sergio mattarella mario draghi giuseppe conte

FINIRÀ COSÌ, CON UN DRAGHI-BIS. MATTARELLA AL VOTO ANTICIPATO NON CI ANDRÀ MAI - SE IL MOVIMENTO 5 STELLE E' IL CAOS, PERCHÉ DRAGHI, CHE FINALMENTE CON IL NEO PARTITO DI DI MAIO HA I NUMERI SUFFICIENTI PER BUTTARLI FUORI, NON FA UN GOVERNO SENZA DI LORO? - PERCHÉ LA TEMPESTA O, SE PREFERITE LA PAGLIACCIATA, HA ORIGINE ANZITUTTO DALLA INSIPIENZA POLITICA DI UN EX AVVOCATO, GIUSEPPE CONTE, E DI UN EX BANCHIERE, MARIO DRAGHI - IL PROBLEMA DI LETTA: ‘’COPRIRE’’ DRAGHI. QUELLA STOLTEZZA POLITICA CHE GLI HA FATTO DIRE BEN DUE VOLTE: “NON C’È UN GOVERNO SENZA I CINQUESTELLE”. ENRICHETTO ASPETTA DI CONOSCERE I NUMERI DI QUELLI CHE LASCERANNO CONTE PER EMIGRARE DA “GIGGINO” (SONO GIÀ 61) PER TOGLIERE L’ALIBI A DRAGHI. QUELLO CHE SEGUE È L’ULTIMA NOTIZIA: ''ALMENO ALTRI 20 PARLAMENTARI GRILLINI PRONTI A LASCIARE CONTE. ALL’ASSEMBLEA DEL M5S OGGI SU 46 ELETTI, 19 HANNO DICHIARATO ESPRESSAMENTE CHE VOTERANNO LA FIDUCIA A DRAGHI...''

DAGOREPORT

mattarella draghi meme

Finirà così, con un Draghi-bis. L’hanno capito anche i muri che il governo non può cadere. Mattarella al voto anticipato non ci andrà mai. Aprire le urne a fine settembre vuol dire saltare la legge di bilancio per il 2023, la cosiddetta Finanziaria, quindi aprire la via all’’’esercizio provvisorio’’, che vuol dire la paralisi politica del paese. Mercoledì prossimo la tempesta si placherà e Draghi potrà portare il governo al voto che il Quirinale ipotizza per il 21 maggio 2023.

 

VIGNETTA VAURO - DRAGHI E MATTARELLA

A questo punto, sorge naturale la domanda: se i grillini di Conte sono il caos, perché Draghi, che finalmente con il neo partito scissionista di Di Maio ha i numeri sufficienti per buttarli fuori, non fa un governo senza di loro?

 

Perché la tempesta o, se preferite la pagliacciata, ha origine anzitutto dalla insipienza politica di un avvocato, Giuseppe Conte, e di un banchiere, Mario Draghi, che sono stati scaraventati ai vertici della cosa pubblica, senza una specifica formazione, ignorando bellamente che in politica uno più uno può fare due ma anche zero o dieci. E’ l’arte del possibile, della mediazione, della patacca.

GIUSEPPE CONTE E LA DEPOSIZIONE DI DRAGHI - BY EDOARDO BARALDI

 

Una volta fuori dal tran tran istituzionale, ben coperto dalla pandemia, Conte alla guida dei 5stelle non ne ha azzeccata una, facendo sprofondare nei sondaggi il movimento dal 20 per cento al 7/8 di oggi. Da parte sua l’ex presidente della Bce, a forza di inanellare gaffe, sta scoprendo che l’arte del governo non contempla dichiarazioni perentorie, del tipo: “Non c’è un governo senza i Cinquestelle”. Espressa inutilmente ben due volte (per far felice l’ego di Conte), è dura poi ritornare sui propri passi, far finta di niente e mettersi alla guida di un nuovo esecutivo senza gli scappati di casa Conte.

 

tweet sulla crisi del governo draghi 4

Non solo. C’è la famosa sinistra dei Bettini, Boccia, Orlando, Provenzano, quella che voleva annegare il Pd nei 5stelle indicando Conte come ‘’punto di riferimento dell’area progressista”, che non ha mai nascosto la sua insofferenza per il governo Draghi e il draghismo. Ora si disperano fino al punto di porre come condizione irrinunciabile per andare avanti la permanenza dei 5stelle.

 

Uno stallo che ieri ha costretto Letta, con quel faccino invecchiato da chierichetto pipparolo, a piagnucolare un penoso appello per riportare sulla barca del governo Draghi i grillini. Prendete i fazzoletti: “Mercoledì siano della partita, rilanciando i grandi contenuti sociali, tenuto conto che il rapporto con i sindacati si è finalmente aperto e scongelato”, ha singhiozzato il segretario dei Dem.

 

tweet sulla crisi del governo draghi 10

Ma il problema di Orlando, Boccia e compagnucci non è quello che preoccupa granché Letta, giacché ha dalla sua parte tutto il resto del partito, da Franceschini agli ex renziani, e poi non si vede all’orizzonte alternative a Enrichetto.

 

Letta ha un altro problema: ‘’coprire’’ Draghi. Quella stoltezza politica che gli ha fatto dire ben due volte “Non c’è un governo senza i Cinquestelle”. E aspetta di conoscere i numeri di quelli che lasceranno Conte per salire sulla scialuppa di “Giggino” (sono già 61) per togliere l’alibi a Draghi. Quello che segue è l’ultima, buona notizia:

 

ALMENO ALTRI 20 PARLAMENTARI GRILLINI PRONTI A LASCIARE CONTE PER EMIGRARE NEL NUOVO GRUPPO DI DI MAIO. ALL’ASSEMBLEA DEL M5S OGGI SU 46 ELETTI, 19 HANNO DICHIARATO ESPRESSAMENTE CHE VOTERANNO LA FIDUCIA A DRAGHI - GOVERNISTI NEL MIRINO 'TRADITORI, VI SPUTERANNO ADDOSSO'

letta conte di maio

(Adnkronos) - Clima a tratti teso nel corso dell'assemblea congiunta M5S di questa mattina. La maggioranza dei parlamentari intervenuti si è schierata nettamente a favore della linea del leader pentastellato Giuseppe Conte, ma non sono mancati

appelli a sostegno della fiducia al governo presieduto da Mario Draghi.

 

Una crepa, quella tra 'contiani' e 'governisti' che rischia di allargarsi sempre di più e di produrre una nuova frattura interna al M5S dopo la scissione di Luigi Di Maio. Durante la riunione in video-conferenza iniziata alle 10.30 (e che si aggiornerà alle 18) i toni si sono surriscaldati quando - apprende l'Adnkronos - la senatrice Giulia Lupo ha puntato il dito contro i "tiratori scelti" che a suo dire starebbero destabilizzando il M5S dall'interno:

 

BEPPE GRILLO - GIUSEPPE CONTE - LUIGI DI MAIO - BY MACONDO

"Rispetto le idee di tutti, ognuno fa le sue scelte. Ma se lo specchio non può sputarvi, allora forse potrebbe iniziare a farlo qualcuno di noi...", le parole al vetriolo della parlamentare contiana.

 

Secondo quanto viene riferito, più di qualcuno avrebbe apostrofato i governisti con un esplicito "un abbraccio ai traditori". Tra i più bersagliati dalle critiche ci sarebbe Maria Soave Alemanno (membro del direttivo grillino alla Camera e delegata d'Aula) che non a caso ieri è stata una delle prime a manifestare la sua intenzione di continuare ad appoggiare il governo Draghi.

GIUSEPPE CONTE LUIGI DI MAIO

 

Nel mirino di alcuni contiani anche il capogruppo Davide Crippa: "In Consiglio nazionale devi rappresentare il pensiero della maggioranza e non portare la tua opinione personale", l'accusa indirizzata al presidente dei deputati, contrario all'ipotesi di innescare una crisi di governo. Particolarmente 'duri' nei confronti dei filo-governativi sono stati gli interventi di Leonardo Donno, Sebastiano Cubeddu e Gilda Sportiello.

 

GIUSEPPE CONTE E MARIO DRAGHI

"E' un clima da caccia alle streghe", si sfoga con l'Adnkronos un parlamentare, "è impossibile esprimere un'opinione in dissenso senza essere tacciati di essere dei pupazzi di Di Maio". Qualcuno in chat arriva a evocare metodi da repressione fascista verso i dissidenti.

 

Ad ogni modo la bilancia del consenso interno pende dalla parte di Conte: "46 parlamentari intervenuti finora sono sulla linea del leader, 19 sono per dare la fiducia a Draghi, 3 gli indecisi", spiega un eletto contiano 'armato' di pallottoliere. Ma la partita è ancora lunga.

(di Antonio Atte)

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni elly schlein luca zaia vincenzo de luca eugenio giani elly schlein elezioni regionali

PER UNA VOLTA, VA ASCOLTATA GIORGIA MELONI, CHE DA MESI RIPETE AI SUOI: LE REGIONALI NON VANNO PRESE SOTTOGAMBA PERCHÉ SARANNO UN TEST STRADECISIVO PER LA MAGGIORANZA – UNA SPIA CHE IL VENTO NON SPIRI A FAVORE DELLE MAGNIFICHE SORTI DELL’ARMATA BRANCA-MELONI È IL TENTATIVO DI ANTICIPARE AL 20 SETTEMBRE IL VOTO NELLE MARCHE, DOVE IL DESTRORSO ACQUAROLI RISCHIA DI TORNARE A PASCOLARE (IL PIDDINO MATTEO RICCI È IN LEGGERO VANTAGGIO) – IL FANTASMA DI LUCA ZAIA IN VENETO E LE ROGNE DI ELLY SCHLEIN: JE RODE AMMETTERE CHE I CANDIDATI DEL PD VINCENTI SIANO TUTTI DOTATI DI UN SANO PEDIGREE RIFORMISTA E CATTO-DEM. E IN CAMPANIA RISCHIA LO SCHIAFFONE: SI È IMPUNTATA SU ROBERTO FICO, IMPIPANDOSENE DI VINCENZO DE LUCA, E SOLO UNA CHIAMATA DEL SAGGIO GAETANO MANFREDI LE HA FATTO CAPIRE CHE SENZA LO “SCERIFFO” DI SALERNO NON SI VINCE…

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni

NULLA SARÀ COME PRIMA: PIER SILVIO BERLUSCONI, VESTITO DI NUOVO, CASSA IL SUO PASSATO DI RAMPOLLO BALBETTANTE E LANCIA IL SUO PREDELLINO – IN UN COLPO SOLO, CON IL COMIZIO DURANTE LA PRESENTAZIONE DEI PALINSESTI, HA DEMOLITO LA TIMIDA SORELLA MARINA, E MANDATO IN TILT GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI, MINACCIANDO LA DISCESA IN CAMPO. SE SCENDE IN CAMPO LUI, ALTRO CHE 8%: FORZA ITALIA POTREBBE RISALIRE (E MOLTO) NEI SONDAGGI (IL BRAND BERLUSCONI TIRA SEMPRE) – NELLA MILANO CHE CONTA IN MOLTI ORA SCOMMETTONO SUL PASSO INDIETRO DI MARINA DALLA GESTIONE “IN REMOTO” DI FORZA ITALIA: D'ALTRONDE, LA PRIMOGENITA SI È MOSTRATA SEMPRE PIÙ SPESSO INDECISA SULLE DECISIONI DA PRENDERE: DA QUANTO TEMPO STA COGITANDO SUL NOME DI UN SOSTITUTO DI TAJANI?

matteo piantedosi khalifa haftar giovanni caravelli

FOLLOW THE MONEY! - DIETRO AL RESPINGIMENTO DI PIANTEDOSI IN LIBIA, PROBABILMENTE, CI SAREBBE IL VIL DENARO! SADDAM HAFTAR, FIGLIO DEL GENERALISSIMO KHALIFA E GOVERNANTE DI FATTO DELLA CIRENAICA, AVREBBE CHIESTO ALL'ITALIA UN SOSTEGNO ECONOMICO PER "GESTIRE" I MIGRANTI (TENERLI IN GABBIA SENZA FARLI PARTIRE), COME QUELLO CHE ROMA CONCEDE AL GOVERNO DI TRIPOLI - L'AISE DI CARAVELLI, CHE HA OTTIMI RAPPORTI CON HAFTAR JR, TANTO DA AVERLO PORTATO IN ITALIA PER UN TOUR DEI MINISTERI (UN MESE FA HA INCONTRATO PIANTEDOSI, CROSETTO E TAJANI), HA CONTATTATO GLI 007 DI GRECIA E MALTA, PER CHIEDERE DI CONDIVIDERE L'ESBORSO. QUELLI HANNO RISPOSTO "NO, GRAZIE" - E COSÌ, È PARTITA LA "RITORSIONE" DEGLI HAFTAR, CHE HANNO ORGANIZZATO LA TRAPPOLA PER LA DELEGAZIONE EUROPEA (COMPOSTA OLTRE A PIANTEDOSI DAI MINISTRI DI GRECIA E MALTA)

giusi bartolozzi almasri giorgia meloni carlo nordio

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI HA TRA LE MANI IL CAPRO ESPIATORIO PERFETTO PER LA FIGURACCIA SU ALMASRI: GIUSI BARTOLOZZI, CAPO DI GABINETTO DEL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA, NORDIO. DEL RESTO, È UNA MAIL DELLA “ZARINA” A DIMOSTRARE CHE A VIA ARENULA SAPESSERO DELL’ARRESTO DEL TORTURATORE LIBICO GIÀ DOMENICA 19 GIUGNO, E NON LUNEDÌ 20, COME SEMPRE SOSTENUTO DA NORDIO – DI FRONTE ALL’IPOTETICA CACCIATA DELLA BIONDISSIMA GIUSI, PERÒ, NORDIO S’È SUBITO OPPOSTO: GIAMMAI! D'ALTRONDE LA DECISIONE, SECONDO IL MINISTRO, È STATA PRESA DIRETTAMENTE A PALAZZO CHIGI…

mantovano belloni almasri ursula von der leyen bjoern seibert gianni caravelli

BELLONI, UN ERRORE DOPO L’ALTRO. QUANDO SBATTÈ LA PORTA DEL DIS, ESSENDO ENTRATA IN CONFLITTO CON IL CAPO DELL’AISE, GIANNI CARAVELLI, COLPEVOLE DI NON FARE RIFERIMENTO A LEI MA AL SOTTOSEGRETARIO ALFREDO MANTOVANO, SCELSE IL MOMENTO MENO OPPORTUNO: L’ESPLOSIONE DEL CASO ALMASRI - DOPO LO SCHIAFFO A MANTOVANO, ORA HA MOLLATO UNA SBERLA A URSULA, DECIDENDO DI FARE LE VALIGIE ANZITEMPO NEL MOMENTO DI DEBOLEZZA MASSIMA DI VON DER LEYEN: LA QUESTIONE DEI DAZI E LA MOZIONE DI SFIDUCIA DEGLI EUROPARLAMENTARI DI ULTRA-DESTRA - E OGGI BELLONI SI RITROVA, COME DICONO IN CERTI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, ‘’SENZA I CRISMI’’ DI AFFIDABILITÀ PER ASPIRARE A UNA PRESIDENZA IN QUALCHE PARTECIPATA DI STATO, DOVE URGE UNA PRESENZA FEMMINILE, COME L’ENI...

giorgia meloni ursula von der leyen elly schlein

FLASH! - AVVISATE MELONI: IL VOTO DI FRATELLI D'ITALIA NON DOVREBBE SERVIRE NEL VOTO DI SFIDUCIA PRESENTATA DA 76 EURODEPUTATI DI ESTREMA DESTRA NEI CONFRONTI DELLA COMMISSIONE E DI URSULA VON DER LEYEN - LA TAFAZZIANA MINACCIA DI ASTENSIONE DEL GRUPPO PSE DEI SOCIALISTI EUROPEI (PD COMPRESO) SAREBBE RIENTRATA: IL LORO VOTO A FAVORE DELLA SFIDUCIA A URSULA SAREBBE STATO COPERTO DALLA CAMALEONTE MELONI, IN MANOVRA PER "DEMOCRISTIANIZZARSI" COL PPE, SPOSTANDO COSI' A DESTRA LA MAGGIORANZA DELLA COMMISSIONE...