piercamillo davigo

DAVIGO SHOW - L’EX MAGISTRATO, RINVIATO A GIUDIZIO PER RIVELAZIONE DI SEGRETO D'UFFICIO SUI VERBALI SULLA LOGGIA UNGHERIA, IL 7 FEBBRAIO HA TENUTO BANCO PER TRE ORE NEL TRIBUNALE DI BRESCIA: “HO RIFLETTUTO A LUNGO SE POTEVO FIDARMI DI ERMINI. I VERBALI ME LI HA CHIESTI LUI. MI DISSE CHE IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA GLI AVEVA DETTO DI RINGRAZIARMI PER LE NOTIZIE FORNITE. AL CSM NON CI VOLEVO ANDARE, MI VENIVA IL MAL DI STOMACO ALLE 11 DI MATTINA PER QUELLO CHE VEDEVO. NELLA PROCURA DI MILANO ORMAI ACCADONO COSE FUORI DAL MONDO. E DAL QUIRINALE QUALCUNO MI RACCONTÒ CHE…”

Giuseppe Salvaggiulo e Monica Serra per “La Stampa

 

DAVIGO TRAVAGLIO

Lo show di Piercamillo Davigo non ha tradito le attese ma non gli ha impedito il rinvio a giudizio per rivelazione di segreto d'ufficio sui verbali sulla loggia Ungheria, ricevuti dal pm milanese Paolo Storari e veicolati irritualmente nel Csm nella prima metà del 2020 per «screditare il ruolo istituzionale e l'immagine personale e professionale del collega Sebastiano Ardita».

 

Vanificando i tentativi della giudice Federica Brugnara di frenarne la facondia («Non capisco la pertinenza, aspetti un attimo, risponda alla mia domanda...»), il 7 febbraio l'imputato Davigo tiene banco per tre ore nel tribunale di Brescia.

 

piercamillo davigo 5

In una ricostruzione non priva di lacune e contraddizioni, per difendersi alza il tiro sui vertici del Csm. In primis il vicepresidente David Ermini. «Ho riflettuto a lungo se potevo fidarmi di lui, perché la sua provenienza politica era la stessa di Lotti. Però avevo un buon rapporto.

 

Un giorno mi abbracciò perché in tv avevo detto, come per il presidente Usa, che lui era anche il mio vicepresidente, anche se la sua elezione promanava da Magistratura Indipendente e Unicost, la sentina di Palamara. Riteneva che in qualche modo lo avessi legittimato. E poi aveva preso le distanze da quel gruppo di potere, perché in un'intercettazione Lotti diceva "Ermini è morto", facendogli fare un figurone».

 

piercamillo davigo al tg2 2

Ermini viene informato dei dirompenti verbali milanesi all'inizio di maggio 2020, di ritorno a Roma dopo il lockdown. «Gli dissi per telefono: ti devo parlare di una cosa urgente e importante. Contrariamente a quanto dice lui, non gli consegnai in prima battuta i verbali. Gli feci una sintesi della vicenda dicendo "ci sono nomi da paura, data la delicatezza è indispensabile informare il presidente della Repubblica”. Cosa che Ermini fece immediatamente. Chiamò il presidente, lo raggiunse e tornò».

 

david ermini sergio mattarella al csm

I nomi

Ermini, sentito dai pm come testimone, fornisce una ricostruzione diversa e dice di aver cestinato i verbali senza leggerli. «Ma non è vero - obietta Davigo - perché me li ha chiesti lui. I verbali vengono in un secondo momento. Siccome era impressionato dai nomi, continuava a chiedermi "Ma c'è anche quello?" e io non me li ricordavo perché sono tanti. A un certo punto ho detto "Senti David, se vuoi te li do questi file stampati così non mi chiedi più i nomi”.

 

P. Davigo a Radio2

Poteva rispondermi: "Non li voglio". Invece li ha portati in uno stanzino che aveva dietro il suo ufficio e non ne abbiamo più parlato. Due mesi dopo siamo andati in vacanza insieme all'hotel Terme di Merano, quindi non era poi così turbato evidentemente… Comunque se li ha distrutti, essendo la prova del mio reato, dovete incriminarlo per favoreggiamento. Non mi consta che sia avvenuto. Sarebbe un illecito disciplinare (dei pm di Brescia, ndr), ma comunque».

 

DAVIGO 1

Il racconto di Davigo prosegue. «Non voglio dire cosa mi disse Ermini di ritorno dal Quirinale perché non è opportuno coinvolgere la presidenza della Repubblica in questa vicenda già brutta di suo. Ma se mi viene fatta la domanda diretta, rispondo che Ermini mi disse che il presidente gli aveva detto di ringraziarmi per le notizie fornite e che per il momento quelle notizie gli erano sufficienti, che mi avrebbe fatto sapere se fosse servito altro.

 

Del resto mi sembra francamente inverosimile quanto dice Ermini, cioè che il presidente della Repubblica rimane lì come una statua. Se uno gli dice una cosa così, insomma…».

 

cascini greco davigo

Il pm chiede di «altre interlocuzioni con la presidenza della Repubblica». Risposta: «Sì, ma non sono direttamente attinenti, tranne per una cosa di cui preferisco non parlare perché non voglio coinvolgere persone estranee. Da parte del presidente non ci sono state altre richieste di informazioni; dalla presidenza come istituzione non richieste di chiarimenti, ma notizie che mi sono state date in via informale da persona che non intendo nominare e che comunque è inutile dire perché non hanno rilevanza in questa vicenda».

 

davigo

Davigo riferisce poi dell'interlocuzione con il procuratore generale della Cassazione Giovanni Salvi, due giorni dopo quella con Ermini. «Gli dissi "Guarda, c'è una situazione assolutamente fuori controllo alla Procura di Milano, vedi di fare qualcosa". Ebbi la sensazione che avesse già un'idea, perché non manifestò sorpresa. Mi diede una risposta che mi gelò: "Ma, sai, lì c'è anche gente perbene". Pensai di fare una relazione di servizio, poi non la feci».

 

piercamillo davigo al tg2 1

La decadenza A ottobre 2020, Ermini e Salvi furono decisivi nel voto per la decadenza di Davigo dal Csm. «Fino a dieci giorni prima del mio compleanno si dava per pacifico che io sarei rimasto, tanto che durante una cena Ermini disse a tutti: "Oggi Piercamillo ha fatto il suo capolavoro: ha collocato a riposo il segretario generale e lui rimane”.

 

SERGIO MATTARELLA PIERCAMILLO DAVIGO

Dopo il voto, Ermini era molto dispiaciuto. Se mi fosse stato ipotizzato che c'era un problema, mi sarei dimesso. Già non ci volevo andare al Csm, mi veniva il mal di stomaco alle 11 di mattina per le cose che vedevo».

 

piercamillo davigo a dimartedi' 2

In realtà poi Davigo ha fatto (e perso) due ricorsi contro la destituzione. «Ho cambiato idea sulla loro buona fede», spiega al giudice. Il pirotecnico interrogatorio è condito di aneddoti e frecciate velenose.

 

Su Cosimo Ferri, «che ho visto crescere perché il padre, il ministro dei 110 all'ora, era mio amico e dormì su una brandina a casa mia, prima di interrompere i rapporti perché mi invitò a una cena con il piduista Elia Valori».

 

Piercamillo Davigo

Sull'avvocato generale di Milano Nunzia Gatto, «incapace di ragionamenti complessi». Sulla Procura di Milano «dove ormai accadono cose fuori dal mondo». Su un altro giudice di Brescia, che ha archiviato «perché ha fatto confusione» la posizione dell'ex procuratore di Milano Francesco Greco.

 

È solo l'antipasto del processo che comincerà il 20 aprile dopo la sentenza sul coimputato Storari, per cui la Procura ha chiesto una condanna a sei mesi di reclusione.

 

Articoli correlati

SDENG! NEL GIORNO DEL TRENTESIMO ANNIVERSARIO DI TANGENTOPOLI, DAVIGO RINVIATO A GIUDIZIO

I VELENI NELLA MAGISTRATURA SCATENATI DAI VERBALI DI AMARA - LE VERSIONI OPPOSTE, LE LITI E IL ...

LA SPUTTANESCION RECIPROCA DI GRECO E DAVIGO DAVANTI AI PM DI BRESCIA SUL CASO AMARA

DAVIGO DOVRA PRESENTARSI IN TRIBUNALE IL 20 APRILE PER LA PRIMA UDIENZA DEL PROCESSO IN CUI...

Ultimi Dagoreport

donald trump volodymyr zelensky vladimir putin servizi segreti gru fsb cia

DAGOREPORT - L’OSCENO PIANO DI PACE SCODELLATO DA TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA CAPITOLAZIONE DELL’UCRAINA, ANDAVA CUCINATO BENE PER FARLO INGOIARE A ZELENSKY - E, GUARDA LA COINCIDENZA!, ALLA VIGILIA DELL’ANNUNCIO DEL PIANO TRUMPIANO SONO ESPLOSI GLI SCANDALI DI CORRUZIONE A KIEV, CHE VEDONO SEDUTO SU UN CESSO D’ORO TIMUR MINDICH, L’EX SOCIO DI ZELENSKY CHE LO LANCIÒ COME COMICO - PER OTTENERE ZELENSKY DIMEZZATO BASTAVA POCO: È STATO SUFFICIENTE APRIRE UN CASSETTO E DARE ALLA STAMPA IL GRAN LAVORIO DEI SERVIZI SEGRETI CHE “ATTENZIONANO” LE TRANSIZIONI DI DENARO CHE DA USA E EUROPA VENGONO DEPOSITATI AL GOVERNO DI KIEV PER FRONTEGGIARE LA GUERRA IN CORSO…

andrea orcel unicredit giorgiia meloni giovanbattista fazzolari giancarlo giorgetti francesco gaetano caltagirone lovaglio milleri

DAGOREPORT - SUL RISIKO BANCARIO, DI RIFFA O DI RAFFA, L’ARMATA BRANCA-MELONI HA FATTO L’ENNESIMA FIGURA DI MERDA - DI SICURO, NON POTRÀ PIÙ FAR RIDERE I POLLI BLATERANDO CHE UNICREDIT È UNA BANCA STRANIERA, QUINDI L’OPA SU BANCO BPM VA STOPPATA PERCHÉ È UNA MINACCIA PER LA ‘’SICUREZZA NAZIONALE’’ - PROSSIMAMENTE IL CEO DI UNICREDIT, ANDREA ORCEL, AVRÀ MANI LIBERE PER SCEGLIERE QUALE BANCA PAPPARSI, MENTRE NEI PROSSIMI DUE MESI I GENI DI ‘’PA-FAZZO” CHIGI AVRANNO I NEURONI MOLTO IMPEGNATI PER RISPONDERE CON UNA MODIFICA DELLA LEGGE (CHISSÀ SE AVRÀ EFFETTO RETROATTIVO) ALLA PROCEDURA D'INFRAZIONE DI BRUXELLES - SE POI ORCEL SARÀ COSTRETTO DAL GOVERNO DI BERLINO A VENDERE LA SUA PARTECIPAZIONE IN COMMERZBANK, UNA VOLTA INTASCATO IL RICCO BOTTINO, LE OPZIONI SULLA SUA SCRIVANIA PER EVENTUALI ACQUISIZIONI SAREBBERO SENZA FRONTIERE. E NULLA VIETEREBBE A UNICREDIT DI LANCIARE UNA RICCA OPA SU MPS DI LOVAGLIO-CALTAGIRONE-MEF, OBIETTIVO GENERALI: SAREBBE LA MASSIMA RIVINCITA DI ORCEL SUL GOVERNO SMANDRAPPATO DEL GOLDEN POWER…

beatrice venezi secolo d italia libero verita italo bochino fenice venezia

DAGOREPORT - DI PIÙ STUPEFACENTE DELLA DESTRA CI SONO SOLO I SUOI GIORNALI MALDESTRI. SULLA VICENDA VENEZI A VENEZIA, PRODUCONO PIÙ BUFALE CHE NELL’INTERA CAMPANIA - SI SORRIDE SULLA RINASCITA DEL TEATRO LA FENICE CON “LIBERO” E “LA VERITÀ” MA LA RISATA (PIU’ PERNACCHIO) ARRIVA COL “SECOLO D’ITALIA”: “BUONA LA PRIMA: 7 MINUTI DI APPLAUSI PER VENEZI”. PECCATO CHE NON DIRIGESSE AFFATTO LEI, LA “BACCHETTA NERA”, MA IVOR BOLTON, COME C’È SCRITTO PERFINO NEL PEZZO. INCREDIBILE MA VERO. PERÒ LÌ SOTTO C’È LA GERENZA DEL GIORNALE, DOVE SI SCOPRE CHE NE È DIRETTORE EDITORIALE TALE BOCCHINO ITALO. E ALLORA TUTTO SI SPIEGA

giuseppe conte rocco casalino marco travaglio roberto fic o todde paola taverna elly schlein

DAGOREPORT - DOVE STA ANDANDO A PARARE QUELL’AZZECCAGARBUGLI DI GIUSEPPE CONTE? ALL’INTERNO DEL M5S SI CONTRAPPONGONO DUE POSIZIONI: LA LINEA MOVIMENTISTA ED EUROSCETTICA SQUADERNATA DAGLI EDITORIALI DI MARCO TRAVAGLIO, CONVINTO COM'È CHE IL "CAMPOLARGO" SIA UNA DISGRAZIA PEGGIORE DELL'ARMATA BRANCA-MELONI; CHE HA UNA CERTA PRESA SULLA BASE DEGLI ELETTORI EX GRILLINI - DALL’ALTRA, LA LINEA DI TAVERNA, FICO, PATUANELLI E TODDE, IN SINTONIA CON LA BASE PARLAMENTARE DEI CINQUE STELLE, FAVOREVOLE A UN ACCORDO PROGRAMMATICO DI GOVERNO CON IL PD, ANCHE AL DI LÀ DEL FATTO CHE CONTE SIA, VIA PRIMARIE, IL CANDIDATO PREMIER DELLA COALIZIONE DI CENTROSINISTRA (GOVERNARE SIGNIFICA CONQUISTARE POTERE, POSTI E PREBENDE) – PERCHÉ CONTE ZIGZAGHEGGIA BARCAMENANDOSI CON SUPERCAZZOLE PRIMA DI STRINGERE UN APERTO ACCORDO PROGRAMMATICO COL PD? - COME MAI TA-ROCCO CASALINO, L’APPRENDISTA STREGONE RASPUTINIANO CHE HA CONFEZIONATO PER ANNI LE MASCHERE DEL CAMALEONTISMO DI “CONTE PREMIER”, HA MOLLATO ''LA POCHETTE DAL VOLTO UMANO'' PER FONDARE UN GIORNALE ONLINE?

giorgia meloni maurizio belpietro francesco saverio garofani sergio mattarella

DAGOREPORT - IL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE MELONI” NON ESISTE: LO “SCOOP” DELLA “VERITÀ” È STATO CONFEZIONATO CON L’OBIETTIVO DI PRENDERE DI MIRA SERGIO MATTARELLA, COME MASSIMA RAPPRESENTANZA DI QUEL "DEEP STATE" CHE I CAMERATI DI PALAZZO CHIGI HANNO SUL GOZZO – LA STATISTA DELLA SGARBATELLA SOGNA L’EGEMONIA ISTITUZIONALE: BOCCIATO IL PREMIERATO, VUOLE CAMBIARE CON LA FORZA IL SISTEMA MODIFICANDO LA LEGGE ELETTORALE E INSERENDO IL NOME DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO SULLA SCHEDA (COSI' DA BYPASSARE DI FATTO I POTERI DI NOMINA DEL PREMIER CHE SPETTANO AL COLLE) - MA NON TUTTO FILA LISCIO: LEGA E FORZA ITALIA SI OPPONGONO PERCHE' NON VOGLIONO ESSERE CANNIBALIZZATI DA FDI E IN CAMPANIA E PUGLIA SI PROSPETTA UNA BATOSTA PER IL CENTRODESTA - DA QUESTO DERIVA QUEL NERVOSISMO, CON VITTIMISMO PARACULO ANNESSO, CHE HA SPINTO GIORGIA MELONI A CAVALCARE IL “COMPLOTTO DEL COLLE” – E SE FDI, PER BOCCA DI BIGNAMI E MALAN, NON AVESSE RINCULATO, DAL QUIRINALE SAREBBE PARTITO UN SILURO A TESTATA MULTIPLA...