beppe grillo luigi di maio

DELITTO GIGGETTO – DI MAIO È SEMPRE PIÙ SOLO E ORMAI L’UNICA SOLUZIONE CHE HA È ATTACCARSI ALLA POLTRONA: GRILLO E FICO, VERI SPONSOR DELL’ALLEANZA CON IL PD CHE VORREBBERO STRUTTURALE, VOGLIONO LA SUA TESTA DOPO LA CONSULTAZIONE SU ROUSSEAU– IN QUESTI MINUTI BEPPE-MAO E LUIGINO SI STANNO INCONTRANDO. L’UNICO TEMA SU CUI VANNO D’ACCORDO È L’AMORE PER PECHINO. CHE CI FACEVA IERI GRILLO A CENA CON L’AMBASCIATORE CINESE?

BEPPE GRILLO GIUSEPPE CONTE LUIGI DI MAIO

1. M5S, in corso a Roma incotro tra Beppe Grillo e Luigi Di Maio

(LaPresse) - Da circa un'ora è in corso all'hotel Forum a Roma l'incontro tra Beppe Grillo e Luigi Di Maio, per fare il punto della situazione all'interno del Movimento Cinque stelle. Il ministro degli Esteri è rientrato apposta dalla Sicilia, dov'era impegnato in una serie di comizi, per incontrare Grillo.

 

2. Per Grillo è ancora "momento magico" Ma Di Maio ora è solo

Annalisa Cuzzocrea per “la Repubblica”

 

luigi di maio al maurizio costanzo show

«Non è l' anima bassa che ci serve adesso, questo è un momento magico, se non lo capite». Alle cinque e mezzo del pomeriggio Beppe Grillo entra all' hotel Forum di Roma, che gli amici definiscono "casa sua", con la moglie Parvin. Ad aspettarlo da mezz' ora, seduto su una poltroncina damascata, c' è il senatore Elio Lannutti. Ma il fondatore non ha voglia di parlare di questioni che considera sciocche, e lo liquida con lo stesso ragionamento fatto alla festa M5S di Napoli: è un momento pieno di opportunità. Non ha quindi senso farsi la guerra con il Pd, rischiando di mandare il governo all' aria.

 

IL QUESITO DI ROUSSEAU SULLE REGIONALI IN EMILIA E CALABRIA

Ha impegni personali, Grillo, una cena con l' ambasciatore cinese. Ma vedrà Luigi Di Maio già oggi: il capo politico è partito ieri per una tre giorni siciliana che interromperà proprio per incontrare il garante. Prenderà un aereo, pranzeranno insieme, poi tornerà per gli incontri programmati. Agli occhi del Movimento, tutto dipende da quel che si diranno.

grillo fico di maio

 

Da quanto il fondatore dei 5 stelle continuerà a spingere nella direzione del Pd, come ha già fatto alla nascita del governo giallo-rosso. Da quanta voglia avrà di inserirsi in una disfida diventata avvelenata: da una parte c' è il ministro degli Esteri. Dall' altra, tutti gli altri ministri e il presidente della Camera Roberto Fico.

 

riccardo fraccaro

Oltre, chiaramente, al presidente del Consiglio Giuseppe Conte, che negli ultimi giorni - a chi lo ha chiamato preoccupato per le sorti del governo - ha detto solo: «State calmi e continuate a lavorare». Così come ieri, pubblicamente, ha invitato a dare al Movimento il tempo «di completare la fase di transizione ».

 

paola pisano luigi di maio

È lì, il nodo. In una fase che Di Maio vorrebbe eludere e che tutti gli altri considerano non più evitabile. Perfino Riccardo Fraccaro, da Parigi, dice: «Dopo 10 anni serve un nuovo percorso, servono gli stati generali del Movimento». Ma a dirlo con più forza, e in aperto contrasto con il capo politico, è soprattutto Fico.

 

giuseppe conte riccardo fraccaro giancarlo giorgetti

Che prima a Portici, poi con un tweet, ribatte a quanto aveva dichiarato il capo della Farnesina nella notte di giovedì: "«Secondo gli iscritti gli stati generali non sono urgenti». È questa l' interpretazione che volutamente Di Maio dà del voto che ha sconfessato la linea dei vertici, facendo vincere con il 70% - ma soli 19.248 voti vista l' affluenza bassissima - la scelta di correre con il simbolo M5S sia in Emilia-Romagna che in Calabria il prossimo 26 gennaio. Il presidente della Camera dice il contrario: «Di elezioni regionali ne abbiamo fatte tante, ma quello che urge è un momento di riflessione importante su organizzazione, temi, identità, posizionamento generale nel futuro di questo Movimento. Dobbiamo farlo, è urgente, non si può rimandare ».

LUIGI DI MAIO WANG YI

 

Rivedendo anche la figura del capo politico? La risposta è «sì, tutto», ed è quello che spaventa di più il leader M5S. Che nelle ultime settimane ha cercato di rinsaldare l' asse con Alessandro Di Battista ed è partito per una campagna tra gli iscritti, proprio per "proteggersi" da chi pensa che abbia sbagliato troppo. E che soprattutto, voglia portare il Movimento su un percorso del tutto diverso da quello tracciato da Grillo e dagli altri dirigenti: a fare l' ago della bilancia, una forza di nuovo sovranista e pronta ad allearsi con il centrodestra.

 

luigi di maio

Accerchiato da un caminetto che non la pensa come lui, a parte l' ex deputato romano, il capo politico ieri ha provato a intestarsi il risultato di Rousseau, come non fosse stato lui a proporre - sebbene meno convintamente di altri - lo stop elettorale. «Col voto di ieri gli iscritti hanno detto: a Roma c' è il governo, ma sul territorio c' è il Movimento e non possiamo asservirlo alle logiche del governo». È una sferzata agli oppositori interni, cui ricorda: «Senza gli attivisti che votano, senza chi lavora sul territorio non saremmo a Roma, nell' europarlamento, nei consigli regionali ». C

luigi di maioALESSANDRO DI BATTISTA E LUIGI DI MAIO

 

hi lo contrasta, però, lo sfida sullo stesso terreno: la capogruppo in regione Lazio Roberta Lombardi dice da tempo - e ha ripetuto ieri - che «il ruolo del capo politico singolo ha fallito e che l' unica grande riappropriazione della propria identità è lavorare come intelligenza collettiva riconoscendola e rispettandola ». Poi propone che la piattaforma voti ancora, ma per decidere come deve correre il Movimento: se da solo, alleato col centrodestra o col centrosinistra. La pensa come lei il vicepresidente del Parlamento europeo Fabio Massimo Castaldo. Lo dicono molti parlamentari. Ma l' unico che ha davvero la forza di imporre un cambio di rotta resta il garante, resta Beppe Grillo.

grillo di maio casaleggio

 

3. Così Luigino disperato si aggrappa alla poltrona

Domenico Di Sanzo per “il Giornale”

 

Uno, il Garante, non aveva nessuna voglia di un' altra gatta da pelare. L' altro, il capo politico, forse aveva proprio voglia di un voto che sancisse la fine irreversibile del disegno di alleanza organica tra il M5s e il Pd. «Grillo, Di Maio dovrebbe essere sostituito?» Chiedono i cronisti all' arrivo del comico all' Hotel Forum a Roma, quando l' ex vicepremier è già partito per la Sicilia, dove è in visita per tutto il weekend in alcuni comuni colpiti dal maltempo.

luigi di maio xi jinping

 

beppe grillo

Solo lunedì tornerà nella Capitale. «Vi state biodegradando?» - insistono i giornalisti con il fondatore - «Se ci stiamo biodegradando? Siete diventati voi, comici», risponde lui entrando nella hall. Lo attende il senatore fedelissimo Elio Lannutti. Nessun incontro in programma ieri.

Da Castelvetrano, provincia di Trapani, Di Maio ha parlato nuovamente di «grande prova di forza degli iscritti».

 

DAVIDE CASALEGGIO ALFONSO BONAFEDE RICCARDO FRACCAROluigi di maio elio lannutti

E ha lanciato una stoccata ai tanti, compreso Grillo, che in queste ore vorrebbero salvare il salvabile stringendo un patto con il Pd in Emilia-Romagna e Calabria: «No a manovre di palazzo, no a tatticismi, evidentemente andiamo da soli in quelle regioni». Prima della partenza, il capo politico ha fatto un briefing romano con il deputato Paolo Parentela, coordinatore della campagna elettorale calabrese, e il senatore Gabriele Lanzi e il consigliere regionale Andrea Bertani, responsabili per l' Emilia Romagna. Sul tavolo la scelta dei candidati presidente - in Calabria dovrebbe correre il professore Francesco Aiello - e le eventuali alleanze con liste civiche sul territorio. Il tutto con ritmo sincopato fino al 26 gennaio.

 

I RISULTATI DELLA CONSULTAZIONE DI ROUSSEAU SULLE REGIONALI IN EMILIA E CALABRIA SUL BLOG DELLE STELLEdi battista di maio

Di Maio non vuole tirarsi indietro. Anche se è sempre più isolato. Nel consiglio dei ministri, così come nei gruppi parlamentari. Tanto che ancora ieri in molti, tra i filo - Conte e nella componente vicina a Fico, sospettavano di un piano studiato a tavolino dal capo politico, che ha spinto per la consultazione su Rousseau, convinto dell' esito che avrebbe bocciato la «pausa elettorale». Il motivo? «Staccare la spina al governo dopo il voto in Emilia - Romagna e presentarsi alle elezioni con una diarchia Di Maio - Di Battista», proseguono i sospetti. E non è un mistero che i dioscuri grillini abbiano ritrovato sintonia nell' ultimo periodo.

di maio e paragone

 

luigi di maio paola pisano

Sono migliorati i rapporti del capo politico con quel manipolo di parlamentari che erano tentati da un approdo nella Lega di Salvini, comunque molto critici sull' alleanza con il Pd, capeggiati dal senatore Gianluigi Paragone. In caduta libera, invece, i contatti con alcuni grillini di governo. Persino (ex) fedelissimi come Alfonso Bonafede, Riccardo Fraccaro e Vincenzo Spadafora.

Al sospetto dei «governisti» sullo strappo di Di Maio corrisponde una strategia di contrattacco, non del tutto confermata, né approvata dal Garante Grillo. Ma che prevedrebbe di usare i dodici facilitatori da varare a metà dicembre come cavallo di Troia per sostituire il ministro degli Esteri alla guida del Movimento. Un direttorio al posto di un capo politico, almeno fino a marzo, deadline per gli Stati Generali del M5s.

 

Grillo Di Maio Di BattistaLUIGI DI MAIO ALESSANDRO DI BATTISTA BY LUGHINO

In questa direzione vanno alcune delle dichiarazioni rilasciate ieri da personaggi importanti dei Cinque Stelle. Roberta Lombardi, capogruppo in Regione Lazio: «Il ruolo del capo politico singolo ha fallito». Nicola Morra, senatore e presidente della Commissione Antimafia: «Il voto di ieri dimostra che l' uomo solo al comando scoppia». Paola Taverna, vicepresidente del Senato: «Houston, abbiamo un problema!

»

Ultimi Dagoreport

viktor orban donald trump volodymyr zelensky maria zakharova matteo salvini vladimir putin

DAGOREPORT - TRUMP E PUTIN HANNO UN OBIETTIVO IN COMUNE: DESTABILIZZARE L’UNIONE EUROPEA - SE IL TYCOON ESENTA ORBAN DALL’EMBARGO AL PETROLIO RUSSO, DANDO UN CEFFONE A BRUXELLES, LA RUSSIA FA GUERRA IBRIDA ALL'UE E PENETRA L'ITALIA, VERO VENTRE MOLLE DELL’UNIONE, APPROFITTANDO DEI PUTINIANI DI COMPLEMENTO (PER QUESTO QUELLA ZOCCOLOVA DI MARIA ZAKHAROVA PARLA SPESSO DI FACCENDE ITALIANE) - IL PRIMO DELLA LISTA È SALVINI, CHE ALL’ESTERO NON E' VISTO COME IL CAZZARO CHE E' MA, ESSENDO VICEPREMIER, VIENE PRESO SUL SERIO QUANDO SVELENA CONTRO BRUXELLES, CONTRO KIEV E FLIRTA CON MOSCA - IL CREMLINO PUÒ CONTARE SU TANTI SIMPATIZZANTI: DA GIUSEPPE CONTE AI SINISTRELLI DI AVS, FINO A PEZZI ANTI-AMERICANI DEL PD E AI PAPPAGALLI DA TALK - ANCHE FDI E MELONI, ORA SCHIERATI CON ZELENSKY, IN PASSATO EBBERO PIÙ DI UNA SBANDATA PUTINIANA...

2025marisela

CAFONAL! ERA UN MISTO DI CASALINGHE DI VOGHERA E "GRANDE BELLEZZA" ALL'AMATRICIANA IL “LUNCH” DA MARISELA FEDERICI A VILLA FURIBONDA SULL’APPIA ANTICA PER FESTEGGIARE  “STILE ALBERTO”, IL DOC DI MICHELE MASNERI DEDICATO AD ARBASINO, CHE ANDRÀ IN ONDA SABATO 15 NOVEMBRE SU RAI 3 – TRA CONTESSE (TRA CUI LA FIGLIA DELLA MITOLOGICA DOMIETTA DEL DRAGO CHE ERA LA MUSA DI ARBASINO), VANZINA, PAPPI CORSICATO, IRENE GHERGO, BARABARA PALOMBELLI, AVVISTATI MONSIGNORI GOLOSISSIMI CHE SI SONO LITIGATI LA BENEDIZIONE DEL PRANZO. PS: UNO DEI CAGNETTI DI ALDA FENDI HA AZZANNATO UNO DEI MONSIGNORI (CHE NON HA AVUTO PAROLE BENEDICENTI) _ IL DAGOREPORT

gender club degrado roma pina bausch matteo garrone

25 ANNI FA SPUNTÒ A ROMA UN CLUB IN MODALITÀ DARK-ROOM: AL "DEGRADO", IMMERSO NEL BUIO, SI FACEVA SESSO SENZA IL SENSO DEL PECCATO, IN MEZZO A TUTTI. UNO ‘’SBORRIFICIO” CHE NON HA AVUTO EGUALI E CHE DEMOLÌ I MURI DIVISORI TRA ETERO-BI-GAY-LESBO-TRANS-VATTELAPESCA - PER 9 ANNI, “CARNE ALLEGRA” PER TUTTI. OGNUNO VENIVA E SI FACEVA I CAZZI SUOI, E QUELLI DEGLI ALTRI. IL "DEGRADO'' POTEVA ESSERE RIASSUNTO IN UNA DOMANDA: CHI È NORMALE? - DAGO-INTERVISTA ALL’ARTEFICE DEL BORDELLO: “SCORTATA DA MATTEO GARRONE, UNA NOTTE È APPARSA PINA BAUSCH IMPEGNATA AL TEATRO ARGENTINA. SI ACCENDONO LE LUCI E UNA TRAVESTITA URLO': “AO' SPEGNETELE! IO STAVO A FA’ UN BOCCHINO. NUN ME NE FREGA ‘N CAZZO DE 'STA PINA!”

giorgia meloni alberto stefani luca zaia matteo salvini sondaggio

DAGOREPORT – VENETO DI PASSIONI PER IL CENTRODESTRA: LA VITTORIA DI ALBERTO STEFANI È SCONTATA, MA A CONTARE DAVVERO SARANNO I NUMERI! SECONDO IL SONDAGGIO DI PAGNONCELLI, IL GIOVANE LEGHISTA CON CIUFFO GIAMBRUNESCO È AL 62,8%, CONTRO UN MISERO 26,9% DEL CANDIDATO DI SINISTRA, GIOVANNI MANILDO. UN OTTIMO RISULTATO, MA SOLO SE NON SI RICORDA COSA AVVENNE CINQUE ANNI FA: ZAIA VINSE CON IL 76,79% DEI VOTI, E BASTÒ LA SUA LISTA, INSIEME A QUELLA DELLA LEGA, PER OTTENERE IL 61,5%. OGGI CI VUOLE TUTTO IL CENTRODESTRA UNITO PER RAGGIUNGERE LA STESSA CIFRA – LO SPETTRO DEL SORPASSO DI FDI SUL CARROCCIO: SE LE TRUPPE MELONIANE OTTENESSERO PIÙ VOTI, CHE FINE FAREBBE LA GIÀ FRAGILE LEADERSHIP DI SALVINI?

giorgia meloni matteo salvini antonio tajani giancarlo giorgetti

DAGOREPORT - COME MAI LADY GIORGIA INFLIGGE ALLA “NAZIONE”, IN VISTA DEL 2026, UNA FINANZIARIA COSÌ MICRAGNOSA, CORRENDO IL RISCHIO DI PERDERE CONSENSI? - UNA MISERIA DI 18 MILIARDI CHE, AL DI LÀ DELL’OPPOSIZIONE, STA FACENDO SPUNTARE LE CORNA DEL TORO AGLI ALLEATI SALVINI E TAJANI, MENTRE RUMOREGGIANO I VAFFA DI CONFINDUSTRIA E DEI MINISTRI COSTRETTI AD USARE L’ACCETTA AL BILANCIO DEI LORO DICASTERI (TAGLIO DI 89 MILIONI ALLA DISASTRATA SANITÀ!) – LA DUCETTA HA UN OTTIMO MOTIVO PER LA MANOVRA MIGNON: FINENDO SOTTO IL 3% DEL PIL, IL GOVERNO ALLA FIAMMA USCIRÀ CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER CONFEZIONARE NEL 2026 UNA FINANZIARIA RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON I TEMPI DELLE POLITICHE DEL 2027 - E GLI ITALIANI NELLA CABINA ELETTORALE POTRANNO COSÌ RICOMPENSARE LA BONTÀ DELLA REGINA GIORGIA…