smart working statali

FINITA LA PACCHIA PER QUEI DIPENDENTI STATALI CHE, GRAZIE ALLO SMART WORKING, SI SONO IMBOSCATI E NON HANNO FATTO UN CAZZO - LA MINISTRA DADONE PREPARA VERIFICHE MENSILI PER CONTROLLARE IL MEZZO MILIONE DI DIPENDENTI DELLA PA CHE OPERA DA CASA – VERANNO VALUTATI IL NUMERO DI PRATICHE ASSOLTE E LA QUANTITÀ DI UTENTI SERVITI, MA ANCHE IL TEMPO IMPIEGATO A RISPONDERE ALLE MAIL – CHI NON RAGGIUNGE GLI OBIETTIVI DOVRÀ TORNARE IN UFFICIO...

Francesco Bisozzi per “Il Messaggero

 

smart working

Cambiano le pagelle per gli statali con l'arrivo dei piani organizzativi del lavoro agile. Le valutazioni saranno ravvicinate nel tempo per gli smart worker dello Stato: da gennaio i voti saranno mensili.

 

Chi lavorerà meno però non dovrebbe subire sanzioni sotto il profilo retributivo. A Palazzo Vidoni si pensa semmai a far tornare i meno produttivi subito in ufficio. Del resto con i Pola, i piani per chi svolge l'attività a distanza, il lavoro agile verrà esteso ad almeno il 60 per cento degli statali smartabili, sarebbe a dire quelli che svolgono prestazioni che non vanno necessariamente rese in presenza.

 

la ministra fabiana dadone

E, almeno nelle intenzioni della ministra Dadone, ci saranno verifiche sulla produttività ben mirate. Insomma, per semplificare, i dipendenti che non raggiungeranno i target fissati e avranno quindi brutti voti in pagella, dovranno far ritorno in ufficio. Un meccanismo che ovviamente va messo bene a punto.

 

I VINCOLI

Del resto, ed è una criticità, non subiranno penalizzazioni le amministrazioni che dimenticheranno di presentare i Pola entro il 31 gennaio. Il ministero della Pa pensa d'introdurre in futuro dei premi per i dirigenti incaricati di redigere i piani che si faranno trovare pronti all'appuntamento, da definire con i sindacati nel corso della contrattazione per il rinnovo contrattuale.

 

GIUSEPPE CONTE FABIANA DADONE

Nelle intenzioni della Funzione pubblica questi premi verranno finanziati con i risparmi prodotti proprio dal lavoro agile, risorse che i sindacati vorrebbero venissero utilizzate invece per l'aumento delle retribuzioni e l'acquisto di dispositivi medici di protezione adeguati da distribuire agli enti che ne sono carenti.

 

Il passaggio a una forma di lavoro agile non più improvvisata come nel corso dell'emergenza, inquadrata da regole e priva di contraccolpi per i servizi resi dalle amministrazioni, interessa in realtà solo una fetta degli oltre tre milioni di statali in servizio, ovvero quelli ritenuti smartabili, che a ben vedere sono circa mezzo milione.

 

statali

Il Covid ha aperto i cancelli nella Pa ai furbetti dello smart working, cugini dei furbetti del cartellino, così per fare in modo che il lavoratore pubblico sia produttivo anche da remoto si punta «su una programmazione fluida che preveda orizzonti temporali differenziati e obiettivi mensili, bimestrali e semestrali».

 

Così stabiliscono le linee guida sui Pola emanate dal ministero guidato da Fabiana Dadone. I criteri di misurazione resteranno però più o meno gli stessi di quelli utilizzati in ufficio, ossia si guarderà al numero di pratiche assolte e alla quantità di utenti serviti nella quota di tempo passata a lavorare da casa.

 

smart working in pigiama 5

Si misurerà il tempo impiegato per chiudere una pratica e si terrà conto della valutazione dei superiori e di eventuali rilevazioni provenienti dai cittadini. Per Palazzo Vidoni è prioritario non ripetere gli errori del passato: quest'estate, dopo che in molti hanno puntato il dito contro lo smart working per i dipendenti pubblici, accusando la Pa di nascondersi dietro al lavoro agile per lavorare meno, nei corridoi del ministero sono circolati i risultati di un monitoraggio secondo cui, nei mesi del lockdown e fino a luglio, oltre 500 mila statali esonerati dal servizio hanno continuato a percepire lo stipendio senza alzare un dito visto che prima della pandemia svolgevano mansioni non eseguibili da remoto.

 

smart working in pigiama 2

Con uno smart working strutturato un simile scenario non potrà più ripetersi, ma per tenere sotto controllo gli smart worker è necessario anche un diverso sistema di sorveglianza del lavoro agile, che garantisca un controllo permanente delle performance.

 

Scettici i sindacati. I Pola sono visti per adesso più che altro come una procedura da assolvere e non come un nuovo modello organizzativo capace di fare la differenza.

 

smart working in pigiama 4

ALL'AVANGUARDIA

Amministrazioni all'avanguardia, come la Regione Emilia-Romagna, dove lo smart working era diffuso prima della pandemia e il tasso di produttività è aumentato nei mesi del lockdown del 40 per cento, parteciperanno senza problemi alla rivoluzione promossa in fase di rullaggio, mentre in altre digitalmente più arretrate, si pensi ai piccoli Comuni, lo smart working rischia di rimanere un freno all'efficienza.

 

Nella valutazione delle performance si terrà conto anche dei comportamenti adottati dallo statale, con particolare attenzione alla puntualità e alla flessibilità. Farà la differenza anche il tempo che impiega a rispondere alle mail di lavoro.

 

smart working in pigiama 1

E dal momento che i traguardi da raggiungere saranno mensili, bimestrali e semestrali, i lavoratori che si riveleranno poco agili correranno il rischio di essere esclusi dalla platea degli smart worker già dopo un mese.

Ultimi Dagoreport

barigelli cairo

DAGOREPORT - PANDEMONIO ALLA "GAZZETTA DELLO SPORT"! IL DIRETTORE DELLA “ROSEA” STEFANO BARIGELLI VIENE CONTESTATO DAL COMITATO DI REDAZIONE PER LE PRESSIONI ANTI-SCIOPERO ESERCITATE SUI GIORNALISTI – LA SEGRETARIA GENERALE FNSI DENUNCIA: “I COLLEGHI DELLA 'GAZZETTA' CHE VOGLIONO SCIOPERARE VENGONO RINCORSI PER I CORRIDOI DAI LORO CAPIREDATTORI E MINACCIATI: ‘NON TI FACCIO FARE PIÙ LA JUVENTUS…” - BARIGELLI AVREBBE RECLUTATO UNA VENTINA DI GIORNALISTI PER FAR USCIRE IL GIORNALE SABATO E DIMOSTRARE COSI' ALL’EDITORE URBANETTO CAIRO QUANTO CE L’HA DURO – LA VICE-DIRETTRICE ARIANNA RAVELLI AVREBBE PURE DETTO IN MENSA A BARIGELLI: “STIAMO ATTENTI SOLO CHE NON CI SPUTTANI DAGOSPIA...” - VIDEO

emmanuel macron friedrich merz giorgia meloni donald trump volodymyr zelensky vladimir putin

DAGOREPORT – ET VOILA', ANCHE SULLA SCENA INTERNAZIONALE, IL GRANDE BLUFF DI GIORGIA MELONI È STATO SCOPERTO: IL SUO CAMALEONTISMO NON RIESCE PIÙ A BARCAMENARSI TRA IL TRUMPISMO E IL RUOLO DI PREMIER EUROPEO. E L'ASSE STARMER-MACRON-MERZ L'HA TAGLIATA FUORI – IL DOPPIO GIOCO DELLA "GIORGIA DEI DUE MONDI" HA SUPERATO IL PUNTO DI NON RITORNO CON LE SUE DICHIARAZIONI A MARGINE DEL G20 IN SUDAFRICA, AUTO-RELEGANDOSI COSÌ AL RUOLO DI “ORBAN IN GONNELLA”,  CAVALLO DI TROIA DEL DISGREGATORE TRUMP IN EUROPA - DITE ALLA MELONA CHE NON È STATO SAGGIO INVIARE A GINEVRA IL SUO CONSIGLIERE DIPLOMATICO, FABRIZIO SAGGIO… - VIDEO

giorgia meloni ignazio la russa matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – LE REGIONALI SONO ANDATE A FINIRE COME NON VOLEVA, SALTELLANDO FUNICULÌ-FUNICULÀ, GIORGIA MELONI: LA "STATISTA DELLA SGARBATELLA", CHE RISCHIA DI NON TORNARE A PALAZZO CHIGI TRA DUE ANNI, ACCELERA SULLA DOPPIETTA PREMIERATO-LEGGE ELETTORALE, MA NON TUTTO FILA LISCIO A PALAZZO CHIGI: SALVINI E TAJANI SPUTERANNO SANGUE PUR DI OPPORSI ALL’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, CHE FINIREBBE PER CANNIBALIZZARLI - LA LEGA È CONTRARISSIMA ANCHE AL PREMIO DI MAGGIORANZA ALLA COALIZIONE (CON LA SOGLIA AL 40%, LA LEGA DIVENTEREBBE SACRIFICABILE) – ALTRA ROGNA: IGNAZIO LA RUSSA SCENDE IN CAMPO IN MODALITÀ SCASSA-MELONI: HA RINFOCOLATO LA POLEMICA SU GAROFANI E SE NE FOTTE DEI DIKTAT DELLA DUCETTA (FIDANZA SINDACO DI MILANO? NO, MEJO LUPI; PRANDINI GOVERNATORE DELLA LOMBARDIA? NO, QUELLA È ROBA MIA)

francesco de tommasi marcello viola daniela santanche ignazio leonardo apache la russa davide lacerenza pazzali

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE INCHIESTE MILANESI SULLA SANTANCHE', SUL VISPO FIGLIO DI LA RUSSA, SUL BORDELLO DELLA "GINTONERIA" AFFOLLATA DI POLITICI, IMPRENDITORI E MAGISTRATI, OPPURE SULL'OSCURA VENDITA DELLA QUOTA DI MPS DA PARTE DEL GOVERNO A CALTAGIRONE E COMPAGNI? - A TALI ESPLOSIVE INDAGINI, LE CUI SENTENZE DI CONDANNA AVREBBERO AVUTO UN IMMEDIATO E DEVASTANTE RIMBALZO NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, ORA SI AGGIUNGE IL CASO DEL PM FRANCESCO DE TOMMASI, BOCCIATO DAL CONSIGLIO GIUDIZIARIO MILANESE PER “DIFETTO DEL PREREQUISITO DELL’EQUILIBRIO” NELL’INDAGINE SUL CASO DI ALESSIA PIFFERI – MA GUARDA IL CASO! DE TOMMASI È IL PM DELL’INCHIESTA SUI DOSSIERAGGI DELL’AGENZIA EQUALIZE DI ENRICO PAZZALI, DELICATISSIMA ANCHE PER I RAPPORTI DI PAZZALI CON VERTICI GDF, DIRIGENTI DEL PALAZZO DI GIUSTIZIA MILANESE E 007 DI ROMA - SE IL CSM SPOSASSE IL PARERE NEGATIVO DEL CONSIGLIO GIUDIZIARIO, LA CARRIERA DEL PM SAREBBE FINITA E LE SUE INDAGINI SUGLI SPIONI FINIREBBERO NEL CESTINO - LA PROCURA DI MILANO RETTA DA MARCELLO VIOLA, CON L'ARRIVO DELL'ARMATA BRANCA-MELONI, E' DIVENTATA IL NUOVO ''PORTO DELLE NEBBIE''?

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....