zaia fontana conte

LE FORZE DI GOVERNO FINALMENTE TROVANO UN FRONTE COMUNE: TOGLIERE I POTERI AI GOVERNATORI (QUASI TUTTI DI CENTRODESTRA) - NEL MIRINO C’È SOPRATTUTTO SULLA SANITÀ - E NON A CASO CONTE PARLA DI UN TAVOLO AD HOC SULLE RIFORME COSTITUZIONALI, (QUELLA DEL TITOLO V RICHIEDERÀ INFATTI MOLTI MESI PER ESSERE VARATA)   

Carlo Bertini per “la Stampa”

 

CONTE E FONTANA

«Dobbiamo dare il buon esempio», spiegava con voce suadente ieri pomeriggio Nicola Zingaretti a Giuseppe Conte, per convincerlo che non bisognasse fare tardi oltre le dieci, «proprio noi che abbiamo imposto il coprifuoco alle 22 agli italiani». Sarà stato per intima e pia convinzione, o per esorcizzare l'abitudine del premier a fare le ore piccole, fatto sta che alle 19 in punto i leader di maggioranza vengono ricevuti a palazzo Chigi. E alle 21, 30 escono. Un vertice in presenza per guardarsi nelle palle degli occhi tutti, per la prima volta al cospetto del premier. E per dirsene quattro, «da alleati e non da avversari», come ha ripetuto il segretario del Pd.

 

conte renzi

Risultato: tutti d'accordo a parole nel fare quadrato, («siamo uniti, basta polemiche e contrapposizioni», dice alla fine Conte), a coprire le spalle a Speranza, a respingere gli attacchi dei governatori. Ai quali si vogliono spuntare le unghie: la vera novità di questo vertice è la irrefrenabile voglia di fare una «riforma, del Titolo V», che dietro il nome criptico altro non è che una stretta dei poteri dei governatori: a cominciare dai poteri sulla sanità.

 

IL PANINO DI RENZI

GIUSEPPE CONTE ATTILIO FONTANA

Apre Zingaretti e chiude Renzi, «abbiamo fatto il panino», scherza l'ex premier vantando un asse con il suo successore.  E sfoderando un sorriso sornione quando i 5stelle lanciano l'idea di una riforma del bicameralismo e del Titolo V, visto che su questo aveva fatto la battaglia della vita. Pure i dem sono d'accordo: malgrado Zingaretti sia un governatore, a lanciare per primo una riforma del Titolo V fu il suo vice Andrea Orlando, questa estate con un'intervista a La Stampa. Insomma, guerra di posizione con le regioni, che non a caso sono quasi tutte governate dalla destra.

 

renzi bonafede conte

E non a caso Conte parla di un tavolo ad hoc sulle riforme costituzionali, (quella del titolo V richiederà infatti molti mesi per essere varata): perché Zingaretti pone con forza anche il tema della legge elettorale, che i 5stelle accettano sia risolto a breve. «È utile trovare una sede dove i nodi vengano risolti. C'è un forte accordo su questo, dobbiamo affrontare i temi aperti in parlamento e lavorare poi per un patto di legislatura».

 

E quando parla di nodi Zingaretti intende anche quello della legge elettorale, che per il Pd, insieme al tema lavoro, resta una priorità. Renzi tiene molto anche all'altro tavolo, quelle sulla politica economica, dopo aver posto i temi dello sblocca cantieri e delle politiche industriali. Ma alla fine taglia corto: entro novembre si capirà se possibile chiudere un patto fino al 2023, patto che Conte, Pd e 5S danno per sicuro.

 

conte zaia

E tra un mese si capirà se fare il rimpasto. Patto fino al 2023 Ma che questo meeting somigliasse a un tavolo di poker in cui tutti si guardano in cagnesco lo dimostrano i sospetti destati dal piglio battagliero di Renzi alla vigilia; e il caso scoppiato per un pre-vertice dei 5stelle: Crimi e Bonafede a Palazzo Chigi due ore prima, «non per andare da soli da Conte - assicurano i loro staff - ma perché Bonafede ha lì il suo ufficio di capodelegazione». Sarà, gli ex comunisti del Pd trasudano diffidenza e il sapore del veleno comincia a bagnare ogni loro parola.

 

zingaretti di maio

Della serie, questo vertice è utile ma non decisivo, non sarà qui che si deciderà il programma, i temi veri saranno discussi dopo il "congresso" dei 5S. E anche i grillini suonano la stessa musica mettendo i puntini sulle ii. Per noi cruciale la legge sullo sport, quella sull'ambiente, sul voto ai diciottenni. «Abbiamo iniziato a darci degli step per fare un tagliando dei 29 punti del programma - dice Crimi - togliendo ogni dubbio sul fatto che questo governo concluderà il suo lavoro alla fine della legislatura».

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