putin erdogan

ERDOGAN È UN PUTIN CHE CE L'HA FATTA – MAI COME OGGI IL “SULTANO” TURCO È CORTEGGIATO DAGLI OCCIDENTALI DISPOSTI A INGOIARE LE SUE PORCATE – DOMENICO QUIRICO: “ERDOGAN NON È UN DITTATORELLO DA PAESE MUSULMANO, DISONESTO E PITTORESCO. È MODERNISSIMO, OFFRE INTERESSI. PUTIN DOVREBBE IMPARARE: DA ANNI ERDOGAN VENDE ARMI E DA A SERVIZIO MERCENARI. MA INVECE DI SANZIONI E MALEDIZIONI SI INGHINGHERA DI DOLLARI, ARMI E APPLAUSI”

Domenico Quirico per “La Stampa”

 

putin erdogan gustano un cornetto

Guardate Erdogan. Come si muove, come stringe le mani, come è elegante e sornione, come ascolta con compostezza e gravità, con incoraggianti cenni di testa, le battute dei suoi colleghi della Alleanza, un po' scervellati, ma tanto in buona fede, poverini. Astuzia e sfrontatezza sono negli occhi e nella bocca. È un antipatico che come il canto di Orfeo, può domare anche i più feroci.

 

Il guaio con lui è che tutte le volte ci diciamo, speranzosi: questa volta è al capolinea, è preso in trappola. E giù a elencare i suoi guai ciclopici, l'inflazione al settantatré per cento, la liretta turca che ha perso nei primi mesi di quest' anno il venti per cento del valore, i sondaggi che danno per sepolti, lui e il suo partito, alle elezioni del giugno del prossimo anno.

 

ERDOGAN PUTIN

La buona notizia è che il suo goffo e muscolare «ottomanismo» non sembra più la grande idea che era fino a qualche anno fa. Le sue galere sono piene di giornalisti e oppositori, come d'abitudine tutti «terroristi». Ma la decisione di dire basta con il sultano pare aver guadagnato consensi al di fuori dei salottini di Istanbul dove noi andiamo a cercare rassicurazioni di coraggiose ma finora rare volontà democratiche. E un sultano che viene sfidato non può permettersi di perdere. Perdere significa restare senza un ruolo, diventare ridicolo.

 

La cattiva notizia è che mai come oggi l'anticamera della Sublime Porta, così si chiamava il palazzo di Istanbul al tempo dei sultani-califfi, è affollata di questuanti occidentali, di riverenti, di aspiranti alleati disposti a chiudere gli occhi su tutto. La Storia si ripete.

 

PUTIN ERDOGAN

Fino al Settecento l'impero ottomano non sprecava denaro e uomini per aprire ambasciate nei tenebrosi e incivili paesi europei. Erano questi che venivano a Istanbul a implorare uffici diplomatici e a imparare come bisognava ungere il favore dei gran visir per ottenere qualcosa dall'onnipotente sultano.

 

Diavolo di un Erdogan! Son tornati quei tempi: corteggiato, adulato, invocato lui è ovunque, guizza, promette, tradisce, illude, un figaro dai mille intrighi. Si illudono i russi, la nato, gli europei di averlo afferrato e lui scivola via, se la ride infilandosi in altri intrighi, alleanze e contro-alleanze e li avviluppa in mille fili. Ci fa le lezioni. E tutti a chiedersi, a Washington, a Bruxelles, a Damasco, a Mosca: ma a che gioco gioca? che cosa cerca?

 

Erdogan non è un dittatorello da paese musulmano, prevedibilmente disonesto e pittoresco. Ma il pittoresco stanca.

PUTIN ERDOGAN SAN PIETROBURGO

Lui è moderno, modernissimo. Non si abbandona alla retorica e alle astrazioni, si ancora proficuamente al prosaico e all'immediato. Non offre teologie. Offre interessi. Per questo nessuno dei «democratici» osa dirgli che è una vergogna la sua politica di repressione interna e di avventurismo internazionale. Chi, ancor un po' naif, si è lasciato sfuggire l'insulto «dittatore», poi deve correre a Canossa. Il moralismo, in un mondo fradicio di immoralità come il nostro, ha una bassa quotazione.

 

recep tayyip erdogan luigi di maio

Un caso da manuale è il rompicapo del grano ucraino bloccato dalla guerra. Anche qui tutto sembra passare da lui, il pasto quotidiano di centinaia di milioni di uomini, una crisi alimentare da maledizione biblica, un barlume di disgelo tra mosca e Kiev.

 

Stiamo in guardia: non è detto che l'happy end accada davvero. Ma anche se finirà in nulla lui ha dettato il ritmo per settimane alla diplomazia universale, ha messo insieme crediti per i prossimi anni che si farà scontare a pronta cassa, silenziosamente. Erdogan il Negoziatore: un gigante in un panorama desertico di mezze figure che non vanno oltre l'insulto o la perorazione.

 

Un minuto dopo l'annuncio dell'eventuale fallimento delle trattative lui riprenderà, sornione, paziente, i suoi furbi calcoli, gli insinuanti ricatti. Perché ottiene tutto ma non concede mai nulla che sia essenziale per i suoi complicati disegni.

 

recep tayyip erdogan luciana lamorgese

E forse questo è l'unico limite: che i suoi progetti sono architetture così complesse e ardite che, alla fine, proprio l'inseguirne la perfezione diventa l'unico fine. Come un architetto che disegna case meravigliose ma dove non c'è posto per dettagli come scale e cantine.

 

Da ammirare da fuori, ma impossibile entrarci, inutili. Se gli levi gli intrighi, a Erdogan che gli resta?

 

I baccaloni di Bruxelles, Stoltenberg mezzo guerriero e già mezzo bancario, hanno attraversato tutte le forche caudine della vergogna per strappargli il sì a Svezia e Finlandia nella Nato, gli hanno lisciato il pelo e il contropelo regalandogli un po' di curdi da gettare in pasto al nazionalismo implacabile dei turchi.

 

recep tayyip erdogan

Il sultano, che li sospetta implicati nel golpe fallito del 2016, ha fatto un po' le moine, si è negato come una accorta damina del Serraglio. Poi ha detto sì. Applausoni, mai come ora la nostra amicizia per lui è andata più liscia e spedita. In realtà non ha concesso nulla, solo parole.

 

Se gli arriverà qualche offerta migliore, da Mosca per esempio, provvederà a negare la necessaria ratifica nel suo parlamento come impongono i trattati della nato. Siamo una democrazia, non decido solo io... Peccato. Nessuno oserà dire niente.

 

E Putin? Pensa di tenerlo ben stretto con il cappio siriano. Perché se non c'è il via libera del grande Protettore di Bashar impossibile procedere alla quarta invasione turca della Siria dopo quelle del 2016, 2018 e 2019. Trenta chilometri di fascia di sicurezza anticurdi sono pochi per Erdogan. Bisogna cacciarli indietro di un altro bel tratto, bombardarli con cura i curdi delle Ypg, i terroristi. Ma lo zar dovrebbe venir imparare da lui, dalle sue astute civetterie.

DRAGHI ERDOGAN - MEME BY CARLI

 

Perché Erdogan da anni pianifica e realizza aggressioni come quelle putiniane del Donbass e della Crimea, vende armi e da a servizio mercenari. Ma invece che una cateratta di sanzioni e maledizioni si inghinghera di dollari, armi e applausi.

 

Vedrete che dopo aver ottenuto la complicità occidentale otterrà anche il via libera di Putin per ripulire gli angolini curdi. Mosca ne ha bisogno, unico contatto che è rimasto con l'altra parte del fronte, l'Ucraina e l'Occidente. Non si sa mai. Erdogan sa che almeno metà dei turchi è convinta che la responsabilità della guerra in Ucraina sia degli Stati Uniti e della Nato e che intravedono negli atti degli occidentali il peccato dell'islamofobia.

 

PUTIN ERDOGAN

I cosiddetti «eurasiani», coloro che pensano che il posto adatto per la Turchia sia a fianco di Cina e Russia e non certo con gli europei e l'America, sono influenti all'interno dell'esercito e dei servizi segreti. Di cui Erdogan non può fare a meno.

recep tayyip erdogan joe biden boris johnson ERDOGAN MACRON 1joe biden recep tayyip erdogan 3erdogan macronmario draghi recep tayyip erdoganPUTIN ERDOGAN

Ultimi Dagoreport

a lume di candela federica panicucci fabio rovazzi tommaso cerno pio e amedeo elonoire casalegno barbara d urso

DAGOREPORT BY CANDELA - BARBARA D’URSO E IL PROGETTO ARENATO CON URBANO CAIRO - NUOVO SHOW DI PIO E AMADEO SU CANALE5 IN PRIMAVERA - FEDERICA PANICUCCI CONDURRÀ CAPODANNO IN MUSICA" SU CANALE 5: AL SUO FIANCO POTREBBE TORNARE FABIO ROVAZZI. TRA I DUE, L’ANNO SCORSO, NON ERA SCATTATA LA SCINTILLA - SI CERCA CONDUTTORE SOVRANISTA PER NUOVO TALK DI RAI2: POTREBBE ESSERE COINVOLTO IL MELONIANO CERNO - RAI1 E CANALE 5 COPRIRANNO I LORO BUCHI “SPOSTANDO” IN PRIMA SERATA “AFFARI TUOI”, “L’EREDITÀ” E "LA RUOTA DELLA FORTUNA" - ELENOIRE CASALEGNO SI PAPPA DUE NUOVE CONDUZIONI - NELLA REDAZIONE DI ''LIBERO'' ESPLODE IL “TAXI GATE” - UNA VIVACE SIGNORINA STA CERCANDO DI VENDERE A DIVERSI GIORNALI, PROVE ALLA MANO, LA SUA "RELAZIONE SEGRETA" CON L'ATTACCANTE FIDANZATISSIMO. INDIZIO: LUI GIOCA IN UNA SQUADRA DI ALTA CLASSIFICA IN SERIE A E IN NAZIONALE. DI CHI SI TRATTA?

luca matilde bernabei sandokan can yaman

DAGOREPORT – IL TRIONFO DI “SANDOKAN” SU RAI1 FA GODERE LA LUX VIDE MA I FRATELLI BERNABEI, LUCA E MATILDE, BRINDANO SEPARATI – LUCA, CHE E’ COLUI CHE FORTEMENTE VOLUTO RIPORTARE IN TV LO SCENEGGIATO E LO HA PRODOTTO, A MAGGIO SCORSO HA LASCIATO LA FU SOCIETA’ DI FAMIGLIA (FONDANDO LA SUA “OHANA) – DI LUCA NON C’E’ TRACCIA NEI COMUNICATI ED ERA ASSENTE SIA ALL’ANTEPRIMA CHE ALLA CONFERENZA STAMPA – VUOI VEDERE CHE GLI SCAZZI DI FAMIGLIA FANNO PIU’ MALE DELLA “TIGRE DI MOMPRACEM”? AH, SAPERLO…

2025scala la russa

DAGOREPORT - LA DOMANDA CHE SERPEGGIAVA NEL FOYER DELLA SCALA, IERI SERA, ERA: “E ‘GNAZIO? DOVE STA LA RUSSA?”. COME MAI LA SECONDA CARICA DELLO STATO NON HA OCCUPATO LA POLTRONA DEL PALCO REALE, DOVE SI È SEMPRE DISTINTO NELLO STRAZIARE L’INNO DI MAMELI CON I SUOI SICULI ACUTI? IL PRESIDENTE DEL SENATO, TRA LA PRIMA DELLA SCALA SANTA E IL FESTIVAL DI SAN ATREJU, HA PREFERITO ATTOVAGLIARSI AL RISTORANTE “EL CAMINETO”, DIMORA DELLA SODALE SANTANCHÈ A CORTINA D’AMPEZZO...

john elkann theodore kyriakou repubblica

DAGOREPORT - DOMANI, FINALMENTE, GLI EMISSARI DI JOHN ELKANN SI DEGNERANNO DI INCONTRARE I CDR DI “REPUBBLICA” E “LA STAMPA” PER CHIARIRE LO STATO DELLA VENDITA DEL GRUPPO GEDI AL GRUPPO ANTENNA DI THEODORE KYRIAKOU. PER IL MAGNATE GRECO, I QUOTIDIANI SONO SOLO UN ANTIPASTO: IL SUO VERO OBIETTIVO SAREBBE ACQUISIRE UN'EMITTENTE TELEVISIVA - YAKI NON VEDE L'ORA DI LIQUIDARE IL GRUPPO EDITORIALE, PER FARE SEMPRE PIÙ AFFARI CON EXOR: LA CARTA RAPPRESENTA NEMMENO L'UN PER CENTO DELLA HOLDING, NON DÀ ALCUN GUADAGNO MA SOLO ROTTURE DI COJONI (E LA LINEA ANTI-TRUMP DEI DUE QUOTIDIANI È UNA ROGNA PER IL SEMPRE PIÙ AMERICANO JOHN) - KYRIAKOU HA SUBITO INIZIATO CON IL PIEDINO SBAGLIATO LA CAMPAGNA D’ITALIA: AVREBBE SCELTO COME ADVISOR NIENTEMENO CHE MIRJA CARTIA D’ASERO, EX AD DEL “SOLE 24 ORE” - RETTIFICA! CARTIA D'ASERO: "NON SONO ADVISOR DI ANTENNA O DI KYRIAKOU E NON MI OCCUPO DI EDITORIA DALL'USCITA DAL 'SOLE'"

francesca albanese carlotta vagnoli valeria fonte

DAGOREPORT - COS’HANNO IN COMUNE L’INDECENTE ASSALTO DEI PRO-PAL ALLA REDAZIONE DELLA “STAMPA” E IL "FEMMINISMO" BY CARLOTTA VAGNOLI E VALERIA FONTE? MOLTISSIMO: LA VIOLENZA, L’IDEOLOGIA TOSSICA, L’ACCONDISCENDENZA DI UNA CERTA STAMPA E DI QUEL MONDO EDITORIAL-GIORNALISTICO CHE HA TOLLERATO E SOSTENUTO, CON IMBARAZZANTE CONFORMISMO, QUALUNQUE NEFANDEZZA - E' UNA SVEGLIA PER CHI HA ALLISCIATO E POMPATO ACRITICAMENTE LA GALASSIA MOVIMENTISTA, CONVINTO CHE FOSSE LA PARTE GIUSTA DELLA STORIA - NON ERA NECESSARIO ARRIVARE ALL’IRRUZIONE DEI PRO-PAL E ALL’INCHIESTA DELLA PROCURA DI MONZA SU VAGNOLI-FONTE, PER CAPIRE QUANTA VIOLENZA SI NASCONDESSE DIETRO CERTI “ATTIVISTI” E I LORO METODI...

caltagirone milleri donnet nagel lovaglio giorgetti generali

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DEI “FURBETTI DEL CONCERTINO”? IL PRIMARIO OBIETTIVO DI ESPUGNARE IL “FORZIERE D’ITALIA”, ASSICURAZIONI GENERALI, ATTRAVERSO L’OPERAZIONE MPS-MEDIOBANCA, SI ALLONTANA SEMPRE PIÙ - L’ISCRIZIONE NEL REGISTRO DEGLI INDAGATI DI LOVAGLIO, CALTAGIRONE E MILLERI HA INTERROTTO LA TRATTATIVA CHE ERA IN CORSO PER CONVINCERE L’AD DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, IL CUI MANDATO SCADE FRA DUE ANNI, A RASSEGNARE LE DIMISSIONI. E L’IPOTESI CHE POSSANO IN CDA SFIDUCIARLO SEMBRA APPARIRE LONTANISSIMA - NEL MIRINO GIUDIZIARIO È FINITO ANCHE IL RUOLO DETERMINANTE DELLE CASSE DI PREVIDENZA, ENPAM (MEDICI), ENASARCO (AGENTI DI COMMERCIO), FORENSE (AVVOCATI), PER LEGGE VIGILATE DAL GOVERNO - ANCHE SE I “CONCERTI OCCULTATI” NON SONO CERTO UNA NOVITÀ PER IL MERCATO, LA SCALATA MEDIOBANCA COLPISCE IN QUANTO È LA PRIMA VOLTA CHE, A SUPPORTO DI PRIVATI, C’È DI MEZZO IL SOSTEGNO DELL'ARMATA BRACAMELONI CHE DOVREBBE OCCUPARSI DELL’INTERESSE PUBBLICO ANZICHÉ RIBALTARE I POTERI DELLA FINANZA ITALIANA...