casellati belloni scaraffia

FEMMINICIDIO POLITICO - LUCETTA SCARAFFIA E LA MANCATA ELEZIONE DI UNA DONNA AL QUIRINALE: “MENTRE I GALLI SI STANNO AZZUFFANDO NEL POLLAIO POST-QUIRINALIZIO, LE DONNE SI POSSONO SOLO LECCARE LE FERITE. E AMMETTERE CHE LE UNICHE VITTIME VERAMENTE BRUCIATE, CON NOME E COGNOME, DA QUESTA TORNATA DI ELEZIONI, SONO STATE DUE DONNE: CASELLATI E BELLONI” - “SONO LE DONNE CHE DEVONO SVEGLIARSI. SAREBBE ORA CHE I PARTITI SE LO RICORDASSERO - O MEGLIO, CHE LE DONNE ALL'INTERNO DEI PARTITI LO IMPONESSERO…”

FEMMINICIDIO POLITICO – DAGO: IN QUALUNQUE ALTRO PAESE CIVILE E INCIVILE LE DUE ELISABETTE, CASELLATI E BELLONI, AVREBBERO RASSEGNATO LE DIMISSIONI UN MINUTO DOPO LA TROMBATURA DELLA LORO VANITA’

https://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/femminicidio-politico-ndash-dago-qualunque-altro-paese-civile-297935.htm

 

Lucetta Scaraffia per “La Stampa

 

lucetta scaraffia

Mentre i galli si stanno azzuffando nel pollaio post-quirinalizio, le donne si possono solo leccare le ferite. E ammettere che le uniche vittime veramente bruciate, con nome e cognome, da questa tornata di elezioni, sono state due donne: Maria Elisabetta Alberti Casellati ed Elisabetta Belloni. 

 

I nomi degli uomini che sono stati via via evocati come possibili candidati sono stati citati infatti con prudenza, e soprattutto è stato loro evitato il massacro delle votazioni - nel caso di Casellati sventurata complice della sua stessa rovina - o quello dei falsi annunci - nel caso di Belloni. Quest' ultima ha dovuto perfino subire l'onta di un tweet di Grillo che, senza neppure dire il suo nome, del resto ormai speso con aria trionfale ovunque, la evocava già vincitrice genericamente come «signora Italia». 

 

Non è il caso di ricordare che un trattamento simile non è stato riservato a nessun candidato uomo, mentre abbiamo dovuto assistere alla continua ripetizione - soprattutto da parte di Conte e di Salvini - del magico mantra della "donna al Quirinale" con l'aria di dire "noi sì che siamo buoni". 

 

ELISABETTA BELLONI LUIGI DI MAIO

Sugli eventuali meriti di Belloni non si soffermava nessuno: l'unico suo atout, continuamente sventolato, era di essere una donna, finalmente. Ma per fortuna che non è stata eletta in questo modo! Avrebbe dovuto per sette anni dimostrare continuamente di non essere un trofeo, ma una persona degna della carica, compito ingrato per chiunque. 

 

LUIGI DI MAIO E ELISABETTA BELLONI A PRANZO

Anche se - e pure questo va notato, a proposito di subalternità - non c'è stata nessuna parlamentare di qualche rilievo all'interno dei partiti che abbia protestato contro un simile modo di fare dei loro colleghi maschi. Perfino le poche proteste sono state avanzate da voci maschili.

 

maria elisabetta alberti casellati meme by carli

Finché le donne saranno elette, e scelte per posizioni apicali - come la presidenza del Senato a Casellati - in questo modo, esse non giocheranno mai un vero ruolo nella politica italiana, ma rimarranno figure subalterne, a rimorchio dei leader che di volta in volta le hanno favorite. 

 

È significativo che, nel nostro paese, per trovare leggi importanti favorevoli alle donne e promosse da una ampia alleanza femminile, dobbiamo ritornare alla Prima repubblica, quando un'alleanza trasversale delle poche donne elette permise l'approvazione delle leggi di assistenza alle lavoratrici madri migliori d'Europa e la liberazione delle donne dall'autorità maritale con il nuovo diritto di famiglia.

 

Leggi non ispirate dalle mode ideologiche del tempo, ma dalle reali esigenze delle donne. Oggi invece le elette in Parlamento sembrano capaci di mobilitarsi solo per i femminicidi - che già sono puniti dal nostro codice, per fortuna - inscenando a uso dei media manifestazioni a base di scarpette rosse, ma non si fermano a riflettere sulle difficoltà che incontrano le donne lavoratrici con figli. Difficoltà che non si risolvono semplicemente con gli asili nido, pure indispensabili, ma richiedono cambiamenti culturali e sussidi di altro tipo. 

 

giuliano amato nuovo presidente della corte costituzionale 4

Giuliano Amato, nell'intervista pubblicata ieri su questo giornale, ha ribadito che per cambiare questa situazione non basta una donna al vertice delle istituzioni, ma ci vuole un cambiamento nella società, dove le donne sono ancora pagate meno degli uomini a parità di mansione e devono vincere mille difficoltà se hanno una famiglia. 

 

Invece, ribadisce Amato, le donne sono necessarie proprio perché la loro massiccia presenza - se si tratta di donne libere - porta finalmente la politica a "cambiare l'ordine del giorno" con vantaggi per tutto il paese. 

 

giuliano amato mario draghi sergio mattarella

Sono le donne che devono svegliarsi, e impedire la ripetizione di episodi come quello recente a proposito dell'elezione del presidente, episodi che abbassano il loro già quasi inesistente prestigio politico, come stanno facendo, per esempio, le elette in Germania. Il lavoro che attende le donne, in Parlamento, è immenso, e il loro ruolo insostituibile.

 

Sarebbe ora che i partiti se lo ricordassero - o meglio, che le donne all'interno dei partiti lo imponessero - al momento di scegliere i candidati - o meglio, le candidate - alle prossime elezioni.

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