letta bonaccini

DOPO LO SFASCIO DI CONTE, CON IL CAMPO LARGO RIDOTTO A UN CAMPO SANTO, PARTE LA RESA DEI CONTI NEL PD – BONACCINI, UNO DEI LEADER DELL’AREA RIFORMISTA E POSSIBILE FUTURO RIVALE DI ENRICHETTO ALLA SEGRETERIA, INFILZA LETTA E LA CORRENTE THAILANDESE BY BETTINI DEL PD SUL RAPPORTO CON I 5 STELLE - "COMUNQUE FINIRÀ QUESTA STORIA, POI SU QUESTO BISOGNERÀ DISCUTERE, CONTE È COLPEVOLE DI UNA CRISI IRRESPONSABILE"

enrico letta stefano bonaccini

Carlo Bertini per la Stampa

 

 «Draghi? L'ho trovato in forma, molto bene e determinato sulle cose da fare»: Enrico Letta si esprime così a fine giornata, quando il barometro al Nazareno volge verso il sereno e fa prevedere una schiarita per oggi. «Sarà una bella giornata, ne sono sicuro.

 

Tutti ascolteranno Draghi e ognuno si assumerà le sue responsabilità», dice il leader dem, sperando che il centrodestra non faccia scherzi.

 

giuseppe conte enrico letta 2

«Conte non è più il problema, una gran parte di loro voterà, ma ora il cerino è in mano a Salvini», è il timore riferito da uno dei dirigenti impegnati ventre a terra nelle trattative. Che non si muovono solo sui contenuti, perché se Giuseppe Conte e i suoi non voteranno la fiducia, si potrebbe aprire il suk delle poltrone di governo: sulla carta sono nove da rimpiazzare quelle targate M5s, tre ministri e sei sottosegretari. E per ingoiare un ritorno dei grillini in maggioranza, Salvini potrebbe accampare pretese. ..

 

Letta parla di come Mario Draghi dovrebbe provare a tenere dentro tutti, grillini e centrodestra. «Lotta alla precarietà, salario minimo, una forte riduzione di tasse sul lavoro nella legge di bilancio: questi sono alcuni dei punti che ci aspettiamo di sentire nell'intervento del presidente del Consiglio», dice il leader dem.

 

Che con il premier ieri mattina ha insistito molto su questo tasto, per togliere ai 5stelle ogni alibi. E che ha voluto stoppare i bollenti spiriti di Salvini ricordando «io non ho proposto ai nostri gruppi di far cadere il governo quando ci fu quell'osceno applauso al Senato contro il ddl Zan e la stessa cosa la chiedo al centrodestra».

giuseppe conte enrico letta 1

 

Dopo aver parlato la sera prima con il leader del M5s, Letta al cospetto di Draghi ha battuto molto sul tasto del sentimento diffuso nel paese, dimostrato dall'appello di migliaia di sindaci; caldeggiato una mano tesa a Pd e 5stelle sull'agenda sociale, rimarcando le tante ragioni per andare avanti, magari con la stessa formazione.

 

L'incontro serale di Draghi con i segretari di centrodestra fa ben sperare. «Se il presidente tiene alto il livello del suo discorso, per loro è impossibile sfilarsi», prevede un ministro in una delle tante call. Concetto su cui concordano i big dem, «ma non diamo nulla per scontato», è il refrain.

elly schlein giuseppe conte enrico letta

Tutti parlano con tutti, pochi parlano con i pochi che contano, e questi riportano una fotografia di questo tenore: Conte starebbe cercando un gancio per rientrare e magari potrebbe votare la fiducia e poi annunciare comunque l'appoggio esterno al governo.

 

Le staffette grilline raccontano ai dem che quando il loro capogruppo Crippa ha detto che «se Draghi apre sui nostri temi non si può non votare», ha messo in crisi Conte, stretto tra due fuochi. Ma il fattore che preoccupa fino alla fine è cosa farà il centrodestra: le sonde in quella parte della trincea riportano una situazione agitata nel Carroccio, dove molti starebbero frenando sul mollare il governo, nel timore di subire l'Opa di Giorgia Meloni nei collegi del nord per stilare le liste elettorali.

 

goffredo bettini a stasera italia

Ma anche il Pd ha la sua grana. Se oggi il governo riuscirà a superare questo tornante, nel partito di Letta, il più testardo sostenitore del governo Draghi, si aprirà subito dopo la questione dei rapporto con i grillini: «Perché comunque finirà questa storia, poi su questo bisognerà discutere, Conte è colpevole di una crisi irresponsabile», avverte Stefano Bonaccini, considerato il potenziale futuro concorrente di Letta alla segreteria, nel vertice convocato dal leader con una trentina di big, un summit delle grandi occasioni.

 

Una risposta, quella di Bonaccini, alle considerazioni più giustificazioniste fatte da Goffredo Bettini. «Cari compagni, sarebbe un errore sottovalutare le istanze portate da Giuseppe: il governo non può cadere sull'agenda sociale». Il segretario per ora rimanda ogni considerazione, ma è convinto che il timing della crisi innescata da Conte sia stato sbagliato. «Perché era il momento giusto per mettere sotto schiaffo Salvini, in affanno con i suoi e uscito sconfitto dalle amministrative anche al nord. E invece...», spiegano al Nazareno.

 

Ma a fine giornata, quando dal palco della Festa dell'Unità si appresta a dare la linea («convinto sostegno al governo») alle decine di parlamentari riuniti in plenum alla vigilia del giorno clou, il segretario liquida la questione del rapporto con i 5stelle: «Il nostro auspicio è che la maggioranza che ha sostenuto il governo finora confermi il voto di fiducia. Dopodiché in Parlamento, ascolteremo quello che tutti diranno, daremo il nostro sostegno al governo e, in base a cosa verrà detto, faremo le nostre valutazioni». Resa dei conti solo rinviata.

STEFANO BONACCINI ENRICO LETTA

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”

xi jinping vladimir putin donald trump

DAGOREPORT – L'INSOSTENIBILE PIANO DI PACE DI TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA UMILIANTE RESA DELL'UCRAINA, HA L'OBIETTIVO DI  STRAPPARE LA RUSSIA DALL’ABBRACCIO ALLA CINA, NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA - CIÒ CHE IL TYCOON NON RIESCE A CAPIRE È CHE PUTIN LO STA PRENDENDO PER IL CULO: "MAD VLAD" NON PUÒ NÉ VUOLE SFANCULARE XI JINPING - L’ALLEANZA MOSCA-PECHINO, INSIEME AI PAESI DEL BRICS E ALL'IRAN, È ANCHE “IDEOLOGICA”: COSTRUIRE UN NUOVO ORDINE MONDIALE ANTI-OCCIDENTE – IL CAMALEONTISMO MELONI SI INCRINA OGNI GIORNO DI PIÙ: MENTRE IL VICE-PREMIER SALVINI ACCUSA GLI UCRAINI DI ANDARE “A MIGNOTTE” COI NOSTRI SOLDI, LA MELONI, DAL PIENO SOSTEGNO A KIEV, ORA NEGA CHE IL PIANO DI TRUMP ACCOLGA PRATICAMENTE SOLO LE RICHIESTE RUSSE ("IL TEMA NON È LAVORARE SULLA CONTROPROPOSTA EUROPEA, HA SENSO LAVORARE SU QUELLA AMERICANA: CI SONO MOLTI PUNTI CHE RITENGO CONDIVISIBILI...")

donald trump volodymyr zelensky vladimir putin servizi segreti gru fsb cia

DAGOREPORT - L’OSCENO PIANO DI PACE SCODELLATO DA TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA CAPITOLAZIONE DELL’UCRAINA, ANDAVA CUCINATO BENE PER FARLO INGOIARE A ZELENSKY - E, GUARDA LA COINCIDENZA!, ALLA VIGILIA DELL’ANNUNCIO DEL PIANO TRUMPIANO SONO ESPLOSI GLI SCANDALI DI CORRUZIONE A KIEV, CHE VEDONO SEDUTO SU UN CESSO D’ORO TIMUR MINDICH, L’EX SOCIO DI ZELENSKY CHE LO LANCIÒ COME COMICO - PER OTTENERE ZELENSKY DIMEZZATO BASTAVA POCO: È STATO SUFFICIENTE APRIRE UN CASSETTO E DARE ALLA STAMPA IL GRAN LAVORIO DEI SERVIZI SEGRETI CHE “ATTENZIONANO” LE TRANSIZIONI DI DENARO CHE DA USA E EUROPA VENGONO DEPOSITATI AL GOVERNO DI KIEV PER FRONTEGGIARE LA GUERRA IN CORSO…