giorgia meloni mario draghi

FRATELLI DI DRAGHI - GIORGIA MELONI È SODDISFATTA DOPO L’INCONTRO CON IL PREMIER: NEMMENO LEI SPERAVA DI OTTENERE UDIENZA A POCHI GIORNI DALLA SUA RICHIESTA (ERA ABITUATA A CONTE) - DI COSA HANNO PARLATO? TRA LE ALTRE COSE, DELLE NUOVE REGOLE EUROPEE SUGLI SCOPERTI DI CONTO E DEL BLOCCO DEI LICENZIAMENTI: LA CONCORRENZA SUI TEMI CARI A SALVINI È ORMAI APERTA - LA PARTITA DEL QUIRINALE: LA “DUCETTA” HA SEMPRE PIÙ INTERESSE A PORTARE SUPER-MARIO AL COLLE. SALVINI SEMPRE MENO

giorgia meloni dopo l'incontro con draghi 2

1 - MELONI DA DRAGHI

Estratto dell’articolo di Barbara Fiammeri per “il Sole 24 Ore” - da “Anteprima. La spremuta di giornali di Giorgio Dell’Arti”

 

Giorgia Meloni s'è detta soddisfatta dell'incontro con Draghi. Il faccia a faccia è durato circa un'ora durante la quale la leader di Fratelli d'Italia ha parlato (di Covid, riaperture, fisco e tutela del credito) e il premier ha ascoltato.

 

GIORGIA MELONI E MATTEO SALVINI

«Del resto l'invito rivolto dal premier alla leader dell'opposizione aveva proprio questo obiettivo. Ma non è da escludere che durante quest'incontro "lungo e proficuo", come è stato definito a Palazzo Chigi, alcune di quelle proposte Draghi se le sia ben appuntate»

 

MELONI DRAGHI

2 - MELONI VEDE DRAGHI "NON FARE COME CONTE FAI RIPARTIRE L'ITALIA"

Alessandro Barbera per “La Stampa”

 

Essere Giorgia, essere leader. Per completare la narrazione utile a trasformarla in un potenziale capo di governo, Giorgia Meloni aveva bisogno di quell' incontro con Mario Draghi. Un' ora e dieci, faccia a faccia, senza mediazioni. «Spero si trasformi in una consuetudine».

GIORGIA MELONI E MATTEO SALVINI

 

Ha chiesto e ottenuto udienza in pochi giorni, e nemmeno lei sperava in cotanta attenzione. I sondaggi danno la leader di Fratelli d' Italia sempre più vicina alla Lega e addirittura in sorpasso sul Pd. Solo le urne daranno la controprova dell' inarrestabile ascesa ma intanto, da capo dell' unico partito all' opposizione, ha vita facile.

 

giorgia meloni dopo l'incontro con draghi 1

Al premier srotola il quaderno delle doglianze: chiede di rimettere mano «alle misure irragionevoli ancora in vigore di limitazione della libertà personale», preme perché «il Paese non si trovi impreparato all' autunno», invoca «più mezzi pubblici», «nuovi sistemi di areazione nelle scuole», si mostra preoccupata per l' entrata in vigore delle nuove regole europee sugli scoperti di conto.

salvini meloni

 

Nella gara con la Lega a legittimarsi presso il mondo delle imprese e del lavoro autonomo quest' ultimo passaggio sarà per Meloni uno dei più rilevanti della chiacchierata.

 

Un regolamento introdotto dall' Autorità bancaria europea e sospeso a causa della pandemia impone la segnalazione alla centrale dei rischi nei confronti di chi, per tre mesi consecutivi, abbia uno scoperto di conto di cento euro (se privato) o di cinquecento (se azienda). «Ora sono in vigore le moratorie sui prestiti, ma quando termineranno che accadrà?».

 

Nella foga Meloni eccede la causa sui numeri e parla di «segnalazioni a rischio per decine di milioni» di italiani. In ogni caso: «Ho chiesto a Draghi di valutare iniziative in sede europea».

 

giorgia meloni mario draghi

La concorrenza sui temi cari a Salvini è ormai scoperta, fino al punto di scavalcarlo a destra sulle libertà economiche. Meloni si dice poco convinta ad insistere col blocco dei licenziamenti, spiega che semmai il governo «dovrebbe mettere risorse a disposizione della continuità delle imprese». Occorre «tutelare i non garantiti, i lavoratori atipici, coloro che non ricevono alcun aiuto. Penso alla cassa integrazione e all' indennità di disoccupazione».

giorgia meloni dopo l'incontro con draghi 3

 

Ai cronisti che l' aspettano all' uscita di Palazzo Chigi dice di non aver parlato né della nomina del nuovo presidente del Comitato parlamentare di controllo sui servizi segreti (che Fratelli d' Italia rivendica), né dei nuovi vertici Rai, nomine nel frattempo slittate a metà luglio.

 

meme sulla crisi di governo salvini berlusconi meloni

«Un incontro proficuo», commenteranno da Palazzo Chigi, e forse allora i due avranno parlato di ciò di cui è normale parlare e che è inelegante ammettere. Della Meloni è ormai scoperto anche il doppio registro politico: in Europa incontra i leader delle destre oltranziste (di recente quella polacca e spagnola), in Italia è soddisfatta per «la novità» di un incontro dopo l' esperienza «deludente» con l' ex premier Giuseppe Conte, che «non coinvolgeva l' opposizione».

 

giuseppe conte con giorgia meloni atreju 2019 1

Se le elezioni amministrative confermeranno le stime, la leader di Fratelli d' Italia avrà tutto l' interesse a fare di Draghi il prescelto per la corsa al Quirinale, al quale seguirebbe lo scioglimento delle Camere e il voto entro la prossima estate.

 

Se così fosse, Salvini potrebbe essere tentato dall' opposto, ovvero allungare la vita al governo Draghi fino alla scadenza della legislatura, nel 2023. È anche per questa ragione che la convivenza fra i due si fa problematica. «Il centrodestra è unito. Con Meloni e Berlusconi vado d' amore e d' accordo», dice Salvini. Peccato che l' accordo sui i candidati comuni a Roma e Milano sia ancora lontano: «Lo troveremo la prossima settimana». Oggi Salvini incontra il papabile candidato per la Capitale, Enrico Michetti, a Roma pressoché sconosciuto.

giorgia meloni dopo l'incontro con draghidi battista meloni draghi

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ursula von der leyen donald trump dazi matteo salvini

LA LETTERINA DELL’AL CAFONE DELLA CASA BIANCA È UNA PISTOLA PUNTATA ALLA TEMPIA DEI LEADER EUROPEI, CUI È RIMASTA UNA SOLA VIA DI USCITA, QUELLA COSIDDETTA “OMEOPATICA”: RISPONDERE AL MALE CON IL MALE. LINEA DURA, DURISSIMA, ALTRIMENTI, ALLE LEGNATE DI TRUMP, DOMANI, ALL’APERTURA DELLE BORSE, SI AGGIUNGERANNO I CALCI IN CULO DEI MERCATI. LA CINA HA DIMOSTRATO CHE, QUANDO RISPONDI CON LA FORZA, TRUMP FA MARCIA INDIETRO - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” ORMAI È RIMASTA L’UNICA A IMPLORARE, SCODINZOLANTE, “IL DIALOGO” COL DAZISTA IN CHIEF, NEMMENO LE CIFRE CATASTROFICHE SULLE RIPERCUSSIONI DELLE TARIFFE USA SULLE  AZIENDE ITALIANE, TANTO CARE ALLA LEGA, HA FERMATO I DEMENZIALI APPLAUSI ALLA LETTERA-RAPINA DA PARTE DI MATTEO SALVINI – ASCOLTATE JOSEPH STIGLITZ, PREMIO NOBEL PER L’ECONOMIA: “TRUMP NON AGISCE SECONDO ALCUN PRINCIPIO ECONOMICO, NON CONOSCE LO STATO DI DIRITTO, È SEMPLICEMENTE UN BULLO CHE USA IL POTERE ECONOMICO COME UNICA LEVA. SE POTESSE, USEREBBE QUELLO MILITARE’’

steve witkoff marco rubio sergei lavrov

RUBIO, IL TAJANI STARS AND STRIPES – IL SEGRETARIO DI STATO AMERICANO NON TOCCA PALLA E SOFFRE IL POTERE DI STEVE WITKOFF, INVIATO DI TRUMP IN MEDIO ORIENTE CHE SE LA COMANDA ANCHE IN UCRAINA. IL MINISTRO DEGLI ESTERI USA PROVA A USCIRE DALL’ANGOLO PARLANDO DI “NUOVA IDEA” DELLA RUSSIA SUI NEGOZIATI IN UCRAINA. MA IL MINISTRO DEGLI ESTERI DI PUTIN, LAVROV, SUBITO VEDE IL BLUFF: “CONFERMIAMO LA NOSTRA POSIZIONE” – TRUMP AVEVA OFFERTO DI TUTTO A WITKOFF, MA L’IMMOBILIARISTA NON HA VOLUTO RUOLI UFFICIALI NELL’AMMINISTRAZIONE. E TE CREDO: HA UN CONFLITTO DI INTERESSE GRANDE QUANTO UN GRATTACIELO...

diletta leotta ilary blasi stefano sala pier silvio berlusconi

FLASH – IL BRUTALE AFFONDO DI PIER SILVIO BERLUSCONI SU ILARY BLASI E DILETTA LEOTTA (“I LORO REALITY TRA I PIÙ BRUTTI MAI VISTI”), COSÌ COME IL SILURAMENTO DI MYRTA MERLINO, NASCE DAI DATI HORROR SULLA PUBBLICITÀ MOSTRATI A “PIER DUDI” DA STEFANO SALA, AD DI PUBLITALIA (LA CONCESSIONARIA DI MEDIASET): UNA DISAMINA SPIETATA CHE HA PORTATO ALLA “DISBOSCATA” DI TRASMISSIONI DEBOLI. UN METODO DA TAGLIATORE DI TESTE BEN DIVERSO DA QUELLO DI BABBO SILVIO, PIÙ INDULGENTE VERSO I SUOI DIPENDENTI – A DARE UNA MANO A MEDIASET NON È LA SCURE DI BERLUSCONI JR, MA LA RAI: NON SI ERA MAI VISTA UNA CONTROPROGRAMMAZIONE PIÙ SCARSA DI QUELLA CHE VIALE MAZZINI, IN VERSIONE TELE-MELONI, HA OFFERTO IN QUESTI TRE ANNI…

giorgia meloni elly schlein luca zaia vincenzo de luca eugenio giani elly schlein elezioni regionali

PER UNA VOLTA, VA ASCOLTATA GIORGIA MELONI, CHE DA MESI RIPETE AI SUOI: LE REGIONALI NON VANNO PRESE SOTTOGAMBA PERCHÉ SARANNO UN TEST STRADECISIVO PER LA MAGGIORANZA – UNA SPIA CHE IL VENTO NON SPIRI A FAVORE DELLE MAGNIFICHE SORTI DELL’ARMATA BRANCA-MELONI È IL TENTATIVO DI ANTICIPARE AL 20 SETTEMBRE IL VOTO NELLE MARCHE, DOVE IL DESTRORSO ACQUAROLI RISCHIA DI TORNARE A PASCOLARE (IL PIDDINO MATTEO RICCI È IN LEGGERO VANTAGGIO) – IL FANTASMA DI LUCA ZAIA IN VENETO E LE ROGNE DI ELLY SCHLEIN: JE RODE AMMETTERE CHE I CANDIDATI DEL PD VINCENTI SIANO TUTTI DOTATI DI UN SANO PEDIGREE RIFORMISTA E CATTO-DEM. E IN CAMPANIA RISCHIA LO SCHIAFFONE: SI È IMPUNTATA SU ROBERTO FICO, IMPIPANDOSENE DI VINCENZO DE LUCA, E SOLO UNA CHIAMATA DEL SAGGIO GAETANO MANFREDI LE HA FATTO CAPIRE CHE SENZA LO “SCERIFFO” DI SALERNO NON SI VINCE…

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni

NULLA SARÀ COME PRIMA: PIER SILVIO BERLUSCONI, VESTITO DI NUOVO, CASSA IL SUO PASSATO DI RAMPOLLO BALBETTANTE E LANCIA IL SUO PREDELLINO – IN UN COLPO SOLO, CON IL COMIZIO DURANTE LA PRESENTAZIONE DEI PALINSESTI, HA DEMOLITO LA TIMIDA SORELLA MARINA, E MANDATO IN TILT GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI, MINACCIANDO LA DISCESA IN CAMPO. SE SCENDE IN CAMPO LUI, ALTRO CHE 8%: FORZA ITALIA POTREBBE RISALIRE (E MOLTO) NEI SONDAGGI (IL BRAND BERLUSCONI TIRA SEMPRE) – NELLA MILANO CHE CONTA IN MOLTI ORA SCOMMETTONO SUL PASSO INDIETRO DI MARINA DALLA GESTIONE “IN REMOTO” DI FORZA ITALIA: D'ALTRONDE, LA PRIMOGENITA SI È MOSTRATA SEMPRE PIÙ SPESSO INDECISA SULLE DECISIONI DA PRENDERE: DA QUANTO TEMPO STA COGITANDO SUL NOME DI UN SOSTITUTO DI TAJANI?