enrico letta - roberto gualtieri

PER ENRICHETTO SI METTE MALISSIMO – DOPO TORINO, SI TEME IL FLOP PRIMARIE ANCHE A ROMA E BOLOGNA – L’ALLEANZA CON IL M5S SULLE AMMINISTRATIVE IN FRANTUMI. DOPO L’ENDORSEMENT DI CONTE A BOLOGNA, L’EX RENZIANO MARCUCCI ATTACCA: “NON POSSIAMO FARCI DIRE DALL’EX PREMIER CHI DEI NOSTRI DOBBIAMO CANDIDARE A SINDACO. NO AD ALLEANZE STRUTTURALI CON IL M5S”. A ROMA LETTA RISCHIA LA SEGRETERIA NEL CASO IN CUI GUALTIERI NON ARRIVI NEANCHE AL BALLOTTAGGIO

Maria Teresa Meli per il "Corriere della Sera"

 

ENRICO LETTA - ROBERTO GUALTIERI

Enrico Letta va in trasferta. Il segretario dem ha infatti deciso di far giocare il Pd fuori casa. Cioè nelle periferie: «Dobbiamo smettere di essere il partito che va bene nelle Ztl, mentre andiamo in sofferenza negli altri quartieri».

 

E così quando Roberto Gualtieri gli chiede di accompagnarlo a Tor Bella Monaca Letta accetta volentieri, benché ad accogliere i due non ci siano le masse, bensì una cinquantina di persone. Tutti militanti, età media quella dell' elettorato pd, cioè altina.

 

Però il segretario, che arriva al teatro di Torbella (i romani la chiamano così) senza cravatta ma con la giacca non si scoraggia, anche perché, spiegano al Nazareno «era un incontro privato, non un comizio» : «Facile - dice - andare a fare bagni di folla o cercare gli applausi. L' unica vera strada è accettare le sfide difficili. Per riconquistare questi territori dobbiamo prima di tutto ascoltarli, esserci, senza lo sguardo dall' alto in basso di chi considera il disagio un danno collaterale dello sviluppo».

 

I militanti salutano, si fanno i selfie e qualcuno grida: «Però poi non è che non vi fate più vedere? Per vincere a Roma dovete vincere qui».

gualtieri letta 5

 

Impresa alquanto ardua dal momento che nel sesto municipio (quello che comprende Tor Bella Monaca) nelle ultime elezioni il candidato pd è arrivato terzo e non è nemmeno andato al ballottaggio.

 

Del resto è la mission degli ultimi segretari dem quella di riconquistare le periferie perdute. Ci aveva provato il predecessore di Letta, Nicola Zingaretti, partendo da Casal Bruciato, quando venne eletto. E ancora prima Maurizio Martina tenne proprio a Torbella la prima riunione della segreteria dem. In una libreria. L' unica del quartiere, quella gestita da Alessandra Garzanti, nota alle cronache per aver deciso di non vendere il libro di Giorgia Meloni. Garzanti ora sostiene Giovanni Caudo e non ha rinnovato la tessera del Pd: «Non ci ricasco più».

 

andrea marcucci redditometro dei politici le iene

Ma Letta non dà mostra di spaventarsi per le difficoltà che il suo partito incontra nelle periferie: «Il punto è ricominciare a stare dentro i problemi e nei luoghi del conflitto. Se non si comincia a fare questo, il Pd rischia di restare il partito dei garantiti mentre i vulnerabili finiscono a destra, perché la destra lucra sulle paure».

 

Quello delle periferie è un tema che gli sta a cuore. Già nel 2019 Letta spiegava: «Il Pd è stato il partito della Ztl, dimenticandosi le periferie.

 

Non dobbiamo avere atteggiamenti elitari o paternalistici, ma dobbiamo imparare a vedere questi luoghi come fonti di ispirazione». Il segretario sa, e lo dice apertamente, che «Roma è la madre di tutte le battaglie», poi si fa fotografare con Gualtieri («Che andrà sicuramente al ballottaggio», assicura Letta), entrambi con la mano con il pollice alzato. Segno di ottimismo, anche se circola la voce (ma parrebbe solo una suggestione) che nella Capitale Salvini, Meloni e Tajani potrebbero guidare le rispettive liste per trascinare il loro candidato sindaco.

 

renzi marcucci

Tor Bella Monaca, dunque, era una sfida inevitabile per il leader dem. Tanto più dopo che all' Assemblea nazionale dell' aprile scorso Nella Converti, del circolo pd del quartiere, aveva rivolto un' aspra critica alla dirigenza del partito: «La nostra comunità nelle periferie c' è sempre stata, e quando sente che il Pd è il partito della Ztl si incazza, quando sente dire torniamo nelle periferie, risponde: "Benvenuti, noi qua ci siamo"».

 

Comunque Letta è ben conscio del fatto che Roma si conquista solo vincendo le periferie. Come sa che per spingere Gualtieri nella corsa al Campidoglio è necessario che le primarie capitoline di domenica prossima non si rivelino un flop. I dem romani hanno deciso di tenersi bassi con le previsioni e hanno fissato l' asticella a quota 50 mila partecipanti.

 

matteo renzi andrea marcucci

Una quota facilmente raggiungibile se si pensa che alle primarie del 2016, quelle che precedettero la vittoria di Virginia Raggi, furono poco più di 43 mila romani a recarsi ai gazebo. Il termine di paragone delle precedenti consultazioni pd, quelle vinte da Ignazio Marino, non viene nemmeno preso in considerazione: più di centomila persone. Ma erano altri tempi. A Torino, domenica scorsa, hanno votato circa 12 mila persone. Però Letta non dispera: «Rappresentano comunque un messaggio positivo, visto che sono state le prime primarie del dopo Covid».

 

PRIMARIE PD, IL FLOP E L'INVITO DI CONTE

Mario Ajello per "il Messaggero"

 

Pasticcio primarie. Rischiano di far saltare l' alleanza (più evocata che praticata) tra Pd e M5S. La beffa è a Torino: non solo non vota ai gazebo quasi nessuno ma viene trionfalmente eletto il più acerrimo nemico dei grillini, Lo Russo, mentre arriva ultimissimo Lavolta il candidato prediletto da Conte e dalla Appendino e da tutti i big stellati.

gualtieri letta 5

 

Conte è in preda alla paura.

 

Molti dem, anche a Roma, sono disperati: «Si comincia malissimo». Senza votanti alle primarie e senza la prospettiva dell' alleanza. Solo a Torino? Macchè.

Il pericolo grande ora sono Roma e Bologna. Si vota domenica.

 

E a Bologna Conte s' infila negli affari del Pd, per salvare la prospettiva giallo-dem, scrivendo una lettera che è un (improprio) endorsement visto che riguarda il partito del Nazareno e non il suo (se ce l' ha): «Votate tutti per Lepore, M5S lo sostiene convintamente». Perché se a Bologna vince Isabella Conti - schierata da Renzi per Italia Viva - succede il quarantotto: nessuna alleanza con i 5 stelle alle Comunali, trionfo per Renzi, ulteriore sconfessione della linea filo-stellata del Pd rappresentata da Lepore.

matteo lepore

 

 

Al Nazareno c' è chi ammette: «Il rischio è non solo che vinca la Conti, come molti di noi vogliono e la voteranno di nascosto, ma che se dovesse passare Lepore con pochi votanti sarebbe una mezza sconfitta». Perciò oggi Letta accorre a Bologna, per tirare la volata a Lepore. Ma è rincorso dalle polemiche interne dopo il flop torinese. Attacca Andrea Marcucci con parole condivise da buona parte della corrente Base Riformista:

 

«Non possiamo farci dire da Conte chi dei nostri dobbiamo candidare a sindaco». Si riferisce all' endorsement contiano su Bologna, proprio lì dove la Conti filo-renzista potrebbe fare il botto. Che anche a Roma, nel caso, farà sfracelli. Lepore intanto ringrazia («Un onore il sostegno di Conte»). La sfidante di Italia Viva invece è infuriata: «Un' anomalia questo intervento, non s' è mai vista una cosa così in politica». Base Riformista gongola intanto a vedere tante difficoltà sul percorso grillo-nazarenico e ancora Marcucci: «No ad alleanze strutturali con M5S».

 

isabella conti

A Bologna, se le primarie non si riuscirà a farle andare come vogliono Letta e Conte, potrebbe accadere questo: con la vittoria della Conti, il M5S (che a Bologna vuol dire Bugani) finirebbe all' opposizione. Mentre con Lepore andrebbe direttamente in Giunta. Il paradosso è che l' endorsement di Conte a Bologna potrebbe sortite l' effetto contrario e mobilitare destra e renziani ai gazebo, per rompere il giocattolo rossogiallo e ridicolizzare Nazareno e nuova leadership stellata agli occhi dell' Italia intera. Chissà se il colpaccio riuscirà.

 

Intanto a Torino regna la cupezza nel Pd: ma ci conviene rompete definitivamente con la Appendino e con il mondo grillino? Questo ci si domanda. Il candidato del centrodestra, Damilano, è forte e a sinistra si dà Torino per persa. «Senza l' aiuto dei grillini è persa di sicuro», dicono tanti dem e la Appendino ha già fatto sapere che l' aiutino non ci sarà per l' odiato Lo Russo.

matteo renzi isabella conti

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni alberto stefani luca zaia matteo salvini sondaggio

DAGOREPORT – VENETO DI PASSIONI PER IL CENTRODESTRA: LA VITTORIA DI ALBERTO STEFANI È SCONTATA, MA A CONTARE DAVVERO SARANNO I NUMERI! SECONDO IL SONDAGGIO DI PAGNONCELLI, IL GIOVANE LEGHISTA CON CIUFFO GIAMBRUNESCO È AL 62,8%, CONTRO UN MISERO 26,9% DEL CANDIDATO DI SINISTRA, GIOVANNI MANILDO. UN OTTIMO RISULTATO, MA SOLO SE NON SI RICORDA COSA AVVENNE CINQUE ANNI FA: ZAIA VINSE CON IL 76,79% DEI VOTI, E BASTÒ LA SUA LISTA, INSIEME A QUELLA DELLA LEGA, PER OTTENERE IL 61,5%. OGGI CI VUOLE TUTTO IL CENTRODESTRA UNITO PER RAGGIUNGERE LA STESSA CIFRA – LO SPETTRO DEL SORPASSO DI FDI SUL CARROCCIO: SE LE TRUPPE MELONIANE OTTENESSERO PIÙ VOTI, CHE FINE FAREBBE LA GIÀ FRAGILE LEADERSHIP DI SALVINI?

giorgia meloni matteo salvini antonio tajani giancarlo giorgetti

DAGOREPORT - COME MAI LADY GIORGIA INFLIGGE ALLA “NAZIONE”, IN VISTA DEL 2026, UNA FINANZIARIA COSÌ MICRAGNOSA, CORRENDO IL RISCHIO DI PERDERE CONSENSI? - UNA MISERIA DI 18 MILIARDI CHE, AL DI LÀ DELL’OPPOSIZIONE, STA FACENDO SPUNTARE LE CORNA DEL TORO AGLI ALLEATI SALVINI E TAJANI, MENTRE RUMOREGGIANO I VAFFA DI CONFINDUSTRIA E DEI MINISTRI COSTRETTI AD USARE L’ACCETTA AL BILANCIO DEI LORO DICASTERI (TAGLIO DI 89 MILIONI ALLA DISASTRATA SANITÀ!) – LA DUCETTA HA UN OTTIMO MOTIVO PER LA MANOVRA MIGNON: FINENDO SOTTO IL 3% DEL PIL, IL GOVERNO ALLA FIAMMA USCIRÀ CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER CONFEZIONARE NEL 2026 UNA FINANZIARIA RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON I TEMPI DELLE POLITICHE DEL 2027 - E GLI ITALIANI NELLA CABINA ELETTORALE POTRANNO COSÌ RICOMPENSARE LA BONTÀ DELLA REGINA GIORGIA…

shooting calendario pirelli 2026

A PRAGA SI SVAGA! – UNA PARATA DI STELLE STA PER INVADERE LA CITTÀ DI FRANZ KAFKA: PER LA PRESENTAZIONE DEL CALENDARIO PIRELLI 2026 VENERDÌ 14, ALLA MUNICIPAL HOUSE, SONO ATTESI 500 ILLUSTRI OSPITI ACCOLTI DA MARCO TRONCHETTI PROVERA CHE AVRÀ AL SUO FIANCO TANTO BEL MONDO: DA TILDA SWINTON A GWENDOLINE CHRISTIE, GUERRIERA NEL ‘’TRONO DI SPADE’’, DALLE MODELLE IRINA SHAYK ED EVA HERZIGOVA, DALLA STILISTA SUSIE CAVE ALLA TENNISTA VENUS WILLIAMS, DA LUISA RANIERI A FAVINO – NON MANCHERÀ CHIARA FERRAGNI ALLACCIATA ALL’EREDE GIOVANNI TRONCHETTI PROVERA…

sigfrido ranucci giovambattista fazzolari

DAGOREPORT - UCCI UCCI, TUTTO SUL CASO RANUCCI: DAI PRESUNTI CONTATTI DI SIGFRIDO CON I SERVIZI SEGRETI PER L'INCHIESTA DI "REPORT" SUL PADRE DI GIORGIA MELONI AL PEDINAMENTO DI SIGFRIDO, CHE COINVOLGEREBBE FAZZOLARI, IL BRACCIO DESTRO (E TESO) DI LADY GIORGIA – RANUCCI, OSPITE IERI SERA DI BIANCA BERLINGUER, HA PRECISATO, MA CON SCARSA CHIAREZZA, COSA E' ACCADUTO NELLE DUE VICENDE: “NON SONO STATO SPIATO DA FAZZOLARI. SO CHE È STATO ATTIVATO UN MECCANISMO PER CAPIRE CHI FOSSE IL NOSTRO INFORMATORE. SI TEMEVA FOSSE QUALCUNO DEI SERVIZI, MA NON È ACCADUTO” - SULL'ALTRA VICENDA DEL PEDINAMENTO: "NON SO SE SONO STATO SEGUITO MATERIALMENTE" – RIGUARDO L'ATTENTATO: "NON HO MAI PENSATO CHE DIETRO CI FOSSE UNA MANO POLITICA" - DAGOSPIA CERCA DI FAR LUCE SUI FATTI E I FATTACCI... - VIDEO

giorgia meloni marina berlusconi antonio tajani

DAGOREPORT – IL DESIDERIO DI FARSI INCORONARE REGINA D'ITALIA, PER IL MOMENTO, LA MELONA LO DEVE RIPORRE NEL CASSETTO DEI SOGNI - L’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, BOCCIATA DA TUTTI I PARTITI CHE NON INTENDONO FINIRE CANNIBALIZZATI DALLA MELONI, STA MANDANDO IN PEZZI FORZA ITALIA - TAJANI FA IL POSSIBILISTA E GLI AZZURRI ESPLODONO. LASCIAMO POI PERDERE LA FAMIGLIA DI ARCORE CHE VEDREBBE SPARIRE IL NOME BERLUSCONI DAL SIMBOLO DEL PARTITO - A MILANO SI VOCIFERA DI UN TERRIBILE SCAZZO AL CALOR BIANCO TRA UN TAJANI IN MODALITA' RIBELLE E CRISTINA ROSSELLO, VICINISSIMA A MARINA - L'IDEONA DI FARSI INCORONARE "SUA MAESTA' GIORGIA I" FA STORCERE IL NASO ANCHE AI VARI POTENTATI SOTTERRANEI DEI FRATELLINI D’ITALIA (LOLLOBRIGIDA-LA RUSSA-RAMPELLI)...

zaia stefani salvini meloni fico schlein de luca

DAGOREPORT – L'ESITO DELLE REGIONALI IN VENETO, CAMPANIA E PUGLIA E' GIA’ SCRITTO MA SARA' IMPORTANTISSIMO PER “PESARE” OGNI PARTITO IN VISTA DELLE STRATEGIE PER LE POLITICHE DEL 2027 – I VOTI DELLE VARIE LISTE POTREBBERO CAMBIARE GLI EQUILIBRI INTERNI ALLE COALIZIONI: SE IN CAMPANIA E PUGLIA LE LISTE DI DECARO E DI DE LUCA FARANNO IL BOTTO, PER L'EX ROTTAMATRICE DI ''CACICCHI'' ELLY SCHLEIN SAREBBE UNO SMACCO CHE GALVANIZZEREBBE LA FRONDA RIFORMISTA DEL PD - ANCHE PER CONTE, UN FLOP DEL SUO CANDIDATO ALLA REGIONE CAMPANIA, ROBERTO FICO, SCATENEREBBE LA GUERRIGLIA DEI GRILLINI CHE DETESTANO L'ALLEANZA COL PD - LADY GIORGIA TIENE D’OCCHIO LA LEGA: SE PRECIPITA NEI CONSENSI IN VENETO, DOVE E' STATA FATTA FUORI LA LISTA ZAIA, PROVEREBBE A SOSTITUIRE IL MALCONCIO CARROCCIO CON AZIONE DI CARLETTO CALENDA...