Maurizio Caverzan per “La Verità” - Estratti
Insomma, che volgarità, Marco Rizzo.
«Purtroppo, oggi, per far capire certi concetti, bisogna ricorrere anche a qualche espressione colorita. Mi pare abbia funzionato, visto che ne stiamo parlando».
Riassumiamo brevemente per chi avesse perso l’antefatto.
«In un intervento di 18 minuti ho provato a spiegare come sta girando il mondo, dalla guerra allo schiacciamento della classe lavoratrice, dal cambiamento epocale nelle abitudini all’attacco alla famiglia, fino alle nuove ideologie che irrompono nella nostra vita. Per spiegare questo cambiamento ho intercalato una frase, pronunciata con grande serietà: “Mi piace la gnocca”. Sapevo che mi sarei scontrato con il totalitarismo del pensiero unico. Perché, un conto è essere contro ogni discriminazione di gusti sessuali, di razza e di ogni tipo, un altro è voler imporre i desideri e le preferenze di una minoranza a tutta la popolazione».
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«Essere attaccati dal mainstream è sempre una medaglia».
Nel suo intervento contestava la dittatura delle minoranze, un argomento anche del generale Roberto Vannacci.
«Se piove io dico che piove, non vado a vedere chi lo sta dicendo. Premesso questo, ricordo di essere stato il primo a dire che Vannacci è stato attaccato per il suo libro perché aveva denunciato la morte dei soldati a causa dell’uranio impoverito. Un uomo controcorrente, rispetto al servilismo diffuso alla politica e all’establishment».
È diventato di moda prendersela con il politicamente corretto?
«Dire che è una moda è uno stratagemma per non affrontare l’argomento e nascondersi dietro un dito. Oggi la pratica mostruosa dell’utero in affitto e i laboratori nelle università pubbliche destinati ai bimbi trans dai 5 ai 14 anni come quello di sabato scorso presso l’università Roma 3 sono normalità. Così come lo è l’attacco costante e forsennato alla famiglia, che non è più quella descritta come prima cellula della società borghese da Friedrich Engels 150 anni fa. Oggi senza le famiglie che svolgono la funzione dello Stato sociale avremmo 11 milioni di poveri in più. Questa è la normalità propugnata sempre dai soliti potenti».
Chi, per la precisione? smembra la famiglia le grandi multinazionali ci guadagnano. Me l’ha spiegato un importante manager del food: una famiglia composta da due persone consuma per due, ma se queste due persone le dividi, compreranno due monoporzioni che costeranno 1,3 e i grandi marchi guadagneranno il 30%».
Le multinazionali ci vogliono single?
«Single, privi di relazioni sociali, di protagonismo, di libertà e spirito critico. Ma collegati al nostro cellulare con cui ordinare pessimo cibo e cattivi oggetti che ci verranno recapitati da schiavi in bicicletta».
Che basi ha l’ideologia politicamente corretta?
«Quelle che oggi interpreta alla perfezione il Pd. Basta vedere cos’era il Pci nel 1980, quando Enrico Berlinguer andava a parlare con gli operai di Mirafiori ai cancelli della Fiat. 44 anni dopo, con Elly Schlein il Pd balla sul carro del gay pride».
Gli operai non ci sono più.
«C’è un ceto medio fatto di commercianti, artigiani e partite Iva che precipita verso il basso e che, in un certo senso, si proletarizza. Per questo bisogna sviluppare il sovranismo popolare».
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«Perché la lotta di classe l’hanno vinta i super ricchi. Non è un caso che il Pd sia il partito della Ztl e che Maurizio Landini, leader della Cgil, si fa mettere la mano sulla spalla dal banchiere Mario Draghi».
Quelle priorità sono scalate nella classifica a vantaggio di che cosa?
«Basta guardare la lista degli investimenti del Pnrr e si troverà la sanità all’ultimo posto. Scavalcata dagli investimenti per le politiche in favore della teoria gender. Cose da pazzi. Al primo posto delle priorità c’è la digitalizzazione e al secondo il pessimo green».
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Che impressione le fa Elly Schlein che canta con gli Articolo 31?
«Mi dà l’idea di un partito finito, almeno rispetto alle motivazioni sociali e di passione che dovrebbe avere. Non sarà un caso se il Pd, invece di scegliere un segretario al suo interno, ha preso una passante dell’alta borghesia».
MARCO RIZZO BALLANDO CON LE STELLE