anna ascani matteo renzi

DIMMI CHI TI PAGA E TI DIRÒ CHI SEI - TRA I FINANZIATORI DI RENZI, OLTRE AI SOLITI RATTAZZI, DAVIDE SERRA, FERRERO (VENCHI) CI SONO PURE GIANCARLO ALIBERTI DI APAX PARTNERS, LO STILISTA BRUNO TOMMASSINI, ALESSANDRO FRACASSI DI MUTUIONLINE. MA PURE GIANFRANCO LIBRANDI, EX FORZA ITALIA, EX VERDINI, EX SCELTA CIVICA POI PD E ORA ITALIA VIVA. E PERSINO ANNA ASCANI, IL VICEMINISTRO CHE RESTA NEL PD MA FINANZIA RENZI…

 

Giovanna Vitale per ''la Repubblica''

 

serra renzi

Non solo imprenditori e finanzieri - dal nipote dell'avvocato Agnelli, Lupo Rattazzi, al patron della cioccolata Venchi Daniele Ferrero - che comunque fanno la parte del leone. Il nuovo partito di Matteo Renzi, almeno a giudicare dal nome di alcuni sponsor, comincia a riscuotere simpatie anche nel mondo della cultura. Basta dare uno sguardo a una delle ultime arrivate nella lista dei finanziatori di Italia Viva: Andrée Ruth Shammah, figura di spicco dell'intellighenzia milanese. La regista, storica direttrice e anima del teatro Franco Parenti, il 25 settembre, a una settimana esatta dall'annuncio della scissione, ha versato ai comitati di azione civile 10mila euro.

Lupo Rattazzi

 

Dopo la chiusura nell'aprile 2018 della fondazione Open - la cassaforte costruita nel 2012 sotto il nome di Big Bang per avere a disposizione un contenitore che, giuridicamente, potesse ricevere le donazioni dei finanziatori privati - sono stati infatti i comitati lanciati a ottobre dello scorso anno il "veicolo" per attrarre i soldi necessari a preparare la scalata bis dell'ex segretario dem. Ossatura del partito in gestazione e motore del fund rising renziano, che però ha iniziato a correre a pieni giri solo nel giugno scorso: segno che il divorzio dal Pd, smentito con veemenza per tutta l'estate, era stato avviato almeno tre mesi prima che si consumasse ufficialmente, sostenuto dall'impennata dei bonifici ricevuti.

 

È la sezione "trasparenza" dei comitati di azione civile - il cui sito è stato oscurato ieri, in concomitanza con la nascita di Italia Viva sancita alla Leopolda 10 -  a svelare chi sono i finanziatori del partito di Renzi e quanto hanno sborsato. Un obbligo previsto dalla legge cosiddetta "Spazzacorrotti", che dalla fine di gennaio 2019 impone a partiti e movimenti politici di pubblicare in Rete tutti i contributi superiori ai 500 euro. Ed è qui che si scopre l'arcano. Tra gennaio e maggio nessun versamento oltrepassa la soglia fatidica, in cassa nei primi cinque mesi entrano solo microdonazioni da poche decine di euro, non soggette perciò a dichiarazione: si va dal totale più basso di febbraio, appena 603 euro, a quello più alto di maggio, 3.134. E sempre la casella "soggetto erogatore" resta desolatamente in bianco.

 

daniele ferrero di venchi

Comincia a riempirsi solo a giugno, allorché Lupo Rattazzi, figlio di Susanna Agnelli, presidente della compagnia aerea Neos e dell'Italian Hospital Group, per primo mette sul piatto 10 mila euro, che a luglio diventano 40mila, per poi assestarsi stabilmente a 10mila, erogati sia ad agosto, sia a settembre, quando a contribuire con mille euro è pure il suo giovane braccio destro, Piergiorgio Medori. Sforzo complessivo del conte Rattazzi: 70mila euro. E non è neanche il regalo più sostanzioso. Il record spetta, per adesso, a Daniele Ferrero, presidente e ad della fabbrica del cioccolato Venchi, oltre 100 store a gestione diretta in 70 paesi e un giro d'affari da 90 milioni l'anno: lui a luglio ha bonificato 100mila euro. Seguito a poca distanza da uno degli storici sponsor di Renzi, già attivo nella fondazione Open: il finanziere Davide Serra, ad del fondo Algebris, a quota 90mila.

 

andree ruth shammah

Più contenuti, ma pur sempre consistenti, i contributi di altri capitani d'impresa. Giancarlo Aliberti, managing director di Apax Partners, uno dei maggiori gruppi internazionali di investimento, ad agosto ha donato 25mila euro. Cinquemila in più dello stilista Bruno Tommassini, tra i fondatori dell'Arcigay e presidente di Federmoda Toscana (Cna), mentre Alessandro Fracassi, ad di Mutuionline e consigliere di A2a, ne ha messi 15mila. Nicoletta Ligabue, direttore artistico di Grandi Viaggi, si e fermata a 12.500. Poco sopra i 10mila versati da Andrée Ruth Shammah.

 

Stessa cifra del principe dei tributaristi italiani, Tommaso Di Tanno - professore alla Bocconi e già presidente dei sindaci al Monte dei Paschi - nonché della Walter Tosto spa, fornitore di attrezzature per prodotti petroliferi. Difatti compaiono pure diverse aziende fra i contributori di Renzi. Oltre a quelle "green" come la Eco Iniziative srl (2mila euro) e la Acqua Sole (3mila) si va dalla Tci del deputato Gianfranco Librandi - imprenditore ex fi, ex Ala di Verdini, ex Scelta Civica poi confluito nel Pd e ora in Italia Viva - che ha versato in due rate 11.710 euro, fino alla Quintessential Concierge srl (servizi  extralusso) della famiglia Zamberletti che ne ha messi 10mila, mentre la Ciemme Hospital si è fermata a 4mila.

 

anna ascani roberto giachetti

Un calderone variegato che ovviamente contiene pure l'obolo dei parlamentari fuoriusciti - importo base 1000 euro, Renzi però ne ha bonificati 10mila,  Rosato 2mila e Boschi 1.500 - ma anche di qualcuno rimasto nel Pd come Salvatore Margiotta, che il 30 luglio ne ha sborsati 1.500, come la viceministra all'istruzione Anna Ascani. Risultato? Tra piccole e grandi erogazioni Italia Viva ha incassato a luglio oltre 210mila euro, ad agosto 227mila, a settembre 167mila. Quando il nuovo partito, annunciato esattamente un mese fa, non era ancora nato. E c'è già chi scommette che dopo la Leopolda sarà tutto un altro tintinnar di moneta.

 

Ultimi Dagoreport

donald trump volodymyr zelensky vladimir putin servizi segreti gru fsb cia

DAGOREPORT - L’OSCENO PIANO DI PACE SCODELLATO DA TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA CAPITOLAZIONE DELL’UCRAINA, ANDAVA CUCINATO BENE PER FARLO INGOIARE A ZELENSKY - E, GUARDA LA COINCIDENZA!, ALLA VIGILIA DELL’ANNUNCIO DEL PIANO TRUMPIANO SONO ESPLOSI GLI SCANDALI DI CORRUZIONE A KIEV, CHE VEDONO SEDUTO SU UN CESSO D’ORO TIMUR MINDICH, L’EX SOCIO DI ZELENSKY CHE LO LANCIÒ COME COMICO - PER OTTENERE ZELENSKY DIMEZZATO BASTAVA POCO: È STATO SUFFICIENTE APRIRE UN CASSETTO E DARE ALLA STAMPA IL GRAN LAVORIO DEI SERVIZI SEGRETI CHE “ATTENZIONANO” LE TRANSIZIONI DI DENARO CHE DA USA E EUROPA VENGONO DEPOSITATI AL GOVERNO DI KIEV PER FRONTEGGIARE LA GUERRA IN CORSO…

andrea orcel unicredit giorgiia meloni giovanbattista fazzolari giancarlo giorgetti francesco gaetano caltagirone lovaglio milleri

DAGOREPORT - SUL RISIKO BANCARIO, DI RIFFA O DI RAFFA, L’ARMATA BRANCA-MELONI HA FATTO L’ENNESIMA FIGURA DI MERDA - DI SICURO, NON POTRÀ PIÙ FAR RIDERE I POLLI BLATERANDO CHE UNICREDIT È UNA BANCA STRANIERA, QUINDI L’OPA SU BANCO BPM VA STOPPATA PERCHÉ È UNA MINACCIA PER LA ‘’SICUREZZA NAZIONALE’’ - PROSSIMAMENTE IL CEO DI UNICREDIT, ANDREA ORCEL, AVRÀ MANI LIBERE PER SCEGLIERE QUALE BANCA PAPPARSI, MENTRE NEI PROSSIMI DUE MESI I GENI DI ‘’PA-FAZZO” CHIGI AVRANNO I NEURONI MOLTO IMPEGNATI PER RISPONDERE CON UNA MODIFICA DELLA LEGGE (CHISSÀ SE AVRÀ EFFETTO RETROATTIVO) ALLA PROCEDURA D'INFRAZIONE DI BRUXELLES - SE POI ORCEL SARÀ COSTRETTO DAL GOVERNO DI BERLINO A VENDERE LA SUA PARTECIPAZIONE IN COMMERZBANK, UNA VOLTA INTASCATO IL RICCO BOTTINO, LE OPZIONI SULLA SUA SCRIVANIA PER EVENTUALI ACQUISIZIONI SAREBBERO SENZA FRONTIERE. E NULLA VIETEREBBE A UNICREDIT DI LANCIARE UNA RICCA OPA SU MPS DI LOVAGLIO-CALTAGIRONE-MEF, OBIETTIVO GENERALI: SAREBBE LA MASSIMA RIVINCITA DI ORCEL SUL GOVERNO SMANDRAPPATO DEL GOLDEN POWER…

beatrice venezi secolo d italia libero verita italo bochino fenice venezia

DAGOREPORT - DI PIÙ STUPEFACENTE DELLA DESTRA CI SONO SOLO I SUOI GIORNALI MALDESTRI. SULLA VICENDA VENEZI A VENEZIA, PRODUCONO PIÙ BUFALE CHE NELL’INTERA CAMPANIA - SI SORRIDE SULLA RINASCITA DEL TEATRO LA FENICE CON “LIBERO” E “LA VERITÀ” MA LA RISATA (PIU’ PERNACCHIO) ARRIVA COL “SECOLO D’ITALIA”: “BUONA LA PRIMA: 7 MINUTI DI APPLAUSI PER VENEZI”. PECCATO CHE NON DIRIGESSE AFFATTO LEI, LA “BACCHETTA NERA”, MA IVOR BOLTON, COME C’È SCRITTO PERFINO NEL PEZZO. INCREDIBILE MA VERO. PERÒ LÌ SOTTO C’È LA GERENZA DEL GIORNALE, DOVE SI SCOPRE CHE NE È DIRETTORE EDITORIALE TALE BOCCHINO ITALO. E ALLORA TUTTO SI SPIEGA

giuseppe conte rocco casalino marco travaglio roberto fic o todde paola taverna elly schlein

DAGOREPORT - DOVE STA ANDANDO A PARARE QUELL’AZZECCAGARBUGLI DI GIUSEPPE CONTE? ALL’INTERNO DEL M5S SI CONTRAPPONGONO DUE POSIZIONI: LA LINEA MOVIMENTISTA ED EUROSCETTICA SQUADERNATA DAGLI EDITORIALI DI MARCO TRAVAGLIO, CONVINTO COM'È CHE IL "CAMPOLARGO" SIA UNA DISGRAZIA PEGGIORE DELL'ARMATA BRANCA-MELONI; CHE HA UNA CERTA PRESA SULLA BASE DEGLI ELETTORI EX GRILLINI - DALL’ALTRA, LA LINEA DI TAVERNA, FICO, PATUANELLI E TODDE, IN SINTONIA CON LA BASE PARLAMENTARE DEI CINQUE STELLE, FAVOREVOLE A UN ACCORDO PROGRAMMATICO DI GOVERNO CON IL PD, ANCHE AL DI LÀ DEL FATTO CHE CONTE SIA, VIA PRIMARIE, IL CANDIDATO PREMIER DELLA COALIZIONE DI CENTROSINISTRA (GOVERNARE SIGNIFICA CONQUISTARE POTERE, POSTI E PREBENDE) – PERCHÉ CONTE ZIGZAGHEGGIA BARCAMENANDOSI CON SUPERCAZZOLE PRIMA DI STRINGERE UN APERTO ACCORDO PROGRAMMATICO COL PD? - COME MAI TA-ROCCO CASALINO, L’APPRENDISTA STREGONE RASPUTINIANO CHE HA CONFEZIONATO PER ANNI LE MASCHERE DEL CAMALEONTISMO DI “CONTE PREMIER”, HA MOLLATO ''LA POCHETTE DAL VOLTO UMANO'' PER FONDARE UN GIORNALE ONLINE?

giorgia meloni maurizio belpietro francesco saverio garofani sergio mattarella

DAGOREPORT - IL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE MELONI” NON ESISTE: LO “SCOOP” DELLA “VERITÀ” È STATO CONFEZIONATO CON L’OBIETTIVO DI PRENDERE DI MIRA SERGIO MATTARELLA, COME MASSIMA RAPPRESENTANZA DI QUEL "DEEP STATE" CHE I CAMERATI DI PALAZZO CHIGI HANNO SUL GOZZO – LA STATISTA DELLA SGARBATELLA SOGNA L’EGEMONIA ISTITUZIONALE: BOCCIATO IL PREMIERATO, VUOLE CAMBIARE CON LA FORZA IL SISTEMA MODIFICANDO LA LEGGE ELETTORALE E INSERENDO IL NOME DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO SULLA SCHEDA (COSI' DA BYPASSARE DI FATTO I POTERI DI NOMINA DEL PREMIER CHE SPETTANO AL COLLE) - MA NON TUTTO FILA LISCIO: LEGA E FORZA ITALIA SI OPPONGONO PERCHE' NON VOGLIONO ESSERE CANNIBALIZZATI DA FDI E IN CAMPANIA E PUGLIA SI PROSPETTA UNA BATOSTA PER IL CENTRODESTRA - DA QUESTO DERIVA QUEL NERVOSISMO, CON VITTIMISMO PARACULO ANNESSO, CHE HA SPINTO GIORGIA MELONI A CAVALCARE IL “COMPLOTTO DEL COLLE” – E SE FDI, PER BOCCA DI BIGNAMI E MALAN, NON AVESSE RINCULATO, DAL QUIRINALE SAREBBE PARTITO UN SILURO A TESTATA MULTIPLA...