luigi di maio roberto fico alessandro di battista

FAIDE A 5 STELLE - RITORNA LA FRONDA A DI MAIO, L’ALA DI FICO RIALZA LA TESTA – “IRRESPONSABILE USARE LA FASE 2 PER DISARCIONARE CONTE” - LA SPACCATURA SUL MES, LUIGINO: “NESSUNO VUOLE FARE CADERE CONTE, CI MANCHEREBBE, MA SUL MES NON TORNIAMO INDIETRO” – E TORNA IN SCENA ANCHE DI BATTISTA, CHE UN POST SU FACEBOOK LANCIA UN APPELLO AL BOICOTTAGGIO DI DESCALZI COME AD DI ENI…

Domenico Di Sanzo per il Giornale

 

«Prepararsi alla Fase 2». Che potrebbe anche essere il preludio di un nuovo governo. Nel M5s il primo a fiutare l' aria di rivoluzione è l' ex capo politico Luigi Di Maio, che da quando è cominciata la pandemia sta facendo di tutto per tornare alla ribalta mediatica. Tra cargo di aiuti stranieri, interviste, presenze televisive e mascherine tricolori.

ALESSANDRO DI BATTISTA - LUIGI DI MAIO - ROBERTO FICO

 

Come quella che campeggia da qualche giorno come immagine di copertina della sua pagina Facebook. All' indomani della spaccatura in maggioranza al Parlamento Europeo sul Mes, il già leader grillino lancia messaggi apparentemente ecumenici, facendo trapelare insofferenza per le posizioni dei dem, compatti sul sì al Fondo Salva-Stati: «C' è un tempo per tutto, anche per le polemiche, ma non è questo. Questo è un tempo diverso, unico, mai visto prima». E poi: «Abbiamo una grossa responsabilità nei confronti degli italiani.

 

GRILLO FICO DI MAIO DI BATTISTA

Onoriamola, senza spettacolarizzazioni. Non servono». A corredo del commento sui social l' ormai immancabile bandiera italiana. Quasi a marcare le distanze con quella parte del M5s, adesso improvvisamente minoritaria, che rifiuta il sovranismo prima di tutto come approccio mentale e quindi come linea politica. L' atteggiamento di Di Maio è tradotto così da chi gli è vicino: «Nessuno vuole fare cadere Conte, ci mancherebbe, ma sul Mes non torniamo indietro».

 

E così le parole pronunciate dal presidente della Camera Roberto Fico nella serata di venerdì diventano non solo un avvertimento al Pd, ma anche un messaggio interno a un Movimento riscopertosi «sovranista». «Irresponsabile usare la Fase 2 per disarcionare Conte», ha detto Fico ad Accordi e Disaccordi sul Nove.

 

DI MAIO DI BATTISTA GRILLO FICO

Facendo dei distinguo sul Mes: «Il Mes, come l' abbiamo noi conosciuto, rispetto all' uso che si è fatto con la Grecia non è un Mes che ci appartiene e non ci piace». Ha specificato poi che il Mes inquadrato solo nel contesto dell' emergenza «è qualcosa che dobbiamo vedere, va scritto e letto più volte e nel caso poi vedremo». Sembrerebbero sfumature, che però celano un orientamento diverso rispetto al bombardamento partito nei giorni scorsi da uomini vicini a Di Maio. Il voto a Bruxelles ha fatto aumentare i sospetti di un' azione coordinata. Con tre eurodeputati grillini che hanno votato contro la risoluzione finale di venerdì, in spregio all' indicazione di astenersi arrivata dal gruppo.

 

Uno di loro è Ignazio Corrao, da sempre contrario all' accordo con il Pd. Sul voto ai due paragrafi che prevedono il Mes e i Recovery Bond spiega: «Agli articoli 17 e 23 viene mantenuto il Mes come strumento da usare e si annacquano di fatto i Recovery Bond». Mentre sul no alla risoluzione integrale dice: «Hanno votato contro il testo finale sia la Lega che Fratelli d' Italia e hanno votato a favore, ovviamente, Forza Italia, Pd e Italia Viva». Infine il riferimento «ai tanti duri di comprendonio che popolano i social e le chat». A questo proposito, a dimostrazione della vivacità delle chat grilline, è utile ricordare un episodio raccontato da una fonte parlamentare.

luigi di maio alessandro di battista roberto fico

 

Nei giorni scorsi sugli smartphone di molti esponenti del M5s girava un articolo sulle spese dei politici sui social nell' ultimo anno. E a chi metteva alla gogna Matteo Salvini e Matteo Renzi per le cifre eccessive è stato risposto velenosamente che a fronte dello zero dei leader grillini il partito aveva comunque sborsato 50mila euro. E ricompare nel dibattito pure Di Battista, che un post su Facebook lancia un appello al boicottaggio di Descalzi come ad di Eni. Hanno risposto all' appello alcuni big come Giulia Grillo, Barbara Lezzi, Max Bugani e Mario Giarrusso.

luigi di maio alessandro di battista roberto fico

Ultimi Dagoreport

maurizio belpietro giorgia meloni la verita

DAGOREPORT - IL GIOCO DI PRESTIGIO DI MAURIZIO BELPIETRO: LO "SCOOP" SUL PRESUNTO “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È BASATO SULLE PAROLE “PROVVIDENZIALE SCOSSONE”, CHE IL CONSIGLIERE DEL COLLE, FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, AVREBBE PRONUNCIATO ALLA CENA DOPO L’EVENTO IN RICORDO DI AGOSTINO DI BARTOLOMEI. MA NELLA MAIL ANONIMA CHE SEGNALA LA VICENDA A "LA VERITA'" QUELLE DUE PAROLE NON SONO VIRGOLETTATE: SEMBRANO ESSERE UN RAGIONAMENTO DELL’AUTORE, IL MISTERIOSO "MARIO ROSSI" – “LINKIESTA”: “PER CAPIRE COSA PENSI MELONI BISOGNA LEGGERE ‘LA VERITÀ’, ESATTAMENTE COME PER CAPIRE COSA PENSI GIUSEPPE CONTE BISOGNA LEGGERE ‘IL FATTO’. QUANTI SI BEVONO OGGI LA FAVOLA DELLA SVOLTA ATLANTISTA ED EUROPEISTA DI MELONI, FAREBBERO BENE A LEGGERE ‘LA VERITÀ’, SMACCATAMENTE FILO-PUTINIANO, NO VAX E NO EURO. LA VERITÀ DEL GOVERNO MELONI STA LÌ”

maurizio belpietro giorgia meloni francesco saverio garofani

A CIASCUNO LA SUA “VERITÀ” - L’ARTICOLO PUBBLICATO DAL QUOTIDIANO DI BELPIETRO SUL "PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È PRATICAMENTE IDENTICO ALLA MAIL RICEVUTA DA MOLTI ALTRI QUOTIDIANI, DA UN ANONIMO CHE SI FIRMAVA "MARIO ROSSI", CHE HANNO DECISO DI IGNORARE LA VICENDA PERCHÉ NON VERIFICABILE - PERCHE' BELPIETRO HA DECISO DI DARE SPAZIO E RISALTO A UNA STORIA COSI' AMBIGUA? HA IN MANO ANCHE UN AUDIO O CI SONO ALTRE RAGIONI? DI CERTO, L'EX ALLIEVO DI VITTORIO FELTRI È UN PO' IN DIFFICOLTÀ: LE COPIE VENDUTE DAL SUO GIORNALE CALANO E "LA VERITÀ" STA DIVENTANDO POST-VERITÀ, CON LO SPAZIO CONCESSO A COMPLOTTISTI, NO VAX E PUTINIANI - FORSE CREARE UN PO’ DI CACIARA CON IL GAROFANI-GATE SERVE A RIPORTARE IL QUOTIDIANO SOTTO I RIFLETTORI - DI SICURO HA FATTO UN FAVORE A GIORGIA MELONI. DEL RESTO, FU LEI NEL 2023 A OPPORSI ALLA VENDITA DEL GIORNALE AD ANGELUCCI, E A TROVARE IN FEDERICO VECCHIONI, AD DI "BONIFICHE FERRARESI" E CARO A LOLLOBRIGIDA, IL "SALVATORE" PRONTO A RILEVARE IL 25% DELLA SOCIETA' EDITRICE BY BELPIETRO - DA ALLORA FIOCCANO INSERZIONI DELLE PARTECIPATE E PEZZI PRO-GIORGIA...

matteo salvini giorgia meloni donald trump vladimir putin sergio mattarella

DAGOREPORT - COME MAI GLI ARTICOLI DELLA “VERITÀ” SUL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” ARRIVANO IL GIORNO DOPO LA RIUNIONE DEL CONSIGLIO SUPREMO DI DIFESA, DI CUI GAROFANI È SEGRETARIO, IN CUI SI È RIBADITA LA LINEA DI “PIENO SOSTEGNO ITALIANO ALL’UCRAINA”? - LA LINEA PRO-KIEV DI GIORGIA MELONI SI E' AFFIEVOLITA DA TEMPO (HA MESSO IN “PAUSA” L'ADESIONE DELL'ITALIA AL PIANO PURL PER LE ARMI USA A KIEV) E SALVINI E' IL SOLITO "FIGLIO DI PUTIN" CHE SI OPPONE A OGNI SOSTEGNO A ZELENSKY - NON SOLO: MATTARELLA, ORMAI DA ANNI, INFIOCINA I SOVRANISMI DI MEZZO MONDO, HA PIU' VOLTE CRITICATO TRUMP, PUTIN, ORBAN, NETANYAHU E AFD (GUARDA CASO TUTTI AMICI DI MELONI E SALVINI) - SE L'AUDIO DI GAROFANI ESISTE, E CERTIFICA UN "COMPLOTTO" E NON UN SEMPLICE RAGIONAMENTO POLITICO, PERCHÉ BELPIETRO NON LO PUBBLICA? IL COLLOQUIO DELL'EX DEPUTATO DEL PD È STATO CARPITO AL RISTORANTE IN UNA "CHIACCHERATA TRA AMICI". SE ESISTE L'AUDIO, CHI LO HA REGISTRATO? UN AMICO? UN PRIVATO CITTADINO CHE HA RICONOSCIUTO GAROFANI, NONOSTANTE FOSSE UN VOLTO POCO NOTO? O IL CONSIGLIERE DI MATTARELLA ERA "ATTENZIONATO"? DA CHI?

tommaso foti galeazzo bignami

CHIAGNI E FOTI – A VOLERE QUEL FENOMENO DI GALEAZZO BIGNAMI COME CAPOGRUPPO DI FDI ALLA CAMERA FU TOMMASO FOTI, CHE SCELSE IL CAMERATA BOLOGNESE COME SUO SUCCESSORE. QUANDO CI FU IL PASSAGGIO DI CONSEGNE, FOTI ASSICURÒ CHE NON AVREBBE POTUTO SCEGLIERE UN SUCCESSORE MIGLIORE (PENSA COM'ERANO GLI ALTRI PRETENDENTI) - DI SICURO BIGNAMI NON È MAI STATO TROPPO ISTITUZIONALE NEGLI INTERVENTI IN AULA: SPESSO PROVOCATORIO, OGNI VOLTA CHE PARLA IRRITA L'OPPOSIZIONE. PARE CHE UNA TELEFONATA DA PALAZZO CHIGI E UN CONSIGLIO “PATERNO” BY FOTI LO AVESSERO INDOTTO A MAGGIOR EQUILIBRIO. SINO A IERI…

sergio mattarella guido crosetto galeazzo bignami adolfo urso giorgia meloni

FLASH! - SULLA QUESTIONE GAROFANI-BELPIETRO, RIMBOMBA IL SILENZIO ASSORDANTE DI GUIDO CROSETTO. CHE LA LINEA DEL MINISTRO DELLA DIFESA E COFONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA SIA PIÙ IN SINTONIA CON IL COLLE CHE CON I CAMERATI DI “PA-FAZZO” CHIGI DI VIA DELLA SCROFA, NON È UNA NOVITÀ. D’ALTRONDE, NEL 2022 FU MATTARELLA A VOLERE CROSETTO ALLA DIFESA, DOPO AVER BOCCIATO IL NOME DI ADOLFO URSO PROPOSTO DA MELONI. ED È SEMPRE STATO CONSIDERATO UN “INTERLOCUTORE” DEL COLLE, TANT’È CHE GUIDONE SMISE DI PARTECIPARE  AI CONSIGLIO DEI MINISTRI POICHÉ TUTTI DAVANTI A LUI TENEVANO LA BOCCUCCIA CHIUSA…