giorgia meloni - carlo calenda - matteo renzi - ernesto maria ruffini - elly schlein - giuseppe conte

DAGOREPORT – LA MELONA DOVREBBE SPEDIRE PANETTONI E SPUMANTE A CONTE & TRAVAGLIO: È SOLO GRAZIE A UNA OPPOSIZIONE DISUNITA CHE PUÒ SPADRONEGGIARE – I GRANDI VECCHI DELLA POLITICA CERCANO DISPERATAMENTE UN CENTRO DI GRAVITA' PERMANENTE DA AFFIANCARE AL PD EVANESCENTE DI ELLY SCHLEIN. E DAL CILINDRO DI PRODI E' USCITO IL NOME DI ERNESTO MARIA RUFFINI – SE RENZI E' DISPONIBILE, CALENDA NO. MA SUL DIRETTORE DELL’AGENZIA DELLE ENTRATE FIOCCA LO SCETTICISMO: COME PUÒ UN ESATTORE DEL FISCO RACCOGLIERE IL CONSENSO DEGLI ITALIANI CHE, AL PARI DELLA DUCETTA, CONSIDERANO LE TASSE "UN PIZZO DI STATO"?

DAGOREPORT

ELLY SCHLEIN GIORGIA MELONI

Se Giorgia Meloni può permettersi di cantarsela e suonarsela come più le aggrada, è solo per la totale assenza di una opposizione politica degna di questo nome. E' succede proprio quando, per la prima volta in Italia, a Palazzo Chigi comanda una destra dalla postura autoritaria, non quella "democristiana" alla Berlusconi-Letta-Frattini.

 

Elly Schlein guida un Pd che rosicchia mezzi punti, malgrado sia in possesso di una leadership mediaticamente sfollagente, distante anni luce dalla capacità dialettica della Meloni.

 

In compenso, la multigender con tre passaporti è molto presa a far fuori le correnti del suo partito (Bonaccini, Franceschini, Orlando, Guerini) per imporre il suo circoletto (Marta Bonafoni, Chiara Braga, Alessandro Zan, Annalisa Corrado). Non fiata da settimane, e quando lo fa, ci rifila qualche banalità.

 

Il cosiddetto terzo polo è un ammasso di macerie dominati dagli ego espansi di Renzi e Calenda, mentre il Movimento 5 Stelle è la gioia di Giorgia Meloni: grazie al duplex Conte-Travaglio, il partito sta prendendo una deriva cazzonista-isolazionista (sono "progressisti indipendenti" nel senso che progressivamante si allontanano dal formare una opposizione col Pd, schifando Renzi e Calenda).

 

GIORGIA MELONI GIUSEPPE CONTE - ATREJU

In questo scenario, non ci si può aspettare che a fare da baluardo al tatticismo autoritario della Ducetta ci pensino i Gianni e Pinotto della sinistra, Bonelli e Fratoianni.

 

Una landa desolata, quella dell’opposizione, a cui Giorgia Meloni dovrebbe erigere statue e spedire panettoni.

 

Qualche responsabile in politica, per fortuna, ancora c’è. Grandi Vecchi come Amato, Prodi, Draghi, che sanno come funziona il mondo, al punto da aver compreso che l’assenza di un’opposizione è innanzitutto un danno per chi governa, e per l’intero sistema Paese. Ma la vispateresa Elly si guarda bene di chieder loro consiglio.

 

ernesto maria ruffini

Senza un argine di controllo, qualunque maggioranza esonderebbe. Per questo motivo c’è chi da mesi lavora alla costruzione del famigerato centro da schierare a supporto del Pd.

 

Il nome di Ernesto Maria Ruffini come federatore dell’area moderata è uscito dal cilindro di Romano Prodi, che fu l'unico a essere riuscito a federare quel guazzabuglio di sinistre varie e centri avariati chiamato prima Ulivo, poi Unione.

 

L'ex “Mortadella” sa bene che Renzi e  Calenda sono due micce bagnate, al pari di Goffredo Bettini, che, inutilmente, ha più volte provato a lanciare Francesco Rutelli come dominus del centrotavola (ma sul nome dell’ex sindaco di Roma e inventore della Margherita il primo a mostrare scetticismo è stato - pensate un po' - il suo ex ''portaborse'', Paolo Gentiloni).

 

calenda renzi

All’ipotesi Ruffini, Matteo Renzi ha mostrato una certa disponibilità: fu lui nel 2015 a chiamarlo a Equitalia, che poi due anni dopo sarebbe diventata, sotto la sua guida, Agenzia delle Entrate.

 

I rapporti tra i due sono ancora buoni, al punto che Matteonzo non avrebbe ritrosie a mettere a disposizione di Ruffini quel poco che resta di Italia Viva. Per niente convinto a farsi da parte, in pieno furore egolatrico, è Carlo Calenda.

 

Il “Churchill dei Parioli” non intende minimamente mollare Azione e dedicarsi al piccolo punto. Lo ha fatto capire annunciando la ricandidatura alla segreteria del partito e irridendo la ricerca di un nuovo leader d’area: "Ma 'Napo orso capo e Amedeo Nazzari' li avete sondati per il centro? Fa abbasta sorridere questo tentativo del Pd e appendici varie di fare un casting per la costruzione del loro cespuglio di centro a servizio della sinistra melanchoniana".

 

Lo scetticismo di Calenda non è peregrino: sono in molti a chiedersi se Ruffini, che ha già dato la sua disponibilità (al punto che sono state già chieste le sue dimissioni dall’Agenzia delle Entrate), sia l’uomo giusto per mettere insieme un’area politica finora si è persa in mille rivoli. Ruffini possiede lo standing politico ma è preceduto dalla sua scomoda fama di esattore: come può l’uomo che finora ha preteso soldi dagli italiani, ora chiedere i loro voti? Sarà bravo a racimolare preferenze come lo è stato a stanare gli evasori?

rutelli bettinimeme travaglio conteconte travagliorutelli gentiloniERNESTO MARIA RUFFINIrenzi calendaCARLO CALENDA E MATTEO RENZI MASSIMO DALEMA GOFFREDO BETTINI FRANCESCO RUTELLICARLO CALENDA E MATTEO RENZIMEME SULLO SPOT DI ESSELUNGA - BOSCHI, RENZI E CALENDA matteo renzi - carlo calenda - meme by oshoRENZI E CALENDA COME I FRATELLI GALLAGHER - MEME BY NON LEGGERLO SULLA REUNION DEGLI OASISernesto maria ruffini foto di bacco (2)

Ultimi Dagoreport

procuratore milano viola procura milano luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

FLASH! – MA GUARDA UN PO’... “EMERGE CHE IN AMBIENTI GIUDIZIARI SI È VALUTATO DI ESEGUIRE LE PERQUISIZIONI SOLO LA SCORSA SETTIMANA E NON A SETTEMBRE PER NON CONDIZIONARE L'ESITO DELL'OPS SU MEDIOBANCA ANCHE PERCHÉ LE INDAGINI NON SONO CHIUSE. ABBASTANZA PER IPOTIZZARE CHE IL RUOLO DELLA PROCURA POSSA DIVENTARE CRUCIALE NELLA FORMAZIONE DELLE LISTE PER IL RINNOVO DEI PROSSIMI CDA. IN PRIMAVERA TOCCHERÀ AI VERTICI DI BPM E DI MPS…” (BALESTRERI E SIRAVO PER “LA STAMPA”)

ignazio la russa matteo salvini giorgia meloni maurizio lupi

DAGOREPORT: HOMO HOMINI “LUPI” - DIVENTATO UN BRAVO SOLDATINO DELLA FIAMMA, PER LA SERIE "IN POLITICA NON SI SA MAI...", IL MODERATISSIMO CIELLINO MAURIZIO LUPI SI BARCAMENA TRA I FRATELLI LA RUSSA E I FRATELLI D'ITALIA - ALLE LUSINGHE DI CANDIDARLO NEL 2027 A SINDACO DI MILANO DI 'GNAZIO, ORA AGGIUNGONO LE COCCOLE DELLA DUCETTA CHE SI E' SCAPICOLLATA ALL’ASSEMBLEA DEL NANO-PARTITO FONDATO DAL SOSIA DELLA FIGLIA DI FANTOZZI - ESSI': SE PASSA LA NUOVA LEGGE ELETTORALE, CON SOGLIA DEL 40%, ANCHE L’1% DI “NOI MODERATI” POTREBBE SERVIRE ALLA MELONA PER DE-SALVINIZZARE LA MAGGIORANZA... - VIDEO

antonio tajani pier silvio berlusconi marina roberto occhiuto deborah bergamini pietro labriola alessandro cattaneo

DAGOREPORT – QUALCOSA DI GROSSO SI STA MUOVENDO IN FORZA ITALIA: STUFA DI ESSERE PRESA PER I FONDELLI DAL PARACULISMO POLITICO DI TAJANI E DEI SUOI COMPARI SETTANTENNI GASPARRI E BARELLI, MARINA BERLUSCONI DA' IL VIA LIBERA AL CAMBIO DI LEADERSHIP IN FORZA ITALIA: IL PRESCELTO E' ROBERTO OCCHIUTO, REDUCE DA UNA TRIONFALE RICONFERMA ALLA PRESIDENZA DELLA REGIONE CALABRIA - IL PROSSIMO 17 DICEMBRE IL 56ENNE GOVERNATORE LANCERÀ LA SUA CORRENTONA NAZIONALE IN UN LUOGO SIMBOLO DEL BERLUSCONISMO, PALAZZO GRAZIOLI, CONTORNATO DAI FEDELISSIMI DELLA CAVALIERA DI ARCORE, i "NORDISTI" DEBORAH BERGAMINI E ALESSANDRO CATTANEO - CHE C'AZZECCA ALL'EVENTO DI OCCHIUTO, LA PRESENZA DELL'AD DI TIM, PIETRO LABRIOLA? C'ENTRA LO SMANTELLAMENTO DEL SERVIZIO CLIENTI "TELECONTACT" DI TIM...

antonio angelucci tommaso cerno alessandro sallusti

FLASH – UCCI UCCI, QUANTI SCAZZI NEL “GIORNALE” DEGLI ANGELUCCI! NON SI PLACA L’IRA DELLA REDAZIONE CONTRO L’EDITORE E I POCHI COLLEGHI CHE VENERDÌ SI SONO ZERBINATI ALL'AZIENDA, LAVORANDO NONOSTANTE LO SCIOPERO CONTRO IL MANCATO RINNOVO DEL CONTRATTO NAZIONALE E PER CHIEDERE ADEGUAMENTI DEGLI STIPENDI (ANCHE I LORO). DOPO LO SCAMBIO DI MAIL INFUOCATE TRA CDR E PROPRIETÀ, C’È UN CLIMA DA GUERRA CIVILE. L’ULTIMO CADEAU DI ALESSANDRO SALLUSTI, IN USCITA COATTA (OGGI È IL SUO ULTIMO GIORNO A CAPO DEL QUOTIDIANO). AL NUOVO DIRETTORE, TOMMASO CERNO, CONVIENE PRESENTARSI CON L'ELMETTO DOMANI MATTINA...

elly schlein giuseppe conte giorgia meloni rocco casalino

DAGOREPORT - QUESTA VOLTA, ROCCO CASALINO HA RAGIONE: ELLY SCHLEIN SULLA QUESTIONE ATREJU “HA SBAGLIATO TUTTO” - LA GRUPPETTARA DEL NAZARENO, CHIEDENDO UN FACCIA A FACCIA CON GIORGIA MELONI, HA DIMOSTRATO DI ESSERE ANCORA UNA VOLTA UN’ABUSIVA DELLA POLITICA. HA SERVITO SUL PIATTO D’ARGENTO ALLA DUCETTA L’OCCASIONE DI FREGARLA, INVITANDO ANCHE GIUSEPPE CONTE PER UN “THREESOME” IN CUI LA PREMIER AVREBBE SPADRONEGGIATO – IN UN CONFRONTO A TRE, CON ELLY E PEPPINIELLO CHE SI SFANCULANO SULLA POLITICA INTERNAZIONALE, DAL RIARMO ALL’UCRAINA, E FANNO A GARA A CHI SPARA LA “PUTINATA” O LA “GAZATA” PIÙ GROSSA, LA DUCETTA AVREBBE VINTO A MANI BASSE – QUEL FURBACCHIONE DI CONTE NON SI TIRA INDIETRO: NONOSTANTE LA DEM SI SIA SFILATA, LUI CONFERMA LA SUA PRESENZA AL DIBATTITO: "MI DISPIACE DEL FORFAIT DI ELLY, PER ME È IMPORTANTE CHE CI SIA UN CONFRONTO E POTEVAMO FARLO ANCHE INSIEME. POTEVAMO INCALZARE LA PREMIER..."