enrico letta

ENRICHETTO RISCHIA DI CADERE DAL COLLE - SE SBAGLIA LA MOSSA SUL QUIRINALE, LETTA VERRA' IMPANATO, FRITTO E RISPEDITO A PARIGI - L'ELEZIONE DI BERLUSCONI O UN CAV KING-MAKER CHE LANCIA UN SUO CANDIDATO (GIULIANO AMATO?) AZZOPPERANNO LA SUA SEGRETERIA - NON SOLO: SE LETTA SPINGE DRAGHI AL COLLE, RISCHIA DI MANDARE A PEZZI IL GOVERNO "AIUTANDO" LA LEGA A SCIVOLARE ALL'OPPOSIZIONE…

Annalisa Cuzzocrea per "la Stampa"

 

ENRICO LETTA MASSIMO DALEMA

C'è una cosa che Enrico Letta non si può permettere, nella partita del Quirinale. Si chiama sconfitta. Il segretario, che meno di dieci mesi fa ha preso in mano un Pd turbato dalle dimissioni improvvise del suo predecessore Nicola Zingaretti, ha vinto le amministrative di autunno contro le previsioni dei mesi precedenti, ha sondaggi che danno i dem stabili come primo partito e ha trovato un equilibrio in un governo che lo costringe a convivere con la Lega di Matteo Salvini. Quello a cui più tiene in questo momento, è tenere il Pd unito su questo percorso.

 

E non solo perché tanto il centrodestra che Matteo Renzi sono lì ad augurarsi che cada e a tentare di farlo inciampare. Non c'è giorno in cui il leader di Italia Viva non ripeta: «Letta sta sbagliando tutto». Ma soprattutto perché un passo falso sul Colle, adesso, vanificherebbe quanto costruito finora: la possibilità - stretta ma fino a qualche tempo fa considerata impossibile - di creare un campo che possa prevalere sulla destra alle prossime politiche.

 

Giuliano Amato Enrico Letta

«La parola chiave è unità», ha detto nelle ultime ore ai dirigenti che lo hanno sentito sulla linea da tenere. «Il 13 alla riunione congiunta dei gruppi parlamentari e della direzione formalizzeremo, insieme, i punti cardinali della bussola con la quale ci muoveremo. Prima di quella riunione qualunque discorso è totalmente prematuro». C'è una ragione per tanta cautela. Bisogna, prima di ogni cosa, disinnescare la candidatura di Silvio Berlusconi, che si pone come elemento di blocco davanti alla possibilità di qualsiasi accordo e che sta mettendo il capo di Forza Italia in una condizione di forza.

 

Uno scenario win-win, in cui l'ex cavaliere - sotto processo a Bari con l'accusa di aver indotto a mentire Gianpaolo Tarantini sul reclutamento di escort per le sue "cene eleganti" - anche nel caso dovesse rinunciare a essere eletto, potrebbe diventare il king-maker del prossimo capo dello Stato.

giuseppe conte enrico letta

 

Con buona pace di Salvini e delle sue consultazioni a tutto campo. «Purtroppo Silvio vuole provarci davvero fino in fondo», ha detto a più d'uno il gran visir Gianni Letta. In più, nelle ultime settimane, Forza Italia sta riprendendo forza e risalendo nei sondaggi. Ma non è solo questa la preoccupazione del segretario dem. Ai più scettici riguardo all'idea che possa essere Mario Draghi il successore di Mattarella, Enrico Letta ha ripetuto: «Volete capire o no che è un punto di tenuta per il Paese?».

 

L'ex premier è rimasto molto colpito da quanto l'attuale presidente del Consiglio sia apprezzato, all'estero, soprattutto dal mondo progressista. Per questo, pensa che la sua figura non possa assolutamente essere bruciata per interessi di parte. Che vada preservata, o a Chigi o al Colle. Così, le ipotesi che ha tratteggiato nelle riunioni via Zoom con i ministri dem (i più ostili all'ipotesi Draghi nonostante alcuni riposizionamenti degli ultimi giorni) sono due. «Nello scenario A al Colle dovrebbe salire una figura simile a quella di Mattarella».

ENRICO LETTA PIERFERDINANDO CASINI

 

Che possa restare il capo dello Stato, è ormai considerato un desiderio impossibile. Non solo per quanto lo stesso presidente ha fatto capire a più riprese, ma anche perché a chiederglielo dovrebbe essere tutto il Parlamento e sul punto sia Giorgia Meloni che Berlusconi, col suo silenzio, si sono chiamati fuori. «Una figura che dia stabilità e assicuri la continuità dell'azione di governo in un momento così delicato». Quanto allo scenario B prefigurato dal segretario, «al Colle salirebbe Draghi, ma tutti noi dovremmo essere in grado di fare un doppio accordo: sul Quirinale e sul governo che avrà il compito di continuare la legislatura. Altrimenti, non potremmo reggere».

 

giorgia meloni enrico letta atreju

Nessuno nel Pd crede all'idea di un governo politico con la Lega che non si oppone, ma che si chiama fuori, come va dicendo in queste ore Matteo Renzi. «Perché dovremmo fare questo regalo a Salvini?», è la domanda che rimbalza tanto al Nazareno che dentro il Movimento 5 stelle di Giuseppe Conte. La responsabilità nazionale deve riguardare tutti gli attori attuali e del resto è lo schema che lo stesso Draghi ha disegnato nella sua conferenza stampa di fine anno. Nonostante lo scenario B cominci a prendere piede, però, i dubbi permangono.

 

Proprio perché - detta con uno dei ministri dem - «il governo che nascerebbe con una figura mediana, che sia Marta Cartabia o chi per lei, non avrebbe fiato e non resisterebbe alle pressioni dei partiti. Potrebbe durare fino all'autunno, non di più». Magari con la missione specifica di cambiare la legge elettorale e portare al voto, anche se questo ai parlamentari non bisogna dirlo per paura che qualsiasi accordo possa saltare.

enrico letta atreju 3

 

La sinistra interna del ministro del Lavoro Andrea Orlando e del vicesegretario Peppe Provenzano tifa per lo scenario A e per Giuliano Amato al Colle. Per Provenzano però l'ipotesi Draghi non è affatto esclusa, purché con l'idea che si possa finalmente tornare a un confronto politico vero. «È inutile che la destra vada dicendo: vogliamo Draghi a Palazzo Chigi - ha detto il vicesegretario nelle riunioni di queste ore - perché se va avanti la candidatura di Silvio Berlusconi, Draghi non resta. Il governo cadrebbe subito e la destra lo sa: sono loro quelli che si stanno mettendo contro Draghi». Nelle prossime settimane, il velo non può che cadere.

 

ENRICO LETTA

Lasciando intravedere le reali volontà di entrambi gli schieramenti. Che per quanto recalcitranti, soprattutto a destra, a un accordo dovranno arrivare per forza. Lo dicono i numeri, spiega un dirigente dem che ha assistito a più di un'elezione presidenziale: «Il centrosinistra con Renzi ha, a spanne, 455 grandi elettori, il centrodestra - se avessero loro Renzi - ne avrebbe 490. Comunque non i 505 necessari. Senza contare la percentuale fisiologica di franchi tiratori». Destra e sinistra sono costrette a parlarsi. E Mario Draghi potrebbe essere, per tutti, l'unico modo per evitare una sconfitta.

giuseppe conte enrico lettaENRICO LETTA MATTEO SALVINI

Ultimi Dagoreport

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…

giorgia e arianna meloni come le gemelle di shining - fotomontaggio del fatto quotidiano

DAGOREPORT – VI RICORDATE QUANDO GIORGIA MELONI DEFINIVA LA SORELLA ARIANNA UNA “PRIVATA CITTADINA SENZA INCARICHI”? DIMENTICATELO: È IN CORSO UN TENTATIVO DI TRASFORMARE LA PRIMOGENITA DI ANNA PARATORE IN UNA POLITICA NAVIGATA. ECCO COME NASCE L’IMBARAZZANTE NTERVISTA RILASCIATA OGGI DALL'EX MOGLIE DI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA AL “CORRIERE DELLA SERA”, IN CUI ARIANNA RICORDA QUANDO “GUIDAVA IL CAMION NEI VICOLI DI ROMA” PER IL PARTITO, E RIVENDICA: “DA 30 ANNI SIAMO IN POLITICA” – LA FIAMMA MAGICA VUOLE TOGLIERLE L’ETICHETTA DI “SORELLA D’ITALIA”. IL GUAIO È CHE ‘GNA FA: L’UNICO PREGIO CHE ANCHE I COLLEGHI DI PARTITO LE RICONOSCONO È… LA SOMIGLIANZA ALLA SORELLA

del vecchio la stampa angelucci elkann

DAGOREPORT - NON SI STA MAI TRANQUILLI: AL RISIKO FINANZIARIO (MPS-MEDIOBANCA) FINITO TRA LE CARTE DELLA PROCURA DI MILANO, ORA SI AGGIUNGE IL RISIKO EDITORIALE: LA VENDITA DI ‘’’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ AL GRECO KYRIAKOU DIVENTA, GIORNO DOPO GIORNO, UN BORDELLO DI VOCI E RUMORS - C’È CHI ASSICURA CHE LO SBARCO DEL GRECO NON VADA ASSOLUTAMENTE A GENIO AL BOSS DELL’IMPERO MEDIASET, PIER SILVIO BERLUSCONI – CHI SPIFFERA DI UN PRESUNTO INTERESSAMENTO DELLA FAMIGLIA ANGELUCCI, EDITORE DE “IL GIORNALE” E DI “LIBERO”, ALL’ACQUISIZIONE DEL QUOTIDIANO “LA STAMPA”, CHE ELKANN HA MESSO IN VENDITA PER LA SOMMETTA DI 65 MILIONI DI EURO, CHE NON RIENTREREBBE NEL PERIMETRO DEL GRECO CON L’ANTENNA. MA PER IL BOSS DELLA SANITÀ CARO AL GOVERNO L’UNICO MODO DI COMPRARI ''LA STAMPA'' È ALL’EDICOLA: ELKANN NON GLIELO VENDERÀ MAI - A PROPOSITO DI EDITORIA COME ULTIMA UMANA VOLUTTÀ, SI VOCIFERA CHE LEONARDINO DEL VECCHIO VOGLIA COMPRARSI NIENTEMENO CHE “IL FATTO QUOTIDIANO” (DAVVERO URGE LA RIAPERTURA DEI MANICOMI…)

giancarlo giorgetti luigi lovaglio milleri francesco gaetano caltagirone

SUL CASO MPS-MEDIOBANCA, L'ARTICOLO-BOMBA DEL GIORNO È SUL "CORRIERE", DA CUI SI EVINCE CHE LE DICHIARAZIONI RILASCIATE ALLA CONSOB DA CALTAGIRONE E DAL MINISTRO GIORGETTI SONO IN APERTO CONTRASTO - E’ LO STESSO IMPRENDITORE ROMANO AD AMMETTERE CHE IL MINISTRO LEGHISTA SONDÒ ALCUNI POTENZIALI INVESTITORI NELLE SETTIMANE PRECEDENTI ALLA OSCURA “GARA” CHE FECE INTASCARE IL 15% DI MPS, IN MANO AL TESORO, AL QUARTETTO DELFIN-CALTAGIRONE-ANIMA-BPM - UNA VERSIONE IN APERTO CONFLITTO CON QUELLA DI GIORGETTI, CHE IL 29 LUGLIO 2025 ALLA CONSOB DISSE: “NON C’È STATA ALCUNA INTERLOCUZIONE, CONTATTO O SCAMBIO” - A QUESTO PUNTO, CHI RISCHIA DI FINIRE NEI GUAI CON LA PROCURA DI MILANO NON SONO SOLO I “FURBETTI DEL CONCERTINO”, MA LA STESSA CONSOB GUIDATA DA PAOLO SAVONA CHE, COME AUTORITÀ DI VIGILANZA DEL MERCATO FINANZIARIO, NON HA RILEVATO NEL SUO DOCUMENTO DI “ASSOLUZIONE” SULLA PRESUNTA CONCERTAZIONE DEI CALTA-MELONI, NESSUNA DISCORDANZA TRA LE DICHIARAZIONI DI CALTAGIRONE E DI GIORGETTI…

la scala opera attilio fontana ignazio la russa daniela santanche santanchè matteo salvini

A PROPOSITO DI… QUANTO PIACE LA MATRICIANA ROMANA - IL FORFAIT DELLE ISTITUZIONI ALLA PRIMA DELLA SCALA, IVI COMPRESO LA SECONDA CARICA DELLO STATO, IL SICULO-MILANESE IGNAZIO LA RUSSA, HA SPINTO IL GOVERNATORE DEL PIRELLONE LOMBARDO, ATTILIO FONTANA, INDOSSATI I PANNI DI NOVELLO ALBERTO DA GIUSSANO A DICHIARARE: “ANCHE SE TUTTI APPREZZIAMO LA MATRICIANA, IL NORD DÀ FASTIDIO” – DÀ COSÌ FASTIDIO CHE NEL GOVERNO DELLA “PULZELLA” DELLA GARBATELLA, SIEDONO BEN 6 MINISTRI “LUMBARD” SU 24. E BEN 5 SONO DELLA LEGA – A RISPONDERE A FONTANA, CI HA PENSATO IL RODOMONTE DEL CARROCCIO, SALVINI: “TRA UNA MATRICIANA E UNA CARBONARA TROVI I SOLDI PER SISTEMARE LE CASE POPOLARI”…

pam bondi

DAGOREPORT - COME MAI L’INFORMAZIONE ITALICA SI È TOTALMENTE DISINTERESSATA DELLO SBARCO A ROMA DEL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA, LA FOSFORESCENTE SESSANTENNE PAM BONDI, ARRIVATA CON TANTO DI AEREO DI STATO IL 10 DICEMBRE? - EPPURE LA FEDELISSIMA DI TRUMP NON SI È TENUTA NASCOSTA: HA ALLOGGIATO ALL’HOTEL ST. REGIS, SI E’ ATTOVAGLIATA AL BOLOGNESE DI PIAZZA DEL POPOLO, HA INCONTRATO AL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA DI VIA ARENULA CARLETTO NORDIO, HA AVUTO L'INESPRIMIBILE GIOIA DI CONOSCERE IL VICEPREMIER MATTEO SALVINI A UN RICEVIMENTO DELL'AMBASCIATORE USA IN ITALIA, TILMAN J. FERTITTA. E, FORSE, LA BEN DOTATA DALLA NATURA PAMELONA HA PURE INCOCCIATO IL MINISTRO PIANTEDOSI - MA DELLA “VACANZA ROMANA” DELL'ITALOAMERICANA CARISSIMA A TRUMP, NON SI REGISTRA MANCO UNA RIGA SUI GIORNALONI DE' NOANTRI - VABBE', A NATALE BISOGNA ESSERE BUONI: MAGARI ERANO TUTTI TROPPO IMPEGNATI A SEGUIRE LA FESTILENZA DI ATREJU DEI FRATELLINI DI GIORGIA…