mussolini meloni marcia su roma

DAVVERO STA ARRIVANDO UN ALTRO FASCISMO “PERBENE”? – L'ULTIMO LIBRO DI FEDERICO FORNARO “IL COLLASSO DI UNA DEMOCRAZIA” SPIEGA LA GENESI DELLA MARCIA SU ROMA E COME MUSSOLINI PRESE IL POTERE – POI PERO' CEDE AL PARAGONE CON L'ATTUALITA' E ALLE POLEMICHE SULLA “DUCETTA” –  GIOVANNI DE LUNA: “UNA SORTA DI TIRANNIA DEL PRESENTE OBBLIGA GLI STORICI A CONFRONTARSI PIÙ CON LE INQUIETUDINI DEL LORO TEMPO CHE CON LO STUDIO DEL PASSATO”

Giovanni De Luna per “La Stampa”

 

IL COLLASSO DI UNA DEMOCRAZIA

La coincidenza tra le elezioni politiche del 25 settembre e il centenario della «marcia su Roma», che cade il 28 ottobre, ha segnato molti dei libri dedicati all'anniversario dell'avvento del fascismo. La possibilità che il partito di Giorgia Meloni esca vittorioso dalle urne ha riproposto un dibattito che attraversa tutta la nostra storia repubblicana, incentrato sui caratteri originari dell'avventura mussoliniana e sulla probabilità di un loro ripresentarsi intatti sulla scena politica italiana.

 

Questa sorta di tirannia del presente, che obbliga gli storici a confrontarsi più con le inquietudini del loro tempo che con lo studio del passato, segna anche l'ultimo libro di Federico Fornaro (Il collasso di una democrazia) che si conclude con una riflessione sull'oggi, partendo da un'analisi dei movimenti di destra che si sono affermati nei Paesi occidentali ed esprimendo una forte preoccupazione per il diffondersi sempre più marcato di forme di «democrazia illiberale».

 

marcia su roma

Con il declino della democrazia rappresentativa - che appare «fredda e grigia agli occhi di cittadini disincantati»- il risorgere del nazionalismo («tra i principali responsabili dei drammi del Novecento») sollecita infatti tentazioni politiche ispirate al modello della Russia di Putin, con il ritorno a regimi autoritari di stampo neo-fascista.

 

Ma il libro di Fornaro non si lascia schiacciare sul presente. Si tratta infatti di una storia complessiva degli eventi che tra il 1919 e il 1922 segnarono l'ascesa al potere di Mussolini, inserendo lo squadrismo nello scenario complessivo del dopoguerra e di quel surplus di violenza che il grande conflitto mondiale aveva inoculato nelle profondità della società italiana.

 

marcia su roma

Scorrono nelle sue pagine le convulsioni dell'Italia liberale (tra il 1919 e il 1922 si avvicendarono sei governi, con una durata media di meno sette mesi), le conseguenze della legge elettorale con il passaggio dal maggioritario al proporzionale, le scelte degli avversari politici del fascismo, l'avvento dei «partiti di massa», il tramonto di un sistema politico che pure aveva condotto l'Italietta giolittiana ai successi del «decollo industriale» e a intercettare i fasti della belle époque.

 

giovanni de luna

Quello che Fornaro ci spiega è che Mussolini non avrebbe potuto vincere senza la complicità e l'inconsapevolezza delle forze che avrebbero dovuto contrastarlo. A cominciare dai partiti di sinistra, sospesi tra l'utopia rivoluzionaria («fare come la Russia») e il pragmatismo riformista, incapaci di scegliere, condannati a una paralisi che finì per precipitarli nel baratro della sconfitta.

 

Quanto ai «popolari» di don Sturzo, la paura del bolscevismo e della rivoluzione operaia ebbe il medesimo effetto paralizzante: quasi che nessuno degli oppositori politici di Mussolini fosse in grado di rompere quella sorta di stupefazione che coglie le prede, quando il serpente si appresta a ingoiarle.

 

federico fornaro

I liberali, poi, si aggrapparono a Mussolini, convinti che il loro ciclo storico fosse arrivato alla fine e che, abbracciando i vincitori, potessero salvare almeno il proprio ruolo e le proprie carriere; decretarono invece il funerale definitivo del liberalismo italiano: quando il fascismo finirà, nel 1945, i popolari risorgeranno nella Democrazia Cristiana, socialisti e comunisti si imporranno come protagonisti della Resistenza e della Ricostruzione, i liberali faranno solo una breve comparsa con il Pli di Malagodi nei governi centristi solidamente controllati dalla Dc.

 

Nel libro c'è un'analisi puntuale anche della stratificazione sociale dell'Italia di inizio '900, con uno Stato liberale ormai incapace di mediare i conflitti che separavano gli operai dagli industriali, le campagne dalle città, con i contadini e i ceti medi che inseguivano un'autonomia politica mai sperimentata fino ad allora.

 

benito mussolini marcia su roma

Quanto a Mussolini e al suo movimento, Fornaro non ha dubbi. La violenza fu lo strumento principale della vittoria fascista, con la complicità di quelle istituzioni che avrebbero dovuto garantire l'ordine e che accettarono invece con convinzione il disordine proposto dagli squadristi.

 

C'è un documentario del 1923, A noi!, che sintetizza benissimo questa tesi. Fu realizzato a cura del Pnf, con riprese effettuate nei giorni della marcia su Roma, documentandone le varie fasi (l'adunata a Napoli, l'attesa alle porte di Roma, l'ingresso in città), fino alla sfilata in parata, il 30 ottobre 1922, in piazza del Quirinale. Scorrono così le immagini dell'Altare della Patria, di Mussolini con le ghette, del re sul balcone, con a fianco Paolo Thaon di Revel, ammiraglio, ministro della Guerra, e il generale Armando Diaz, il vincitore di Vittorio Veneto, il Duca della Vittoria.

 

Giorgia Meloni

A salutare gli squadristi c'era, insomma, l'Italia ufficiale, rappresentata dai suoi vertici politico-militari che applaudivano non a un fenomeno eversivo e rivoluzionario, ma a un movimento che sapevano avrebbe rinsaldato il loro potere piuttosto che destabilizzarlo. Nel 1923 il fascismo era ancora ansioso di legittimarsi come forza di governo, di acquistare una rispettabilità istituzionale in grado di far dimenticare al più presto le violenze squadristiche, rivendicando «un'Italia restaurata e non rivoluzionata».

 

marcia su roma

Una didascalia del documentario, che indica «Benito Mussolini capo del governo di restaurazione», è oggi una sorta di monito: è al fascismo «perbene» che l'Italia del 1922 sacrificò per 20 lunghi anni la libertà e la democrazia.

marcia su roma Giovanni De Luna marcia su roma 2marcia su roma benito mussolini marcia su roma

Ultimi Dagoreport

brunello cucinelli giorgia meloni mario draghi massimiliano di lorenzo giuseppe tornatore nicola piovani

DAGOREPORT - L’AUTO-SANTIFICAZIONE DI BRUNELLO CUCINELLI È COSTATA CARA, NON SOLO AL “SARTO CESAREO” DEL CACHEMIRE, MA ANCHE ALLE CASSE DELLO STATO - IL CICLOPICO DOCU-FILM “IL VISIONARIO GARBATO”, DIRETTO DAL PREMIO OSCAR GIUSEPPE TORNATORE E BATTEZZATO CON TANTO DI PARTY ULTRACAFONAL IN UNO STUDIO DI CINECITTÀ ALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI, È COSTATO LA SOMMETTA DI 9.987.725 MILIONI DI EURO. DI QUESTI, I CONTRIBUTI RICEVUTI DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON IL MECCANISMO DEL TAX CREDIT RAGGIUNGONO LA CIFRA DI 3.955.090 MILIONI - DA PARTE SUA, PEPPUCCIO TORNATORE AVREBBE INTASCATO 2 MILIONI PER LA REGIA E 500 MILA PER SOGGETTO E SCENEGGIATURA – A PRODURLO, OLTRE A BRUNELLO STESSO, LA MASI FILM DI MASSIMILIANO DI LUDOVICO, CHE IN PASSATO HA LAVORATO SPESSO CON IL PRODUTTORE MARCO PEROTTI, COINVOLTO NEL CASO KAUFMANN (FU LUI A INOLTRARE LA DOMANDA DI TAX CREDIT PER IL FILM “STELLE DELLA NOTTE” DEL FINTO REGISTA-KILLER) - IL MONUMENTO A SE STESSO GIUNGE AL MOMENTO GIUSTO: DUE MESI FA, UN REPORT DI ''MORPHEUS RESEARCH'' ACCUSO' L'AZIENDA DI CUCINELLI DI VIOLARE LE SANZIONI UE ALLA RUSSIA…

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin valery zaluzhny

DAGOREPORT - ZELENSKY, FINITO NELLA TENAGLIA PUTIN-TRUMP E SOSTENUTO SOLO PARZIALMENTE DA UNA UNIONE EUROPEA BALCANIZZATA, CERCA LA MOSSA DEL CAVALLO PER SPARIGLIARE LE CARTE E SALVARE IL SALVABILE: PORTARE L’UCRAINA A ELEZIONI NEL GIRO DI 2-3 MESI. SAREBBE UNA VITTORIA DI PUTIN, CHE HA SEMPRE CHIESTO DI RIMUOVERE IL PRESIDENTE (DEFINITO “DROGATO”, “TOSSICOMANE”, “MENDICANTE”). IN CAMBIO “MAD VLAD” DOVREBBE ACCONSENTIRE A UNA TREGUA PER PERMETTERE IL VOTO, SOTTO ATTENTO CONTROLLO DEGLI OSSERVATORI OCSE – IN POLE POSITION L’EX CAPO DI STATO MAGGIORE, VALERY ZALUZHNY. MA SIAMO SICURI CHE UN INTEGERRIMO GENERALE COME LUI SIA DISPOSTO A METTERE LA FACCIA SULLA RESA?

giorgia meloni volodymyr zelensky viktor orban vladimir putin antonio costa

DAGOREPORT – IL PROSSIMO CONSIGLIO EUROPEO INIZIERÀ IL 18 DICEMBRE, MA NON SI SA QUANDO FINIRÀ, NÉ COME: IN BALLO C'E' IL FUTURO DELL'UNIONE - DA TRUMP ALL'UCRAINA, I 27 LEADER DOVRANNO PRENDERE DECISIONI CRUCIALI E NON PIU' PROCASTINABILI, PENA LA TOTALE IRRILEVANZA NELLA GEOGRAFIA MONDIALE - E QUI VIENE IL BELLO: CHI SI METTERA' DI TRAVERSO PONENDO IL DIRITTO DI VETO E MANDANDO ALL'ARIA TUTTO? ORBAN FARÀ IL SOLITO GUASTAFESTE FILO PUTIN? E GIORGIA MELONI, CHE HA FATTO ORMAI LA SUA DEFINITIVA SCELTA TRUMPIANA, PRESSATA DAL SUO VICE PREMIER SALVINI CHE HA GIÀ CONSEGNATO L'UCRAINA ALLA RUSSIA, RIUSCIRÀ A CONTINUARE A TENERE IL PIEDINO IN DUE STAFFE? AH, SAPERLO....

a lume di candela federica panicucci fabio rovazzi tommaso cerno pio e amedeo elonoire casalegno barbara d urso

DAGOREPORT BY CANDELA - BARBARA D’URSO E IL PROGETTO ARENATO CON URBANO CAIRO - NUOVO SHOW DI PIO E AMADEO SU CANALE5 IN PRIMAVERA - FEDERICA PANICUCCI CONDURRÀ CAPODANNO IN MUSICA" SU CANALE 5: AL SUO FIANCO POTREBBE TORNARE FABIO ROVAZZI. TRA I DUE, L’ANNO SCORSO, NON ERA SCATTATA LA SCINTILLA - SI CERCA CONDUTTORE SOVRANISTA PER NUOVO TALK DI RAI2: POTREBBE ESSERE COINVOLTO IL MELONIANO CERNO - RAI1 E CANALE 5 COPRIRANNO I LORO BUCHI “SPOSTANDO” IN PRIMA SERATA “AFFARI TUOI”, “L’EREDITÀ” E "LA RUOTA DELLA FORTUNA" - ELENOIRE CASALEGNO SI PAPPA DUE NUOVE CONDUZIONI - NELLA REDAZIONE DI ''LIBERO'' ESPLODE IL “TAXI GATE” - UNA VIVACE SIGNORINA STA CERCANDO DI VENDERE A DIVERSI GIORNALI, PROVE ALLA MANO, LA SUA "RELAZIONE SEGRETA" CON L'ATTACCANTE FIDANZATISSIMO. INDIZIO: LUI GIOCA IN UNA SQUADRA DI ALTA CLASSIFICA IN SERIE A E IN NAZIONALE. DI CHI SI TRATTA?

luca matilde bernabei sandokan can yaman

DAGOREPORT – IL TRIONFO DI “SANDOKAN” SU RAI1 FA GODERE LA LUX VIDE MA I FRATELLI BERNABEI, LUCA E MATILDE, BRINDANO SEPARATI – LUCA, CHE E’ COLUI CHE FORTEMENTE VOLUTO RIPORTARE IN TV LO SCENEGGIATO E LO HA PRODOTTO, A MAGGIO SCORSO HA LASCIATO LA FU SOCIETA’ DI FAMIGLIA (FONDANDO LA SUA “OHANA) – DI LUCA NON C’E’ TRACCIA NEI COMUNICATI ED ERA ASSENTE SIA ALL’ANTEPRIMA CHE ALLA CONFERENZA STAMPA – VUOI VEDERE CHE GLI SCAZZI DI FAMIGLIA FANNO PIU’ MALE DELLA “TIGRE DI MOMPRACEM”? AH, SAPERLO…