claudio durigon matteo salvini

DURIGON? DURA MINGA! - SALVINI NON LO DICE ANCORA APERTAMENTE MA ORMAI HA MOLLATO AL SUO DESTINO IL SOTTOSEGRETARIO ORFANO DI MUSSOLINI E DAL MEETING DI RIMINI MANDA SEGNALI DI FUMO A DRAGHI E LETTA: “RAGIONEREMO SU QUELLO CHE È PIÙ UTILE FARE, PER LUI E PER IL MOVIMENTO, PER IL GOVERNO E L’ITALIA” - L’OBIETTIVO DI TUTTI (IN PRIMIS DI MARIO DRAGHI) È DI TROVARE UNA SOLUZIONE INDOLORE, CHE NON PASSI DA UNA MOZIONE DI CENSURA SPACCA-MAGGIORANZA…

Alessandro Di Matteo per “La Stampa”

 

matteo salvini saluta claudio durigon foto di bacco (3)

Sarà anche vero che all'incontro con Mario Draghi di lunedì non si è parlato della vicenda-Durigon, come ha assicurato Matteo Salvini, ma di certo adesso il leader leghista sembra mandare segnali di distensione sul sottosegretario che vorrebbe re-intitolare al fratello di Mussolini un parco di Latina.

 

La difesa a spada tratta delle scorse settimane lascia il posto ad un accomodante «ragioneremo, io e Durigon, su quello che è più utile fare, per lui e per il movimento, per il governo e l'Italia».

 

CLAUDIO DURIGON E MATTEO SALVINI FANNO SELFIE IN SPIAGGIA

Di fatto, sono in molti a spingere per arrivare ad una soluzione indolore della vicenda, perché non piace a nessuno - a cominciare dal premier Mario Draghi - l'idea di una maggioranza che si spacca in aula sulla mozione di censura annunciata da Pd e M5s contro il sottosegretario all'Economia e Finanze.

 

Spiega un esponente della maggioranza: «L'unica cosa certa è che Draghi non vuole problemi da questa vicenda.

mario draghi in conferenza stampa

 

Dunque si cerca di arrivare a un passo indietro di Durigon che eviti la conta». E un ministro aggiunge: «Mi pare che ormai lo abbiano mollato tutti».

 

matteo salvini con la mascherina di borsellino

Del resto, ammette un parlamentare leghista, «di sicuro non ci mancano i nomi per sostituirlo: Massimo Bitonci è certamente quello più accreditato.

 

Il problema è che Matteo (Salvini, ndr) finora non voleva cedere perché aveva capito che nell'offensiva contro Durigon c'è anche un pezzo di Lega», quella del nord, i nomi della vecchia guardia, che non hanno mai fatto i salti di gioia per l'irruzione dell'ex sindacalista di Latina nella cerchia dei fedelissimi del capo.

arnaldo e benito mussolini

 

Ma chi sperava che la pausa agostana facesse dimenticare la vicenda ha dovuto prendere atto che Enrico Letta non ha intenzione di mollare la presa.

 

Anche ieri il leader Pd è tornato ad attaccare: «L'apologia del fascismo è incompatibile con la presenza dentro questo governo» e se Durigon non farà un passo indietro a settembre «sicuramente» ci sarà la mozione di censura.

 

CLAUDIO DURIGON MATTEO SALVINI

E Enrico Borghi, deputato Pd lettiano doc, fa capire che i democratici sono pronti a usare la vicenda anche in campagna elettorale per le amministrative: «Durigon è un pezzo da novanta per il Carroccio del Lazio e della Capitale. E quindi è legittimo chiedere a Michetti se pensa sia giusto cambiare il nome del parco di Latina ed intitolarlo al fratello del Duce».

 

Di sicuro, la vicenda imbarazza Forza Italia. L'uscita "nostalgica" di Durigon non è piaciuta ai berlusconiani, ma ovviamente si vuole evitare di creare problemi all'alleato Salvini.

 

PARCO FALCONE BORSELLINO LATINA

Basta ascoltare le parole di Antonio Tajani: «Non mi ergo a giudice, né della ministra Lamorgese - attaccata dalla Lega e difesa dal Pd - né del sottosegretario Durigon - attaccato dal Pd e difeso dalla Lega - Tutti possono sbagliare ma in questo momento non perderei tempo in battaglie politiche».

 

Un invito a evitare scontri, appunto. Salvini sembra ora avviato proprio su questa strada: «Noi siamo per spegnere le polemiche e non per alimentarle».

 

E anche gli attacchi alla ministra Luciana Lamorgese, per giorni letti anche come una rappresaglia alla vicenda Durigon, vengono in qualche modo ridimensionati.

 

luciana lamorgese matteo salvini 1

Certo, il leader leghista insiste: «Più di mille morti nel Mediterraneo sono la bocciatura dell'operato del ministro dell'Interno. È necessario pensare a un cambio il ministro deve fare le cose che non ha ancora cominciato a fare».

 

Poi però precisa che non intende chiedere le dimissioni della ministra, come invece intende fare Fdi con una mozione: «No (non chiedo le dimissioni, ndr). Ma o comincia a fare il ministro o faccia qualcos' altro». Un dirigente di Iv commenta: «Se usano tutti il buonsenso finisce con un passo indietro di Durigon. A meno che la vicenda non faccia comodo sia al Pd che a Salvini in campagna elettorale»

matteo salvini claudio durigon

PARCO FALCONE BORSELLINO LATINA 2

luciana lamorgese matteo salvini 4lamorgese salvini

CLAUDIO DURIGON MATTEO SALVINImatteo salvini saluta claudio durigon foto di bacco (2)

Ultimi Dagoreport

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni antonio tajani quirinale alfredo mantovano

DAGOREPORT - NON CI SARÀ ALCUNA ROTTURA TRA MARINA E PIER SILVIO: NONOSTANTE LA NETTA CONTRARIETÀ ALLA DISCESA IN POLITICA DEL FRATELLINO, SE DECIDESSE, UN GIORNO, DI PRENDERE LE REDINI DI FORZA ITALIA, LEI LO SOSTERRÀ. E L’INCONTRO CON LA CAVALIERA, SOLLECITATO DA UN ANTONIO TAJANI IN STATO DI CHOC PER LE LEGNATE RICEVUTE DA UN PIER SILVIO CARICATO A PALLETTONI, È SALTATO – LA MOLLA CHE FA VENIRE VOGLIA DI EMULARE LE GESTA DI PAPI E DI ‘’LICENZIARE’’ IL VERTICE DI FORZA ITALIA È SALTATA QUANDO IL PRINCIPE DEL BISCIONE HA SCOPERTO IL SEGRETO DI PULCINELLA: TAJANI SOGNA DI DIVENTARE PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NEL 2029, INTORTATO DA GIORGIA MELONI CHE HA PROMESSO I VOTI DI FRATELLI D’ITALIA. UN SOGNO DESTINATO A SVANIRE QUANDO L’EX MONARCHICO SI RITROVERÀ COME CANDIDATO AL QUIRINALE UN ALTRO NOME CHE CIRCOLA NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, QUELLO DI ALFREDO MANTOVANO…

giorgia meloni alfredo mantovano francesco lollobrigida carlo nordio andrea giambruno

DAGOREPORT - NON SI PUO' DAVVERO MAI STARE TRANQUILLI: MANTOVANO, IL SAVONAROLA DI PALAZZO CHIGI – D'ACCORDO CON GIORGIA MELONI, PRESA LA BACCHETTA DEL FUSTIGATORE DI OGNI FONTE DI ''DISSOLUTEZZA'' E DI ''DEPRAVAZIONE'' SI È MESSO IN TESTA DI DETTARE L’ORTODOSSIA MORALE  NON SOLO NEL PARTITO E NEL GOVERNO, MA ANCHE SCONFINANDO NEL ''DEEP STATE''. E CHI SGARRA, FINISCE INCENERITO SUL "ROGO DELLE VANITÀ" - UN CODICE ETICO CHE NON POTEVA NON SCONTRARSI CON LA VIVACITÀ CAZZONA DI ALCUNI MELONIANI DI COMPLEMENTO: CI SAREBBE LO SGUARDO MORALIZZATORE DI MANTOVANO A FAR PRECIPITARE NEL CONO D’OMBRA PRIMA ANDREA GIAMBRUNO E POI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA – IL PIO SOTTOSEGRETARIO PERÒ NON DORME SONNI TRANQUILLI: A TURBARLI, IL CASO ALMASRI E IL TURBOLENTO RAPPORTO CON I MAGISTRATI, MARTELLATI A TUTTA CALLARA DA RIFORME E PROCURE ALLA FIAMMA...

pier silvio berlusconi silvia toffanin

L’IMPRESA PIÙ ARDUA DI PIER SILVIO BERLUSCONI: TRASFORMARE SILVIA TOFFANIN IN UNA STAR DA PRIMA SERATA - ARCHIVIATA LA FAVOLETTA DELLA COMPAGNA RESTIA ALLE GRANDI OCCASIONI, PIER DUDI HA AFFIDATO ALL'EX LETTERINA DELLE SUCCULENTI PRIME SERATE: OLTRE A “THIS IS ME”, CON FASCINO E MARIA DE FILIPPI A MUOVERE I FILI E SALVARE LA BARACCA, C'E' “VERISSIMO” CHE OCCUPERÀ TRE/QUATTRO PRIME SERATE NELLA PRIMAVERA 2026. IL PROGRAMMA SARÀ PRODOTTO DA RTI E VIDEONEWS CON L’OK DELLA FASCINO A USARE LO “STUDIO-SCATOLA" UTILIZZATA DA MAURIZIO COSTANZO NEL FORMAT “L’INTERVISTA” - COSA C'E' DIETRO ALLE MANOVRE DI PIER SILVIO: E' LA TOFFANIN A COLTIVARE L'AMBIZIONE DI DIVENTARE LA NUOVA DIVA DI CANALE 5 (CON I CONSIGLI DELLA REGINA DE FILIPPI) O È LA VOLONTÀ DEL COMPAGNO DI INCORONARLA A TUTTI I COSTI, COME UN MIX DI LILLI GRUBER E MARA VENIER? 

wang

DAGOREPORT - CICLONE WANG SUL FESTIVAL DI RAVELLO! - PERCHÉ NEGARLO? E' COME VEDERE GIORGIA MELONI COL FAZZOLETTO ROSSO AL COLLO E ISCRITTA ALL’ASSOCIAZIONE DEI PARTIGIANI - YUJA WANG, LA STELLA PIU' LUMINOSA DEL PIANISMO CLASSICO, ENTRA IN SCENA STRIZZATA IN UN VESTITINO DI PAILLETTES CHE SCOPRE LE COSCE FINO ALL'INGUINE, TACCHI “ASSASSINI” E LA SCHIENA NUDA FINO ALL’OSSO SACRO. MA NON STIAMO ASSISTENDO ALLE SCIOCCHEZZE DA DISCOTECA DI CERTE “ZOCCOLETTE” DEL POP IN PREDA A SFOGHI DI TETTE, SCARICHI DI SEDERONI, SCONCEZZE DA VESPASIANO; NO, SIAMO NEL MONDO AUSTERO E SEVERO DEI CONCERTI DI “CLASSICA”: RACHMANINOFF, PROKOFIEV, MOZART, CHOPIN, CAJKOVSKIJ. MA ALLA WANG BASTA UN MINUTO PER FAR “SUONARE” LE COSCE DESNUDE METTENDOLE AL SERVIZIO DELLE EMOZIONI E DELL’INTERPRETAZIONE MUSICALE, CONFERMANDO IN PIENO LE PAROLE DI LUDWIG VON BEETHOVEN: “LA MUSICA È LA MEDIATRICE TRA LA VITA SPIRITUALE E LA VITA SENSUALE” - VIDEO