zingaretti conte

DAGOREPORT - NON HA VINTO IL PD DI ZINGA, BENSÌ I GOVERNATORI (EMILIANO E DE LUCA), TRANNE IN TOSCANA DOVE HA VINTO LA PAURA DI AVERE IN CASA SALVINI - AL NAZARENO NE SONO BEN CONSAPEVOLI. MA NON È GIUNTA L’ORA DI FARLO SALTARE. RIPETONO A TUTTI DI STARE CALMI E DI ASPETTARE UN PASSO FALSO DI ZINGA QUANDO ANDRÀ DA CONTE A TRATTARE MES, RECOVERY FUND, RIFORMA ELETTORALE - E SUL RECOVERY FUND, L’ASSE CONTE-ZINGA RISCHIA PERCHE' C’È L’ACCORDO DI DARE AMPIA MANO LIBERA A GUALTIERI: IPOTESI CHE OVVIAMENTE FA INCAZZARE LA MINORANZA DEL PD, ITALIA VIVA, LEU E SOPRATTUTTO DI MAIO CHE NON VUOLE ESSERE ASSOLUTAMENTE TAGLIATO FUORI DALLA SPARTIZIONE DEI 209 MILIARDI UE

zingaretti

DAGOREPORT

 

Non ha vinto il Pd di Zinga, ma i governatori (Emiliano e De Luca), tranne in Toscana dove ha vinto soprattutto la paura di avere in casa Salvini. Emiliano deve poi ringraziare per questa rimonta finale soprattutto il sindaco di Bari, Antonio Decaro, che si è speso moltissimo perché sarà lui il successore designato come governatore della Puglia.

 

Al Nazareno ne sono ben consapevoli i dirigenti di lungo corso che faranno pesare a Zingaretti il risultato. Non nel brevissimo termine, ma nel momento in cui il segretario andrà a trattare con Conte le successive fasi del governo.

 

All’interno del PD c’è un malumore crescente che non sarà sanato da questo risultato elettorale. Un’insofferenza che riguarda:

1.come Zingaretti porterà avanti il discorso del Mes

2.come Zingaretti porterà avanti il discorso del Recovery Fund

3.soprattutto come Zingaretti porterà avanti la trattativa sulla riforma elettorale.

 

zingaretti conte

Oggi Zinga viene accusato di soggiogato da Goffredo Bettini e di essere supino a Conte. E l’avvocato di Padre Pio (tutto) è ovviamente ben felice che ci sia una segreteria che gli permetta di fare ciò che vuole.

 

Invece all’interno del partito vogliono qualcuno che ridimensioni il premier per caso e faccia contare di più i due partiti dell’alleanza. Anche Di Maio vorrebbe un cambio al Nazareno, perché più va avanti questo dialogo Zingaretti-Bettini-Conte e più Luigino viene tagliato fuori dalle decisioni e nomine e si indebolisce nel Movimento. Quindi sia nel PD sia nei 5stelle c’è l’idea di avere un’alleanza organica, non con questa segreteria, con Zinga succube del volpino di Palazzo Chigi ma con un nuovo segretario che rompa questo asse.

conte casalino

 

Il pensiero della triade Giuseppi-Casalino-Travaglio, che ha ovviamente accolto bagnandosi la mutanda il risultato del suo maggior alleato, è quello di auto-blindarsi ripetendo come un karma in ogni intervista “nessun rimpasto”.

 

Conte ha subito rassicurato Zingaretti che dirà sì al Mes., da una parte. Dall’altra, i Franceschini, gli ex renziani (Guerini, Marcucci), sindaci e governatori (Gori, Nardella, Bonaccini) dicono che non è ora il momento del cambiamento. Ripetono a tutti di stare calmi e di aspettare un passo falso di Zinga, un segno di debolezza del “saponetta” nei confronti di Conte.

 

conte di maio franceschini

Tornando ai tre punti, Conte ha promesso a Zingaretti che dirà di sì al Mes e sarà lui a dire al parlamento di votare a favore. Per quanto riguarda la riforma elettorale, si vuole tirare fuori. Ma ci sono due scogli scivolosi: il primo è la soglia di sbarramento, il secondo sono le liste (quanti saranno scelti in base alle preferenze e quanti scelti dai partiti).

luigi di maio dario franceschini

 

Sul primo punto, Renzi, Calenda & company vogliono abbassare la soglia sotto il 5%. Il Pd invece vuole mantenerla per costringere i (pochi) elettori di Matteuccio a votare dem.

 

Sul Recovery Fund, l’affare s’ingrossa perché Conte si è messo d’accordo con Zingaretti per dare ampia mano libera al ministro del Mef Roberto Gualtieri: ipotesi che ovviamente farà incazzare la minoranza del PD, Italia Viva, Leu e soprattutto Di Maio che non vuole essere assolutamente tagliato fuori dalla spartizione dei 209 miliardi UE.

 

QUIRINALE REPARTO MATERNITA' BY MACONDO

Per rompere le uova nel paniere di Zinga-Conte, Di Maio negli ultimi giorni si è dichiarato favorevole a inserire stabilmente nelle decisioni governative anche Italia Viva (Renzi ormai è irrilevante). Ma Zinga non sopporta il bulletto toscano, Franceschini è meno drastico grazie al rapporto stretto che il suo segretario generale dei Beni Culturali, Salvo Nastasi, ha intrecciato con Renzi. Anche il vicesegretario Andrea Orlando storce il nasino all’idea di aver a che fare con la boria del leader di Italia Vivacchia. Mentre Marcucci, Nardella e Gori spingono per far tornare Matteuccio nel PD.

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – LE REGIONALI SONO ANDATE A FINIRE COME NON VOLEVA, SALTELLANDO FUNICULÌ-FUNICULÀ, GIORGIA MELONI: LA "STATISTA DELLA SGARBATELLA", CHE RISCHIA DI NON TORNARE A PALAZZO CHIGI TRA DUE ANNI, ACCELERA SULLA DOPPIETTA PREMIERATO-LEGGE ELETTORALE, MA NON TUTTO FILA LISCIO A PALAZZO CHIGI: SALVINI E TAJANI SPUTERANNO SANGUE PUR DI OPPORSI ALL’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, CHE FINIREBBE PER CANNIBALIZZARLI - LA LEGA È CONTRARISSIMA ANCHE AL PREMIO DI MAGGIORANZA ALLA COALIZIONE (CON LA SOGLIA AL 40%, LA LEGA DIVENTEREBBE SACRIFICABILE) – ALTRA ROGNA: IGNAZIO LA RUSSA SCENDE IN CAMPO IN MODALITÀ SCASSA-MELONI: HA RINFOCOLATO LA POLEMICA SU GAROFANI E SE NE FOTTE DEI DIKTAT DELLA DUCETTA (FIDANZA SINDACO DI MILANO? NO, MEJO LUPI; PRANDINI GOVERNATORE DELLA LOMBARDIA? NO, QUELLA È ROBA MIA)

francesco de tommasi marcello viola daniela santanche ignazio leonardo apache la russa davide lacerenza pazzali

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE INCHIESTE MILANESI SULLA SANTANCHE', SUL VISPO FIGLIO DI LA RUSSA, SUL BORDELLO DELLA "GINTONERIA" AFFOLLATA DI POLITICI, IMPRENDITORI E MAGISTRATI, OPPURE SULL'OSCURA VENDITA DELLA QUOTA DI MPS DA PARTE DEL GOVERNO A CALTAGIRONE E COMPAGNI? - A TALI ESPLOSIVE INDAGINI, LE CUI SENTENZE DI CONDANNA AVREBBERO AVUTO UN IMMEDIATO E DEVASTANTE RIMBALZO NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, ORA SI AGGIUNGE IL CASO DEL PM FRANCESCO DE TOMMASI, BOCCIATO DAL CONSIGLIO GIUDIZIARIO MILANESE PER “DIFETTO DEL PREREQUISITO DELL’EQUILIBRIO” NELL’INDAGINE SUL CASO DI ALESSIA PIFFERI – MA GUARDA IL CASO! DE TOMMASI È IL PM DELL’INCHIESTA SUI DOSSIERAGGI DELL’AGENZIA EQUALIZE DI ENRICO PAZZALI, DELICATISSIMA ANCHE PER I RAPPORTI DI PAZZALI CON VERTICI GDF, DIRIGENTI DEL PALAZZO DI GIUSTIZIA MILANESE E 007 DI ROMA - SE IL CSM SPOSASSE IL PARERE NEGATIVO DEL CONSIGLIO GIUDIZIARIO, LA CARRIERA DEL PM SAREBBE FINITA E LE SUE INDAGINI SUGLI SPIONI FINIREBBERO NEL CESTINO - LA PROCURA DI MILANO RETTA DA MARCELLO VIOLA, CON L'ARRIVO DELL'ARMATA BRANCA-MELONI, E' DIVENTATA IL NUOVO ''PORTO DELLE NEBBIE''?

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”