stefania bettino craxi carlo tognoli

DIAMO A BETTINO, CIO’ CHE E’ DI BETTINO – LA PUNTUTA LETTERA DELLA FIGLIA STEFANIA CRAXI A DAGOSPIA: "NEL TENTATIVO DI RISCRIVERE LA STORIA, DIVIDENDO I SOCIALISTI BUONI DA QUELLI CATTIVI, “REPUBBLICA” SCRIVE DI TOGNOLI CHE NON FACEVA PARTE DELLA CERCHIA DEI CRAXIANI ORTODOSSI. CARLO ERA, PRIMA ANCORA CHE UN FIDATO COMPAGNO DI PARTITO, UNO DI FAMIGLIA, UNA DELLE PERSONE PIÙ VICINE A CRAXI. FU PROPRIO GRAZIE ALLA VOLONTÀ DI BETTINO, CHE..."

Lettera di Stefania Craxi a Dagospia

 

Caro Dago,

 

CRAXI TOGNOLI

ho letto grazie a “Dagospia” la ricostruzione che “La Repubblica”, a firma del bravo Piero Colaprico, fa della parabola umane e politica di Carlo Tognoli. Nel tentativo di riscrivere la storia, dividendo i socialisti buoni da quelli cattivi, si scrive di lui che non faceva parte della cerchia dei craxiani ortodossi.

 

Tognoli è stata una delle persone più vicine a Craxi, un “giovane” che con lui condivise i momenti più difficili dell’autonomismo milanese, quando ciò significava essere minoranza nel partito prima ancora che nella sinistra. Fu proprio grazie alla volontà di Bettino – allora assai discussa - che lo volle fortemente come successore di Aldo Aniasi, che Carlo divenne uno dei più grandi sindaci di Milano. Proseguirà poi la sua carriera politica ed istituzionale a Roma, dove, sempre su indicazione del leader socialista, ricoprì incarichi di governo.

 

 

caro tognoli 2

Carlo, inoltre, faceva parte della cerchia ristretta di compagni che mai mancavano ai “pranzi del lunedì”, quando quel gruppo di giovani, con il tempo divenuti protagonisti del “nuovo corso” socialista, disegnavano la Milano riformista del futuro e gettavano le basi per una sinistra moderna, riformista e liberale.

 

 

carlo tognoli

Tognoli, non di rado, era anche presente in quelle serate, dopo un comizio in Piazza Duomo o una riunione in federazione, amici, famigliari e compagni si ritrovavano davanti ad una “casseaula” ed un bicchiere di vino a cantare le canzoni della “mala” e quelle nel “bel dialet”. Certo, il PSI, a differenza di altri partiti, non era una caserma e Carlo era una intelligenza viva e vivace che da riformista coltivava l’eresia del dubbio e la critica. Ma mai abiurò alla sua storia e, soprattutto, mai prese le distanze da Craxi, di cui fu sempre amico e compagno leale e sincero, ragion per la quale ebbe a pagare tra i primi il fio della gogna mediatica e giudiziaria.

 

 

carlo tognoli sandro pertini

Non so pertanto cosa Repubblica intenda o voglia intere per “craxiano” o per cerchia ristretta. Ma sarebbe interessante saperlo, poiché se non lo era Tognoli non saprei dire chi lo fosse! So per certo che Carlo era, prima ancora che un fidato compagno di partito, uno di famiglia e tale è stato anche in tutti questi anni dopo la morte di mio padre. Conservo ancora il biglietto che mi inviò alla nascita del mio primogenito, nel quale ricordava che quanto nacqui io, era in Consiglio comunale al fianco, guarda un po’, di un certo Craxi.

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