giuseppe conte

IL DESTINO DI TUTTI I LEADER ITALIANI: IN BILICO TRA IL FARSI IL PROPRIO PARTITO E L'ESSERE SCARICATI SENZA TANTI COMPLIMENTI - CONTE, EBBRO DEI SONDAGGI, VUOLE RADUNARE QUALCHE GRILLINO FEDELE PER RESTARE IN SELLA IN BARBA A CHI VORREBBE SILURARLO PRIMA DELLA RICOSTRUZIONE, PER AFFIDARLA A QUALCUNO PIÙ COMPENTE

 

Augusto Minzolini per ''il Giornale''

 

Immagini del «day after» del Giuseppe Conte in salsa sudamericana, che ha usato uno strumento solenne come il discorso alla Nazione in Tv, nello stile del dittatore venezuelano Nicolàs Maduro (beniamino del grillismo delle origini), cioè per attaccare, con nome e cognome, gli oppositori. «C' è da capire - osserva il leghista Stefano Candiani, uomo ombra di Salvini - se Mattarella era d' accordo, il che sarebbe gravissimo; o se, invece, Conte ha fatto tutto da solo, nel qual caso la pagherà duramente. Dividere un Paese in guerra in guelfi e ghibellini, un Paese lasciato senza soldi, che, come dimostra la circolare del ministro del' Interno di oggi, è una polveriera, è davvero da folli. Roba da Sudamerica. E il peggio è che non c' è una regia, il premier va per conto suo, dicendo il contrario di quello che dice il ministro dell' Economia, sul Mes. Secondo me dovrebbe cominciare a fare le valigie, perché al primo angolo lo scaricano».

giuseppe conte l interprete lis

 

Immagini del «day after» di un premier che usa la Tv come se fosse cosa sua. «Un episodio gravissimo», si infervora il renziano Michele Anzaldi, che pure è in maggioranza: «Con altri premier sarebbe successo il finimondo. Conte ha usato uno strumento da allarme rosso, per pura propaganda personale, da segretario di partito. Ormai fa un discorso alla nazione al dì, per annunciare provvedimenti poco chiari o che andranno in vigore due giorni dopo. È una barbarie istituzionale.

Non sono all' altezza dell' emergenza né lui, né la sua squadra, né la Rai. E nessuno denuncia questa situazione drammatica, perché ci stanno dentro tutti, hanno corrotto tutti. Basta guardare chi partecipa alle trasmissioni Tv».

 

giuseppe conte matteo salvini

Immagini del «day after» di un potenziale leader, in cerca di partito, che va avanti da solo, infischiandosene dei suoi partner di governo. «Il discorso di ieri in Tv è stato un madornale errore - osserva Enrico Borghi, rappresentante del Pd nel comitato per i servizi segreti - sul piano istituzionale e politico. È andato all' attacco di Salvini e della Meloni senza coprirsi con il Pd o dialogare con Forza Italia, solo per l' ansia di non scontentare il grillismo più integralista. Dà per scontato che lo dobbiamo appoggiare, sbagliando, perché mettendosi al centro, da solo, provoca una verticalizzazione delle responsabilità sia per l' emergenza sanitaria, sia per quella economica, che ricadranno tutte su di lui. Non può pensare che il solito comitato di consulenti, di professori amici degli amici, sia una cabina di regia? E il Parlamento? L' opposizione? Le guerre si vincono solo con un Paese unito!».

giuseppe conte furioso in conferenza stampa.

 

Il vulnus dell' altro ieri del premier a reti unificate è stato davvero grande. In mezz' ora Conte ha gettato alle ortiche tutta la sintassi politica e il galateo istituzionale di settanta anni di democrazia. Con una dose di errori nell' additare le responsabilità passate dei suoi avversari, più adatte per le polemiche sui social che non per un discorso alla nazione.

 

 

Insomma, Conte ha scambiato il Paese di Moro per quello di Maduro. Così, in piena emergenza, ha spinto Matteo Salvini a rivolgersi al Colle per protestare e ha costretto il capo dello Stato a tornare in campo per dare con gli auguri di Pasqua un senso di comunanza al Paese in questo momento drammatico (ieri siamo arrivati a quasi 20mila morti). Inoltre il premier ha dato un' ulteriore prova dei propri limiti politici e caratteriali, che vanno al di là delle contraddizioni, che pure ci sono, nell' opposizione. Limiti che anche un assiduo frequentatore del Quirinale, Pierluigi Castagnetti, già esponente del Pd, non manca di segnalare. «Ieri si è avuta l' ennesima riprova - ha twittato - che Conte non è un democristiano». E per essere più efficace ha sfoderato una citazione di Moro proprio sui Dc: «Pure chi non ci dà il voto si fida di noi perché sa che, nel governare, terremo conto anche delle sue ragioni».

giuseppe conte furioso in conferenza stampa

 

In questa logica la sortita, magari studiata per coprire i contrasti che infiammano la maggioranza sull' utilizzo del Mes, si sono trasformati in una gaffe istituzionale, in una defaillance determinata da un nervosismo latente. Introducendo un problema di «tenuta» del premier di fronte allo stress di queste settimane. Anche chi dall' opposizione ha dialogato sempre con Conte, un «responsabile» come Paolo Romani, è perplesso. «In fondo quando ha chiamato i leghisti e la Meloni alle loro responsabilità sul Mes - confida -, non ha detto il falso.

 

enrico borghi sergio mattarella

 Come pure comprendo quell' uscita da maestro elementare che di fronte a tre monelli che continuano a fare chiasso, si sfoga con un mi avete rotto le scatole. Solo che un atteggiamento del genere per un premier è ingiustificabile. Senza contare che nella trattativa con l' Europa si è tagliato i ponti alle spalle, senza sapere se avrà mai i recovery-bond e quando. È sotto stress e rischia di fare la fine di Mariano Rumor che mandò all' aria il suo secondo governo, dopo la strage di piazza Fontana, per una crisi di nervi. La verità è che il caso rintroduce il tema di un gabinetto di salute pubblica, di Draghi».

 

Appunto, il premier il rischia di aver sbagliato i calcoli. È un po' il ragionamento che Matteo Renzi ha fatto ai suoi: «Conte con i sondaggi favorevoli ha attaccato Salvini e la Meloni frontalmente. Magari si è montato la testa. Non ha capito che ha un gradimento alto non per la sua abilità, ma perché un Paese che si trova a vivere questo dramma, premia un punto di riferimento che ne rappresenti l' unità. Se il premier, però, si mette a capo di una fazione, perde il tocco magico. Tanto più che attacca Salvini e la Meloni sposandone, però, le tesi sul Mes. Semmai dovrebbe attaccare Gualtieri e Gentiloni».

Già, stretto tra grillini e piddini, Conte è in balia delle contraddizioni della sua maggioranza. Quanto durerà? «Noi - osserva il piddino Emanuele Fiano - abbiamo posto il tema che il premier non può sposare pedissequamente le posizioni grilline. Ma non è ancora chiaro che sbocco avrà questo duello».

MARIO DRAGHI.

 

Probabilmente non è chiaro perché una classe politica allo sbando ha il vizio di rinviare sempre le scelte. Solo che ormai sulla testa del premier le spade di Damocle si sono moltiplicate: quanto potrà durare un governo che ha solo tre voti di maggioranza al Senato, ha dichiarato guerra all' opposizione e deve far fronte alla peggiore crisi economica dal 1945 ad oggi? E, ancora, cosa dirà Conte dopo la riunione dei capi di governo europei se non avrà gli eurobond o, magari, li avrà dopo 6-9 mesi mentre il Paese è già affamato? Eh sì, il premier, in preda alle contraddizioni della sua maggioranza, sembra essersi costruito fatalmente da solo la trappola di cui sarà vittima: «C' è solo da aspettare il momento giusto - predice uno dei dominus della maggioranza - per farla scattare».

Ultimi Dagoreport

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…

giorgia e arianna meloni come le gemelle di shining - fotomontaggio del fatto quotidiano

DAGOREPORT – VI RICORDATE QUANDO GIORGIA MELONI DEFINIVA LA SORELLA ARIANNA UNA “PRIVATA CITTADINA SENZA INCARICHI”? DIMENTICATELO: È IN CORSO UN TENTATIVO DI TRASFORMARE LA PRIMOGENITA DI ANNA PARATORE IN UNA POLITICA NAVIGATA. ECCO COME NASCE L’IMBARAZZANTE NTERVISTA RILASCIATA OGGI DALL'EX MOGLIE DI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA AL “CORRIERE DELLA SERA”, IN CUI ARIANNA RICORDA QUANDO “GUIDAVA IL CAMION NEI VICOLI DI ROMA” PER IL PARTITO, E RIVENDICA: “DA 30 ANNI SIAMO IN POLITICA” – LA FIAMMA MAGICA VUOLE TOGLIERLE L’ETICHETTA DI “SORELLA D’ITALIA”. IL GUAIO È CHE ‘GNA FA: L’UNICO PREGIO CHE ANCHE I COLLEGHI DI PARTITO LE RICONOSCONO È… LA SOMIGLIANZA ALLA SORELLA

del vecchio la stampa angelucci elkann

DAGOREPORT - NON SI STA MAI TRANQUILLI: AL RISIKO FINANZIARIO (MPS-MEDIOBANCA) FINITO TRA LE CARTE DELLA PROCURA DI MILANO, ORA SI AGGIUNGE IL RISIKO EDITORIALE: LA VENDITA DI ‘’’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ AL GRECO KYRIAKOU DIVENTA, GIORNO DOPO GIORNO, UN BORDELLO DI VOCI E RUMORS - C’È CHI ASSICURA CHE LO SBARCO DEL GRECO NON VADA ASSOLUTAMENTE A GENIO AL BOSS DELL’IMPERO MEDIASET, PIER SILVIO BERLUSCONI – CHI SPIFFERA DI UN PRESUNTO INTERESSAMENTO DELLA FAMIGLIA ANGELUCCI, EDITORE DE “IL GIORNALE” E DI “LIBERO”, ALL’ACQUISIZIONE DEL QUOTIDIANO “LA STAMPA”, CHE ELKANN HA MESSO IN VENDITA PER LA SOMMETTA DI 65 MILIONI DI EURO, CHE NON RIENTREREBBE NEL PERIMETRO DEL GRECO CON L’ANTENNA. MA PER IL BOSS DELLA SANITÀ CARO AL GOVERNO L’UNICO MODO DI COMPRARI ''LA STAMPA'' È ALL’EDICOLA: ELKANN NON GLIELO VENDERÀ MAI - A PROPOSITO DI EDITORIA COME ULTIMA UMANA VOLUTTÀ, SI VOCIFERA CHE LEONARDINO DEL VECCHIO VOGLIA COMPRARSI NIENTEMENO CHE “IL FATTO QUOTIDIANO” (DAVVERO URGE LA RIAPERTURA DEI MANICOMI…)

giancarlo giorgetti luigi lovaglio milleri francesco gaetano caltagirone

SUL CASO MPS-MEDIOBANCA, L'ARTICOLO-BOMBA DEL GIORNO È SUL "CORRIERE", DA CUI SI EVINCE CHE LE DICHIARAZIONI RILASCIATE ALLA CONSOB DA CALTAGIRONE E DAL MINISTRO GIORGETTI SONO IN APERTO CONTRASTO - E’ LO STESSO IMPRENDITORE ROMANO AD AMMETTERE CHE IL MINISTRO LEGHISTA SONDÒ ALCUNI POTENZIALI INVESTITORI NELLE SETTIMANE PRECEDENTI ALLA OSCURA “GARA” CHE FECE INTASCARE IL 15% DI MPS, IN MANO AL TESORO, AL QUARTETTO DELFIN-CALTAGIRONE-ANIMA-BPM - UNA VERSIONE IN APERTO CONFLITTO CON QUELLA DI GIORGETTI, CHE IL 29 LUGLIO 2025 ALLA CONSOB DISSE: “NON C’È STATA ALCUNA INTERLOCUZIONE, CONTATTO O SCAMBIO” - A QUESTO PUNTO, CHI RISCHIA DI FINIRE NEI GUAI CON LA PROCURA DI MILANO NON SONO SOLO I “FURBETTI DEL CONCERTINO”, MA LA STESSA CONSOB GUIDATA DA PAOLO SAVONA CHE, COME AUTORITÀ DI VIGILANZA DEL MERCATO FINANZIARIO, NON HA RILEVATO NEL SUO DOCUMENTO DI “ASSOLUZIONE” SULLA PRESUNTA CONCERTAZIONE DEI CALTA-MELONI, NESSUNA DISCORDANZA TRA LE DICHIARAZIONI DI CALTAGIRONE E DI GIORGETTI…

la scala opera attilio fontana ignazio la russa daniela santanche santanchè matteo salvini

A PROPOSITO DI… QUANTO PIACE LA MATRICIANA ROMANA - IL FORFAIT DELLE ISTITUZIONI ALLA PRIMA DELLA SCALA, IVI COMPRESO LA SECONDA CARICA DELLO STATO, IL SICULO-MILANESE IGNAZIO LA RUSSA, HA SPINTO IL GOVERNATORE DEL PIRELLONE LOMBARDO, ATTILIO FONTANA, INDOSSATI I PANNI DI NOVELLO ALBERTO DA GIUSSANO A DICHIARARE: “ANCHE SE TUTTI APPREZZIAMO LA MATRICIANA, IL NORD DÀ FASTIDIO” – DÀ COSÌ FASTIDIO CHE NEL GOVERNO DELLA “PULZELLA” DELLA GARBATELLA, SIEDONO BEN 6 MINISTRI “LUMBARD” SU 24. E BEN 5 SONO DELLA LEGA – A RISPONDERE A FONTANA, CI HA PENSATO IL RODOMONTE DEL CARROCCIO, SALVINI: “TRA UNA MATRICIANA E UNA CARBONARA TROVI I SOLDI PER SISTEMARE LE CASE POPOLARI”…