pnrr raffaele fitto

FITTO PROCESSATO A CERNOBBIO – LO STUDIO DEL THINK TANK “THE EUROPEAN HOUSE”, CHE SARÀ PRESENTATO AL FORUM AMBROSETTI, EVIDENZIA I GRAVI RITARDI NELLA MESSA A TERRA DEL PNRR: È STATO INVESTITO MENO DELLA METÀ DEI FONDI EROGATI DA BRUXELLES. E IL 14% DEI PROGETTI DEL PNRR NON È ANCORA STATO NEMMENO AVVIATO  DA QUI AL 2026 SARÀ IMPOSSIBILE PORTARE A TERMINE TUTTI GLI INVESTIMENTI – IL RISCHIO È DI VEDERE SVANIRE LA SPINTA PROPULSIVA DEL RECOVERY SUL PIL, STIMATA IN UN +1,9%...

Estratto dell’articolo di Giuseppe Bottero per "La Stampa"

 

raffaele fitto presenta le modifiche al pnrr 2

Zero chilometri di ferrovia rinnovati, nessuna stazione rimessa a nuovo, neppure una biblioteca ristrutturata, solo il 10% di amministrazioni in grado di trasferire i documenti sul cloud. Da una parte ci sono gli annunci sulle missioni completate e sulla pioggia di miliardi concessi dall’Europa, dall’altra la realtà.

 

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza è al giro di boa – è appena stata superata la metà del percorso – e il ministro che erediterà le deleghe da Raffaele Fitto si troverà di fronte alla sfida più grande: mettere a terra i fondi e passare dalle riforme e dalle gare alla realizzazione delle opere.

 

La situazione attuale

spese pnrr - la stampa

Finora, secondo l’Osservatorio del think tank “The European House – Ambrosetti” che sarà presentato al Forum di Cernobbio e di cui La Stampa può anticipare i contenuti, l’Italia ha rispettato il calendario. «Un traguardo significativo, sebbene non privo di difficoltà», spiega Diego Begnozzi, responsabile dello studio.

 

La Commissione Europea ha appena approvato il pagamento della quinta rata per un importo di 11 miliardi di euro e, con questa tranche, Roma ha ricevuto in totale 113,3 miliardi di euro su 194,4 miliardi previsti, di fatto il 58,4 per cento del totale.

 

[…] dall'inizio del Recovery, sono stati raggiunti tutti i 269 traguardi previsti: per arrivare ai 618 obiettivi complessivi, ne restano ancora 349 da centrare in un anno e mezzo. L’esecutivo guidato da Giorgia Meloni è anche l’unico ad aver richiesto il pagamento della sesta quota, che vale 8,56 miliardi di euro.

 

Il nodo della spesa

giorgia meloni raffaele fitto

Spendere, però, è un altro discorso. Il contatore, al momento, si è fermato sotto la metà: 51,4 miliardi di euro, più o meno il 26% dell’importo totale previsto al 2026. La partita che si sta giocando è delicata: il report ricorda che la previsione di spesa per il 2024 è di 43 miliardi di euro, e a metà anno il governo ha impegnato solo il 22 per cento di quanto stimato, ossia 10 miliardi in sei mesi. Se il cammino dovesse proseguire a questa velocità, dice Begnozzi, «a fine anno si arriverebbe appena a 18,6 miliardi, meno della metà di quanto preventivato».

 

Alcuni settori soffrono più di altri: delle sei missioni concordate con l’Europa, quella più indietro è «Inclusione e coesione» che, nonostante in percentuale sia la prima per obiettivi finali raggiunti, mostra uno stato di avanzamento della spesa pari all’8%. C’è di più: oltre il 14% dei progetti del Pnrr non è ancora stato nemmeno avviato.

 

I ritardi

PNRR

Uno dei punti critici riguarda i Comuni. Al 2024, il Pnrr ha messo in moto oltre 216 mila progetti e, dopo l’ultima revisione del governo - la terza -, ne sono stati eliminati circa 45 mila, lasciandone attivi 55 mila, il 25% del totale. A livello complessivo, circa un terzo è in ritardo, con un rallentamento medio di circa 13 mesi. Anche rispetto ai soli programmi gestiti dai Comuni, il 31% è in affanno.

 

C’è anche un nodo geografico. Il maggior numero di progetti (44%) è concentrato al Nord, il 15% al Centro, mentre gli interventi al Sud e nelle isole rappresentano il 31% del totale. Il restante 10% è di ambito nazionale. Uno scenario che crea problemi: «A livello di importo complessivo dei progetti attivati ad aprile 2024, pari a 128,7 miliardi di euro, al Sud è allocato solo il 36%: il requisito di almeno il 40% delle risorse allocabili destinato al Mezzogiorno non è ancora stato rispettato», scrivono gli esperti.

 

Rispetto al totale, prosegue lo studio, il 14% dei progetti non è ancora stato avviato o è nelle prime fasi di avvio. Questa percentuale si abbassa al 2% per i progetti sviluppati dai Comuni, mentre è ancora al 19 per cento per i progetti destinati al Sud.

 

[…]

 

Le prospettive

giorgia meloni giancarlo giorgetti raffaele fitto

Un capitolo del documento che sarà presentato a Cernobbio riguarda l’impatto di lungo periodo degli investimenti previsti all’interno del Pnrr. «L’analisi degli impatti si concentra sugli investimenti e non sulle riforme», premettono gli autori del report.

 

[...] The European House – Ambrosetti, in ogni caso, stima che gli investimenti con impatto strutturale, sul totale dei 191,5 miliardi di euro, siano una percentuale compresa tra 66 e 90 miliardi di euro (pari al 34,4-47,3 per cento del totale). Investimenti che potrebbero portare a una crescita strutturale del prodotto interno lordo nazionale: a partire dal 2026, il Pil italiano potrebbe essere l’1,9% superiore a quanto sarebbe stato in assenza del Pnrr. Ma, a questo punto, è vietato sbagliare.

raffaele fitto giorgia meloni

Ultimi Dagoreport

meloni giorgetti fazzolari caltagirone nagel donnet orcel castagna

DAGOREPORT - A 53 GIORNI DAL RINNOVO DELLA GOVERNANCE DI GENERALI, A CHE PUNTO È IL RISIKO BANCARIO? NEL SUO SOGNO DI CONQUISTARE IL LEONE DI TRIESTE, EVITANDO PERO' IL LANCIO DI UNA COSTOSISSIMA OPA, PARE CHE NELLA TESTA DI CALTA FRULLI UN PIANO IN DUE TEMPI: INTANTO CONQUISTARE LA MAGGIORANZA NEL CDA DELLA COMPAGNIA, DOPODICHÉ PAPPARSI MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI (SEMPRE CHE NON ARRIVI A PIAZZETTA CUCCIA UN CAVALIERE BIANCO) – ALL’OFFENSIVA DI CALTA, L’ASSO NELLA MANICA DI DONNET SI CHIAMA UNICREDIT. ORCEL AVREBBE PERSO L’ENTUSIASMO PER BPM E SAREBBE BEN FELICE DI PORTARSI A CASA BANCA GENERALI - TANTO PER SURRISCALDARE IL CLIMA GIÀ TOSSICO È ARRIVATA IERI “LA STAMPA” CHE LANCIAVA ‘’L’IPOTESI DEL CONCERTO CALTAGIRONE-MILLERI” (SMENTITA)…

luca richeldi papa francesco bergoglio sergio alfieri

DAGOREPORT - I MEDICI DEL GEMELLI CHE CURANO IL PAPA (SERGIO ALFIERI E LUCA RICHELDI) SONO STATI CHIARI CON FRANCESCO: SE E QUANDO VERRÀ DIMESSO, BERGOGLIO DOVRÀ DIMENTICARE LA VITA MOVIMENTATA CHE HA CONDOTTO FINORA, E DARSI UNA REGOLATA. IL FISICO DEL PONTEFICE 88ENNE È MOLTO PROVATO E NON POTRÀ REGGERE AD ALTRI VIAGGI, OMELIE AL GELO E MARATONE DI INCONTRI CON I FEDELI – IL FUMANTINO CAPO DELLA CHIESA CATTOLICA ACCETTERÀ LA “CAMICIA DI FORZA” DI UNA CONVALESCENZA "PROTETTA" A SANTA MARTA?

angela merkel friedrich merz

DAGOREPORT – IL MURO DI BERLINO NON E' MAI CADUTO: MERZ E MERKEL SONO LE DUE FACCE DI UN PAESE CHE NON HA SANATO LE STORICHE DISEGUAGLIANZA TRA IL RICCO OVEST E IL POVERO EST – FIGLIOCCIO DI SCHAUBLE LUI, COCCA DI KOHL LEI, MERZ E MERKEL SI SFIDARONO NEL 2000 PER LA LEADERSHIP DELLA CDU. MA LA DEFLAGRAZIONE DEI LORO RAPPORTI SI È AVUTA CON LA POLITICA MIGRATORIA DI ANGELONA, FALLIMENTARE AGLI OCCHI DI MERZ (CHE RITENEVA NECESSARIO INTEGRARE I TEDESCHI DELL’EST, PRIMA DI ACCOGLIERE SIRIANI E TURCHI) - SE LA MERKEL L’AVESSE ASCOLTATO, OGGI L’AFD NON SAREBBE AL 20%...

beppe sala elly schlein

DAGOREPORT - TE LO DO IO IL CENTROTAVOLA! - L'IDEONA DI ELLY SCHLEIN PER NEUTRALIZZARE CHI SOGNA LA NASCITA DI UN PARTITO CENTRISTA ALLEATO DEL PD: CREARE LISTE CIVICHE PER LE REGIONALI E, SE FUNZIONANO, RIPROPORLE IN CHIAVE NAZIONALE ALLE ELEZIONI POLITICHE DEL 2027 COL NOME DI "ALLEANZA PER L'ITALIA" - LEADER DEL PROGETTO DOVREBBE ESSERE BEPPE SALA, CHE PERÒ HA PERSO SMALTO (LE INCHIESTE SULL’URBANISTICA MILANESE) - L'ISOLAMENTO DI SCHLEIN NEL PD SUL PIANO DI RIARMO DI URSULA E LA SUA MANCANZA SI CARISMA: I SUOI GIORNI AL NAZARENO SONO CONTATI...

elon musk trump zelensky jd vance

DAGOREPORT – LE SPARATE DI ELON MUSK SONO SOLO UN MODO PER ATTIRARE L’ATTENZIONE E RISPONDERE AL PRESENZIALISMO DI JD VANCE, CHE MR. TESLA CONSIDERA UN “BURINO” – IL MILIARDARIO KETAMINICO HA PRESO MALISSIMO LA VISIBILITÀ OTTENUTA DAL VICEPRESIDENTE USA GRAZIE ALL’IMBOSCATA TESA A ZELENSKY. TRUMP CONOSCE BENE L’EGO-MANIA DEL SUO “DOGE”: PER QUESTO HA CHIESTO AL CONGRESSO UNA STANDING OVATION PUBBLICA PER MUSK (E QUELLO, TUTTO TRONFIO, SI È ALZATO COMPIACIUTO MOSTRANDO IL POLLICE)…

matteo salvini donald trump ursula von der leyen giorgia meloni ue unione europea

DAGOREPORT – IL VERTICE TRA GIORGIA MELONI E I SUOI VICEPREMIER È SERVITO ALLA PREMIER PER INCHIODARE IL TRUMPIAN-PUTINIANO SALVINI: GLI HA INTIMATO DI NON INIZIARE UNA GUERRIGLIA DI CRITICHE DAL MOMENTO IN CUI SARÀ UFFICIALE L’OK ITALIANO AL RIARMO UE (DOMANI AL CONSIGLIO EUROPEO ARRIVERÀ UN SÌ AL PROGETTO DI URSULA VON DER LEYEN), ACCUSANDOLO DI INCOERENZA – LA DUCETTA VIVE CON DISAGIO ANCHE LE MOSSE DI MARINE LE PEN, CHE SI STA DANDO UNA POSTURA “ISTITUZIONALE” CHE METTE IN IMBARAZZO LA PREMIER