Estratto dell’articolo di Paolo Mastrolilli per “la Repubblica”
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Dietro le quinte del palcoscenico globale allestito al Consiglio di Sicurezza dell’Onu, dove ieri si è consumato il duello tra il presidente ucraino Zelensky e il ministro degli Esteri russo Lavrov, in realtà si discutono freneticamente le ipotesi per una soluzione negoziale del conflitto. Ogni giorno, almeno da parte degli alleati di Kiev, e a tutti i livelli, dalle diplomazie alle agenzie di intelligence.
L’obiettivo è quello di limare la proposta in dieci punti avanzata dal paese aggredito, affinché diventi accettabile anche per gli amici di Mosca, a cominciare dalla Cina e dagli altri Brics. Nella speranza così di mettere Putin davanti ad un fronte compatto internazionale che chiede la fine della sua invasione, difficile da snobbare.
XI JINPING E JOE BIDEN GIOCANO A SCACCHI - IMMAGINE CREATA CON MIDJOURNEY
Da tempo a Kiev si riuniscono gli ambasciatori dei paesi che hanno partecipato ai colloqui di Gedda, per rivedere e ritoccare il piano in dieci punti proposto da Zelensky. La Cina non ha partecipato alle ultime sessioni, ma durante la missione del cardinale Zuppi ha lanciato chiari segnali di volere non solo la fine della guerra, ma possibilmente un accordo di pace complessivo e duraturo.
Al tavolo invece sono molto attivi India, Brasile e Sudafrica, ossia gli altri membri dei Brics, che nei desideri di Pechino e Mosca dovrebbero costituire un blocco geopolitico unito per contrastare la primazia di quello occidentale, ancorato su Nato e G7. Una volta individuata una formula accettabile, la questione passerebbe nelle mani dei consiglieri per la sicurezza nazionale. Secondo l’Ansa questo appuntamento potrebbe avvenire già in ottobre, con il formato adottato a Copenaghen e Gedda, quindi con la Cina al tavolo.
Superato questo passaggio diventerebbe possibile un vertice al livello dei leader, che gli ucraini vorrebbero tenere entro la fine dell’anno, ma per gli occidentali potrebbe essere rimandato alla primavera, anche perché nessuno si aspetta movimenti significativi da parte di Putin fino alle sue elezioni di marzo. L’ideale sarebbe coinvolgere la Russia nei colloqui, ma finora dal Cremlino non è arrivato alcun segnale di disponibilità, incluso l’intervento del ministro degli Esteri Lavrov ieri al Consiglio di Sicurezza.
xi jinping joe biden al g20 di bali 3
Se però tutti gli aderenti al formato Gedda presentassero una proposta unitaria e condivisa, ignorarla completamente diventerebbe assai difficile per Mosca, perché sancirebbe il suo completo isolamento. Un punto decisivo per la prosecuzione di questi colloqui è l’andamento della controffensiva in corso. […] L’importante è lanciare a Putin un messaggio compatto di resistenza, se conta sulla stanchezza degli occidentali per prevalere. Quindi si discutono intensamente i modelli per le potenziali soluzioni […] In passato si era parlato molto della Corea, ossia un cessate il fuoco seguito dal congelamento della situazione sul terreno, senza un trattato formale.
LULA - XI JINPING - RAMAPHOSA - MODI - LAVROV - VERTICE BRICS 2023
[…] i cinesi hanno lasciato intendere che vorrebbero andare anche oltre, ossia una tregua seguita da un negoziato vero e proprio, con concessioni reciproche, per arrivare ad una pace reale. Un punto di partenza logico potrebbe essere l’accordo di Minsk, mai applicato fino in fondo, anche se la realtà sul terreno è cambiata e richiederebbe aggiornamenti. Putin probabilmente non si muoverà almeno fino alle elezioni di marzo, mentre il rivale americano Biden avrebbe bisogno di una soluzione prima delle sue presidenziali del prossimo novembre. […]
JOE BIDEN E VOLODYMYR ZELENSKY AL VERTICE NATO DI VILNIUS