FORZA ITALIA? C’EST MOI! – L’EX MINISTRO FRANCESE CHARLES PASQUA RIVELA A “VANITY FAIR”: DISSI IO A BERLUSCONI: “SE VUOI COMBATTERE LA POLITICA SCENDI SUL LORO TERRENO” – E MISI DUE UOMINI A LAVORARE PER LUI…

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La nascita di Forza Italia ha avuto un padrino tanto speciale quanto (fino a oggi) sconosciuto. Charles Pasqua, ex ministro dell\'Interno del governo Balladur (1993-1995), antieuropeista convinto, uomo della destra dura francese, ha rivelato nel suo libro Ce que je sais... Un magnifique désastre, 1988-1995 (Ed. du Seuil, secondo tomo delle sue memorie che uscirà il 20 novembre in Francia) di aver contribuito alla nascita di Forza Italia, nel 1993, con una serie di incontri con Silvio Berlusconi a Macherio, e attraverso la consulenza speciale di due dei suoi migliori consiglieri: William Abitbol e Jean-Jacques Guillet.

SilvioSilvio Berlusconi

Protetto dall\'immunità parlamentare come senatore Ump, Pasqua è implicato in una serie di procedimenti giudiziari per fatti accaduti durante la sua carriera politica (di recente è stato condannato a 18 mesi per finanziamento illecito). L\'allora potente francese e Berlusconi si erano conosciuti a Parigi nel 1990, durante l\'avvenura della Cinq, la televisione del Cavaliere che non ebbe fortuna Oltralpe. Charles Pasqua ne parla con Vanity Fair, in edicola da oggi.


Berlusconi chiese davvero il suo aiuto per fondare FI?  

«Fra me e lui c\'è sempre stato un grande feeling. Ci aveva presentati Angelo Codignoni, il suo uomo a Parigi, ci eravamo incontrati tante volte e mi aveva accolto nella sua villa di Macherio per brevi soggiorni. Un giorno mi chiamò Monsieur Codignoni chiedendomi se potevo recarmi a Milano a incontrare Berlusconi,  per un problema molto serio. Era davvero preoccupato per i violenti attacchi dei politici: aveva paura che gli togliessero le televisioni».

Perché chiese aiuto proprio a lei?  
«Non poteva certo chiedere consiglio a un politico italiano. Io non avevo interessi nel suo Paese, e poi fra noi si era creata una bella amicizia. Mi è sempre piaciuto il vostro Presidente del Consiglio, ha una simpatia contagiosa».

In che modo si è concretizzato il suo appoggio alla nascita di Forza Italia?  
«In un grande incoraggiamento. \"Per combattere la politica devi scendere sul loro stesso terreno\", gli ho detto da subito. Certo non potevo immaginare che avrebbe vinto le elezioni al primo colpo. In quegli anni ero considerato l\'uomo che aveva fatto rinascere il gollismo, che era praticamente moribondo, facendo diventare l\'Ump un partito dinamico. Lo avevo fatto con l\'aiuto di due ottimi collaboratori: William Abitbol e Jean-Jacques Guillet, che ho messo a disposizione di Berlusconi».  

SilvioSilvio Berlusconi

In che modo hanno lavorato per lui?  
«Per almeno un mese sono andati regolarmente a Milano e hanno prodotto una serie di studi. Et voilà: è nata Forza Italia. Il seguito lo conosciamo».  

Perché non avete mai parlato di questa storia?
«A nessuno dei due serviva parlarne. Non ne vedevamo lo scopo, io pensavo che non interessasse a nessuno. Poi il successo è tutto suo, un uomo con il suo carisma non ha bisogno di padrini. E non venitemi a dire che ha conquistato il potere con i soldi. Se bastasse l\'argent per conquistare il massimo potere dello Stato, sa quanti ci proverebbero? Non è sufficiente neppure una buona consulenza per vincere le elezioni. Guardi Obama: in poco tempo ha conquistato il potere partendo dal nulla. Proprio come Berlusconi».

Che cosa pensa della sua ultima gaffe sull\'Obama «abbronzato», condannata anche da Madame Bruni-Sarkozy?
«Fa sempre delle gaffe formidabili, senza le quali non sarebbe Berlusconi. Ma non è il solo, mi creda».  

 

 

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