salvini berlusconi meloni meme

ALLA FINE GIRA TUTTO INTORNO A SILVIO - IL FUTURO DEL CENTRODESTRA DIPENDE DALLE SCELTE DI BERLUSCONI: SE ENTRA NEL GOVERNISSIMO EURO-RESPONSABILE, METTE ALL’ANGOLO SALVINI E MELONI (MA CONSEGNA LORO LE CHIAVI DELL’OPPOSIZIONE, CON IL RISCHIO DI ACCHIAPPARE TUTTO IL MALCONTENTO) - SE RESTA AL SUO POSTO, DOVRÀ RIPORTARE SALVINI E MELONI SU TEMI MENO INDIGESTI PER I POTERI INTERNAZIONALI, DA WASHINGTON A BRUXELLES…

Giovanni Orsina per “la Stampa”

 

BERLUSCONI MELONI SALVINI

Che Silvio Berlusconi sia l'uomo politico più corteggiato dell'estate 2020, alla sua non più tenera età e ventisei anni dopo la sua discesa in campo, è per certi versi incredibile. Per altri versi non lo è affatto, invece: nell'ultimo quarto di secolo Silvio Berlusconi ha svolto una funzione politica essenziale. E pure se da ultimo quella funzione si è modificata, è riuscito a conservare il presidio di uno snodo strategico cruciale. Quale sia questo snodo e come sia cambiato da ultimo il ruolo di Forza Italia ci dicono molto della vita pubblica italiana e dei suoi problemi irrisolti. Berlusconi è stato una sorta di «populista 1.0».

 

meme sulla crisi di governo salvini berlusconi meloni

Si potrebbe discutere a lungo di quanto egli sia stato figlio o creatore del proprio tempo, così come del contributo che alla deriva populista hanno dato pure i suoi oppositori. Qui dobbiamo però limitarci a notare come il berlusconismo abbia esibito innegabili tratti populisti: dalla semplificazione del linguaggio alla costruzione di un rapporto diretto fra leader e popolo, dal dileggio delle paludate formalità istituzionali alla delegittimazione della politica.

 

Pur nel suo populismo, d'altra parte, Berlusconi non si è mai distaccato del tutto da un modo tradizionale - novecentesco, per così dire - di fare politica. La sua originaria ispirazione culturale, il neoliberalismo di Reagan e Thatcher, è la propaggine estrema della politica ideologica del secolo scorso. E quando alla fine degli anni Novanta il liberalismo berlusconiano è un po' impallidito, pur senza venire mai meno, Forza Italia è entrata nel Partito popolare europeo. Berlusconi ha così potuto governare l'Italia per larga parte del primo decennio del ventunesimo secolo tenendo insieme popolarismo e populismo in una sintesi politica instabile ma efficace.

BERLUSCONI SALVINI MELONI AL QUIRINALE

 

Scoprire oggi che il berlusconismo ha una componente «responsabile» e istituzionale è un po' la scoperta dell'acqua calda, allora: quella componente c'è sempre stata. Del resto, Berlusconi ha sostenuto Monti insieme al Partito democratico; poi è stato il grande elettore di Napolitano nel 2013; ha collaborato ancora col Pd nella prima fase del governo Letta; e perfino dopo la condanna ha tenuto aperto il dialogo con Renzi - fin quando Renzi non ha commesso l'errore madornale di scaricarlo.

 

Che oggi dichiari in linea di principio di esser disposto a collaborare responsabilmente al governo del Paese coi suoi avversari è una non-notizia. La questione interessante è un'altra, ed è appunto quale funzione il berlusconismo abbia svolto per più di vent' anni proprio in virtù del suo popolar-populismo, e che cosa ne resti oggi.

 

berlusconi salvini meloni

Grazie alla sua natura bifronte, Berlusconi ha saputo rappresentare politicamente e portare dentro le istituzioni un segmento molto consistente del Paese che, terminata la Guerra Fredda e secolarizzatasi l'Italia, per un verso era diventato complicato mobilitare, per un altro conservava un atteggiamento di ombrosa diffidenza nei confronti dei palazzi del potere. Si dirà che Berlusconi ha rappresentato quella parte di Paese sfruttandone, anzi amplificandone i vizi. Sia pure. Il problema è quali fossero le alternative, però, posto che escluderla, data la sua consistenza, sarebbe stato assai rischioso.

 

SALVINI BERLUSCONI MELONI

Oggi quella parte di Paese - sospinta un po' dal vento della storia, un po' dall'incapacità del berlusconismo di autonomizzarsi da Berlusconi - vota Fratelli d'Italia e soprattutto Lega. Forza Italia è più organica al popolarismo europeo di quanto non sia mai stata, ma alle urne raccoglie percentuali a una cifra. Mentre i populisti, aggiornati a una più «cattiva» versione 2.0, sono stabilmente al di sopra del 40% dalle scorse elezioni europee, malgrado il virus. In queste condizioni Forza Italia non può più rappresentare un ponte popolar-populista fra elettori e istituzioni.

berlusconi salvini meloni

 

Può rappresentarlo semmai l'intera alleanza di destra-centro, ma soltanto se Berlusconi resta saldamente legato a Lega e FdI. È questo lo snodo politico cruciale che Forza Italia presidia ancora oggi: quello nel quale si vedrà se una vasta alleanza europeista che comprende anche gli «azzurri» taglierà i populisti fuori dal gioco, nella speranza che il loro elettorato si sgonfi ma correndo il rischio che, al contrario, cresca ulteriormente. Oppure se i populisti saranno reintegrati in una ricostituita dialettica destra-sinistra. Nella speranza che quella dialettica restituisca stabilità al Paese ma correndo il rischio che, al contrario, la sintesi popolar-populista si riveli più disfunzionale che mai.

Ultimi Dagoreport

maurizio belpietro giorgia meloni la verita

DAGOREPORT - IL GIOCO DI PRESTIGIO DI MAURIZIO BELPIETRO: LO "SCOOP" SUL PRESUNTO “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È BASATO SULLE PAROLE “PROVVIDENZIALE SCOSSONE”, CHE IL CONSIGLIERE DEL COLLE, FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, AVREBBE PRONUNCIATO ALLA CENA DOPO L’EVENTO IN RICORDO DI AGOSTINO DI BARTOLOMEI. MA NELLA MAIL ANONIMA CHE SEGNALA LA VICENDA A "LA VERITA'" QUELLE DUE PAROLE NON SONO VIRGOLETTATE: SEMBRANO ESSERE UN RAGIONAMENTO DELL’AUTORE, IL MISTERIOSO "MARIO ROSSI" – “LINKIESTA”: “PER CAPIRE COSA PENSI MELONI BISOGNA LEGGERE ‘LA VERITÀ’, ESATTAMENTE COME PER CAPIRE COSA PENSI GIUSEPPE CONTE BISOGNA LEGGERE ‘IL FATTO’. QUANTI SI BEVONO OGGI LA FAVOLA DELLA SVOLTA ATLANTISTA ED EUROPEISTA DI MELONI, FAREBBERO BENE A LEGGERE ‘LA VERITÀ’, SMACCATAMENTE FILO-PUTINIANO, NO VAX E NO EURO. LA VERITÀ DEL GOVERNO MELONI STA LÌ”

maurizio belpietro giorgia meloni francesco saverio garofani

A CIASCUNO LA SUA “VERITÀ” - L’ARTICOLO PUBBLICATO DAL QUOTIDIANO DI BELPIETRO SUL "PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È PRATICAMENTE IDENTICO ALLA MAIL RICEVUTA DA MOLTI ALTRI QUOTIDIANI, DA UN ANONIMO CHE SI FIRMAVA "MARIO ROSSI", CHE HANNO DECISO DI IGNORARE LA VICENDA PERCHÉ NON VERIFICABILE - PERCHE' BELPIETRO HA DECISO DI DARE SPAZIO E RISALTO A UNA STORIA COSI' AMBIGUA? HA IN MANO ANCHE UN AUDIO O CI SONO ALTRE RAGIONI? DI CERTO, L'EX ALLIEVO DI VITTORIO FELTRI È UN PO' IN DIFFICOLTÀ: LE COPIE VENDUTE DAL SUO GIORNALE CALANO E "LA VERITÀ" STA DIVENTANDO POST-VERITÀ, CON LO SPAZIO CONCESSO A COMPLOTTISTI, NO VAX E PUTINIANI - FORSE CREARE UN PO’ DI CACIARA CON IL GAROFANI-GATE SERVE A RIPORTARE IL QUOTIDIANO SOTTO I RIFLETTORI - DI SICURO HA FATTO UN FAVORE A GIORGIA MELONI. DEL RESTO, FU LEI NEL 2023 A OPPORSI ALLA VENDITA DEL GIORNALE AD ANGELUCCI, E A TROVARE IN FEDERICO VECCHIONI, AD DI "BONIFICHE FERRARESI" E CARO A LOLLOBRIGIDA, IL "SALVATORE" PRONTO A RILEVARE IL 25% DELLA SOCIETA' EDITRICE BY BELPIETRO - DA ALLORA FIOCCANO INSERZIONI DELLE PARTECIPATE E PEZZI PRO-GIORGIA...

matteo salvini giorgia meloni donald trump vladimir putin sergio mattarella

DAGOREPORT - COME MAI GLI ARTICOLI DELLA “VERITÀ” SUL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” ARRIVANO IL GIORNO DOPO LA RIUNIONE DEL CONSIGLIO SUPREMO DI DIFESA, DI CUI GAROFANI È SEGRETARIO, IN CUI SI È RIBADITA LA LINEA DI “PIENO SOSTEGNO ITALIANO ALL’UCRAINA”? - LA LINEA PRO-KIEV DI GIORGIA MELONI SI E' AFFIEVOLITA DA TEMPO (HA MESSO IN “PAUSA” L'ADESIONE DELL'ITALIA AL PIANO PURL PER LE ARMI USA A KIEV) E SALVINI E' IL SOLITO "FIGLIO DI PUTIN" CHE SI OPPONE A OGNI SOSTEGNO A ZELENSKY - NON SOLO: MATTARELLA, ORMAI DA ANNI, INFIOCINA I SOVRANISMI DI MEZZO MONDO, HA PIU' VOLTE CRITICATO TRUMP, PUTIN, ORBAN, NETANYAHU E AFD (GUARDA CASO TUTTI AMICI DI MELONI E SALVINI) - SE L'AUDIO DI GAROFANI ESISTE, E CERTIFICA UN "COMPLOTTO" E NON UN SEMPLICE RAGIONAMENTO POLITICO, PERCHÉ BELPIETRO NON LO PUBBLICA? IL COLLOQUIO DELL'EX DEPUTATO DEL PD È STATO CARPITO AL RISTORANTE IN UNA "CHIACCHERATA TRA AMICI". SE ESISTE L'AUDIO, CHI LO HA REGISTRATO? UN AMICO? UN PRIVATO CITTADINO CHE HA RICONOSCIUTO GAROFANI, NONOSTANTE FOSSE UN VOLTO POCO NOTO? O IL CONSIGLIERE DI MATTARELLA ERA "ATTENZIONATO"? DA CHI?

tommaso foti galeazzo bignami

CHIAGNI E FOTI – A VOLERE QUEL FENOMENO DI GALEAZZO BIGNAMI COME CAPOGRUPPO DI FDI ALLA CAMERA FU TOMMASO FOTI, CHE SCELSE IL CAMERATA BOLOGNESE COME SUO SUCCESSORE. QUANDO CI FU IL PASSAGGIO DI CONSEGNE, FOTI ASSICURÒ CHE NON AVREBBE POTUTO SCEGLIERE UN SUCCESSORE MIGLIORE (PENSA COM'ERANO GLI ALTRI PRETENDENTI) - DI SICURO BIGNAMI NON È MAI STATO TROPPO ISTITUZIONALE NEGLI INTERVENTI IN AULA: SPESSO PROVOCATORIO, OGNI VOLTA CHE PARLA IRRITA L'OPPOSIZIONE. PARE CHE UNA TELEFONATA DA PALAZZO CHIGI E UN CONSIGLIO “PATERNO” BY FOTI LO AVESSERO INDOTTO A MAGGIOR EQUILIBRIO. SINO A IERI…

sergio mattarella guido crosetto galeazzo bignami adolfo urso giorgia meloni

FLASH! - SULLA QUESTIONE GAROFANI-BELPIETRO, RIMBOMBA IL SILENZIO ASSORDANTE DI GUIDO CROSETTO. CHE LA LINEA DEL MINISTRO DELLA DIFESA E COFONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA SIA PIÙ IN SINTONIA CON IL COLLE CHE CON I CAMERATI DI “PA-FAZZO” CHIGI DI VIA DELLA SCROFA, NON È UNA NOVITÀ. D’ALTRONDE, NEL 2022 FU MATTARELLA A VOLERE CROSETTO ALLA DIFESA, DOPO AVER BOCCIATO IL NOME DI ADOLFO URSO PROPOSTO DA MELONI. ED È SEMPRE STATO CONSIDERATO UN “INTERLOCUTORE” DEL COLLE, TANT’È CHE GUIDONE SMISE DI PARTECIPARE  AI CONSIGLIO DEI MINISTRI POICHÉ TUTTI DAVANTI A LUI TENEVANO LA BOCCUCCIA CHIUSA…