roberto cingolani mario draghi

DRAGHI LIBERA TUTTI - DOPO LE PAROLE DI “MARIOPIO” NELLA CONFERENZA STAMPA DI FINE ANNO IL MINISTRO DELLA TRANSIZIONE ECOLOGICA ROBERTO CINGOLANI MEDITA DI LASCIARE: “ABBIAMO CENTRATO GLI OBIETTIVI. ORA C’È UN PROBLEMA DI IMPLEMENTAZIONE, E QUESTA FASE NON HA BISOGNO DI UNO CON IL MIO PROFILO” - SE ALTRI TECNICI SI ACCODANO, RISCHIANO DI ROVINARE IL PIANO DI DRAGHI PER IL COLLE

Sandro Iacometti per “Libero quotidiano”

 

conferenza stampa di fine anno di mario draghi 2

C'è un effetto collaterale del suo discorso di fine anno che forse Mario Draghi non aveva previsto. Se lui, tecnico, chiamato a tracciare la strada per la ripresa del Paese, non è più indispensabile una volta impostato il lavoro, perché gli altri tecnici, anch' essi chiamati per lo stesso motivo, dovrebbero restare al loro posto? Sarà un caso, ma le parole con cui ieri Roberto Cingolani ha dichiarato compiuta la sua missione ed esaurito il suo compito somigliano tanto a quelle del premier.

 

roberto cingolani

«Abbiamo centrato gli obiettivi posti da Draghi prima del compimento dell'anno. Ora c'è un problema di implementazione. E questa fase non ha bisogno di uno con il mio profilo», ha detto il ministro in un'intervista a Staffetta Quotidiana, una testata iperspecializzata sui temi dell'energia che però, questa volta, ha lanciato una bomba tutta politica.

 

conferenza stampa di fine anno di mario draghi 3

Certo, dietro le frasi del titolare della Transizione ecologica si può anche leggere un disagio personale per essere finito alla guida di un dicastero che avrebbe dovuto occuparsi di scienza, tecnologia e innovazione e che invece ogni due per tre finisce travolto dalle campagne ideologiche di ambientalisti e grillini che vivono la rivoluzione verde come un percorso di ascesa mistica i cui dogmi sono scritti nella pietra e non discutibili.

 

mario draghi ursula von der leyen

Hai voglia a spiegare che la transizione è lunga e costosa, che bisogna procedere per piccoli passi, che il nucleare di nuova generazione potrebbe aiutare, così come il gas che teniamo inutilizzato sotto i nostri piedi. Più Cingolani insiste con il pragmatismo e il buon senso, più lo accusano di essere l'amico del giaguaro, l'infiltrato degli inquinatori nel tempio dell'ecologia, il traditore della causa.

 

TOGLIERE LE TENDE

roberto cingolani 3

Lui finora è andato avanti con sopportazione e spirito di servizio. Senza mai far intendere di volere mollare. Ma a chilo conosce continua a ripetere di non essere un politico e di non volerlo neanche diventare. Insomma, il fisico preso in prestito da Leonardo un po' rimpiange il suo lavoro da manager.

 

sergio mattarella e mario draghi

E di fronte a quelle frasi di Draghi sul «mandato realizzato» e sul governo che «può andare avanti chiunque lo guidi» anche lui può aver pensato, legittimamente, che sia venuto il momento di togliere le tende. È un po' bizzarro che a registrare la voglia di lasciare, o comunque la consapevolezza di non essere più necessario, sia una testata che ha deciso di incoronarlo uomo dell'anno per i target raggiunti.

mattarella dracarys

 

Ma anche qui l'analogia con il premier è plateale: più viene celebrato per i suoi risultati, più Draghi si sente in diritto di dire che il suo lavoro a Palazzo Chigi è finito. Lo stesso Cingolani. I compiti assegnati dal presidente del Consiglio erano sostanzialmente tre: «Scrivere il Pnrr, o almeno contribuire pesantemente visto che la transizione ecologica è centrale per il successo del piano, per la sua approvazione, per il suo finanziamento e perla bella figura dell'Italia». Questa missione, spiega il ministro, «credo sia andata bene. So come scrivere un programma tecnico e ho un'esperienza manageriale che mi è stata molto utile».

 

OBIETTIVI RAGGIUNTI

roberto cingolani a cernobbio

L'obiettivo numero due era costruire la struttura ministeriale. E anche qui, prosegue, «la capacità organizzativa e manageriale è stata utile. Quando sono arrivato il ministero aveva un bilancio annuale di 1,2-1,3 miliardi, quasi tutte spese fisse. Oggi, e per i prossimi 5 anni, il bilancio è da 16-17 miliardi. Siamo diventati più simili a una società quotata». Terzo traguardo: le semplificazioni.

 

«Abbiamo fatto tutto da febbraio a dicembre», dice, «si poteva essere più veloci, ma come risultato non è male». In aggiunta, Cingolani si vanta anche di aver portato a casa il G20 («un successo globale che ci è stato riconosciuto in tutto il mondo») e la Cop26. In altre parole, tutto fatto. E ora? Qui non si tratta solo di Cingolani, che potrebbe uscire di scena proprio mentre c'è da fronteggiare una devastante crisi energetica che sta mettendo in ginocchio famiglie e imprese.

 

conferenza stampa di fine anno di mario draghi 1

Ma dell'intero esecutivo, che di qui a un mese, quando si capirà con più chiarezza come finirà la partita del Quirinale, potrebbe perdere pezzi importanti, dall'Innovazione, alle Infrastrutture, dalla Giustizia all'Economia. Se tutti i tecnici, una volta uscito il committente Draghi, dovessero seguire l'esempio di Cingolani, si scatenerebbe tra i partiti una corsa alle poltrone che farebbe velocemente andare in frantumi il disegno del premier di tenere tutto insieme: lui al Quirinale e un governo sostanzialmente fotocopia a Palazzo Chigi, in grado di completare l'opera avviata con gli stessi uomini e la stessa maggioranza

conferenza stampa di fine anno di mario draghi 4

Ultimi Dagoreport

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni antonio tajani quirinale alfredo mantovano

DAGOREPORT - NON CI SARÀ ALCUNA ROTTURA TRA MARINA E PIER SILVIO: NONOSTANTE LA NETTA CONTRARIETÀ ALLA DISCESA IN POLITICA DEL FRATELLINO, SE DECIDESSE, UN GIORNO, DI PRENDERE LE REDINI DI FORZA ITALIA, LEI LO SOSTERRÀ. E L’INCONTRO CON LA CAVALIERA, SOLLECITATO DA UN ANTONIO TAJANI IN STATO DI CHOC PER LE LEGNATE RICEVUTE DA UN PIER SILVIO CARICATO A PALLETTONI, È SALTATO – LA MOLLA CHE FA VENIRE VOGLIA DI EMULARE LE GESTA DI PAPI E DI ‘’LICENZIARE’’ IL VERTICE DI FORZA ITALIA È SALTATA QUANDO IL PRINCIPE DEL BISCIONE HA SCOPERTO IL SEGRETO DI PULCINELLA: TAJANI SOGNA DI DIVENTARE PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NEL 2029, INTORTATO DA GIORGIA MELONI CHE HA PROMESSO I VOTI DI FRATELLI D’ITALIA. UN SOGNO DESTINATO A SVANIRE QUANDO L’EX MONARCHICO SI RITROVERÀ COME CANDIDATO AL QUIRINALE UN ALTRO NOME CHE CIRCOLA NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, QUELLO DI ALFREDO MANTOVANO…

giorgia meloni alfredo mantovano francesco lollobrigida carlo nordio andrea giambruno

DAGOREPORT - NON SI PUO' DAVVERO MAI STARE TRANQUILLI: MANTOVANO, IL SAVONAROLA DI PALAZZO CHIGI – D'ACCORDO CON GIORGIA MELONI, PRESA LA BACCHETTA DEL FUSTIGATORE DI OGNI FONTE DI ''DISSOLUTEZZA'' E DI ''DEPRAVAZIONE'' SI È MESSO IN TESTA DI DETTARE L’ORTODOSSIA MORALE  NON SOLO NEL PARTITO E NEL GOVERNO, MA ANCHE SCONFINANDO NEL ''DEEP STATE''. E CHI SGARRA, FINISCE INCENERITO SUL "ROGO DELLE VANITÀ" - UN CODICE ETICO CHE NON POTEVA NON SCONTRARSI CON LA VIVACITÀ CAZZONA DI ALCUNI MELONIANI DI COMPLEMENTO: CI SAREBBE LO SGUARDO MORALIZZATORE DI MANTOVANO A FAR PRECIPITARE NEL CONO D’OMBRA PRIMA ANDREA GIAMBRUNO E POI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA – IL PIO SOTTOSEGRETARIO PERÒ NON DORME SONNI TRANQUILLI: A TURBARLI, IL CASO ALMASRI E IL TURBOLENTO RAPPORTO CON I MAGISTRATI, MARTELLATI A TUTTA CALLARA DA RIFORME E PROCURE ALLA FIAMMA...

pier silvio berlusconi silvia toffanin

L’IMPRESA PIÙ ARDUA DI PIER SILVIO BERLUSCONI: TRASFORMARE SILVIA TOFFANIN IN UNA STAR DA PRIMA SERATA - ARCHIVIATA LA FAVOLETTA DELLA COMPAGNA RESTIA ALLE GRANDI OCCASIONI, PIER DUDI HA AFFIDATO ALL'EX LETTERINA DELLE SUCCULENTI PRIME SERATE: OLTRE A “THIS IS ME”, CON FASCINO E MARIA DE FILIPPI A MUOVERE I FILI E SALVARE LA BARACCA, C'E' “VERISSIMO” CHE OCCUPERÀ TRE/QUATTRO PRIME SERATE NELLA PRIMAVERA 2026. IL PROGRAMMA SARÀ PRODOTTO DA RTI E VIDEONEWS CON L’OK DELLA FASCINO A USARE LO “STUDIO-SCATOLA" UTILIZZATA DA MAURIZIO COSTANZO NEL FORMAT “L’INTERVISTA” - COSA C'E' DIETRO ALLE MANOVRE DI PIER SILVIO: E' LA TOFFANIN A COLTIVARE L'AMBIZIONE DI DIVENTARE LA NUOVA DIVA DI CANALE 5 (CON I CONSIGLI DELLA REGINA DE FILIPPI) O È LA VOLONTÀ DEL COMPAGNO DI INCORONARLA A TUTTI I COSTI, COME UN MIX DI LILLI GRUBER E MARA VENIER? 

wang

DAGOREPORT - CICLONE WANG SUL FESTIVAL DI RAVELLO! - PERCHÉ NEGARLO? E' COME VEDERE GIORGIA MELONI COL FAZZOLETTO ROSSO AL COLLO E ISCRITTA ALL’ASSOCIAZIONE DEI PARTIGIANI - YUJA WANG, LA STELLA PIU' LUMINOSA DEL PIANISMO CLASSICO, ENTRA IN SCENA STRIZZATA IN UN VESTITINO DI PAILLETTES CHE SCOPRE LE COSCE FINO ALL'INGUINE, TACCHI “ASSASSINI” E LA SCHIENA NUDA FINO ALL’OSSO SACRO. MA NON STIAMO ASSISTENDO ALLE SCIOCCHEZZE DA DISCOTECA DI CERTE “ZOCCOLETTE” DEL POP IN PREDA A SFOGHI DI TETTE, SCARICHI DI SEDERONI, SCONCEZZE DA VESPASIANO; NO, SIAMO NEL MONDO AUSTERO E SEVERO DEI CONCERTI DI “CLASSICA”: RACHMANINOFF, PROKOFIEV, MOZART, CHOPIN, CAJKOVSKIJ. MA ALLA WANG BASTA UN MINUTO PER FAR “SUONARE” LE COSCE DESNUDE METTENDOLE AL SERVIZIO DELLE EMOZIONI E DELL’INTERPRETAZIONE MUSICALE, CONFERMANDO IN PIENO LE PAROLE DI LUDWIG VON BEETHOVEN: “LA MUSICA È LA MEDIATRICE TRA LA VITA SPIRITUALE E LA VITA SENSUALE” - VIDEO