DAVIGO SE NE FREGA DEL PARERE DELL'AVVOCATURA DELLO STATO E PURE DELLA COMMISSIONE DEL CSM: LUI PUNTA AL PLENUM DELL'ORGANO DEI MAGISTRATI PER RESTARE IN CARICA ANCHE OLTRE LA PENSIONE - LUNEDÌ 19 OTTOBRE, PROPRIO ALLA VIGILIA DEL SETTANTESIMO COMPLEANNO, SI RIUNIRÀ PER DECIDERE LA QUESTIONE SPINOSA. TRA LE CAUSE DI DECADENZA DALLA CARICA NON C'È ESPRESSAMENTE IL COLLOCAMENTO A RIPOSO. MA COME PUÒ UN NON PIÙ MAGISTRATO SEDERE NELL'ORGANO DI AUTOGOVERNO DEI MAGISTRATI?

-

Condividi questo articolo


 

Dal ''Riformista''

 

Il consigliere Piercamillo Davigo dovrà lasciare il Csm quando, tra qualche giorno, compirà 70 anni, l' età massima per la permanenza in magistratura: è la conclusione alla quale è giunta ieri la maggioranza (2 componenti su 3) della Commissione Verifica Titoli del Csm. A favore della proposta della maggioranza hanno votato la presidente Loredana Miccichè e la consigliera Paola Braggion, entrambe di Magistratura Indipendente, la corrente di cui è stato un esponente lo stesso Davigo prima di fondare il gruppo di Autonomia e Indipendenza.

 

DAVIGO DAVIGO

Non ha espresso un voto contrario ma si è astenuto il consigliere laico del M5S Alberto Maria Benedetti: «Mi sono astenuto soprattutto perché la questione è complessa e merita di essere approfondita - dice interpellato dall' Ansa - e la complessità della questione non riguarda soltanto ragioni giuridiche ma anche ragioni diverse sul funzionamento del Csm, la messa in sicurezza dei suoi provvedimenti e della loro validità. C' è una valutazione complessiva che mi ha indotto in questa fase, quella della Commissione, a tenere un atteggiamento di astensione. Mentre in plenum naturalmente potrei anche decidere di votare in un senso o nell' altro».

 

A propendere per la decadenza di Davigo dal Csm anche il parere reso dall' Avvocatura dello Stato su richiesta della Commissione Verifi ca Titoli, parere che era stato rimasto stranamente secretato per diversi giorni.

 

È molto probabile che l' orientamento fin qui emerso venga ribaltato dal plenum di Palazzo dei Marescialli, previsto non più per oggi o domani bensì per lunedì 19 ottobre a partire dalle ore 15, proprio alla vigilia del settantesimo compleanno di Davigo. Altre due sedute di plenum sono state convocate nei due giorni successivi: il 20 alle 9,30 con eventuale prosecuzione pomeridiana e il 21 alle 10. Il giorno decisivo resta comunque il 19.

 

 

La questione da sciogliere non è affatto semplice, anche dal punto di vista giuridico. L' articolo 24 della legge 195 del 1958 istitutiva del Csm stabilisce che per essere eletti consiglieri togati bisogna essere magistrati in servizio, ma il successivo articolo 37 non prevede il collocamento a riposo quale esplicita causa di decadenza di diritto dalla carica.

 

mario suriano, marco mancinetti, piercamillo davigo mario suriano, marco mancinetti, piercamillo davigo

È su questa base che Davigo sostiene di avere il diritto di restare, anche da pensionato, sino alla fine del suo quadriennale mandato. Il Consiglio di Stato tuttavia, in una sentenza del 2011, attenta ai valori e ai principi costituzionali, ha sancito che l' appartenenza alla magistratura è «condizione sempre essenziale e imprescindibile per l' esercizio della funzione di autogoverno» svolta dai consiglieri, non limitabile al solo accesso al Csm. E proprio a quella sentenza si rifà l' Avvocatura dello Stato nel parere che ha costituito la base della pronuncia della Commissione.

 

Se l' elemento certo è dunque, finalmente, la data in cui si deciderà il destino di Davigo, ci si chiede il perché di questo slittamento. Una possibile ragione potrebbe essere che da domenica 18 a martedì 20 ottobre si terrà contemporaneamente la tre giorni per l' elezione del parlamentino dell' Associazione Nazionale Magistrati: sbaglieremmo a pensare che dunque il rinvio potrebbe essere dettato dal timore di qualcuno di perdere consenso elettorale in base alla decisione su Davigo?

 

Non è irragionevole, anzi, ipotizzare che la scelta finale del plenum del Csm potrebbe spostare consenso da una parte o dall' altra all' interno dell' Anm, sempre che l' Anm rimanga integra, considerate le ipotesi di scissione che stanno circolando in questi giorni.

Diciamolo chiaramente: c' è poca voglia di esporsi sulla questione Davigo, terreno troppo scivoloso per molti, come lo è stato il caso Palamara, archiviato per il momento alla velocità della luce.

 

DAVIGO DAVIGO

I tatticismi hanno prevalso sulla trasparenza, fatta eccezione per Magistratura Democratica che ha preso una posizione esplicita, chiara grazie all' intervento del Presidente Riccardo De Vito sulla rivista Questione Giustizia per cui «occorre essere ben avvertiti, infatti, del gravissimo pericolo che si corre nel gettare a mare la rappresentatività democratica del Consiglio superiore per sostenere la tesi della permanenza in carica di un consigliere non più appartenente all' ordine giudiziario», aggiungendo che «la decisione che il plenum dovrà assumere rappresenta un banco di prova per il governo autonomo».

 

Posizioni pilatesche sono invece giunte da Area Democratica per la Giustizia che auspica «che il plenum del CSM possa adottare la deliberazione finale attraverso un dibattito pubblico e un voto palese affi nché le ragioni del voto e delle relative posizioni siano il più possibile intellegibili e trasparenti»; e da Magistratura Indipendente che chiede «scelte tecniche e non politiche».

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT – JOE BIDEN VUOLE CHE GIORGIA MELONI METTA ALL’ORDINE DEL GIORNO DEL G7 L’USO DEI BENI RUSSI CONGELATI. PER CONVINCERE LA DUCETTA HA SPEDITO A ROMA LA SUA FEDELISSIMA, GINA RAIMONDO, SEGRETARIO AL COMMERCIO – GLI AMERICANI PRETENDONO DALL’EUROPA UN'ASSUNZIONE DI RESPONSABILITÀ DOPO TUTTI I MILIARDI CHE WASHINGTON HA POMPATO A ZELENSKY. MA METTERE MANO AI BENI RUSSI È UN ENORME RISCHIO PER L’UNIONE EUROPEA: POTREBBE SPINGERE ALTRI PAESI (CINA E INDIA SU TUTTI) A RIPENSARE AI LORO INVESTIMENTI NEL VECCHIO CONTINENTE…

DAGOREPORT – PARTITI ITALIANI, PERACOTTARI D'EUROPA - L’ASTENSIONE “COLLETTIVA” SUL PATTO DI STABILITÀ È STATA DETTATA SOLO DALLA PAURA DI PERDERE CONSENSI IL 9 GIUGNO - SE LA MELONA, DOPO IL VOTO, PUNTA A IMPUGNARE UN PATTO CHE E' UN CAPPIO AL COLLO DEL SUO GOVERNO, IL PD DOVEVA COPRIRSI DAL VOTO CONTRARIO DEI 5STELLE – LA DUCETTA CONTINUA IL SUO GIOCO DELLE TRE CARTE PER CONQUISTARE UN POSTO AL SOLE A BRUXELLES. MA TRA I CONSERVATORI EUROPEI STA MONTANDO LA FRONDA PER IL CAMALEONTISMO DI "IO SO' GIORGIA", VEDI LA MANCATA DESIGNAZIONE DI UN CANDIDATO ECR ALLA COMMISSIONE (TANTO PER TENERSI LE MANINE LIBERE) – L’INCAZZATURA DI DOMBROVSKIS CON GENTILONI PER L'ASTENSIONE DEL PD (DITEGLI CHE ELLY VOLEVA VOTARE CONTRO IL PATTO)…

DAGOREPORT – GIUSEPPE CONTE VUOLE LA DIREZIONE DEL TG3 PER IL “SUO” GIUSEPPE CARBONI. IL DG RAI ROSSI NICCHIA, E PEPPINIELLO MINACCIA VENDETTA IN VIGILANZA: VI FAREMO VEDERE I SORCI VERDI – NEL PARTITO MONTA LA PROTESTA CONTRO LA SATRAPIA DEL FU AVVOCATO DEL POPOLO, CHE HA INFARCITO LE LISTE PER LE EUROPEE DI AMICHETTI - LA PRECISAZIONE DEL M5S: "RETROSCENA TOTALMENTE PRIVO DI FONDAMENTO. IN UN MOMENTO IN CUI IL SERVIZIO PUBBLICO SALE AGLI ONORI DELLE CRONACHE PER EPISODI DI CENSURA INACCETTABILI, IL MOVIMENTO 5 STELLE È IMPEGNATO NELLA PROMOZIONE DEGLI STATI GENERALI DELLA RAI..."