giuseppe conte roberto gualtieri

IL DECRETO DI PULCINELLA – L’ENNESIMO VERTICE NOTTURNO NON HA PORTATO A UN FICO SECCO, CON I GRILLINI CHE INSISTONO SU SUSSIDI E NAZIONALIZZAZIONI E CONTE CHE PER UNA VOLTA È D’ACCORDO CON RENZI SUI CONTRIBUTI ALLE IMPRESE – IL PROBLEMA È CHE SERVE UN PIANO DI INVESTIMENTI FORTE E NON “SOLDI A PIOGGIA” – QUANDO CI RISVEGLIEREMO DALLA FASE “REM”, INTESO COME REDDITO DI EMERGENZA, CI RITROVEREMO NELLA STANZA L'ELEFANTE DEL "MES"

1 – DECRETO MAGGIO, RESTA NODO IMPRESE, GOVERNO DECIDE DOPO INCONTRO CON PARTI SOCIALI

Da www.ansa.it

 

Gualtieri Conte

E' ancora braccio di ferro nel governo sul Reddito di emergenza e manca la quadra sulle norme per il sostegno alle imprese. E' quanto emerge dopo la riunione della scorsa notte del premier Giuseppe Conte e del ministro Roberto Gualtieri con i capi delegazione e i rappresentanti dei partiti di maggioranza sul decreto di maggio. Un nuovo vertice di governo è in programma dopo il confronto con le parti sociali.

    Non c'è ancora l'intesa anche sulle norme a sostegno delle aziende, con ricapitalizzazioni con risorse pubbliche e stanziamenti a fondo perduto. Il premier avrebbe rinviato il momento per fare una sintesi e prendere una decisione dopo l'incontro con sindacati e imprese. Sul Reddito di emergenza il confronto continua intanto a essere molto acceso. Pd e Iv dicono di no all'attuale formulazione della norma voluta dal M5s per il sostegno ai redditi più bassi "a decorrere da maggio 2020" per alcuni mesi: la richiesta degli alleati è, invece, introdurre un sostegno una tantum e non strutturale.

 

ROBERTO GUALTIERI AKA MAO TSE TUNG

2 – CORONAVIRUS, BONETTI: IN DL MAGGIO RISORSE INSUFFICIENTI PER FAMIGLIE

(LaPresse) - "Le risorse che saranno stanziate dal prossimo decreto le ritengo del tutto insufficienti per rispondere alle reali esigenze delle famiglie. La mia richiesta non è stata accolta, non sono stati stanziati sufficienti soldi". Così il ministro della famiglia e delle pari opportunità, Elena Bonetti, intervistata da Paolo Liguori nell’approfondimento di Tgcom24 'Fatti e misfatti'.

ELENA BONETTI

 

"Avevo chiesto risorse adeguate per i congedi parentali e i voucher baby-sitter da estendere però per un maggior utilizzo per i servizi educativi. Credo sia un errore, in questo momento le famiglie italiane necessitano davvero di investimenti. Da esponente del Governo devo accettare fatiche e battaglie perse, anche se giuste. Ci saranno delle risorse, non tante, per costruire una rete di servizi educativi, cioè attività come i centri estivi in aiuto per le famiglie e sono convinta che queste risorse sapranno attivare quella comunità educante che non è presente solo nella scuola ma anche fuori e che comprende il terzo settore, le comunità locali, il volontariato, il mondo dello sport. Non lasceremo sole le famiglie", ha aggiunto.

 

3 – DECRETO DA 55 MILIARDI MAGGIORANZA DIVISA SU IMPRESE E REDDITO

Alessandro Barbera e Ilario Lombardo per “la Stampa”

 

maria elena boschi luigi marattin

Quando alle 21,30 - l' ora dell' ennesimo vertice notturno - il premier e il ministro del Tesoro si riuniscono per definire il maxidecreto anticrisi, il clima nella maggioranza è ancora teso. Per ragioni diverse il Pd, ma soprattutto Italia Viva, non sono disposti a farsi dettare la linea dai Cinque Stelle, tanto sugli aiuti alle imprese che alle famiglie più povere.

 

bonomi conte

La parte più difficile del lavoro riguarda anche questa volta gli aiuti all' economia. Il Tesoro ha pronto uno schema che prevede un sostegno a fondo perduto a tutte le imprese sotto i cinque milioni di fatturato (anche per il pagamento di affitto e bollette nelle settimane del lockdown), interventi da parte di Invitalia per rafforzare il patrimonio delle aziende tra cinque e cinquanta milioni, infine propone l' ingresso di Cassa depositi e prestiti nel capitale di tutte quelle sopra i cinquanta milioni.

 

giuseppe conte roberto gualtieri mes

A scatenare l' opposizione dei renziani, rappresentati nella riunione da Luigi Marattin, economista e vicecapogruppo alla Camera, è la formula scelta per la categoria delle imprese medio-grandi. Che senso ha - questo il ragionamento di Italia Viva - concedere un contributo a fondo perduto fino a cinque milioni e invece l' intervento dello Stato nel patrimonio per quelle fino a cinquanta milioni? Una tesi che per una volta sembra convincere Conte, già piegato dagli attacchi del nuovo presidente di Confindustria Carlo Bonomi. Un'«inaccettabile campagna di nazionalizzazione» da parte di chi «non ascolta» le imprese e «soldi a pioggia» invece di pensare agli investimenti, l' unica vera leva possibile per far ripartire il Paese. «Non vogliamo sovietizzare il sistema produttivo», la risposta del ministro grillino dello Sviluppo Stefano Patuanelli. Eppure l' impressione del mondo delle imprese è proprio quella.

 

STEFANO PATUANELLI

E così il premier - che in una intervista a questo giornale aveva promesso di sollecitare i vertici delle banche per accelerare le procedure sui prestiti - si presenta al vertice con l' intenzione di tenere conto delle obiezioni e trovando ragioni di contatto con Matteo Renzi. Quest' ultimo - con una collaudata tattica da opposizione interna - dopo aver minacciato la crisi sul tema della fase due riconosce a Conte «passi avanti».

conte meme

 

Il leader di Italia Viva spinge per introdurre un emendamento al decreto liquidità (quello già approvato) che allargherebbe le garanzie pubbliche sui finanziamenti fino a ottocentomila euro, accelerando l' iter per approvare le pratiche in banca. E' questo il principale motivo di scontento fra gli imprenditori.

 

Lo scontro sul «Rem»

MATTEO RENZI

L' altra questione che divide non poco la maggioranza è il cosiddetto «reddito di emergenza». Affare delicato perché nelle intenzioni dei Cinque Stelle altro non si tratta che dell' allargamento permanente del reddito di cittadinanza a chi non lavora. Vero è che fra i disoccupati più poveri c' è chi non percepisce alcun sussidio, ma allora - questa l' obiezione di Pd e renziani - i fondi per queste famiglie andrebbero erogati ai Comuni o attraverso un contributo straordinario.

 

La prima soluzione è ritenuta la più naturale: nella gran parte dei casi sono i sindaci a dare sostegno alle famiglie in serio disagio sociale. La seconda opzione è mediaticamente più spendibile ma eviterebbe di aggiungere l' ennesimo strumento ad un sistema di welfare già complicato. Se ciò accadesse verrebbe meno qualunque incentivo serio alla ricerca del lavoro.

ANGELO BORRELLI ROBERTO SPERANZA GIUSEPPE CONTE

 

«Non sarebbe né un abbozzo di reddito minimo, né un serio strumento di lotta alla povertà», spiegano i renziani. «Solo un regalo a chi lavora in nero. Per noi questo è inaccettabile».

 

I fondi per la sanità

Infine la sanità. Roberto Speranza, ormai ribattezzato nel governo il pasdaran del lockdown, ha chiesto fino a quattro miliardi aggiuntivi. Il ministro è terrorizzato dall' ipotesi di una nuova ondata di contagi in autunno, e per questo vorrebbe fieno in cascina per l' eventuale riesplodere dell' emergenza. Ma nonostante il congelamento del patto di stabilità e il sì dell' Europa a un deficit che oscilla già attorno all' otto per cento, la coperta non può essere tirata all' infinito.

GIUSEPPE CONTE ROBERTO SPERANZA

 

La bozza di decreto vale già 55 miliardi di euro, abbastanza per costringerci in autunno a fare richiesta di assistenza al fondo salva-Stati. Quello è l' elefante nella stanza di cui nessuno oggi ha voglia di parlare. Per ora quel che conta è trovare un compromesso in nome dell' emergenza. Conte e Gualtieri vorrebbero portarlo in consiglio dei ministri al più tardi giovedì.

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