPENSATO ADDIRITTURA CON UN POSTO DI GOVERNO’’ - E’ COSÌ A DESTRA: NESSUNA PIETÀ PER CHI TRADISCE, MASSIMO PRONTO SOCCORSO PER CHI FINISCE NEL CONO D’OMBRA DEL POTERE PERDUTO, DOVE I TELEFONINI TACCIONO E GLI INVITI SCOMPAIONO… - VIDEO

giorgia meloni sigfrido ranucci elly schlein bomba

DAGOREPORT – DOBBIAMO RICONOSCERLO: GIORGIA MELONI HA GESTITO IN MANIERA ABILISSIMA IL CASO DELL'ATTENTATO A RANUCCI, METTENDO ANCORA UNA VOLTA IN RISALTO L'INETTITUDINE POLITICA DI ELLY SCHLEIN - GETTARE INDIRETTAMENTE LA RESPONSABILITA' DELL'ATTO TERRORISTICO ALLA DESTRA DI GOVERNO, COME HA FATTO LA SEGRETARIA DEL PD, È STATA UNA CAZZATA DA KAMIKAZE, ESSENDO ORMAI LAMPANTE CHE LE BOMBE SONO RICONDUCIBILI AL SOTTOMONDO ROMANO DEL NARCOTRAFFICO ALBANESE, OGGETTO DI UN'INCHIESTA DI "REPORT" - E QUELLA VOLPONA DELLA PREMIER HA RIBALTATO AL VOLO LA FRITTATA A SUO VANTAGGIO: HA CHIAMATO RANUCCI PER MANIFESTARGLI SOLIDARIETÀ E, ANCORA PIÙ IMPORTANTE, HA INVIATO TRE AUTOREVOLI ESPONENTI DI FRATELLI D’ITALIA (TRA CUI, BIGNAMI E DONZELLI) ALLA MANIFESTAZIONE INDETTA DAL M5S PER RANUCCI E LA LIBERTÀ DI STAMPA - DOPO L’ATTENTATO, NESSUNO PARLA PIÙ DI UN POSSIBILE PASSAGGIO DI "REPORT" A LA7: SIGFRIDO, ORA, È INTOCCABILE… - VIDEO

giorgia meloni antonio tajani maurizio casasco marina pier silvio berlusconi salvini

DAGOREPORT - TAJANI, UNA NE PENSA, CENTO NE SBAGLIA. IL SEGRETARIO DI FORZA ITALIA CI HA MESSO 24 ORE AD ACCORGERSI CHE GIORGIA MELONI HA STRACCIATO UNO DEI SUOI CAVALLI DI BATTAGLIA IN EUROPA: IL SUPERAMENTO DEL DIRITTO DI VETO. IL MINISTRO DEGLI ESTERI È RIUSCITO A PARTORIRE SOLO UNA DICHIARAZIONE AL SEMOLINO (“HA DETTO LA SUA OPINIONE, IO PENSO INVECE CHE SI DEBBA FARE QUALCHE PASSO IN AVANTI”), MENTRE È STATO ZITTO DI FRONTE ALLE INVETTIVE ANTI-RIARMO E CONTRO L’UE DEI PARLAMENTARI LEGHISTI. IL POVERINO È ANCORA STORDITO DALLA PROMESSA, SCRITTA SULLA SABBIA, CON CUI L'HA INTORTATO LA DUCETTA: SE FAI IL BRAVO, NEL 2029 TI ISSIAMO AL QUIRINALE AL POSTO DI MATTARELLA (E CI CREDE DAVVERO) – IN TUTTO QUESTO BAILAMME, TAJANI PROVA A METTERE LE MANI SULLA CONSOB CON UNA MOSSA DA ELEFANTE IN CRISTALLERIA: NOMINARE IL DEPUTATO AZZURRO MAURIZIO CASASCO. MA SI È DIMENTICATO DI COORDINARSI CON LA FAMIGLIA BERLUSCONI, CHE NON L’HA PRESA BENE…

donald trump vladimir putin benjamin netanyahu volodymyr zelensky

DAGOREPORT – TRUMP HA FINALMENTE CAPITO CHE NON POTEVA PERMETTERSI, COME È SUCCESSO A FERRAGOSTO IN ALASKA, DI FARSI PRENDERE DI NUOVO PER CULO IN MONDOVISIONE DA PUTIN - L’INCONTRO DI BUDAPEST NON POTEVA ASSOLUTAMENTE FINIRE CON UN NUOVO FALLIMENTO, MA DI FRONTE AL NIET DI MOSCA A OGNI COMPROMESSO, HA DOVUTO RINUNCIARE – ORA CI SONO DUE STRATEGIE: O RIEMPIE KIEV DI TOMAHAWK, MISSILI IN GRADO DI COLPIRE IN PROFONDITÀ LA RUSSIA, OPPURE SCEGLIE LA STRADA MORBIDA CHE VERRÀ LANCIATA DOMANI DAL CONSIGLIO EUROPEO (L’INVIO A KIEV DI 25 BATTERIE DI MISSILI PATRIOT) – L’INNER CIRCLE “MAGA” LO PRESSA: “L’UCRAINA? LASCIA CHE SE NE OCCUPI L’UE” –  IN USA MONTA L’ONDATA DI SDEGNO PER LA SALA DA BALLO ALLA CASA BIANCA - LA STRIGLIATA A NETANYAHU DEL TRIO VANCE-WITKOFF-KUSHNER… - VIDEO

niaf francesco rocca daniela santanche arianna meloni claudia conte zampolli peronaci

DAGOREPORT: METTI UNA SERA A CENA…I FRATELLI D’AMERICA! -SEMBRAVA DI ESSERE IN UN FILM DEI VANZINA AL GRAN GALA DEL NIAF, 2180 INVITATI, 218 TAVOLI DA 150MILA DOLLARI OGNUNO, OCCUPATI DAI BOSS DELLE PARTECIPATE DI "PA-FAZZO CHIGI" (DONNARUMMA, CATTANEO, FOLGIERO, ETC.), JOHN ELKANN CHE HA TRASFORMATO IL GIARDINO DELL'AMBASCIATA IN UN AUTOSALONE (TRA MASERATI E FERRARI, TRONEGGIAVA UN TRATTORE!), FINANZIERI VARI E DE LAURENTIIS, IL GOVERNATORE ROCCA E SANTANCHÉ - CAUSA SHUTDOWN DEL GOVERNO USA, NON C'ERA ALCUN TIRAPIEDI DI TRUMP: DELUSI COLORO CHE SOGNAVANO, ATTRAVERSANDO L'ATLANTICO, DI BANCHETTARE CON SUA MAESTÀ "THE DONALD" E LA SUA "RAGAZZA PONPON" GIORGIA MELONI - QUELLI DEL NIAF HANNO "COPERTO" IL BUCO DELLE AUGUSTE PRESENZE INVITANDO ARIANNA MELONI, UNICO SEGRETARIO POLITICO PRESENTE, CHE HA COSÌ RICEVUTO IL SUO BATTESIMO NELL'AGONE INTERNAZIONALE - NON POTEVA MANCARE L’ONNIPRESENTE CLAUDIA CONTE CHE SI È FATTA RITRARRE INSIEME ALL’AMBASCIATORE PERONACI, GIA’ CONSIGLIERE DIPLOMATICO DI PIANTEDOSI, E A QUEL MARPIONE DI PAOLO ZAMPOLLI, INVIATO SPECIALE DI TRUMP - LA PASTA SCOTTA E L’ESIBIZIONE DEL PREZZEMOLONE BOCELLI - VIDEO

matteo salvini alberto stefani luca zaia

DAGOREPORT - LUCA ZAIA MINACCIAVA DI DIVENTARE UN SERIO “PROBLEMA” PER MATTEO SALVINI E FORSE LO SARÀ: NON POTENDO IL “DOGE”, PER ORDINE DI SALVINI IN COMBUTTA CON MELONI, GUIDARE UNA LISTA A SUO NOME, UNA VOLTA SBATTUTO A CAPOLISTA IL SUO ENTUSIASMO POTREBBE SCEMARE E LA LEGA IN VENETO CORRE IL RISCHIO DI UN SORPASSO DI FRATELLI D'ITALIA - EVENTUALITA' CHE METTEREBBE DI NUOVO IN DISCUSSIONE LA LEADERSHIP DEL "CAPITONE" - I RAS LOCALI HANNO CRITICATO PER ANNI SALVINI, SENZA MAI AVERE IL CORAGGIO DI SFIDUCIARLO. QUESTA VOLTA, TRA UN VANNACCI CHE SI PRENDE I PIENI POTERI NEL PARTITO E I MALUMORI PER LA "CESSIONE" DELLA LOMBARDIA A FDI, UN FLOP IN VENETO POTREBBE ESSERE LA GOCCIA CHE FA TRABOCCARE IL VASO - SE SALVINI NON RIDE IN VENETO, ELLY SCHLEIN POTREBBE PIANGERE IN CAMPANIA: IL GRILLONZO ROBERTO FICO NON ENTUSIASMA E FA INCAZZARE DE LUCA CON LE SUE LEZIONCINE ETICHE SUI CANDIDATI. TANT'E' CHE TRA I FEDELISSIMI DI DON VICIENZO È PARTITO IL FUGGI FUGGI VERSO LE SIRENE DELLA DESTRA DI POTERE...