draghi garofoli cingolani giovannini colao

A DRAGHI PRUDONO LE MANI: DOPO IL BALLOTTAGGIO, INIZIA IL BALLO! - FINISCONO NEL MIRINO LA SQUADRA DI PALAZZO CHIGI (CON ROBERTO GAROFOLI IN TESTA) E I TRE MINISTRI INCONCLUDENTI MA CHIACCHIERONI: GIOVANNINI, COLAO E CINGOLANI - SUPERMARIO VUOLE UN CAMBIO DI MARCIA OPPURE LI ACCOMPAGNA ALL'USCITA - ANCHE I LEADER E I PARTITI, CHE HANNO POTUTO STREPITARE IN CAMPAGNA ELETTORALE, DOVRANNO ADEGUARSI: L'ITALIA VA RIMESSA IN MOTO, C'E' IL PNRR DA "METTERE A TERRA" CON MOLTE RIFORME DA COMPLETARE E L'EUROPA CI GUARDA PER CAPIRE COME SPENDEREMO I SOLDI IN ARRIVO DA BRUXELLES...

DAGOREPORT

 

IL PRIMO CONSIGLIO DEI MINISTRI DI MARIO DRAGHI - LUIGI DI MAIO - ROBERTO GAROFOLI

Li ha lasciati strepitare e azzuffarsi come bimbi nell'atrio della scuola. Ma dopo il 18 ottobre, giorno dei ballottaggi delle elezioni amministrative, termina il teatrino della politica politicante e si cambia musica. Draghi metterà in riga partiti, leader, ministri e squadra di Palazzo Chigi: un check-up generale al "Sistema", per ripartire con una più decisa azione di governo.

 

Fino a quel giorno, SuperMario farà le sue riflessioni e, tirate le somme, stilerà le sue pagelle. Ci sono dicasteri decisivi che viaggiano a mezzo servizio, la struttura di Palazzo Chigi che si è ingolfata, i leader della maggioranza troppo ambigui nelle loro posizioni sui temi chiave.

roberto garofoli

 

I primi interventi saranno "dentro casa", nelle stanze ovattate di Palazzo Chigi. Draghi aveva già chiesto ai suoi collaboratori di evitare l'esposizione sui media: parlare poco, fare tanto. La linea era chiara: prima si fa, poi si comunica. Ma il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Roberto Garofoli (scelto su input di Enrico Letta), sembra soffrire di una forma acuta di autonomismo, direttamente proporzionale alla sua ego-latria: fa sempre come gli pare. Ultimo esempio, la pagina di "dialogo" con Claudio Cerasa apparsa sul "Foglio", che Draghi non ha gradito (eufemismo).

 

Giavazzi Draghi

Anche le performance del capo staff Antonio Funiciello (scelto su input di Gentiloni) e quello dell'amico e consigliere Francesco Giavazzi non convincono pienamente. Sono diventati due operatori di call center: filtrano le telefonate dei questuanti in cerca di carriera. Una promozione qua, un posticino di là, autocandidature proprie o per conto terzi: un grande ingorgo di lavoro che porta via tempo e non produce nulla. Quello che è certo è che il professor Giavazzi è più efficace da editorialista del "Corriere" che come deus ex machina del potere.

ANTONIO FUNICIELLO

 

Nel governo la situazione è più delicata. Per quanto discutibili, i ministri politici non si possono toccare: ne verrebbero intaccati i già traballanti equilibri di maggioranza. Ma a Mariopio frega poco: sotto scrutinio sono finiti i ministri tecnici, perché hanno in dote dicasteri "pesanti" che dovranno gestire i fondi miliardari del PNRR.

 

Primo della lista, il ministro ridens Enrico Giovannini. La performance delle Infrastrutture è giudicata disastrosa. Vedi il caso Anas (sotto il controllo di Giovannini ci sono anche le Ferrovie). Nel giudizio su di lui pesa infatti la difficoltà a trovare un nome decente per il posto di amministratore delegato di Anas: dalla scadenza dei vecchi vertici, ad aprile 2021, sono passati quasi 5 mesi. Senza contare il papocchio della candidatura (poi affossata) di Ugo De Carolis, uomo di fiducia dei Benetton, avanzata da Giovannini e dal Tesoro.

 

enrico giovannini mario draghi

Secondo della lista, il malmostoso Vittorio Colao. Avete capito qualcosa sul cloud nazionale? Nemmeno Draghi. Solo roboanti annunci ("E' una casa moderna per i dati degli italiani. Si tratta di un risultato bilanciato, orientato a garantire al tempo stesso sicurezza e nuove tecnologie") ma il bando deve essere ancora pubblicato. L'aggiudicazione della gara e la realizzazione del Psn è prevista, salvo imprevisti, entro il 2022 mentre il completamento della migrazione è previsto entro il 2025. Campa cavallo. Si tratta di progetti lunghi, ovviamente. I cui effetti si vedranno nel tempo. Ma allora perché non evitare proclami fuori misura? 

 

vittorio colao a cernobbio 2

Terzo della lista, il ciaccolante Roberto Cingolani. La transizione ecologica, questa sconosciuta. Nessuno sa in cosa consista né quando dovrà realizzarsi. Eppure il fisico fatto ministro per opera e virtù di Beppe Grillo non manca di pontificare, un giorno sì e l'altro pure, dalle pagine dei giornali. Spiega, obietta, predica, attacca gli "ambientalisti radical chic" e ammonisce: "C'è una transizione sociale che deve andare di pari passo con quella ecologica". Alla faccia dell'ecologia, ha addirittura aperto alla possibilità di considerare la tecnologia nucleare. Emissioni verbali in grande quantità, ma quando si quaglia?

 

roberto cingolani

Draghi ha un'idea precisa per l'azione di governo che verrà: i ministri devono funzionare come un orologio svizzero. I partiti, che hanno potuto strepitare finora per dopare la loro campagna elettorale, dovranno adeguarsi. La ripartenza del Paese è solo agli inizi, il Piano nazionale di ripresa e resilienza va ancora "messo a terra" e l'Europa ci guarda, ansiosa di capire come spenderemo i 209 miliardi che arriveranno da Bruxelles.

 

DANIELE FRANCO E MARIO DRAGHI

E' necessario galoppare anche per fare in modo che i soldi arrivino davvero: è stato centrato soltanto il 30% delle riforme e il 21% degli investimenti programmati. Entro il prossimo 31 dicembre l'Italia dovrà raggiungere 51 obiettivi tra riforme e investimenti altrimenti la prossima tranche di fondi è a rischio. Avviso ai navigati: dopo il ballottaggio, inizia il ballo…

DIALOGO DI ROBERTO GAROFOLI CON IL FOGLIO

Ultimi Dagoreport

salvini rixi meloni bignami gavio

DAGOREPORT - I FRATELLINI D’ITALIA CI SONO O CI FANNO? SULLA QUESTIONE PEDAGGI, CI FANNO: FINGONO DI CASCARE DAL PERO DI FRONTE ALL’EMENDAMENTO LEGHISTA CHE AUMENTA IL COSTO DELLE AUTOSTRADE, MA SAPEVANO TUTTO DALL’INIZIO. QUELLO DEL CARROCCIO È STATO UN BALLON D’ESSAI PER VEDERE COSA SAREBBE SUCCESSO. MA DI FRONTE ALL’INDIGNAZIONE DI CONSUMATORI E OPPOSIZIONE LA MELONI HA ORDINATO LA RETROMARCIA – ORA IL CETRIOLONE PASSA AI CONCESSIONARI: CHE DIRANNO I VARI TOTO, BLACKSTONE, MACQUARIE E GAVIO DI FRONTE AL FORTE DIMAGRIMENTO DEI LORO DIVIDENDI? – I PIANI ECONOMICI FINANZIARI BLOCCATI E I MOLTI INCROCI DI GAVIO CON IL GOVERNO: HA APPENA VENDUTO 250MILA AZIONI DI MEDIOBANCA, FACENDO UN FAVORE, INDIRETTO A “CALTA” E ALLA SCALATA AL POTERE FINANZIARIO MILANESE PROPIZIATA DALLA FIAMMA MAGICA…

trump zelensky meloni putin

DAGOREPORT - DONALD TRUMP È STATO CHIARO CON ZELENSKY: SE CEDE LE QUATTRO REGIONI OCCUPATE DAI RUSSI, OLTRE LA CRIMEA, A PUTIN, USERÀ IL SUO SÌ PER MINACCIARE MOSCA. SE “MAD VLAD” NON ACCETTA DI CHIUDERE SUBITO IL CONFLITTO, ARMERÀ FINO AI DENTI KIEV – IL TYCOON PUTINIZZATO FINGE DISTANZA DALLO ZAR DEL CREMLINO: "VUOLE ANDARE FINO IN FONDO, CONTINUARE A UCCIDERE, NON VA BENE...". MA È SCHIACCIATO SULLE PRETESE DI MOSCA: HA PROMESSO A PUTIN CHE L’UCRAINA INDIRÀ ELEZIONI UN ATTIMO DOPO IL CESSATE IL FUOCO – LA RISATA DA VACCARO DEL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO DI FRONTE ALLA CONFERENZA PER LA RICOSTRUZIONE BY GIORGIA MELONI: MA COSA VUOI RICOSTRUIRE SE C’È ANCORA LA GUERRA?

antonio tajani giorgia meloni neri nero bambini immigrati migranti matteo salvini

DAGOREPORT – AH, TAJANI DELLE MERAVIGLIE! RICICCIARE PER L'ENNESIMA VOLTA LO IUS SCHOLAE E, DOPO UN BATTAGLIERO RUGGITO, RINCULARE SUBITO A CUCCIA (''NON E' LA PRIORITA'"), E' STATO UN FAVORE FATTO A GIORGIA MELONI, DETERMINATA A SEMINARE ZIZZANIA TRA LE FILE LEGHISTE SPACCATE DA VANNACCI, PER CUI UNA PROPOSTA DI LEGGE PER LA CITTADINANZA AI RAGAZZI CHE COMPLETANO GLI STUDI IN ITALIA, E' PEGGIO DI UNA BESTEMMIA SULL'ALTARE - IL MINISTRO DEGLI ESTERI (SI FA PER DIRE: SUGLI AFFARI INTERNAZIONALI DECIDE TUTTO LA STATISTA DELLA GARBATELLA), UNA VOLTA APPOGGIATO IL BIANCO TOVAGLIOLO SUL BRACCIO, SI E' PRESTATO COSI' A SPARARE UN AVVISO A MATTEO SALVINI: SI PREGA DI NON TIRARE TROPPO LA CORDA, GRAZIE!

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – OGGI DONALD TRUMP CHIAMERÀ VOLODYMYR ZELENSKY E GLI PRESENTERÀ “L’OFFERTA” DI PUTIN: “MAD VLAD” VUOLE IL RICONOSCIMENTO DELLE ZONE ATTUALMENTE OCCUPATE DAI SUOI SOLDATI (OLTRE ALLA CRIMEA, CHE CONSIDERA RUSSA DAL 2014). IL PIANO DEL TYCOON È CONVINCERE L’EX COMICO UCRAINO A DARE L’OK, E POI TORNARE DA PUTIN E FINIRE LA GUERRA. CON UNA SOTTESA MINACCIA: SE, NONOSTANTE LE REGIONI ANNESSE, MOSCA CONTINUASSE IL CONFLITTO, A QUEL PUNTO GLI USA SAREBBERO PRONTI A RIEMPIRE DI ARMI KIEV PER FARE IL CULO A STELLE E STRISCE ALLO ZAR DEL CREMLINO - MA QUANTO CI SI PUO' ANCORA FIDARE DELLE PROMESSE DI TRUMP, VISTE LE CAZZATE CHE HA SPARATO FINORA?