elisabetta belloni luigi di maio - mario draghi franco gabrielli - giuseppe conte marco travaglio - enrico letta matteo renzi

FERMI TUTTI! NON SI ESCLUDONO LE DIMISSIONI DA CAPO DEI SERVIZI SEGRETI DI ELISABETTA BELLONI ENTRO QUESTO FINE SETTIMANA (È PREVISTA UNA RIUNIONE DRAGHI-GABRIELLI) - ASCESA E CADUTA DELLA CANDIDATURA BELLONI: COGITATO CHE MATTARELLA 2 AVREBBE RAFFORZATO DRAGHI, L’USURPATORE DEL SUO TRONO, CONTE LANCIA LA ZARINA DELLE SPIE - SALVINI E MELONI RACCOLGONO ENTUSIASTI IL “PRESIDENTE DONNA” MA LETTA, DOPO IL PRIMO SÌ, SCAPPA INSEGUITO DA MEZZO PD INFEROCITO. GONG! SALE SUL RING DI MAIO CONTRO CONTE. BELLONI ACCETTA DI ATTOVAGLIARSI CON GIGGINO: DICHIARAZIONI IMBARAZZANTI -  DRAGHI, IL GIORNO DOPO LA CADUTA, SI LIMITA AD AMMETTERE CHE LA SUA FALLIMENTARE CORSA AL QUIRINALE È STATA PENALIZZATA DA “QUALCHE DIFETTO DI COMUNICAZIONE”... 

SERGIO MATTARELLA MARIO DRAGHI MEME

DAGOREPORT

Draghi, il giorno dopo la caduta. Inalberando il suo volto impassibile, appena increspato dal solito ghigno, si limita ad ammettere con le persone più intime che la sua fallimentare corsa al Quirinale è stata penalizzata da “qualche difetto di comunicazione”. Insomma, Mariopio è consapevole di aver sbagliato a farsi incapsulare dai suoi dioscuri di Palazzo Chigi, il sottosegretario Garofoli e soprattutto dal capogabinetto Funiciello che ha retto la funzione di call center a caccia di voti.

 

E’ altresì consapevole di non poter permettersi, con l’attuale stato di rissosità nei partiti, alcun rimpasto di governo. Ma anche l’idea di sostituire un tecnico, come il catastrofico Giovannini, sarebbe durissima: smuoverebbe appetiti e stati nervosi. Più percorribile l’idea di far entrare nell’esecutivo un rappresentante della corrente centrista di Toti-Brugnaro.

 

draghi letta

Difatti il sindaco veneziano, in duplex con Enrico Letta, fin dall’inizio si è dichiarato apertamente favorevole a Draghi presidente. Ma sotti-Letta parteggiava a titolo quasi personale perché più metà del Pd, da Orlando a Franceschini fino agli ex renziani di Guerini, era del tutto contraria al trasloco draghiano, quindi per nulla propensa a correre il rischio di elezioni anticipate.

 

Quando Mariopio si sveglia e si rende conto che non viene portato da nessun partito, grande è la delusione. A dargli l’amarissima notizia, in maniera indiretta, è il soldatino Letta, attraverso il capo della sua segreteria Marco Meloni che lo comunica all’operator Funiciello. Da qui, Draghi inizia a giocare un’altra partita: imbufalito, fa sapere che può fare il suo scatolone e andarsene.

funiciello

 

Allora qualche anima pia gli fa notare che sarebbe una sconfitta, che non può permettersi di fare il ragazzino dispettoso che smette di giocare, si porta via la palla, così imparate a non farmi tirare il calcio di rigore. E già sul “Fatto” Travaglio lo prende preventivamente per il culo come “Schettino 2“: “Torna a Palazzo Chigi, cazzo!”.

CASINI RENZI

 

Intanto, si muove la candidatura di Casini lanciata da Matteo Renzi: a favore di Pierfurby Guerini, Toti, mezza Forza Italia, Franceschini e Gruppo Misto, mentre l’obeso Carelli da ex grillino fa scouting tra gli sbandati pentastellati.

 

A questo punto, il Draghi scornato riacquista l’uso della ragione, fa un giro di chiamate ai vari leader e Letta gli comunica che si va verso il Mattarella 2. La riconferma della Mummia Sicula dura lo spazio di un mattino. Arriva il magic moment della Elisabetta Belloni, gettata nella mischia da Peppiniello Conte dopo aver cogitato che un Mattarella 2 avrebbe rafforzato Draghi, il suo nemico più intimo, l’usurpatore del suo trono.

LETTA DRAGHI

 

L’avvocato di panna montata chiama il nostro capo dei servizi segreti e la Belloni non dice “grazie, preferirei di no”, come avrebbe dovuto. Dopodiché telefona a Letta e Salvini che al sentir “presidente donna” si arrapano subito. Il Truce del Papeete sente la Belloni e non gli pare vero di poter coprire la disfatta subita dalla Casellati, con il nome della zarina delle spie. La Gigiona Meloni si accoda e il king-pippa lo annuncia tutto contento alla stampa attonita.

 

MARCO TRAVAGLIO E GIUSEPPE CONTE

A sostegno del Conte king-maker, arriva il "Fatto quotidiano" che spara, sia sul cartaceo che nella versione online, l'elezione al Colle di Elisabetta Belloni. Conte, da bravo soldatino, ha preso la linea da Travaglio e i deputati M5s si incazzano: "Chi decide la linea, lui o noi?". Peter Gomez ribatte su Twitter: "Una donna al Quirinale. Elisabetta belloni, la persona giusta al posto giusto".

 

Conte fuori balcone, convinto di aver fatto filotto con la Belloni, lo annuncia trionfante all’Elevato Indagato che tuitta in toni dannunziani: "Benvenuta Signora Italia, ti aspettavamo da tempo".

LUIGI DI MAIO E ELISABETTA BELLONI A PRANZO

 

E qui viene il bellum: a sentire il nome del direttore del Dis scoppia la rivolta nel Pd. Da Franceschini a Orlando, da Guerini a Orfini, che già avevano contestato Letta pro-Draghi, arriva un sonante e perentorio “No”. Ma chi accende la miccia anti-Belloni è in primis Renzi: il senatore italo-arabo a rete unificate si scaglia contro la follia di un capo dei servizi che ascende a Capo dello Stato: nemmeno in Zambia.  

 

FRANCO GABRIELLI NUNZIA CIARDI

Avvertito in tempo reale da amici del Pd, sale in scena Giggino Di Maio sparando a pallettoni contro la candidatura “donna”. Prima di tutto ci fa sapere che considera la Belloni “una sorella”, quindi tuona una dichiarazione al cetriolo contro Conte: "Trovo indecoroso che sia stato buttato in pasto al dibattito pubblico un alto profilo come quello di Elisabetta Belloni. Senza un accordo condiviso".

 

Ancora: "Lo avevo detto ieri: prima di bruciare nomi bisognava trovare l'accordo della maggioranza di governo. Tutto ciò, inoltre, dopo che oggi è stata esposta la seconda carica dello Stato. Così non va bene, non è il metodo giusto”.

mario draghi sergio mattarella

 

La ghigliottina scende sul collo della sprovveduta Belloni, malgrado una carriera diplomatica lunga 35 anni, mentre Renzi comprende che Casini non va da nessuna parte e riciccia il Mattarella 2. E Draghi, colpito da un lampo di saggezza politica, si attacca al telefonino e digita il numero dell’ultimo grande democristiano. A Sergione in soldoni dice: ‘’Io posso rimanere a capo del governo solo se tu rimani al Quirinale’’. Il resto è storia: a gran richiesta di peones, Mattarella viene imbullonato al Quirinale.

ELISABETTA BELLONI LUIGI DI MAIO

 

Ma c’è chi non è ancora soddisfatto: l’ex bibitaro del san Paolo vuole la testa di Conte e Travaglio e invita a colazione da “Luciano ristorante”, in piazza del Teatro di Pompeo, la sconfitta Belloni con tanto di photo-opportunity. Oltre la foto da fidanzatini, escono due lanci Ansa con i nostri che si lanciano svenevoli salamelecchi: "Con il ministro Di Maio c’è un’amicizia sempre più solida. Di Maio è sempre leale" (firmato Belloni).

 

"A Elisabetta Belloni mi legano una profonda stima e una grande amicizia. Una professionista straordinaria, con un immenso attaccamento alle Istituzioni. Oggi a pranzo ho fatto una piacevole chiacchierata con lei. Grazie Elisabetta, condivido pienamente quello che pensi del nostro rapporto"(firmato Di Maio).

 

IL FATTO QUOTIDIANO SOSTIENE L ELEZIONE AL QUIRINALE DI ELISABETTA BELLONI

A questo punto viene giù l’ira di Franco Gabrielli, sottosegretario alla Sicurezza della Repubblica con delega ai servizi segreti: convoca subito la Belloni e il colloquio viene definito, con un eufemismo diplomatico, “teso”. E tra i Palazzi non si escludono le dimissioni entro questo fine settimana quando è in agenda una riunione Draghi-Gabrielli.

 

IL FATTO QUOTIDIANO SOSTIENE L ELEZIONE AL QUIRINALE DI ELISABETTA BELLONI

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa

DAGOREPORT - LA RISSA CONTINUA DI LA RUSSA - L’ORGOGLIOSA  CELEBRAZIONE DELL’ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE DEL MOVIMENTO SOCIALE, NUME TUTELARE DEI DELLE RADICI POST-FASCISTE DEI FRATELLINI D'ITALIA, DI SICURO NON AVRÀ FATTO UN GRANCHÉ PIACERE A SUA ALTEZZA, LA REGINA GIORGIA, CHE SI SBATTE COME UN MOULINEX IN EUROPA PER ENTRARE UN SANTO GIORNO NELLE GRAZIE DEMOCRISTIANE DI MERZ E URSULA VON DER LEYEN - DA MESI 'GNAZIO INTIGNA A FAR DISPETTI ALLE SORELLE MELONI CHE NON VOGLIONO METTERSI IN TESTA CHE A MILANO NON COMANDANO I FRATELLI D'ITALIA BENSI' I FRATELLI ROMANO E IGNAZIO LA RUSSA – DALLA SCALATA A MEDIOBANCA ALLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA, DAL CASO GAROFANI-QUIRINALE ALLO SVUOTA-CARCERI NATALIZIO, FINO A PROPORSI COME INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI DI ‘’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ E IL MAGNATE GRECO IN NOME DELLA LIBERTÀ D’INFORMAZIONE – L’ULTIMO DISPETTUCCIO DI ‘GNAZIO-STRAZIO ALLA LADY MACBETH DEL COLLE OPPIO… - VIDEO

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…