sanna marin

LA FINLANDIA DELLE “SPICE GIRLS” – LA 34ENNE SOCIALDEMOCRATICA SANNA MARIN DIVENTA IL CAPO DI GOVERNO PIU’ GIOVANE DEL MONDO E LANCIA UN ESECUTIVO ROSA CON 4 COLLEGHE DONNE IN DICASTERI CHIAVE – LA PREMIER FINLANDESE È CRESCIUTA CON 2 MADRI E HA UNA BIMBA DI 2: “LA MIA ESPERIENZA DI "FIGLIA ARCOBALENO" È STATA DETERMINANTE NEL MIO INGRESSO IN POLITICA”

Irene Soave per il “Corriere della Sera”

 

Sanna Mirella Marin

Il segretario del partito di opposizione, il conservatore Asmo Maanselkä, l' ha ribattezzato su Twitter «il governo delle Spice Girls», e ha ottenuto 21 «mi piace», e questa è stata più o meno la critica più feroce di cui si ha notizia. Molti di più, «una quantità sbalorditiva», ha detto la presidente del nuovo governo finlandese insediatosi ieri, sono stati gli auguri e gli articoli sui media di tutto il mondo. La socialdemocratica Sanna Mirella Marin, nata a novembre 1985, mamma di una bimba che avrà due anni a gennaio e figlia di una coppia di donne omosessuali, giurerà in settimana come premier della Finlandia; era già ministro dei Trasporti. Oggi è il capo di governo più giovane del mondo e della storia del suo Paese.

 

Il suo governo è composto da altre quattro colleghe, femmine in dicasteri chiave.

Economia, Katri Kulmuni, 32 anni, del partito di centro; Interno, Maria Ohisalo, 34, dei Verdi; Istruzione, Li Andersson, 32, della formazione di sinistra Left Left; Giustizia, Anna-Maja Henriksson, 55, del partito popolare. Rappresentano ciascuna uno dei gruppi del «pentapartito» di governo, insediatosi sei mesi fa con il premier 55enne Antti Riinne. Riinne ha dovuto lasciare, sfiduciato dai centristi per la cattiva gestione di uno sciopero delle poste.

Sanna Mirella Marin

 

E in mezzo a una tre giorni di scioperi del settore pubblico nasce il governo Marin. Il programma, deciso dalla coalizione, è blindato: abbandono dell' energia fossile entro il 2035 - agli affari interni c' è una ministra dei Verdi - e aumenti della spesa pubblica per il già ricchissimo welfare.

 

La nuova premier dovrebbe risollevare le sorti dei socialdemocratici, al minimo storico del 13% dove i nazionalisti hanno da soli il 24%. «Non sono rilevanti il mio genere e la mia età», ha detto ieri, « ma lo sono le ragioni per cui sono entrata in politica e gli elettori mi hanno dato fiducia. Una fiducia che dobbiamo ricostruire». Ma la sua età, e la sua squadra di governo al femminile, sono una notizia perfino per la Finlandia, quarto Paese al mondo per parità di genere per il World Economic Forum (noi siamo 70esimi): un diffuso settimanale finlandese, il femminile Menaiset , apriva ieri il sito con un sondaggio intitolato

 

Sanna Mirella Marin

«Vi preoccupa un governo così pieno di donne?». E ha lanciato un' inchiesta simile persino il progressista quotidiano britannico Guardian . «Che la mamma di una bimba piccola guidi un governo è una buona notizia a prescindere», scrive l' imprenditrice liberale Terhi Kihvinen, ed è il commento più ritwittato.

 

La conciliazione, per l' ex ministra, «non è un problema: ha fatto le prove da mamma lavoratrice quando era ai Trasporti», racconta a Menaiset il compagno Markus Raikkonen, al fianco di Sanna dall' estate del diploma di entrambi, quando cioè lei per mantenersi agli studi incartava baguettes nel retro di una panetteria. «E poi è una donna dalla forza di volontà inarrestabile», che ha gestito la gravidanza della piccola Emma, racconta, come un piano di viabilità, «cercando di eliminare tutti i problemi imprevisti» e facendo un test di gravidanza ogni mese «per non rischiare di bere nemmeno un cucchiaio di alcol essendo incinta». Raikkonen ha preso per tutto l' autunno e l' inverno passati un normale congedo di paternità per consentire alla compagna di tornare al ministero con una figlia di sei mesi. «Abbiamo anche nonni molto presenti», ringrazia lui.

 

Sanna Mirella Marin

E anche la squadra dei nonni della piccola Emma ha una maggioranza femminile: Sanna Marin ha due mamme, «e la mia esperienza di "figlia arcobaleno" è stata determinante nel mio ingresso in politica», raccontava in un' intervista del 2015, quando era appena entrata in Parlamento come deputata socialdemocratica. «Bullismo ne ho subito poco, ma il senso di invisibilità che provavo, perché di famiglie arcobaleno non si parlava, è indimenticabile».

Prima da consigliera comunale a Tampere, nel 2012, poi da deputata, poi da ministra. Nei mesi di #meToo aveva fatto scalpore un suo appello ai media: giusto far parlare le vittime, aveva detto, ma i riflettori vanno puntati sui violenti. Lo aveva firmato: «Una che come tante ha imparato sin da piccola a decifrare i segnali di una molestia, cioè ad avere paura». Nella biografia sul suo sito sono poche le parole d' ordine femministe, e ci sono invece quelle finlandesi per «libertà», «uguaglianza» e «fraternità»: del resto anche lei, dopo l' omologa neozelandese Jacinda Ardern e prima forse di altre, fa parte di una rivoluzione.

katri kulmuniSanna Mirella Marin

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”

xi jinping vladimir putin donald trump

DAGOREPORT – L'INSOSTENIBILE PIANO DI PACE DI TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA UMILIANTE RESA DELL'UCRAINA, HA L'OBIETTIVO DI  STRAPPARE LA RUSSIA DALL’ABBRACCIO ALLA CINA, NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA - CIÒ CHE IL TYCOON NON RIESCE A CAPIRE È CHE PUTIN LO STA PRENDENDO PER IL CULO: "MAD VLAD" NON PUÒ NÉ VUOLE SFANCULARE XI JINPING - L’ALLEANZA MOSCA-PECHINO, INSIEME AI PAESI DEL BRICS E ALL'IRAN, È ANCHE “IDEOLOGICA”: COSTRUIRE UN NUOVO ORDINE MONDIALE ANTI-OCCIDENTE – IL CAMALEONTISMO MELONI SI INCRINA OGNI GIORNO DI PIÙ: MENTRE IL VICE-PREMIER SALVINI ACCUSA GLI UCRAINI DI ANDARE “A MIGNOTTE” COI NOSTRI SOLDI, LA MELONI, DAL PIENO SOSTEGNO A KIEV, ORA NEGA CHE IL PIANO DI TRUMP ACCOLGA PRATICAMENTE SOLO LE RICHIESTE RUSSE ("IL TEMA NON È LAVORARE SULLA CONTROPROPOSTA EUROPEA, HA SENSO LAVORARE SU QUELLA AMERICANA: CI SONO MOLTI PUNTI CHE RITENGO CONDIVISIBILI...")

donald trump volodymyr zelensky vladimir putin servizi segreti gru fsb cia

DAGOREPORT - L’OSCENO PIANO DI PACE SCODELLATO DA TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA CAPITOLAZIONE DELL’UCRAINA, ANDAVA CUCINATO BENE PER FARLO INGOIARE A ZELENSKY - E, GUARDA LA COINCIDENZA!, ALLA VIGILIA DELL’ANNUNCIO DEL PIANO TRUMPIANO SONO ESPLOSI GLI SCANDALI DI CORRUZIONE A KIEV, CHE VEDONO SEDUTO SU UN CESSO D’ORO TIMUR MINDICH, L’EX SOCIO DI ZELENSKY CHE LO LANCIÒ COME COMICO - PER OTTENERE ZELENSKY DIMEZZATO BASTAVA POCO: È STATO SUFFICIENTE APRIRE UN CASSETTO E DARE ALLA STAMPA IL GRAN LAVORIO DEI SERVIZI SEGRETI CHE “ATTENZIONANO” LE TRANSIZIONI DI DENARO CHE DA USA E EUROPA VENGONO DEPOSITATI AL GOVERNO DI KIEV PER FRONTEGGIARE LA GUERRA IN CORSO…