giorgia meloni emmanuel macron matteo salvini

IN EUROPA SE ALZI LA CRESTA TE LA FANNO PAGARE – MELONI E MACRON AVEVANO TROVATO UN’INTESA PER FAR SBARCARE IN FRANCIA LA “OCEAN VIKING”. MA IL COMUNICATO DI PALAZZO CHIGI, CHE CELEBRAVA LA VITTORIA NEL BRACCIO DI FERRO SUI MIGRANTI ANCORA PRIMA CHE PARIGI ANNUNCIASSE UFFICIALMENTE L’APERTURA DEL PORTO DI MARSIGLIA, HA FATTO INCAZZARE L'ELISEO – LA CONSEGUENZA? UN DURO COMUNICATO DEL GOVERNO FRANCESE CONTRO QUELLO ITALIANO - I VELENI D'OLTRALPE CONTRO GIORGIA: "LE RELAZIONI DIPLOMATICHE NON FUNZIONANO COSI'..."

Ilario Lombardo per “La Stampa”

 

EMMANUEL MACRON GIORGIA MELONI

Il caso della nave Ocean Viking è di fatto il primo incidente diplomatico di Giorgia Meloni e si è scatenato anche a causa di una nota. Per capire cosa è successo finora tra Italia e Francia bisogna mettere in fila i fatti, e ricostruire cosa è avvenuto dietro le quinte, cosa ha portato i rapporti tra Roma e Parigi dal sembrare distesi e collaborativi a scadere, nel giro di poche ore, in un duro scambio di accuse.

 

La nota, dunque. Che ha fatto infuriare i francesi, convinti che la faccenda della nave dei migranti andasse gestita con un profilo più basso e senza quelle rivendicazioni politiche che hanno messo in difficoltà l'Eliseo. È il punto di svolta della storia: il comunicato ufficiale di Palazzo Chigi arriva alle nove di sera in punto di martedì, l'altro ieri.

 

ocean viking al largo di catania

È la celebrazione entusiastica di una vittoria. Giorgia Meloni esprime «il sentito apprezzamento» per la decisione della Francia di prendersi carico dei 243 migranti della Ocean Viking, nave battente bandiera norvegese, ma gestita da una Ong transalpina, la Sos Méditerranée. Per la premier è il segnale di una svolta, che premia l'Italia dopo appena due settimane dalla nascita dell'esecutivo. Il momento va esaltato. E Matteo Salvini certo non si può far sfuggire l'occasione. Arriva ben prima di Meloni e sentenzia: «L'aria è cambiata».

 

ocean viking 3

Qualcosa però nella comunicazione tra Roma e Parigi non ha funzionato o improvvisamente si è inceppato. Perché, mentre Meloni pare voler oscurare l'aver dovuto accogliere tutti i migranti della Humanity1 a Catania presentando l'apertura francese come un successo con l'Europa, a nemmeno due ore dalla nota ufficiale di Palazzo Chigi l'agenzia di stampa francese Afp batte un durissimo j'accuse che sembra travolgere tutte le certezze della destra italiana. Alle undici di sera una fonte anonima del governo francese definisce «inaccettabile il comportamento italiano» sulla Ocean Viking, perché contrario al diritto del mare e allo spirito europeo.

 

GIORGIA MELONI EMMANUEL MACRON

È piena notte, ormai. Ma si intuisce già che qualcosa non torna. La conferma arriva poche ore dopo, quando il governo francese scende nell'agone non più come fonte anonima. È il portavoce Oliver Vèran a metterci la faccia e la voce, in radio, su FranceInfo, invitando il governo Meloni a prendersi le sue responsabilità e scandendo bene una frase: «La barca si trova attualmente nelle acque territoriali italiane».

 

C'è una contraddizione evidente tra l'esultanza della presidente del Consiglio italiana e dal suo vicepremier leghista, e le reazioni di Parigi, mai smentite dall'Eliseo. Ma c'è dell'altro. Alle otto di ieri sera - è la versione dei fatti registrata a bordo della Ocean Viking, mentre si trova al largo di Cagliari - nessuna comunicazione di sbarco è giunta dalla Francia.

 

ocean viking migranti

La ricostruzione che segue è frutto di un lavoro basato soprattutto su fonti diplomatiche francesi perché nulla o quasi è trapelato da Palazzo Chigi. La Stampa ha contattato tre fonti differenti tra i collaboratori della premier senza mai ricevere una risposta.

 

La prima e più importante domanda è stata: prima di pubblicare la nota delle nove di sera la Francia aveva comunicato ufficialmente la disponibilità a ricevere i migranti? La domanda nasce perché due fonti francesi avevano fatto notare che a Parigi non risultava nulla di formale e di bollinato dall'Eliseo.

 

Non solo. Alla Farnesina non risultano decisioni ufficiali, e anche al Viminale non sanno cosa rispondere. Se non che anche loro non hanno ricevuto aggiornamenti dal ministero dell'Interno francese. Tutto, dicono, è in mano a Palazzo Chigi.

 

piantedosi salvini meloni

Questo passaggio è il cuore dello scontro. La nota di Meloni - da quanto si sa - si basa su un colloquio avvenuto con Emmanuel Macron a Sharm el-Sheik, riportato dalle agenzie, e poi da un lancio Ansa del pomeriggio di martedì che cita "fonti del ministero dell'Interno francese": «Lo sbarco si svolgerà a Marsiglia. Non saranno fatti scendere solo i deboli e lasciati a bordo gli altri. Scenderanno tutti perché tutti hanno diritto a presentare domanda d'asilo». Una dichiarazione che non lesina critiche all'Italia e agli sbarchi selettivi.

 

matteo salvini giorgia meloni

A Palazzo Chigi minimizzano, forti della convinzione che Macron abbia dato il suo sostegno a Meloni. Per i sovranisti è più importante il traguardo politico, raggiunto costringendo la Ocean Viking a cambiare rotta e i francesi a farsi carico dei profughi. A Parigi però non la vedono così. Una fonte francese spiega l'umore da quelle parti: «Capiamo che un leader debba parlare al suo popolo e usare certi toni, ma le relazioni diplomatiche internazionali non funzionano così».

 

Le stesse fonti fanno notare che per ore, dopo la notizia dell'Ansa, nessun commento ufficiale trapela dall'Eliseo. A lungo non parla nessuno. Solo il governo italiano lo fa. Anzi, di più: l'unica fonte ufficiale a dare notizia dell'accordo è la nota di Palazzo Chigi. Mai rilanciata da Macron. E a cui risponde il ministro della Solidarietà Jean-Christophe Combe, ex direttore della Croce rossa francese: «Tocca all'Italia aprire i suoi porti»

 

matteo salvini giorgia meloni al senato

E' probabile anche che sulle repliche risentite dei francesi abbiano pesato dei fattori interni: i rapporti con Bruxelles, meno propensa a cedere di fronte alle forzature italiane, come dimostra la nota della Commissione Ue, e il timore di dare sponda all'estrema destra.

 

A Parigi la linea è rimasta sempre stessa, ed è quella condivisa tra il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi e il suo omologo Gérald Darmanin, ribadita lunedì: prima l'Italia fa sbarcare i profughi, poi la Francia ne prende una parte. In teoria, confermano dal Viminale, nulla è cambiato.

Articoli correlati

C'ERA BISOGNO DI SCAZZARE CON L'EUROPA SUI MIGRANTI,ORA CHE L'ITALIA E' NEL MIRINO DI BRUXELLES?

DOPO LA CAREZZA, MACRON ASSESTA UNO SCHIAFFO ALLA DUCETTA - IL PRESIDENTE FRANCESE...

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – LE REGIONALI SONO ANDATE A FINIRE COME NON VOLEVA, SALTELLANDO FUNICULÌ-FUNICULÀ, GIORGIA MELONI: LA "STATISTA DELLA SGARBATELLA", CHE RISCHIA DI NON TORNARE A PALAZZO CHIGI TRA DUE ANNI, ACCELERA SULLA DOPPIETTA PREMIERATO-LEGGE ELETTORALE, MA NON TUTTO FILA LISCIO A PALAZZO CHIGI: SALVINI E TAJANI SPUTERANNO SANGUE PUR DI OPPORSI ALL’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, CHE FINIREBBE PER CANNIBALIZZARLI - LA LEGA È CONTRARISSIMA ANCHE AL PREMIO DI MAGGIORANZA ALLA COALIZIONE (CON LA SOGLIA AL 40%, LA LEGA DIVENTEREBBE SACRIFICABILE) – ALTRA ROGNA: IGNAZIO LA RUSSA SCENDE IN CAMPO IN MODALITÀ SCASSA-MELONI: HA RINFOCOLATO LA POLEMICA SU GAROFANI E SE NE FOTTE DEI DIKTAT DELLA DUCETTA (FIDANZA SINDACO DI MILANO? NO, MEJO LUPI; PRANDINI GOVERNATORE DELLA LOMBARDIA? NO, QUELLA È ROBA MIA)

francesco de tommasi marcello viola daniela santanche ignazio leonardo apache la russa davide lacerenza pazzali

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE INCHIESTE MILANESI SULLA SANTANCHE', SUL VISPO FIGLIO DI LA RUSSA, SUL BORDELLO DELLA "GINTONERIA" AFFOLLATA DI POLITICI, IMPRENDITORI E MAGISTRATI, OPPURE SULL'OSCURA VENDITA DELLA QUOTA DI MPS DA PARTE DEL GOVERNO A CALTAGIRONE E COMPAGNI? - A TALI ESPLOSIVE INDAGINI, LE CUI SENTENZE DI CONDANNA AVREBBERO AVUTO UN IMMEDIATO E DEVASTANTE RIMBALZO NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, ORA SI AGGIUNGE IL CASO DEL PM FRANCESCO DE TOMMASI, BOCCIATO DAL CONSIGLIO GIUDIZIARIO MILANESE PER “DIFETTO DEL PREREQUISITO DELL’EQUILIBRIO” NELL’INDAGINE SUL CASO DI ALESSIA PIFFERI – MA GUARDA IL CASO! DE TOMMASI È IL PM DELL’INCHIESTA SUI DOSSIERAGGI DELL’AGENZIA EQUALIZE DI ENRICO PAZZALI, DELICATISSIMA ANCHE PER I RAPPORTI DI PAZZALI CON VERTICI GDF, DIRIGENTI DEL PALAZZO DI GIUSTIZIA MILANESE E 007 DI ROMA - SE IL CSM SPOSASSE IL PARERE NEGATIVO DEL CONSIGLIO GIUDIZIARIO, LA CARRIERA DEL PM SAREBBE FINITA E LE SUE INDAGINI SUGLI SPIONI FINIREBBERO NEL CESTINO - LA PROCURA DI MILANO RETTA DA MARCELLO VIOLA, CON L'ARRIVO DELL'ARMATA BRANCA-MELONI, E' DIVENTATA IL NUOVO ''PORTO DELLE NEBBIE''?

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”