nicola zingaretti dario franceschini goffredo bettini

IL SU-DARIO DEL PD – FRANCESCHINI È IN CRISI DI ASTINENZA DI POLTRONE E BRIGA UNA POSSIBILE MAGGIORANZA ALTERNATIVA PD-M5S– BETTINI SCRIVE AL “FATTO”: “NON C’È POSSIBILITÀ DI INTESA CON I GRILLINI”  – ANCHE PERCHÉ, SE CONTE SALTA, MATTARELLA HA PRONTO IL GOVERNO TECNICO E SAREBBERO LACRIME E SANGUE PER TUTTI – DA VELTRONI A RENZI: TUTTE LE VOLTE CHE FRANCESCHINI HA CAMBIATO CASACCA

goffredo bettini (3)

ECCO PERCHE' IL ''GOVERNO DEL CAMBIAMENTO'' NON E' CADUTO IERI, NE' CADRA' DOPO LE EUROPEE - E' BASTATO IL NO SECCO DI MATTARELLA AL VOTO ANTICIPATO E, IN CASO DI CRISI, L'ARRIVO DI UN GOVERNO TECNICO PER FARE LA DURISSIMA FINANZIARIA D'AUTUNNO: SI VOTA NEI PRIMI MESI DEL 2020 - ZINGARETTI RASSEGNATO, PER L'ALTERNATIVA PD-M5S NON CI SONO I NUMERI IN PARLAMENTO: LA MINORANZA DI RENZI GIREREBBE I TACCHI

 

https://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/ecco-perche-39-39-39-governo-cambiamento-39-39-non-39-201797.htm

 

LETTERA DI GOFFREDO BETTINI AL “FATTO QUOTIDIANO”

 

Cara Wanda Marra,

dario franceschini

per la sincera stima che Le porto, in riferimento al Suo articolo apparso ieri sul Fatto Quotidiano, vorrei ricapitolare brevemente la mia posizione sul rapporto tra il Pd e il M5S. Tra questi due partiti non vi è la possibilità di un' intesa e di una collaborazione di governo. Se l' attuale esecutivo Conte dovesse cadere, la sola strada che rimarrebbe sarebbero le elezioni anticipate.

roberto giachetti e goffredo bettini (2)

 

Guai in questo momento a dare una stampella a Di Maio che sta deludendo una parte grande del suo elettorato. Il compito del Pd è di riconquistare in modo intelligente e superando la politica dell' insulto il popolo che ha abbandonato la sinistra. Una parte non piccola di questo popolo ha votato proprio il Movimento di Grillo. La ringrazio dell' attenzione e sicuramente avremo modo di parlare ancora nel Suo giornale di questi temi così urgenti e attuali.

Goffredo Bettini (esponente Pd)

 

Dalla padella alla brace Ora Franceschini vuol sposare Gigino

Alessandro Giuli per “Libero Quotidiano”

dario franceschini

 

Dario Franceschini è in crisi di astinenza da potere e sta tornando sul luogo del delitto mancato un anno fa: un' alleanza di governo tra Partito democratico e MoVimento Cinque stelle. Fantapolitica per tossici sfessati? Mica tanto. È notizia di queste ore che l' ex ministro della Cultura sta brigando per allestire una possibile maggioranza alternativa a quella gialloverde nella quale Nicola Zingaretti, neosegretario del Pd, sarebbe l' alleato fondamentale di Roberto Fico e della sua ala sinistra grillina che fa la fronda a Luigi Di Maio.

 

L' operazione sembra impervia ma dietro deve esserci qualcosa di reale, se è vero che accanto a Franceschini sta lavorando nientemeno che Goffredo Bettini. Si deve a lui, in effetti, se Zingaretti ha appena definito i grillini come «vittime della Lega». Per quanto consapevoli e nient' affatto innocenti.

 

goffredo bettini (2)

Bettini è stato il plenipotenziario di Walter Veltroni nella sua lunga stagione da sindaco di Roma e in quella più breve di fondatore e primo leader del Pd. Insomma una vecchia e grossa volpe da battaglia che ama annidarsi lontano dal cono di luce, perché alla ribalta effimera del palcoscenico preferisce l' ombra fattiva delle quinte. Gran tessitore, consigliere discreto, conoscitore del potere quello vero: insomma il sodale perfetto per il volpino Franceschini che fiuta l' odore della crisi gialloverde e non vede l' ora di tornare al centro della scena.

 

zingaretti suda all'assemblea pd 1

IL PRECEDENTE

Fu lui, in tempi già sospetti, dopo il 4 marzo 2018, a funeralizzare per primo la segreteria renziana e a gettarsi voluttuosamente nel sogno di una "legislatura costituente". Obiettivo: dimenticare il bullo di Rignano, trafficare con la vecchia nomenclatura del partito e offrire a Casaleggio e Di Maio un patto di sistema per salire orgoglioso e spedito alla presidenza della Camera. Il disegno allora sembrò piacere addirittura al capo dello Stato, Sergio Mattarella, del quale Franceschini s' intestò di straforo il ruolo di portavoce occulto.

nicola zingaretti suda all'assemblea pd

 

Ma Renzi uccise il progetto in culla (in diretta televisiva da Fabio Fazio) e a quel punto Dario il suggeritore s' inabissò nell' attesa di una seconda opportunità. Ecco: se c' è un tratto distintivo del volpino ferrarese sta in quel suo svolgere e avvolgere il tradimento in una cortina fumogena di volta in volta chiamata "opportunità" o necessità di un "cambio di passo" di una "discontinuità". È a questo repertorio di antico democristianesimo che Franceschini, scudocrociato dal cuore rossissimo, ha sempre ripescato nelle circostanze topiche della sua carriera.

 

FRANCESCHINI VELTRONI

Quel che gli è accaduto con Renzi era accaduto con il citato Veltroni dopo la sua sconfitta contro il fortissimo Pdl berlusconiano nel 2008. A distanza di poche settimane, perduta anche la Sardegna, Walter si ritrovò sul banco degli imputati con l' ex amico Franceschini nelle vesti del pubblico ministero.

 

CAMBI DI CASACCA

Rimosso Veltroni, fu lo stesso Dario a traghettare il Pd in una specie d' interregno nel quale perfezionò la costruzione della sua sinuosa e decisiva corrente. Con quel gruzzolo di potere avrebbe poi sfidato Pier Luigi Bersani alle primarie, perdendo, salvo poi convincersi che sarebbe stato un buon segretario da appoggiare.

dario franceschini

 

Ma fino alla sconfitta del 2013, quando Franceschini divenne ministro dei Rapporti con il Parlamento nel governo grancoalizionista di Enrico Letta. Il tempo di prendere confidenza con il nuovo scenario e il nostro Dario si reinventò renziano guadagnandoci la promozione ai Beni culturali, dove sarebbe rimasto al servizio del nuovo premier Paolo Gentiloni, dopo il funesto referendum del 2016.

 

E rieccolo dunque al punto di partenza: zingarettiano fatto e finito, contrabbandiere di ribaltoni parlamentari e agente non più segreto di un interesse personale chiamato vanità, ovvero il secondo nome di Dario Franceschini.

Ultimi Dagoreport

affari tuoi la ruota della fortuna pier silvio berlusconi piersilvio gerry scotti stefano de martino giampaolo rossi bruno vespa

DAGOREPORT - ULLALLÀ, CHE CUCCAGNA! “CAROSELLO” HA STRAVINTO. IL POTERE DELLA PUBBLICITÀ, COL SUO RICCO BOTTINO DI SPOT, HA COSTRETTO PIERSILVIO A FAR FUORI DALLA FASCIA DELL’''ACCESS PRIME TIME” UN PROGRAMMA LEGGENDARIO COME “STRISCIA LA NOTIZIA”, SOSTITUENDOLO CON “LA RUOTA DELLA FORTUNA”, CHE OGNI SERA ASFALTA “AFFARI TUOI” – E ORA IL PROBLEMA DI QUELL’ORA DI GIOCHINI E DI RIFFE, DIVENTATA LA FASCIA PIÙ RICCA DELLA PROGRAMMAZIONE, È RIMBALZATO IN RAI - UNO SMACCO ECONOMICO CHE VIENE ADDEBITO NON SOLO AL FATTO CHE GERRY SCOTTI SI ALLUNGHI DI UNA MANCIATA DI MINUTI MA SOPRATTUTTO ALLA PRESENZA, TRA LA FINE DEL TG1 E L’INIZIO DI “AFFARI TUOI”, DEL CALANTE “CINQUE MINUTI” DI VESPA (CHE PER TENERLO SU SONO STATI ELIMINATI GLI SPOT CHE LO DIVIDEVANO DAL TG1: ALTRO DANNO ECONOMICO) - ORA IL COMPITO DI ROSSI PER RIPORRE NELLE TECHE O DA QUALCHE ALTRA PARTE DEL PALINSESTO IL PROGRAMMINO CONDOTTO DALL’OTTUAGENARIO VESPA SI PROSPETTA BEN PIÙ ARDUO, AL LIMITE DELL’IMPOSSIBILE, DI QUELLO DI PIERSILVIO CON IL TOSTO ANTONIO RICCI, ESSENDO COSA NOTA E ACCLARATA DEL RAPPORTO DIRETTO DI VESPA CON LE SORELLE MELONI…

antonio pelayo bombin juan carlos

DAGOREPORT: COME FAR FUORI IL SACERDOTE 81ENNE ANTONIO PELAYO BOMBÌN, CELEBERRIMO VATICANISTA CHE PER 30 ANNI È STATO CORRISPONDENTE DELLA TELEVISIONE SPAGNOLA "ANTENA 3", CUGINO DI PRIMO GRADO DELL’EX RE JUAN CARLOS? UN PRETE CHE A ROMA È BEN CONOSCIUTO ANCHE PERCHÉ È IL CONSIGLIERE ECCLESIASTICO DELL'AMBASCIATA SPAGNOLA IN ITALIA, VOCE MOLTO ASCOLTATA IN VATICANO, CAPACE DI PROMUOVERE O BLOCCARE LA CARRIERA DI OGNI ECCLESIASTICO E DI OGNI CORRISPONDENTE SPAGNOLO – PER INFANGARLO È BASTATA UNA DENUNCIA AI CARABINIERI DI ROMA DI UN FINORA NON IDENTIFICATO CRONISTA O PRODUCER DI REPORT VATICANENSI CHE LO ACCUSA DI VIOLENZA SESSUALE, IMPUTAZIONE DIVENTATA NELLA DISGRAZIATA ERA DEL METOO L’ARMA PIÙ EFFICACE PER FAR FUORI LA GENTE CHE CI STA SUL CAZZO O PER RICATTARLA – IL POVERO PELAYO È FINITO IN UN TRAPPOLONE CHE PUZZA DI FALSITÀ PIÙ DELLE BORSE CHE REGALA DANIELA SANTANCHÉ E DELLE TETTE DI ALBA PARIETTI – IL SOLITO E BIECO SCHERZO DA PRETE, PROBABILMENTE USCITO DALLE SACRE MURA DELLA CITTÀ DI DIO…

giorgia meloni gennaro sangiuliano

DAGOREPORT - LE RESURREZIONI DI “LAZZARO” SANGIULIANO NON SI CONTANO PIÙ: “BOCCIATO” DA MINISTRO, RIACCIUFFATO IN RAI E SPEDITO A PARIGI, ORA SBUCA COME CAPOLISTA ALLE REGIONALI CAMPANE - ESSÌ: DIVERSAMENTE DAGLI IRRICONOSCENTI SINISTRATI, A DESTRA LA FEDELTÀ NON HA SCADENZA E GLI AMICI NON SI DIMENTICANO MAI - DURANTE I TRE ANNI A PALAZZO CHIGI, IL “GOVERNO DEL MERITO COME ASCENSORE SOCIALE” (COPY MELONI) HA PIAZZATO UNA MAREA DI EX DEPUTATI, DIRIGENTI LOCALI, TROMBATI E RICICLATI NEI CDA DELLE AZIENDE CONTROLLATE DALLO STATO - COME POTEVA LA STATISTA DELLA GARBATELLA DIMENTICARE SANGIULIANO, IMMARCESCIBILE DIRETTORE DEL TG2 AL SERVIZIO DELLA FIAMMA? IL FUTURO “GENNY DELON” ‘’ERA SALITO TALMENTE TANTO NELLE GRAZIE DELLA FUTURA PREMIER DA ESSERE CHIAMATO A SCRIVERE PARTE DEL PROGRAMMA DEI MELONIANI, INVITATO A CONVENTION DI PARTITO E, ALLA FINE, RICOMPENSATO ADDIRITTURA CON UN POSTO DI GOVERNO’’ - E’ COSÌ A DESTRA: NESSUNA PIETÀ PER CHI TRADISCE, MASSIMO PRONTO SOCCORSO PER CHI FINISCE NEL CONO D’OMBRA DEL POTERE PERDUTO, DOVE I TELEFONINI TACCIONO E GLI INVITI SCOMPAIONO… - VIDEO

giorgia meloni sigfrido ranucci elly schlein bomba

DAGOREPORT – DOBBIAMO RICONOSCERLO: GIORGIA MELONI HA GESTITO IN MANIERA ABILISSIMA IL CASO DELL'ATTENTATO A RANUCCI, METTENDO ANCORA UNA VOLTA IN RISALTO L'INETTITUDINE POLITICA DI ELLY SCHLEIN - GETTARE INDIRETTAMENTE LA RESPONSABILITA' DELL'ATTO TERRORISTICO ALLA DESTRA DI GOVERNO, COME HA FATTO LA SEGRETARIA DEL PD, È STATA UNA CAZZATA DA KAMIKAZE, ESSENDO ORMAI LAMPANTE CHE LE BOMBE SONO RICONDUCIBILI AL SOTTOMONDO ROMANO DEL NARCOTRAFFICO ALBANESE, OGGETTO DI UN'INCHIESTA DI "REPORT" - E QUELLA VOLPONA DELLA PREMIER HA RIBALTATO AL VOLO LA FRITTATA A SUO VANTAGGIO: HA CHIAMATO RANUCCI PER MANIFESTARGLI SOLIDARIETÀ E, ANCORA PIÙ IMPORTANTE, HA INVIATO TRE AUTOREVOLI ESPONENTI DI FRATELLI D’ITALIA (TRA CUI BIGNAMI E DONZELLI) ALLA MANIFESTAZIONE INDETTA DAL M5S PER RANUCCI E LA LIBERTÀ DI STAMPA - DOPO L’ATTENTATO, NESSUNO PARLA PIÙ DI UN POSSIBILE PASSAGGIO DI "REPORT" A LA7: SIGFRIDO, ORA, È INTOCCABILE… - VIDEO

giorgia meloni antonio tajani maurizio casasco marina pier silvio berlusconi salvini

DAGOREPORT - TAJANI, UNA NE PENSA, CENTO NE SBAGLIA. IL SEGRETARIO DI FORZA ITALIA CI HA MESSO 24 ORE AD ACCORGERSI CHE GIORGIA MELONI HA STRACCIATO UNO DEI SUOI CAVALLI DI BATTAGLIA IN EUROPA: IL SUPERAMENTO DEL DIRITTO DI VETO. IL MINISTRO DEGLI ESTERI È RIUSCITO A PARTORIRE SOLO UNA DICHIARAZIONE AL SEMOLINO (“HA DETTO LA SUA OPINIONE, IO PENSO INVECE CHE SI DEBBA FARE QUALCHE PASSO IN AVANTI”), MENTRE È STATO ZITTO DI FRONTE ALLE INVETTIVE ANTI-RIARMO E CONTRO L’UE DEI PARLAMENTARI LEGHISTI. IL POVERINO È ANCORA STORDITO DALLA PROMESSA, SCRITTA SULLA SABBIA, CON CUI L'HA INTORTATO LA DUCETTA: SE FAI IL BRAVO, NEL 2029 TI ISSIAMO AL QUIRINALE AL POSTO DI MATTARELLA (E CI CREDE DAVVERO) – IN TUTTO QUESTO BAILAMME, TAJANI PROVA A METTERE LE MANI SULLA CONSOB CON UNA MOSSA DA ELEFANTE IN CRISTALLERIA: NOMINARE IL DEPUTATO AZZURRO MAURIZIO CASASCO. MA SI È DIMENTICATO DI COORDINARSI CON LA FAMIGLIA BERLUSCONI, CHE NON L’HA PRESA BENE…