meloni memole

DA FLAIANO ALL’IMMANCABILE PASOLINI FINO AL CARTONE MEMOLE: IL PANTHEON DELLA "DUCETTA" VIRA VERSO IL POP FANTASY. MA OLTRE AD ATREJU COMPAIONO FIGURE COME WOJTYLA E HANNAH ARENDT, ENZO FERRARI E LA PARTIGIANA TINA ANSELMI (CHE HA PRESIEDUTO LA COMMISSIONE D'INCHIESTA SULLA P2) - CECCARELLI: “ALLA FINE VIENE DA PENSARE CHE IL GUAIO SPECIFICO DI FRATELLI D'ITALIA È LA PERSISTENZA DELLA FIGURA DI MUSSOLINI CHE…”

Filippo Ceccarelli per “la Repubblica”

meloni

 

Dunque Tolkien, che va sempre bene, suona eroico, intenso, semplice e a destra collega almeno un paio di generazioni. Però da lì, da Frodo e dagli hobbit de Il Signore degli Anelli, ecco che l'immaginario, ormai di governo, di Giorgia Meloni vira decisamente verso il pop fantasy.

 

E allora, senza troppi rigori e appesantimenti filologici, si nutre di appassionanti filmoni di cassetta tipo La storia infinita, col suo eroe ragazzino Atreju a bordo del drago, attraversa i cartoni animati giapponesi davanti a cui, come milioni di suoi coetanei, ha passato da bambina ore e ore: alabarde, transformer, pescatori, giocatori di pallavolo e folletti, soprattutto folletti, forse per via che la presidente del consiglio in pectore è piccolina, fatto sta che con tali creature del bosco maggiormente scatta l'immedesimazione;

 

memole

c'è più di un filmato della pagina Karaoke reporter in cui Meloni allegramente intona le sigle by Cristina D'Avena: "Memole è il nome mio/ folletto sono io/ in una foresta sto/ e molto amici ho", tra questi al suo fianco si nota un lungagnone che le fa il controcanto, Carlo Fidanza, suo antico avversario nelle organizzazioni giovanili post-missine, che un paio d'anni fa fu costretto ad auto-sospendersi perché pizzicato da un video di Fanpage a dire cose autenticamente e terribilmente fasciste, poi riammesso negli elevati ranghi di FdI.

 

GIORGIA MELONI IN CUCINA

Qualche anno fa venne anche lanciato l'esperimento nippo-social- patriottico "Meloni-chan", all'insegna delle "bizzarre avventure di Giorgia"; che però non molto tempo prima, al congresso di scioglimento di An, aveva concluso il suo intervento quasi recitando un brano, "Portiamo la nostra sfida alle stelle", del più noto fra i fondatori del Futurismo, Filippo Tommaso Marinetti, - e deve esserle particolarmente caro se ancora nel 2019 la 22esima edizione di Atreju, con la partecipazione straordinaria di Steve Bannon, era intitolata "Sfida alle stelle l'Italia che pensa in grande".

 

Detto questo, però, la ricostruzione per sommi capi di un virtuale Pantheon meloniano è un'opera ardua e, senza che suoni spregiativo e schizzinoso, anche un po' desolante. Perché ormai da quasi trent' anni le culture politiche, non solo quelle della destra, si sono davvero esaurite, forse anche contaminate e corrotte, e nel vuoto non c'è leader di partito e partitucolo che con la complicità di consiglieri più o meno improvvisati, non acchiappi riferimenti "culturali", molto fra virgolette, con animo fra il predatorio e l'approssimativo; il tutto, grosso modo, per farcire qualche discorso buttando qui e là sincopate citazioni che facciano fare bella figura e procurino titoli su giornale e tg, tanto nulla comporta sul piano dell'orientamento e poi tutti se ne scordano.

lapide tina anselmi svastica

 

Il risultato è l'insalatona mista o, se si preferisce, il minestrone all'insegna del tutto fa brodo, con l'aggravante di spezie che risultano incompatibili con altri sapori. L'esempio più vistoso e recente di questa specie di goffa e calcolata casualità che procede per accumulo si è potuto vedere nel Centro congressi di Milano durante la convention di FdI lo scorso aprile.

 

Come in un piccolo museo vagamente spettrale, in una sala dedicata agli implausibili antenati del melonianesimo c'erano le sagome di cartone di venti personaggi scelti secondo chissà quali misteriosi criteri: Giovanni Paolo II, Ennio Flaiano, lo scrittore cattolico Chesterton, Jung, Guareschi, Dostoevskij, poi Enzo Ferrari, Hannah Arendt, Tina Anselmi, la qualunquista Ottavia Penna e l'immancabile Pasolini.

 

pasolini

Alla fine viene da pensare che il guaio specifico di Fratelli d'Italia è la persistenza della figura di Mussolini, tanto amata quanto rimossa all'esterno - per dire: il secondo nome di La Russa, e però da anni e anni auto censurato dalla Navicella, è Benito. In mancanza del Duce, e per ovvio deficit di curiosità e libri studiati a tavolino i patrioti meloniani, più che per arditi sincretismi, procedono per invenzione, assonanza, deviazione, immaginazione, furto di fantasia, ma senza tanta destrezza. D'altra parte sono tempi superficiali, ma non è detto che dureranno per sempre.

SALVINI MELONITINA ANSELMIGIORGIA MELONIGIORGIA MELONI

Ultimi Dagoreport

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...