viktor orban

ETEROGENESI DEI CONFINI - L’EUROPA DELL’EST SI E’ SALVATA GRAZIE ALLE FRONTIERE CHIUSE (E A QUARANTENE RIGIDE): IN TUTTA LA RUSSIA SI CONTANO APPENA 148 CADUTI (MENO DI QUELLI DELLA LOMBARDIA NELLA SOLA GIORNATA DI IERI), L'UNGHERIA HA AVUTO LA METÀ DEI DECESSI DELL'ABRUZZO, 109 CONTRO 224 - L'UCRAINA SI E' FERMATA A POCHE DECINE DI VITTIME - LA POLONIA E' MESSA MEGLIO DELLA VALLE D'AOSTA - IN GRECIA IL CONTO È FERMO A 98 MORTI CONTRO I NOSTRI 20.000…

Lorenzo Mottola per “Libero quotidiano”

 

putin orban

Come fa l' Ungheria ad aver avuto la metà dei decessi dell' Abruzzo (109 contro 224), l' Ucraina ad avere poche decine di vittime, più o meno quelle del Molise, o la Polonia ad esser messa meglio della Valle d' Aosta sul fronte della lotta al Coronavirus?

 

L' Europa dell' est finora sembra esser stata risparmiata dalla valanga che ha travolto mezzo pianeta. In tutta la Russia si contano appena 148 caduti, circa la metà di quelli registrati nella sola giornata di ieri in Lombardia - così come in Grecia il conto è fermo a 98 morti contro i nostri 20.000. Per non parlare della Slovacchia, dove solo due persone hanno perso la vita.

 

vladimir putin viktor orban 4

La risposta che daranno la maggior parte di commentatori è scontata: i Paesi meno ricchi truccano i dati per tranquillizzare cittadini e investitori. Il che in alcuni casi potrebbe pure essere possibile, anche se difficilmente al mondo si troveranno statistiche tanto farlocche quanto quelle che diffondono le autorità italiane quotidianamente, visto che per stessa ammissione del nostro commissario all' emergenza Covid-19 Angelo Borrelli abbiamo totalmente perso il controllo del numero di persone uccise dall' epidemia già mesi fa. Non è possibile, però, pensare che dal confine con il Friuli-Venezia Giulia in poi tutti mentano e che la situazione sia uguale a quella di Spagna, Francia e Regno Unito, altrimenti gli effetti di tutto ciò non sarebbero facilmente occultabili.

 

vladimir putin viktor orban 2

GLI EFFETTi sul terrItorio In altre parole, gli ospedali verrebbero presi d' assalto e si vedrebbero i cadaveri nelle strade, come successo in Sud America e in altre zone del mondo particolarmente deboli dal punto di vista sanitario. Insomma dev' esserci un' altra giustificazione. E in attesa che qualche virologo trovi una spiegazione scientifica - visto che abitualmente la risposta che otteniamo dai nostri esperti in questi casi è "boh" - possiamo azzardare un' ipotesi politica.

 

Già a inizio marzo i tedeschi segnalavano fastidiose code ai confini con la Polonia, lamentandosi per l' eccesso di prudenza dei vicini. Lo stesso è accaduto in Slovenia, così come l' Ungheria ha subìto accuse di ogni genere per aver sprangato immediatamente le proprie frontiere.

 

Insomma, il cosiddetto "gruppo di Visegrad", cioè l' internazionale dei paesi sovranisti ex comunisti, e tutti i Paesi vicini hanno fatto esattamente l' opposto di quanto ha deciso di fare il governo Conte a febbraio, ovvero hanno reso meno accessibile il loro territorio.

 

vladimir putin viktor orban 1

Ovviamente non è tutto qui. I governi dell' est hanno imposto quarantene rigide. E questo è avvenuto molto prima che i pronto soccorso venissero occupati da decine di malati come successo dalle nostre parti. Certo, c' è stato più tempo per reagire: i primi casi di contagio nella Repubblica Ceca (a oggi 139 morti) risultano risalire al 5 marzo scorso. Da noi a inizio febbraio il virus già galoppava.

 

DIFFERENZE DEMOGRAFICHE Ovviamente, anche la diversa composizione demografica di questi Paesi ha certamente aiutato. In Ucraina, così come in Russia, la maggior parte dei cittadini colpiti dall' infezione ha circa 40 anni. Le autorità di Kiev accusano i più giovani di essere poco prudenti, mentre gli anziani si atterrebbero scrupolosamente alle indicazioni delle autorità sanitarie. Va anche detto, però, che il numero di persone in età da pensione in queste aree del mondo è molto più basso rispetto all' Italia.

 

In generale, poi, l' isolamento è una caratteristica naturale di alcune aree dell' ex blocco sovietico, tanto che certe nazioni non hanno avuto neppure bisogno di imporre particolari limitazioni ai traffici con l' estero. È ormai noto il caso della Bielorussia, ultima federazione a sospendere il campionato di calcio in Europa. A Minsk suggeriscono ancora vodka e saune come cura per il Corona.

 

Roberto Burioni probabilmente avrebbe qualcosina da ridire. Insomma, è la storia che lo insegna: chiudere in caso di epidemia è una delle poche soluzioni. Tanti lo hanno ricordato in questi giorni: Milano fu una delle poche città parzialmente risparmiate dalla peste nera del '300 grazie alle misure adottate dai Visconti, che decisero di blindare le frontiere per arginare il morbo. Noi, però, oggi abbiamo Giuseppe Conte.

viktor orban vladimir putin

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa

DAGOREPORT - LA RISSA CONTINUA DI LA RUSSA - L’ORGOGLIOSA  CELEBRAZIONE DELL’ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE DEL MOVIMENTO SOCIALE, NUME TUTELARE DEI DELLE RADICI POST-FASCISTE DEI FRATELLINI D'ITALIA, DI SICURO NON AVRÀ FATTO UN GRANCHÉ PIACERE A SUA ALTEZZA, LA REGINA GIORGIA, CHE SI SBATTE COME UN MOULINEX IN EUROPA PER ENTRARE UN SANTO GIORNO NELLE GRAZIE DEMOCRISTIANE DI MERZ E URSULA VON DER LEYEN - DA MESI 'GNAZIO INTIGNA A FAR DISPETTI ALLE SORELLE MELONI CHE NON VOGLIONO METTERSI IN TESTA CHE A MILANO NON COMANDANO I FRATELLI D'ITALIA BENSI' I FRATELLI ROMANO E IGNAZIO LA RUSSA – DALLA SCALATA A MEDIOBANCA ALLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA, DAL CASO GAROFANI-QUIRINALE ALLO SVUOTA-CARCERI NATALIZIO, FINO A PROPORSI COME INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI DI ‘’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ E IL MAGNATE GRECO IN NOME DELLA LIBERTÀ D’INFORMAZIONE – L’ULTIMO DISPETTUCCIO DI ‘GNAZIO-STRAZIO ALLA LADY MACBETH DEL COLLE OPPIO… - VIDEO

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…