mike pompeo boris johnson huawei

DON’T GO HUAWEI! - MIKE POMPEO RICHIAMA ALL’ORDINE BORIS JOHNSON! I CINESI MINACCIANO DI PUNIRE LA BANCA BRITANNICA HSBC SE IL GOVERNO NON CONSENTIRÀ AL COLOSSO CINESE DI REALIZZARE LA RETE 5G E IL SEGRETARIO DI STATO RIBALTA IL TAVOLO: “STIAMO CON I NOSTRI PARTNER CONTRO IL BULLISMO DEL PARTITO COMUNISTA CINESE” – BORIS RISCHIA DI USCIRE DALL’ALLEANZA DI INTELLIGENCE CON GLI AMERICANI E L’ISOLAMENTO SE CEDE A XI JINPING

 

 

Gabriele Carrer per “la Verità”

 

MIKE POMPEO BORIS JOHNSON

Washington chiama Londra: è tempo di scegliere da che parte stare. Il segretario di Stato americano Mike Pompeo è intervenuto sullo scontro tra Regno Unito e Cina con una dichiarazione molto dura che, se da una parte offre una sponda al governo di Boris Johnson, dall'altra lancia allo stesso un ultimatum.

 

«Gli Stati Uniti stanno con i nostri alleati e partner contro le tattiche di bullismo coercitivo del Partito comunista cinese», si legge nella nota del capo della diplomazia a stelle e strisce.

 

BORIS JOHNSON USA UN TELEFONO HUAWEI

«Nell'esempio più recente Pechino ha minacciato di punire la banca britannica Hsbc e di non rispettare gli impegni per la costruzione di centrali nucleari nel Regno Unito a meno che Londra non consenta a Huawei di realizzare la sua rete 5G», continua il comunicato in cui il segretario Pompeo, uno dei ministri più ascoltati dal presidente Donald Trump, definisce Huawei «un'estensione dello stato di sorveglianza del Partito comunista cinese».

 

hsbc 3

Accuse sempre respinte dal colosso cinese ma che non sono bastate all'amministrazione statunitense che nelle ultime settimane si è mossa per bloccare la fornitura globale di chip.

 

Ma nel Regno Unito è accaduto qualcosa di particolare negli ultimi giorni dopo che il National cyber security centre ha avviato un'indagine urgente che, scrive il Guardian, serve «per spianare la strada a Downing street» per l'esclusione di Huawei dall'infrastruttura 5G entro il 2023. Una mossa che rappresenta di fatto un dietrofront rispetto all'apertura fatta poche settimane fa dal premier Johnson, che aveva deciso di non seguire la strada (indicata dagli Stati Uniti) di un divieto totale.

donald trump xi jinping

 

Per questo aveva preferito lasciare aperta la porta al colosso di Shenzhen imponendogli però alcune limitazioni: coinvolgimento per gli elementi non centrali della rete e non superiore al 35%. Ma dopo le pressioni del suo partito e le preoccupazioni bipartisan sull'ingresso di aziende cinesi nel 5G britannico, il premier sembra essersi convinto che è interesse britannico seguire le indicazioni degli Stati Uniti.

 

xi jinping con il ceo di huawei ren zhengfei

Che nel frattempo già hanno avvertito Londra: chi affida l'infrastruttura strategica a Huawei non riceve più certe informazioni di intelligence (il pericolo è, appunto, la loro trasmissione) e potrebbe vedersi ridotta la presenza militare statunitense sul proprio suolo (Washington starebbe pensando a ritirare alcuni jet F35 dal territorio britannico).

 

Ecco così che, intervistato dal Financial Times, Victor Zhang, vicepresidente di Huawei, ha ribadito che il gruppo è privato al 100 per cento, che non è controllato dal governo cinese.

 

BORIS JOHNSON DONALD TRUMP

Le sue dichiarazioni però si scontrano con quanto rivelato (e non smentito dall'interessato) da un altro giornale londinese. Secondo il Times, infatti, l'ambasciatore cinese nel Regno Unito, Liu Xiaoming, ha minacciato, nel corso di alcuni incontri riservati, il governo britannico avvertendo che l'esclusione di Huawei avrà effetti sulle aziende cinesi coinvolte nella realizzazione delle centrali nucleari e della rete ferroviaria ad alta velocità.

 

«Le intimidazioni del Partito comunista cinese a Hsbc, in particolare, dovrebbe servire da monito», si legge ancora nella nota del segretario Pompeo. Che fa riferimento a quanto accaduto la scorsa settimana: Peter Wong, amministratore delegato del ramo Asia Pacifico di Hsbc e membro della Conferenza politica consultiva del popolo cinese, ha firmato una petizione a sostegno della nuova legge cinese sulla sicurezza nazionale di Hong Kong, una mossa che, scrive Pompeo, «distrugge l'autonomia» dell'ex colonia britannica e «tradisce gli impegni assunti in un accordo alle Nazioni Unite».

VICTOR ZHANG HUAWEI

 

Ma «quella dimostrazione di fedeltà sembra aver fatto guadagnare a Hsbc poco rispetto a Pechino, che» però «continua a utilizzare le attività della banca in Cina come leva politica contro Londra». Eccola dunque, la seconda parte del messaggio di Washington, cioè l'avvertimento. «Il comportamento aggressivo di Pechino mostra le ragioni per cui i Paesi dovrebbero evitare l'eccessiva dipendenza economica dalla Cina e proteggere le loro infrastrutture critiche dall'influenza del Partito comunista cinese».

 

BORIS JOHNSON 2

Il segretario Pompeo cita Australia, Danimarca (che escluderà fornitori 5G legati a Paesi non alleati) e «altre nazioni libere» che hanno subito «le pressioni» di Pechino dopo aver rifiutato di inchinarsi alle sue richieste. «Le libere nazioni si trattano con vera amicizia e desiderio di reciproca prosperità, non con inchini politici e aziendali», avverte infine il capo della diplomazia statunitense aprendo a un'ampia collaborazione anticinese per realizzare infrastrutture «affidabili».

 

Un messaggio per il Regno Unito e gli altri tre Paesi dell'agenzia d'intelligence Five eyes (Australia, Canada e Nuova Zelanda) ma anche, come dimostra la citazione della Danimarca, ad altri alleati. Obiettivo: realizzare un mercato occidentale che faccia crescere alternative ai fornitori cinesi. La Francia sembra interessata. E l'Italia?

 

 

Ultimi Dagoreport

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…